Rai Radio 1: differenze tra le versioni
m →Terzo millennio: Aggiustamenti |
→Storia: Aggiunta sottosezione "L'uccellino della radio" |
||
Riga 36: | Riga 36: | ||
=== Gli inizi === |
=== Gli inizi === |
||
La radio italiana nasce ufficialmente il [[6 ottobre]] [[1924]], alle ore 21<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2024/10/Nato-il-sei-ottobre-c33ec48f-935f-4ecb-b354-4fe50a0c45ab-ssi.html|titolo="Nato il sei ottobre": la radio italiana compie cento anni|data=8 ottobre 2024}}</ref>, con l'annuncio di [[Maria Luisa Boncompagni]] della prima [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]], in [[onde lunghe]], dell'[[Unione Radiofonica Italiana]] (URI). Inizialmente, i programmi sono limitati a musica classica, bollettini meteorologici e notizie di borsa. L'URI, nata da un accordo tra le maggiori compagnie del settore, aveva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche in Italia. Ben presto, la radio divenne uno strumento di propaganda del [[regime fascista]]. L'[[Agenzia Stefani]], fedele a [[Mussolini]], forniva le notizie che venivano trasmesse, garantendo un controllo stretto sull'informazione. Con la trasformazione dell'URI in [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche]] (EIAR) nel 1928, la radio si affermò come un potente mezzo di comunicazione di massa a disposizione del regime. Nonostante il controllo politico, la radio si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Vennero aperte nuove stazioni a Milano, Napoli e Torino, e si iniziò a sperimentare nuove forme di [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]], come i collegamenti da treni e aerei. L'EIAR cercò di coniugare informazione, divertimento e propaganda politica, conquistando un pubblico sempre più vasto. Nel 1933, il regime promosse la diffusione della radio nelle zone rurali con la ''Radiorurale'', un ricevitore a basso costo destinato a scuole e istituti governativi. Questo progetto permise a milioni di italiani di entrare in contatto con la lingua italiana standard e con i contenuti radiofonici.<ref>{{Cita web|url=http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-d3384361-91fc-4b38-b8ab-9ec4031ec7aa.html|titolo=Storia della Radio dal 1924 al 1933|accesso=23 agosto 2024}}</ref> |
La radio italiana nasce ufficialmente il [[6 ottobre]] [[1924]], alle ore 21<ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2024/10/Nato-il-sei-ottobre-c33ec48f-935f-4ecb-b354-4fe50a0c45ab-ssi.html|titolo="Nato il sei ottobre": la radio italiana compie cento anni|data=8 ottobre 2024}}</ref>, con l'annuncio di [[Maria Luisa Boncompagni]] della prima [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]], in [[onde lunghe]], dell'[[Unione Radiofonica Italiana]] (URI). Inizialmente, i programmi sono limitati a musica classica, bollettini meteorologici e notizie di borsa. L'URI, nata da un accordo tra le maggiori compagnie del settore, aveva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche in Italia. Ben presto, la radio divenne uno strumento di propaganda del [[regime fascista]]. L'[[Agenzia Stefani]], fedele a [[Mussolini]], forniva le notizie che venivano trasmesse, garantendo un controllo stretto sull'informazione. Con la trasformazione dell'URI in [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche]] (EIAR) nel 1928, la radio si affermò come un potente mezzo di comunicazione di massa a disposizione del regime. Nonostante il controllo politico, la radio si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Vennero aperte nuove stazioni a Milano, Napoli e Torino, e si iniziò a sperimentare nuove forme di [[Trasmissione (telecomunicazioni)|trasmissione]], come i collegamenti da treni e aerei. L'EIAR cercò di coniugare informazione, divertimento e propaganda politica, conquistando un pubblico sempre più vasto. Nel 1933, il regime promosse la diffusione della radio nelle zone rurali con la ''Radiorurale'', un ricevitore a basso costo destinato a scuole e istituti governativi. Questo progetto permise a milioni di italiani di entrare in contatto con la lingua italiana standard e con i contenuti radiofonici.