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Serie A: differenze tra le versioni

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Disambiguazione – Se stai cercando la Serie A in altri sport, vedi Serie A (disambigua).
Serie A
Altri nomiSerie A Enilive
Sport
TipoClub
FederazioneFIGC
PaeseItalia (bandiera) Italia
OrganizzatoreLega Serie A
TitoloCampione d'Italia
Cadenzaannuale
Aperturaagosto
Chiusuramaggio
Partecipanti20 squadre
Formulagirone unico asimmetrico
Retrocessione inSerie B
Sito Internetwww.legaseriea.it
Storia
Fondazione1898[N 1]
Numero edizioni123
DetentoreInter
Record vittorieJuventus (36)
Ultima edizioneSerie A 2023-2024
Edizione in corsoSerie A 2024-2025

Scudetto tricolore

Il campionato di Serie A, colloquialmente abbreviato in Serie A e ufficialmente denominato Serie A Enilive dall'edizione 2024-2025 per ragioni di sponsorizzazione,[1] è la massima divisione professionistica del campionato italiano di calcio maschile,[2] gestito dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A.[3]

Posto sotto l'egida della FIGC, la prima edizione del torneo risale al 1898; l'attuale formula (a girone unico) nacque poi nel 1929. La squadra più titolata è la Juventus, vincitrice del campionato per 36 volte; l'Inter è invece la squadra più presente nel girone unico, avendone disputata ogni stagione.

La posizione della Serie A nel ranking UEFA determina il numero delle squadre italiane qualificate per le coppe europee. Al termine della stagione 2023-2024, il campionato italiano occupa il secondo posto nel ranking UEFA, dietro alla Premier League inglese, ma davanti alla Primera División spagnola e alla Bundesliga tedesca.[4] Nel 2021 si è posizionato al terzo posto della classifica mondiale dei campionati stilata annualmente dall'IFFHS.[5]

Formula e regolamento

La stagione 1929-30 rappresentò il principale spartiacque nella storia del torneo: fu infatti adottata in maniera pressoché stabile la formula del girone unico, con incontri di andata e ritorno, un ulteriore passo in avanti rispetto ai precedenti tre campionati, che, pur essendo – in virtù della carta di Viareggio – di fatto professionistici e su base nazionale, erano strutturati su due gironi.[6]

Tale regolamento non ha, da allora, subito alcuna mutazione se non per quanto riguarda il numero di squadre: svoltosi principalmente con sedici o diciotto squadre, dal 2004-05 (in conseguenza del caso Catania) il campionato accoglie un lotto di partecipanti esteso a venti squadre.[7][8][N 2] Il sistema di assegnazione del punteggio prevede tre punti per la vittoria (a partire dal 1994-95, mentre in precedenza erano due[9]), un punto a testa in caso di pareggio e nessun punto per la sconfitta.[6] In caso di parità, per la formulazione della classifica finale vengono considerati i seguenti criteri: classifica avulsa (risultati delle gare tra le squadre interessate), differenza reti degli scontri diretti, differenza reti complessiva, maggior numero di gol segnati, sorteggio.[8] Fino al 2005, in caso di pari punti, era prevista la disputa di uno spareggio per determinare la vincitrice dello scudetto (eventualità verificatasi solo nel 1963-64), l'ammissione alle coppe europee e le retrocessioni; dalla stagione 2005-06 questa regola fu abolita, a favore della sola classifica avulsa, fino alla stagione 2021-22.[10][N 3] Dal 2022-23 gli spareggi sono stati reintrodotti per l'assegnazione dello scudetto e le retrocessioni, ma non per l'ammissione alle coppe europee.[11]

Al termine delle trentotto giornate, la squadra prima classificata guadagna il titolo di campione d'Italia, vincendo lo scudetto, ed è ammessa di diritto alla UEFA Champions League.[N 4] Anche le squadre giunte dal secondo al quarto posto sono qualificate per la fase a gironi della competizione.[12] La quinta classificata e la vincitrice della Coppa Italia[N 5] si qualificano per la fase a gironi della UEFA Europa League. La sesta posizione dà invece accesso al play-off della UEFA Conference League.[8][N 6] Retrocedono in Serie B le ultime tre classificate, sostituite dalle squadre promosse dal campionato cadetto.[8]

Numero di partecipanti

  • 1929-1934: 18 squadre
  • 1934-1943: 16 squadre
  • 1946-1947: 20 squadre
  • 1947-1948: 21 squadre
  • 1948-1952: 20 squadre
  • 1952-1967: 18 squadre
  • 1967-1988: 16 squadre
  • 1988-2004: 18 squadre
  • 2004-presente: 20 squadre

Trofeo e simboli

Lo stesso argomento in dettaglio: Coppa Campioni d'Italia, Scudetto (sport) e Stella (sport).
Il calciatore Giacinto Facchetti, nella stagione 1966-1967, mostra sulla maglia lo scudetto e la stella

Per tutta la stagione successiva alla vittoria del Campionato, la squadra campione d'Italia può sfoggiare sulla propria divisa lo scudetto, ovvero un distintivo simboleggiante l'affermazione nel precedente torneo. Questo richiama i colori della bandiera nazionale e ha la forma, per l'appunto, di un piccolo scudo: la sua introduzione è avvenuta nell'edizione 1924-25, quando venne indossato dal Genoa. Dalla stagione 1960-61 il club vincitore viene inoltre premiato con la Coppa Campioni d'Italia, il trofeo ufficiale della Serie A.

