Bondage: differenze tra le versioni

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Il '''''bondage''''' (termine francese), o in italiano '''bondaggio'''<ref>[[Salvatore Battaglia|S. Battaglia]], [[GDLI]], Supplemento 2004, [http://www.gdli.it/JPG/GDLI24/GDLI_Supplemento_2009_Pagina_117.jpg pag. 117].</ref>, è una pratica in cui si immobilizza un ''partner'' consenziente o se ne limita temporaneamente la capacità sensoriale. È possibile sia legare con corde, sia con [[corsetto|corsetti]], [[cappuccio|cappucci]], bavagli, o catene, eccetera. In generale il ''bondage'' si basa sull'impedimento consensuale della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire. Il ''bondage'' più comune è il ''rope bondage'', ovvero effettuato con corde di vari materiali, sia in stile occidentale sia in stile tradizionale ''[[shibari]]'' (giapponese), oppure nei vari stili a partire dallo stile "americano", oppure semplicemente decorativo come potrebbe essere il '"[[macramé ]]"'' che ha un approccio puramente decorativo.
Il '''''bondage''''' (termine francese), o in italiano '''bondaggio'''<ref>[[Salvatore Battaglia|S. Battaglia]], [[GDLI]], Supplemento 2004, [http://www.gdli.it/JPG/GDLI24/GDLI_Supplemento_2009_Pagina_117.jpg pag. 117].</ref>, è una pratica in cui si immobilizza un ''partner'' consenziente o se ne limita temporaneamente la capacità sensoriale. È possibile sia legare con corde, sia con [[corsetto|corsetti]], [[cappuccio|cappucci]], bavagli, o catene, eccetera. In generale il ''bondage'' si basa sull'impedimento consensuale della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire. Il ''bondage'' più comune è il ''rope bondage'', ovvero effettuato con corde di vari materiali, sia in stile occidentale sia in stile tradizionale ''[[shibari]]'' (giapponese), oppure nei vari stili a partire dallo stile "americano", oppure semplicemente decorativo come potrebbe essere il ''"[[macramé]]"'' che ha un approccio puramente decorativo.


Il ''bondage'' è una pratica tra adulti consenzienti, intrapresa conoscendone i rischi e le conseguenze, il cui scopo principale è vivere le emozioni che queste pratiche danno. Nel ''bondage'' si vivono forti emozioni fisiche, date dalla costrizione stessa e dalle posture del corpo, ma ancor più da quelle mentali quali lo scambio di fiducia estremo che si instaura, e l'abbandono che si vive all'interno della costrizione.
Il ''bondage'' è una pratica tra adulti consenzienti, intrapresa conoscendone i rischi e le conseguenze, il cui scopo principale è vivere le emozioni che queste pratiche danno. Nel ''bondage'' si vivono forti emozioni fisiche, date dalla costrizione stessa e dalle posture del corpo, ma ancor più da quelle mentali quali lo scambio di fiducia estremo che si instaura, e l'abbandono che si vive all'interno della costrizione.

Versione delle 21:38, 22 gen 2022

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Bondage (disambigua).
Esempio di bondage (il monoguanto).
Hogtie verticale.

Il bondage (termine francese), o in italiano bondaggio[1], è una pratica in cui si immobilizza un partner consenziente o se ne limita temporaneamente la capacità sensoriale. È possibile sia legare con corde, sia con corsetti, cappucci, bavagli, o catene, eccetera. In generale il bondage si basa sull'impedimento consensuale della libertà fisica del movimento, di vedere, di parlare, di sentire. Il bondage più comune è il rope bondage, ovvero effettuato con corde di vari materiali, sia in stile occidentale sia in stile tradizionale shibari (giapponese), oppure nei vari stili a partire dallo stile "americano", oppure semplicemente decorativo come potrebbe essere il "macramé" che ha un approccio puramente decorativo.

Il bondage è una pratica tra adulti consenzienti, intrapresa conoscendone i rischi e le conseguenze, il cui scopo principale è vivere le emozioni che queste pratiche danno. Nel bondage si vivono forti emozioni fisiche, date dalla costrizione stessa e dalle posture del corpo, ma ancor più da quelle mentali quali lo scambio di fiducia estremo che si instaura, e l'abbandono che si vive all'interno della costrizione.

Tecniche

L'hogtie: come impedire a una persona di potersi muovere usando delle corde

Le principali tecniche di bondage possono essere raggruppate in sei diverse categorie:

  • costrizione di parti del corpo, raggruppate o ristrette fra di loro;
  • separazione o divaricazione di parti del corpo;
  • collegamento di parti del corpo a oggetti esterni, muri o sostegni;
  • sospensione del corpo a soffitti o sostegni;
  • restrizione o modificazione forzata dei normali movimenti del corpo;
  • immobilizzazione completa del corpo (mummificazione), fino alla vera e propria deprivazione sensoriale.