<ref>{{Cita web|url=http://www.storiadellaradio.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-d3384361-91fc-4b38-b8ab-9ec4031ec7aa.html|titolo=Storia della Radio dal 1924 al 1933|accesso=23 agosto 2024}}</ref> |
||
==== L'uccellino della radio ==== |
|||
L'uccellino della radio era un dispositivo meccanico a soffietto, utilizzato fin dagli esordi per riempire i tempi vuoti durante le trasmissioni radiofoniche. Questo strumento prendeva il nome dal suono che emetteva, una sequenza di quattro note che ricordava il cinguettio di un uccellino. Il suo vero nome era "segnale di intervallo". Veniva utilizzato per dare il tempo necessario ai tecnici per eseguire le operazioni di inversione, cioè il collegamento a una nuova sorgente di trasmissione. Il meccanismo era contenuto in una cassetta posta sul tavolo degli annunciatori. Dopo aver annunciato la fine della trasmissione, l'annunciatore attivava l'apparecchio, e il suono veniva captato dal microfono e trasmesso. All'epoca, le operazioni di cambio sede erano manuali e complesse, e un errore poteva provocare fischi fastidiosi, con conseguenti multe per il tecnico. Dopo alcuni errori significativi, si propose di registrare il suono su disco. Con l'introduzione dei supporti magnetici, il compito di far "cinguettare" l'uccellino passò dai tecnici agli annunciatori, ma quel fascino non era più lo stesso. Il meccanismo originale è ancora conservato al Museo della RAI di Firenze.<ref>{{Cita web|url=https://arteventinews.it/2018/11/25/luccellino-della-rai-una-specie-protetta/|titolo=L'uccellino della RAI : una specie protetta|data=25 Novembre 2018}}</ref> |
|||
{{vedi anche|Uccellino della radio}} |
|||
===Il periodo bellico=== |
===Il periodo bellico=== |
Versione delle 15:17, 17 ott 2024
Rai Radio 1 | |
---|---|
Paese | Italia |
Lingua | Italiano |
Data di lancio | 6 ottobre 1924 |
Share di ascolti | 3.422.000 (1º semestre 2022) |
Editore | Rai |
Nomi precedenti | URI (1924-1927) EIAR (1927-1944) RAI (1944-1945) Rete Azzurra (1945-1950) Programma Nazionale (1950-1975) |
Frequenze precedenti | AM/OM 567 · 657 · 819 · 873 · 900 · 936 · 981 · 990 · 999 · 1 062 · 1 107 · 1 116 · 1 296 · 1 332 · 1 431 · 1 449 · 1 575 · 1584 kHz LW 189 kHz SW 6 060 · 9545 kHz |
Canali gemellati | Rai Radio 1 Sport |
Motto | La tua finestra sul mondo |
Sito web | www.raiplaysound.it/radio1/ |
Diffusione | |
Terrestre | |
Analogico | FM in Italia 99% del territorio |
Digitale | DAB in Italia canali 12B · 12D |
Rai RAI Mux A | Rai Radio 1 (Italia) DVB-T - FTA Canale 701 |
Satellitare | |
Sky Italia Eutelsat Hot Bird 13F | Rai Radio 1 (DVB-S2 · FTA) 11766 - V - 29900 - 3/4 Canale 8820 |
Tivùsat Eutelsat Hot Bird 13F | Rai Radio 1 (DVB-S2 · FTA) 11766 - V - 29900 - 3/4 Canale 601 |
Eutelsat 5 West B | Rai Radio1 (DVB-S2 · FTA) 11179 - V - 30000 - 3/5 Rai Radio1 (DVB-S2 · FTA) 11637 - V - 30000 - 3/5 |
Streaming web | |
RaiPlay Sound | In formato RA e WMA |
iTunes | In formato AAC |
Rai Radio 1 è la prima emittente radiofonica pubblica italiana, di proprietà della Rai. Il canale è diretto da Francesco Pionati, e la programmazione viene trasmessa dal centro di produzione Rai di Saxa Rubra a Roma.