Nel 1958, da un'idea di Umberto Agnelli, fu deciso di assegnare una speciale stella ai club che avessero raggiunto il traguardo dei dieci successi nella massima serie italiana. Tale simbolo è composto da una stella dorata a cinque punte, cucita sulle divise dei club e solitamente accompagnata allo stemma societario. La Juventus, dopo la conquista del suo decimo scudetto nella stagione 1957-58, fu la prima squadra al mondo[N 7] a fregiarsi sulla maglia di un distintivo commemorativo – e permanente – per una vittoria sul campo; in Italia, venne seguita nei decenni successivi prima dall'Inter (1965-66) e poi dal Milan (1978-79). Nel corso degli anni i bianconeri conquistarono il diritto a fregiarsi dapprima di una seconda, nel campionato 1981-82, e ulteriormente – fin qui gli unici nel calcio italiano – di una terza stella, nella stagione 2013-14; mentre i nerazzurri raggiunsero la loro seconda stella nell'annata 2023-24.

Le attuali società assegnatarie delle stelle in Serie A sono le seguenti:

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Serie A.
Un'immagine del primo campionato italiano, svoltosi in un'unica giornata a Torino l'8 maggio 1898

Nato nel 1898, i primi due decenni del campionato italiano, ancora caratterizzato da un'organizzazione amatoriale nonché da uno scarso interesse del pubblico,[14] furono segnati dai frequenti successi di Genoa – prima squadra a fregiarsi del titolo di campione d'Italia – e Pro Vercelli,[15] le quali si spartirono gran parte dei titoli. La FIGC ha organizzato sin dalla prima edizione il campionato in piena autonomia, eccezion fatta per la stagione 1921-22: allorché le società non raggiunsero un accordo con l'appena lanciato progetto Pozzo, si arrivò alla disputa di due diversi tornei, uno dei quali organizzato dalla CCI. Già dalla stagione successiva, il compromesso Colombo sanò la frattura e permise di riunificare i tornei.[16]

Sino alla fine degli anni 20 del Novecento, il titolo italiano – che dal 1925, cioè dall'introduzione della patch dello scudetto, per metonimia viene usualmente definito tale – veniva assegnato attraverso gironi plurimi su base territoriale e successive fasi a eliminazione diretta.[N 8] Dall'edizione del 1929-30 il torneo si svolge invece secondo la formula del girone unico (già fugacemente sperimentata nella stagione 1909-10), prendendo al contempo la denominazione di Serie A, che mantiene sino a oggi.[N 9] L'entrata negli anni 30 fu uno spartiacque nella storia del calcio tricolore, sia sul piano sportivo sia, soprattutto, sociale: all'inizio di un'epoca segnata dalle affermazioni pressoché costanti delle «tre grandi»[21]in primis la Juventus, la squadra più titolata d'Italia, seguita nell'albo d'oro dall'Inter, l'unica sempre presente in massima serie, e dal Milan –, si aggiunse infatti un sempre maggiore seguito da parte di tifosi e mass media, facendo definitivamente del calcio lo sport nazionale italiano, soppiantando il ciclismo.[14]

A contrastare non episodicamente il dominio dell'asse milanese-torinese sono state, limitatamente al periodo interbellico e al secondo dopoguerra, il Bologna e l'altra torinese, il Torino. Nei decenni seguenti, oltre a rossoblù e granata, altre realtà come Fiorentina, Lazio, Roma – a suo tempo la prima squadra del Centro-Sud a rompere l'egemonia nordista in campionato, nell'edizione 1941-42 – e Napoli hanno ciclicamente iscritto i propri nomi nell'albo d'oro della massima divisione, senza tuttavia dare continuità alle proprie vittorie;[22] ancor più rari sono stati gli exploit di club tradizionalmente lontani dal calcio di vertice, come Casale e Novese (quest'ultimo, nella controversa stagione del sopracitato «scisma» tra FIGC e CCI) agli inizi del XX secolo, e Cagliari, Verona e Sampdoria nella seconda metà del Novecento.