Ognuna di queste categorie prevede numerosissime varianti, sia a causa della varietà degli strumenti utilizzati, sia a causa delle modalità secondo cui questi strumenti sono disposti e adoperati.

In particolare sono note numerose ed elaborate tecniche per la realizzazione di complessi bondage con corde e nodi, tecniche che richiedono una certa competenza da parte di chi le realizza; fra queste tecniche, l'hishi, erroneamente chiamato karada (termine giapponese che indica semplicemente il corpo) è diventato un'icona della tecnica giapponese, benché in realtà in Giappone non sia molto utilizzata dai maestri più affermati. L'esecuzione dell'hishi prevede una totale immobilizzazione del busto e delle braccia, mediante una sequenza molto accurata di passaggi di corda e di nodi, effettuati soprattutto lungo l'asse anteriore e posteriore del corpo, centralmente, costruendo delle figure geometriche a rombo da cui prende il nome (hishi = diamante).

Secondo antichi manoscritti rinvenuti negli scavi di Bam, in Persia, si ritiene che la restrizione o modificazione forzata dei normali movimenti del corpo a scopi erotici fosse già praticata dai Medi.

A volte in associazione al bondage possono essere eseguite pratiche di dominazione psicologica e giochi sadomasochistici (frustate, pene dolorose, solletico), il cui scopo è quello di far crescere nel partner sottomesso il senso di dominazione e umiliazione. Se il partner dominante agisce senza cognizione di causa, o in condizioni psicofisiche non ideali, il rischio di procurare danno può crescere notevolmente.

Pericolosità e precauzioni

Uomo bendato ammanettato a un letto.

La pratica del bondage può comportare rischi anche gravi per la salute e l'incolumità delle persone, soprattutto se è intrapresa senza una sufficiente conoscenza ed esperienza delle sue tecniche e/o non vengono osservate alcune regole di base.

Il bondage non deve essere praticato quando:

  • non si conosce bene il partner e/o non si nutre completa fiducia in lui/lei;
  • si conosce il bondage, ma non si è pienamente convinti di volerlo praticare;
  • non si è informati sui rischi associati alla pratica;
  • non si è preparati o non si ha una sufficiente padronanza della tecnica di bondage che si vuole sperimentare;
  • si versa in condizioni fisiche o psicologiche non ottimali;
  • non si ritiene di poterne trarre piacere;
  • si è stanchi o sotto l'effetto di droghe o alcool.

Nel bondage la consensualità è essenziale, è necessario accertarsi che entrambi i partner abbiano prestato un consenso validamente espresso.

Non bisogna lasciare mai da sola una persona sottoposta a bondage: la persona che lega ha la responsabilità di preoccuparsi costantemente delle condizioni di salute e psicologiche della persona legata.

Esecuzione di bondage di un uomo al Folsom Street Fair (2003)

Il bondage è una pratica che richiede un certo grado di abilità e con cui bisogna già avere una certa dimestichezza. Tra le precauzioni da osservare:

  • la parte anteriore del collo non deve mai essere sottoposta a compressioni di nessun genere;
  • è necessario controllare il buon funzionamento della circolazione sanguigna.
  • le corde possono essere posizionate in maniera tale da schiacciare, irritare e infiammare le terminazioni nervose, causando dolori e insensibilità degli arti ma che non possono durare troppo a lungo o diventare, in casi limite, permanenti.
  • quando si usano le corde, bisogna fare attenzione a dove sono posti i nodi. Un nodo posto su una terminazione nervosa,sul braccio in corrispondenza del nervo radiale o in corrispondenza dell'osso ulnare e sulla spina dorsale, dove potrebbe causare danni permanenti anche gravi.
  • bisogna considerare che i rischi connessi alla pratica aumentano in sessioni troppo lunghe. La maggior parte delle sessioni non dura più di un'ora.

Note

  1. ^ S. Battaglia, GDLI, Supplemento 2004, pag. 117.

Bibliografia

  • Davide "MaestroBD" La Greca e Beatrice Gigliuto, Bondage - La via italiana all'arte di legare, Castelvecchi Editore, collana Toys, 2010 ISBN 88-7615-448-5 ISBN 978-88-7615-448-5
  • Ayzad, BDSM - Guida per esploratori dell'erotismo estremo, Castelvecchi, 2004 ISBN 88-7615-025-0
  • Davide "MaestroBD" La Greca - Bondage e Roma: Storie di Corda nella Capitale, MBDStudio Editore, ./Special:BookSources/9788891161291

Altri progetti

Collegamenti esterni

  • Rope Tales - Differenze tra lo stile occidentale e lo stile giapponese.
  • La quarta corda - Tutorial e articoli di approfondimento sul bondage giapponese (gratuito)
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