Storia
Gli inizi
La radio italiana nasce ufficialmente il 6 ottobre 1924, alle ore 21[1], con l'annuncio di Maria Luisa Boncompagni della prima trasmissione, in onde lunghe, dell'Unione Radiofonica Italiana (URI). Inizialmente, i programmi sono limitati a musica classica, bollettini meteorologici e notizie di borsa. L'URI, nata da un accordo tra le maggiori compagnie del settore, aveva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche in Italia. Ben presto, la radio divenne uno strumento di propaganda del regime fascista. L'Agenzia Stefani, fedele a Mussolini, forniva le notizie che venivano trasmesse, garantendo un controllo stretto sull'informazione. Con la trasformazione dell'URI in Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR) nel 1928, la radio si affermò come un potente mezzo di comunicazione di massa a disposizione del regime. Nonostante il controllo politico, la radio si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Vennero aperte nuove stazioni a Milano, Napoli e Torino, e si iniziò a sperimentare nuove forme di trasmissione, come i collegamenti da treni e aerei. L'EIAR cercò di coniugare informazione, divertimento e propaganda politica, conquistando un pubblico sempre più vasto. Nel 1933, il regime promosse la diffusione della radio nelle zone rurali con la Radiorurale, un ricevitore a basso costo destinato a scuole e istituti governativi. Questo progetto permise a milioni di italiani di entrare in contatto con la lingua italiana standard e con i contenuti radiofonici.[2]
L'uccellino della radio
L'uccellino della radio era un dispositivo meccanico a soffietto, utilizzato fin dagli esordi per riempire i tempi vuoti durante le trasmissioni radiofoniche. Questo strumento prendeva il nome dal suono che emetteva, una sequenza di quattro note che ricordava il cinguettio di un uccellino. Il suo vero nome era "segnale di intervallo". Veniva utilizzato per dare il tempo necessario ai tecnici per eseguire le operazioni di inversione, cioè il collegamento a una nuova sorgente di trasmissione. Il meccanismo era contenuto in una cassetta posta sul tavolo degli annunciatori. Dopo aver annunciato la fine della trasmissione, l'annunciatore attivava l'apparecchio, e il suono veniva captato dal microfono e trasmesso. All'epoca, le operazioni di cambio sede erano manuali e complesse, e un errore poteva provocare fischi fastidiosi, con conseguenti multe per il tecnico. Dopo alcuni errori significativi, si propose di registrare il suono su disco. Con l'introduzione dei supporti magnetici, il compito di far "cinguettare" l'uccellino passò dai tecnici agli annunciatori, ma quel fascino non era più lo stesso. Il meccanismo originale è ancora conservato al Museo della RAI di Firenze.[3]
Il periodo bellico
La guerra d'Etiopia del 1935 segna una svolta nell'utilizzo della radio in Italia: le cronache di guerra diventano un nuovo genere radiofonico, trasmettendo la propaganda del regime in tempo reale; allo stesso tempo, la radio copre eventi sportivi come i Mondiali di calcio, consolidando il suo ruolo di mezzo di comunicazione di massa: nasce la cosiddetta diretta. Con l'espansione coloniale, la radio italiana raggiunge l'Estremo Oriente e le Americhe, diffondendo la propaganda fascista a livello internazionale. Nonostante l'uso politico, la radio si afferma anche come mezzo di intrattenimento familiare. La programmazione viene studiata per coinvolgere un pubblico sempre più ampio, e il numero di abbonati cresce rapidamente. La diffusione di apparecchi radio economici, come il Radiomarelli Balilla, contribuisce a rendere la radio accessibile a tutti.
Con l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, il 23 giugno 1940, la radio diventa uno strumento di propaganda ancora più potente, tutti i programmi sono dedicati a sostenere lo sforzo bellico e a diffondere i messaggi del regime. Tuttavia, la crescente difficoltà della guerra e la diffusione di notizie contrastanti minano la credibilità della propaganda fascista. L'ascolto clandestino delle emittenti alleate diventa sempre più diffuso, mettendo in discussione l'egemonia della radio italiana. La diffusione di voci alternative contribuisce a indebolire il consenso al regime e a favorire la caduta del fascismo.[4]
Tra il 1933 e il 1934 si delineano per la prima volta due reti radiofoniche nazionali. Il 17 dicembre 1933 le stazioni di Milano II e Torino II iniziano a trasmettere i programmi delle stazioni Meridionali (Roma, Napoli e Bari, fra loro collegate via cavo), mentre il 18 marzo 1934 la stazione di Roma II inizia a trasmettere i programmi delle stazioni settentrionali (Torino, Milano e Genova, anch'essi fra loro collegate via cavo)[5]: si iniziano a formare due canali radiofonici.
Le trasmissioni radiofoniche vengono unificate per tutte le stazioni, ma il 14 giugno 1942 riprende la programmazione separata in due canali nell'orario serale[5]: si chiamano Programma A e Programma B[6].