La Juventus è il club più titolato d'Italia, con 36 scudetti dal 1905 (sopra) a oggi

Sul piano della competitività, la scelta della Lega Nazionale Professionisti di bandire l'ingaggio di giocatori e tecnici dai campionati esteri, dopo la disfatta della nazionale al campionato del mondo 1966 in Inghilterra, portò a posteriori al periodo di maggiore appannamento della Serie A; una situazione ulteriormente aggravata, quattordici anni più tardi, dal primo, grande scandalo scommesse. Tale fase negativa si protrasse fino ai primi anni 80,[23] quando il massimo campionato italiano scivolò, nella stagione 1981-82, al dodicesimo posto nel ranking europeo, dietro a tornei generalmente considerati di secondo piano come quelli di Belgio, Unione Sovietica, Germania Est e Cecoslovacchia.[24]

Inversamente, la Serie A toccò il suo apice, in termini di lustro e visibilità, a cavallo degli anni 80 e 90:[25] l'elevato tasso tecnico delle squadre, arricchite peraltro qualitativamente dalla cosiddetta «riapertura delle frontiere» agli stranieri,[26] e la regolarità di buoni risultati nelle coppe europee[27] – che raggiunse il culmine nella stagione 1989-90, con la storica conquista di tutte e tre le maggiori competizioni confederali da parte di club italiani –, portò la massima serie italiana a occupare per varie stagioni il primo posto del ranking continentale;[28] uno status legittimato nella stagione 1997-98, quando la Serie A arrivò a qualificare un record di ben nove squadre alle coppe europee.

Pur perdendo il succitato primato a partire dalla seconda metà degli anni 2000,[29] per via di varie problematiche strutturali legate all'ambito sia tecnico[29][30] sia extracampo,[29][31][32][33] da allora la Serie A si mantiene tra i maggiori campionati d'Europa assieme a quelli di Germania, Inghilterra e Spagna.

Le squadre

Lo stesso argomento in dettaglio: Classifica perpetua della Serie A dal 1929.

Sono 68 le squadre ad aver preso parte ai 93 campionati di Serie A a girone unico che sono stati disputati a partire dal 1929-30 fino alla stagione 2024-25 (della quale si riportano in grassetto le squadre partecipanti):

Albo d'oro

Lo stesso argomento in dettaglio: Albo d'oro del campionato italiano di calcio.

Di seguito è riportato l'albo d'oro del campionato italiano di calcio. Dal 1898 a oggi il campionato è stato vinto, almeno una volta, da sedici squadre diverse, ma solo dodici di queste sono diventate "campioni d'Italia" dall'introduzione del girone unico nel 1929-1930.

Premi Lega Serie A

Lo stesso argomento in dettaglio: Premi Lega Serie A.

Primati della Serie A

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche della Serie A.

Media spettatori

Di seguito un diagramma a barre che mostra la media degli spettatori negli stadi di Serie A dalla stagione 1952-1953 alla 2023-2024. Parte della stagione 2019-2020 e l'intera stagione 2020-2021 sono state svolte a porte chiuse a causa della pandemia di COVID-19.

Media per stagione degli spettatori paganti o abbonati presenti allo stadio in occasione delle partite di calcio di Serie A dalla stagione 1952-1953 alla 2023-2024

Aspetto mediatico

Lo stesso argomento in dettaglio: Diritti televisivi del calcio in Italia.
Giovanni Trapattoni lascia il campo ripreso dalle telecamere RAI sul finire degli anni 70

A partire dalla seconda metà degli anni 90, l'organizzazione del campionato ha risentito – in maniera talvolta pesante – della concorrenza televisiva.[34] L'influsso dei mass media ha avuto ripercussioni principalmente sul calendario della Serie A, arrivando talora a intaccarne anche gli orari di gioco.[35] Sin dalla nascita del girone unico, era infatti tradizione che le partite si disputassero in contemporanea nel pomeriggio della domenica – con il fischio d'inizio in orario variabile, dalle 14:30 nei mesi più freddi alle 16:30 nei periodi più caldi –; una prassi consolidatasi nel secondo dopoguerra, grazie alla sopraggiunta copertura radiofonica di Tutto il calcio minuto per minuto.[36] Il calendario del torneo era rapportato a quello delle manifestazioni continentali, programmate generalmente al mercoledì prima di venire estese dal martedì al giovedì.[37] La quantità di squadre partecipanti alla massima categoria, inoltre, rendeva più "snello" il programma stagionale consentendo l'avvio del campionato financo in autunno.[38] Venivano inoltre rispettate l'incombenza di festività religiose come il Natale e la Pasqua, nonché la sovrapposizione con gli impegni della nazionale,[39][40][41] in coincidenza dei quali il campionato era solito osservare una sosta nel fine settimana precedente o successivo.[42]