La RAI e l'avvento della TV
Nel 1945 il sistema radiofonico italiano viene riunificato sotto la Radio Audizioni Italia (RAI), una società a capitale privato controllata dalla Società Idroelettrica Piemonte (SIP), che organizza i trasmettitori superstiti in due reti[5]:
- Rete Rossa, che comprende le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo
- Rete Azzurra, che comprende le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN
La Rete Azzurra, con sede a Roma e uffici a Firenze[7], comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II[8].
Dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale all'introduzione della televisione, la radio in Italia ha subito una profonda trasformazione. Nel 1949 la RAI riuscì a ricostruire completamente in appena quattro anni i trasmettitori danneggiati durante il conflitto. Nel 1951, la dirigenza decise di ristrutturare la programmazione, un processo preceduto nel 1950 dall'istituzione della rete culturale: il Terzo Programma, veniva trasmesso tramite la nuova rete a modulazione di frequenza. Nel dicembre 1951, furono istituiti i tre Programmi Nazionali. Nel 1954 iniziarono le trasmissioni televisive e Radio Audizioni Italia fu ribattezzata RAI - Radiotelevisione Italiana. Sebbene la radio venisse messa in ombra dal nuovo mezzo televisivo, non scomparve ma si trasformò e si adattò occupando nuove fasce orarie: mentre la TV divenne l'inevitabile appuntamento della prima serata, la radio ampliò la sua offerta per rimanere "accesa" 24 ore su 24, sviluppando una programmazione notturna. I nuovi programmi radiofonici miravano a catturare sempre più l'attenzione del pubblico giovanile e delle casalinghe, di conseguenza il palinsesto si adeguò alla concorrenza dei programmi televisivi, evidenziando le differenze tra i due mezzi. Quegli anni furono caratterizzati dal boom economico, dall'automobile che non era più un privilegio di pochi e dalla diffusione dell'autoradio. La radio divenne simbolo di libertà, la colonna sonora del desiderio di movimento. Per la radiofonia italiana fu come una seconda giovinezza.[9]
Radiouno
La riforma della RAI del 1975 introduce il pluralismo nell'emittenza radio-televisiva, segnando la fine del tradizionale centralismo dell'azienda e avviando un necessario processo di rinnovamento. La definizione dei palinsesti diventa sempre più cruciale per attrarre e fidelizzare il pubblico. Vengono così create le tre reti Radiouno, Radiodue, Radiotre e le tre testate radiofoniche GR1, GR2, GR3.[10]
Terzo millennio
Nell'agosto 2004 Radio 1 ha cessato di essere ricevibile in onde lunghe a seguito dello spegnimento del trasmettitore di Caltanissetta, l'unico ancora presente in Italia ad adottare tale tecnologia. Nello stesso anno è rimasta l'unica emittente del servizio pubblico, e tra le poche in Italia, a trasmettere nella banda delle onde medie, nelle quali venne identificata con il nome di Rai OM Unica, con un palinsesto leggermente diverso rispetto a quelli irradiati in FM e digitale. La sua programmazione veniva riprodotta anche via satellite tramite Tivùsat.
Col passare degli anni la copertura in onde medie dell'emittente è stata sempre più ridotta: i 60 impianti operativi nel 2011 si sono ridotti a 13 nel decennio successivo. Anche questi vennero definitivamente spenti (compreso il ripetitore del canale radio in lingua slovena Rai Radio Trst A) l'11 settembre 2022, data del definitivo abbandono delle onde medie da parte della Rai.[11] Il servizio radiofonico in lingua slovena (ex onda media 981 kHz) e l'Ora della Venezia Giulia (ex onda media 936 kHz) sono rimasti ricevibili solo sul satellite Hot Bird 13C 13.0°E frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4[12]
Rai Radio 1 prosegue quindi le proprie trasmissioni su numerose frequenze in FM, DAB+, digitale terrestre, satellite.
Palinsesto
Il palinsesto è prevalentemente incentrato sull'informazione e l'approfondimento, con 36 edizioni quotidiane del Giornale Radio[13], trasmissioni d'approfondimento giornalistico su politica, cronaca, economia, attualità internazionale e sport e programmi musicali.
Trasmette, in esclusiva ed in diretta, tutte le partite della Nazionale di calcio dell'Italia, oltre ai grandi eventi calcistici come Mondiali ed Europei. Ed è legato al calcio il suo programma più longevo, Tutto il calcio minuto per minuto. La rete segue anche altri sport come basket, pallavolo, ciclismo, tennis, sci, nuoto, atletica leggera, automobilismo, motociclismo, rugby, nonché le Olimpiadi.
Ospita tre notiziari regionali al giorno (dal lunedì al venerdì alle 7:18, 12:10 e 18:30) a cura delle redazioni regionali della TGR. La sede regionale del Friuli-Venezia Giulia ha a disposizione una fascia di tempo superiore rispetto alle altre sedi delle regioni a statuto speciale per la diffusione di una più vasta programmazione a carattere locale.
Programmazione
Con la dismissione delle AM, in cui l'orario di programmazione era dalle 6:00 alla mezzanotte, l'emittente trasmette 24 ore su 24 indipendentemente dal mezzo di diffusione.
La sigla di inizio e fine delle trasmissioni che si può ascoltare ogni giorno poco prima della mezzanotte e poco prima delle 5:00 è l'inno nazionale, che nel corso degli anni ha subito vari riarrangiamenti; l'ultimo, è quello eseguito dall'orchestra sinfonica nazionale della Rai e diretto da Fabio Luisi, in uso dal 2019.
Attualmente in onda
- Ascolta, si fa sera, rubrica religiosa quotidiana
- Babele, programma settimanale religioso con Luciano Cozzolino
- Caffè Europa, programma di approfondimento sull'Unione Europea con Tiziana Di Simone
- Culto evangelico, rubrica settimanale religiosa delle Chiese Evangeliche
- Domenica Sport, programma sportivo. All'interno:
- Tutto il calcio minuto per minuto, dirette dei campionati di serie A e B
- Est Ovest, rubrica settimanale di approfondimento sull'integrazione europea a cura della TGR
- Eta Beta, rubrica sull'innovazione condotta da Massimo Cerofolini
- Extratime, programma di racconto sportivo con Massimiliano Graziani
- Formato famiglia, con Diana Alessandrini e Savino Zaba
- Igorà-Tutti in piazza, ideato e condotto da Igor Righetti
- Il mix delle 23, con Giovanni Minoli
- Il pescatore di perle, programma di racconto con Carlo Albertazzi
- Incontri d'autore, rubrica dedicata al mondo dei libri con Alessandra Rauti
- In viaggio con Francesco, con Padre Enzo Fortunato
- Inviato speciale, programma settimanale del GR1 per raccontare di uomini, storie, problemi, tendenze, opinioni
- Italia sotto inchiesta, programma di Emanuela Falcetti
- La finestra su San Pietro, programma settimanale religioso con Fabrizio Noli. All'interno:
- Santa Messa (curata dalla Radio Vaticana prima e dalla CEI poi)
- Angelus del papa
- La nota del giorno, programma di racconto musicale con John Vignola
- La Radio in comune, programma di racconto dei comuni italiani con Umberto Broccoli
- L'aria che respiri, programma dedicato all'ecologia con Sonia Filippazzi
- Le storie di Radio1, racconti dell'Italia di oggi e di domani con Lucia Coppa
- Mangiafuoco sono io, programma di racconto dei fatti di cronaca con Claudio Vigolo, Luca Bianchini, Cinzia Tani e Silvia Ferreri
- Mary Pop, programma di costume e società con Maria Teresa Lamberti
- Numeri Primi, programma di racconto sportivo con Francesco Graziani
- Quel che resta del giorno, con Vittorio Schiraldi
- Radio1 All Music, rotazione musicale notturna in onda dalle 3:05 alle 5:00
- Radio1 Musica, programma musicale
- Radio1 Night Club, con Elisabetta Grande e Gianfranco Monti
- Radio1 Plot Machine, con Vito Cioce, Marcella Sullo e Daniela Mecenate
- Radio anch'io, programma di attualità in diretta con gli ascoltatori con Giorgio Zanchini
- Radio anch'io Sport, versione sportiva del programma con Filippo Corsini
- Radio di Bordo, programma di approfondimento dedicato al mare con Raffaele Roselli
- Sabato Sport, programma sportivo. All'interno:
- Tutto il calcio minuto per minuto, dirette dei campionati di serie A e B
- Prima Fila, programma a cura della redazione cultura e spettacoli del GR1
- Sette su sette, programma a cura di Gianmaurizio Foderaro
- Sportello Italia, rubrica dedicata al mondo del lavoro a cura di Americo Mancini
- Stereonotte, contenitore musicale notturno con Max De Tomassi, Mauro Zanda, Luca Sapio, Lele Sacchi e Francesco Adinolfi
- Supernova, Storie e musica da altri mondi, con Gaspare Bitetto, Duccio Pasqua e Luca Bernardini
- Te la do io l'arte, programma dedicato al mondo dell'arte contemporanea declinato in maniera ironica e dissacrante. Con Nicolas Ballario
- Tra poco in edicola, rassegna stampa notturna con Stefano Mensurati
- Tutti in classe, rubrica settimanale sul mondo della scuola con Paola Guarnieri
- Un giorno da pecora, programma di satira politica con Giorgio Lauro e Geppi Cucciari
- Vittoria, con Maria Teresa Lamberti
- Voci dal mondo, programma settimanale di attualità e politica estera del Giornale Radio Rai a cura di Gaetano Barresi e condotto da Alba Arcuri
- Zapping, ogni sera il programma che propone e discute le notizie del giorno attraverso i titoli del telegiornali. Conduce Giancarlo Loquenzi
- Zona Cesarini, programma di attualità sportiva con Maurizio Ruggeri e Savino Zaba.
Precedentemente in onda
- Accadde domani, viaggio nella storia, rubrica di documenti sonori dal Novecento fino ai giorni nostri
- Il ComuniCattivo, primo programma quotidiano sui linguaggi della comunicazione andato in onda in modo continuativo per 12 anni, ideato e condotto da Igor Righetti
- Andata e ritorno, racconto della provincia italiana e della cronaca locale con Francesco Graziani
- A tutto campo, programma di attualità sportiva. È stato condotto da Riccardo Cucchi
- Beat Connection, contenitore musicale pomeridiano con Francesco Adinolfi
- Bianco e nero, programma sul fatto del giorno con due ospiti in contrapposizione. Con Giancarlo Loquenzi
- Chiave di lettura, con Alessandra Rauti
- Donne in prima linea, con Maria Teresa Lamberti
- Fuorigioco, racconto dei fatti principali del giorno con Ilaria Sotis e Claudio De Tommasi
- Gioco a Premier, programma di attualità politica con Gerardo Greco
- Global tutto è economia, programma economico a cura di Sandro Marini
- La Radio ne parla, trasmissione di servizio con Eleonora Belviso e Francesca Romana Ceci
- L'estate di Radio1, contenitore estivo mattutino con Claudio Vigolo e Diana Alessandrini
- L'ultima spiaggia, con Claudio Vigolo e Mario Pezzolla
- Manuale d'Europa, programma d'approfondimento sull'Unione Europea. Hanno condotto Tiziana Di Simone e Michele Cucuzza
- Non sono obiettivo, con Oliviero Toscani
- Notti d'estate, con Maria Grazia Putini e Julian Borghesan
- Prima Radio1, programma mattutino di attualità con Elena Baiocco e Gian Maurizio Foderaro
- Radio1 Beat Club, con Francesco Adinolfi
- Radio1 Hit Story, con Dario Salvatori e Gianfranco Monti
- Restate scomodi, programma di approfondimento giornalistico con interviste, inchieste, ospiti in diretta. Con Noemi Giunta e Francesco Graziani
- Sanremo Night, tutte le canzoni del festival dalla A alla Z. Con Mario Pezzolla
- Seconda classe, racconto della provincia italiana e della cronaca locale con Francesco Graziani
- Senza Titolo, rassegna stampa satirica con Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro
- Siamo serie, programma dedicato alle serie televisive con Paola Guarnieri e Francesca Malaguti
- Stagione lirica di Radiouno in onda ogni domenica sera in prima serata dal 22 gennaio 1978, inaugurata con l'opera lirica "Francesca da Rimini" di Zandonato, fino al 26 dicembre 1993 con "Cavalleria rusticana" di Mascagni
- Tre di cuori, con Adriano Panatta, Claudio Sabelli Fioretti e Nicoletta Simeone
- Un disco per l'esteta, con Dario Salvatori e Sara Piselli
- Un giorno da gambero, storie, notizie, aneddoti, curiosità e musica con Marcella Sullo e Duccio Pasqua
- Un giorno da renna, storie, notizie, aneddoti, curiosità e musica con Marcella Sullo e Duccio Pasqua
- Vieni via con me, programma di viaggi con Maria Teresa Lamberti
- Voci del mattino, trasmissione di attualità internazionale e cronaca. Con Paolo Salerno
- 6 su Radio1, programma d'informazione mattutino con Giovanni Acquarulo e Francesco D'Ayala
Notiziari
GR1
GR1 | |
---|---|
Paese | Italia |
Anno | 1975 - in produzione |
Genere | radiogiornale |
Durata | da 5 a 20 min |
Lingua originale | italiano |
Realizzazione | |
Emittente radiofonica | Rai Radio 1 Rai Radio 1 Sport Rai Isoradio Rai Gr Parlamento |
Il GR1 è il notiziario di Rai Radio 1, curato dalla testata Giornale Radio Rai. Alcune edizioni vanno in onda in contemporanea su Rai Isoradio, Rai Gr Parlamento e Rai Radio 1 Sport. Va in onda circa ogni ora, per adempiere alla linea editoriale di Radio 1, impostata come una all-news radiofonica.
Lun | Mar | Mer | Gio | Ven | Sab | Dom | Note | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
GR1 | 0:00 | Giornale della Mezzanotte | ||||||
1:00 - 2:00 - 3:00 - 4:00 - 5:00 | ||||||||
5:30 | Giornale del Mattino | |||||||
6:00 - 7:00 - 8:00 - 9:00 | ||||||||
10:00 | 10:30 | |||||||
11:00 | ||||||||
12:00 | 11:50 | |||||||
13:00 | 13:20 | |||||||
14:00 - 15:00 | 14:30 | |||||||
16:00 - 17:00 | ||||||||
19:00 | 18:50 - 20:00 | 18:00 - 19:00 | ||||||
21:00 - 22:00 | 21:30 | |||||||
23:00 | ||||||||
GR1 Sport |
00:20 | Radio 1 Sport fino a novembre 2015 | ||||||
8:25 | 8:20 | |||||||
13:20 - 19:20 | · | |||||||
GR1 Economia |
18:00 | · | In onda da Milano, all'interno di Italia sotto inchiesta |
GR Regione
Notiziario a cura della TGR, diffuso a livello locale dalle sedi regionali della Rai (solo FM, per DAB viene trasmesso a livello nazionale il notiziario della regione Lazio).
Lun | Mar | Mer | Gio | Ven | Sab | Dom | Note | |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
GR Regione |
7:18 - 12:10 | 12:15 | 7:18 / 12:30 GR Friuli Venezia Giulia | |||||
18:30 | · | nel Friuli Venezia Giulia è sempre andata in onda dal 27 ottobre 2014 in tutte le Regioni |
Servizi
Gli orari di messa in onda di ogni servizio Rai sottocitati potrebbero subire variazioni; pertanto, questa tabella riguardante gli orari dei servizi Rai è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere aggiornata.
Orario | Note | |
---|---|---|
Meteo | 6:07 - 7:32 - 10:05 - 12:29 - 13:31 - 17:12 - 20:32 - 23:30 | · |
Ondaverde | 0:23 - 1:02 - 2:05 - 3:05 - 4:05 - 5:05 - 6:39 - 7:30 - 8:30 11:30 - 12:27 - 13:29 - 15:32 - 16:30 - 17:30 - 19:27 - 20:30 - 21:30 |
alle 7:56, solo in Friuli Venezia Giulia viene trasmessa l'Onda Verde Regione FVG |
Bolmare | 5:55 | in onda sporadicamente la domenica mattina |
Ascolti
Di seguito sono indicati gli ascolti della radio a partire dal 1997:[senza fonte]
- 1997 8.596.000 (1)
- 1998 8.388.000 (1)
- 1999 7.997.000 (1)
- 2000 non rilevato
- 2001 7.679.000 (1)
- 2002 7.860.000 (1)
- 2003 7.114.000 (1)
- 2004 7.212.000 (1)
- 2005 6.399.000 (1)
- 2006 6.720.000 (1)
- 2007 6.744.000 (1)
- 2008 6.876.000 (1)
- 2009 6.250.000 (1)
- 2010 non rilevato
- 2011 non rilevato
- 2012 4.399.000 (6)
- 2013 4.204.000 (6)
- 2014 3.965.000 (6)
- 2015 4.203.000 (6)
- 2016 4.127.000 (6)
Sigle, stacchi e jingle
A partire da giovedì 10 luglio 2014 le sigle del Gr1, Meteo, Onda verde, insieme a stacchi e jingle, sono stati creati in esclusiva dai Calibro 35. Il direttore Flavio Mucciante spiega così questa scelta: "Il tradizionale suono dell'arpa viene sostituito da una fusione di jazz, rock e funk, arricchita da un tocco vintage in stile Rai, reinterpretato in chiave moderna".[14].
Da lunedì 11 dicembre 2023, Rai Radio1 introduce nuove musiche per il Giornale Radio, Onda Verde e Meteo. Cambia anche lo slogan, che ora è "Rai Radio1: la tua finestra sul mondo".[15].
Loghi
-
1991-1994
-
1994-1997
-
1997-2000[senza fonte]
-
2000-2002[senza fonte]
-
2002 - 18 maggio 2010[senza fonte]
-
18 maggio 2010 - 14 settembre 2014
-
15 settembre 2014 - 17 settembre 2017
-
In uso dal 18 settembre 2017
Direttori (dal 29 aprile 1996)
Nome | Inizio carriera | Fine carriera | Ad interim |
---|---|---|---|
Paolo Ruffini | 29 aprile 1996 | 5 maggio 2002 | |
Bruno Socillo | 6 maggio 2002 | 19 novembre 2006 | |
Antonio Caprarica | 20 novembre 2006 | 9 agosto 2009 | |
Antonio Preziosi | 10 agosto 2009 | 12 marzo 2014 | |
Flavio Mucciante | 13 marzo 2014 | 4 agosto 2016 | |
Andrea Montanari | 5 agosto 2016 | 14 giugno 2017 | |
Gerardo Greco | 15 giugno 2017 | 24 giugno 2018 | |
Roberto Pippan | 25 giugno 2018 | 30 ottobre 2018 | |
Luca Mazzà | 31 ottobre 2018 | 15 maggio 2020 | |
Simona Sala | 15 maggio 2020 | 17 novembre 2021 | |
Andrea Vianello | 18 novembre 2021 | 24 maggio 2023 | |
Francesco Pionati | 25 maggio 2023 | in carica |
Note
- ^ "Nato il sei ottobre": la radio italiana compie cento anni, su rai.it, 8 ottobre 2024.
- ^ Storia della Radio dal 1924 al 1933, su storiadellaradio.rai.it. URL consultato il 23 agosto 2024.
- ^ L'uccellino della RAI : una specie protetta, su arteventinews.it, 25 Novembre 2018.
- ^ Storia della Radio dal 1935 al 1943, su storiadellaradio.rai.it. URL consultato il 23 agosto 2024.
- ^ a b c RAI - Radiotelevisione Italiana, Annuario 1988 1989, Torino Nuova ERI, 1989
- ^ sito Radiomarconi, su radiomarconi.com. URL consultato il 15 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2017).
- ^ Mimmo Franzinelli, Rai, poltrone di ieri e di oggi, su mimmofranzinelli.it. URL consultato il 15 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2018).
- ^ Umberto Aondio, Tulipan. Una memoria d'altri tempi di quando la radio si ascoltava a valvole, Youcanprint, 27 maggio 2016, p. 216, ISBN 978-88-926-1097-2. URL consultato il 23 maggio 2023.
- ^ Storia della Radio dal 1949 al 1960, su storiadellaradio.rai.it. URL consultato il 24 agosto 2024.
- ^ Storia della Radio dal 1970 al 1990, su storiadellaradio.rai.it. URL consultato il 24 agosto 2024.
- ^ Portale Italradio, La RAI annuncia in radio l'abbandono delle onde medie, su www.italradio.org. URL consultato il 23 maggio 2023.
- ^ Hot Bird 13B / Hot Bird 13C / Hot Bird 13E (13°E) - Tutte le trasmissioni - frequenze - KingOfSat, su it.kingofsat.net. URL consultato il 23 maggio 2023.
- ^ grr.ra.it - La all news radiofonica d'Italia Archiviato il 12 agosto 2014 in Internet Archive.
- ^ I Calibro 35 firmano tutte le nuove sigle di Radio 1 (dal meteo all'Onda verde), su rockit.it, 10 luglio 2014.
- ^ Rai: nuova sigla per il Giornale Radio, su RAI Ufficio Stampa, 9 dicembre 2023.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rai Radio 1
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su raiplaysound.it.
- Podcast di Radio Rai su iTunes, su itunes.apple.com.
- Elenco di programmazioni radiofoniche italiane del 1925 pubblicate sulla rivista "Radiorario", su teche.rai.it. URL consultato il 27 maggio 2006 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2006).
- Sigla di apertura delle trasmissioni radiofoniche con le campane, su youtube.com.