Dall'inizio del terzo millennio, il crescente potere delle televisioni ha de facto imposto un nuovo format alla Serie A: la partenza è fissata stabilmente nel mese di agosto,[38] mentre sono numerosi i turni infrasettimanali.[43] Per quanto riguarda gli orari, sono divenuti una consuetudine gli anticipi al venerdì e sabato, nonché i posticipi del lunedì:[44] di conseguenza viene ridotto il numero di gare in programma la domenica pomeriggio.[45] A causa del calendario affollato e non lineare, risulta peraltro difficile individuare date libere per il recupero di partite eventualmente sospese o rinviate.[46]

Loghi

Dall'edizione 1998-1999[47] a quella 2023-2024,[48] la Serie A ha assunto ininterrottamente, e per la prima volta nella sua storia, una denominazione commerciale, quella di Serie A TIM.[48] A partire dall'edizione 2024-2025 il campionato assume la denominazione commerciale di Serie A Enilive.[1]

Pallone ufficiale

  • 2007–2008: Nike T90 Aerow II
  • 2008–2009: Nike T90 Omni
  • 2009–2010: Nike T90 Ascente
  • 2010–2011: Nike T90 Tracer
  • 2011–2012: Nike Seitiro
  • 2012–2013: Nike Maxim
  • 2013–2014: Nike Incyte
  • 2014–2015: Nike Ordem II
  • 2015–2016: Nike Ordem III
  • 2016–2017: Nike Ordem IV
  • 2017–2018: Nike Ordem V
  • 2018–2019: Nike Merlin
  • 2019–2020: Nike Merlin II
  • 2020–2022: Nike Flight
  • 2022–: Puma Orbita[49]

Note

Esplicative

  1. ^ Dall'edizione 1929-1930 con il formato del girone unico.
  2. ^ Le altre eccezioni, in termini di squadre partecipanti, risalgono al secondo dopoguerra: nel 1945-46, dopo una prima fase organizzata su base regionale, ebbe luogo un girone finale con otto squadre. Nel 1947-48, invece, presero parte al campionato ventuno squadre: tale caso rimane l'unico in cui si sia registrato un numero dispari di partecipanti.
  3. ^ Per la precisione, gli spareggi sono ancora previsti dalle regole ufficiali della FIGC (articolo 51 delle NOIF - Norme Organizzative Interne della FIGC), ma dalla stagione 2005-06 la Lega di Serie A chiede annualmente alla federazione una deroga a tali regole, chiedendo di utilizzare la classifica avulsa per attribuire i titoli sportivi per i quali è previsto lo spareggio.
  4. ^ La vittoria del campionato comporta la partecipazione al massimo torneo europeo sin dalla sua nascita, nella stagione 1955-56, con il nome di Coppa dei Campioni; l'unica eccezione è costituita dalla Lazio, che, dopo aver vinto lo scudetto nell'annata 1973-74, non partecipò alla Coppa dei Campioni 1974-1975 a causa di una squalifica comminatale dall'UEFA in precedenza.
  5. ^ La vittoria di quest'ultimo trofeo, oltre a garantire la presenza in Europa, assegna anche il diritto a disputare nella stagione seguente la Supercoppa italiana contro i vincitori dello scudetto.
  6. ^ Qualora la vincente della Coppa Italia termini il campionato nelle prime sei posizioni, il suo posto nei play-off di Europa Conference League viene occupato dalla settima classificata: in tal caso, le squadre giunte al quinto e sesto posto accedono ai gironi di Europa League.
  7. ^ (EN) «In association football, some national and club sides include one or more stars as part of (or beside) the crest on their shirt to represent important trophies that the team has previously won. According to various football history sources, the first team to adopt a star was Juventus in Italy, who added a star above their crest in 1958 to represent their tenth Serie A title. This was an extension of the convention by which the reigning champions are entitled to display the scudetto on their shirts for the following season. The star was later formally adopted as a symbol for ten titles».[13]
  8. ^ I gironi plurimi su base regionale sopravvissero fino al 1921-22 al Nord e al 1925-26 al Sud. I gironi settentrionali dal 1921-22 al 1925-26 erano stilati senza seguire alcun criterio geografico, con le squadre costrette a compiere trasferte in tutto il Nord Italia, Toscana compresa. Il primo campionato su base nazionale fu quello del 1926-27, con le venti squadre ammesse (diciassette del Nord e tre del Sud) ripartite in due gironi da dieci, stilati senza seguire alcun criterio geografico. Inoltre, le fasi finali non erano sempre a eliminazione diretta: nel 1926-27 e 1927-28 il titolo fu assegnato con un girone finale a sei o a otto squadre. Inoltre, le partite a eliminazione diretta in realtà erano gironi comprendenti solo due squadre in cui non si teneva conto del punteggio aggregato – concetto che non era stato ancora introdotto all'epoca – ma, come in ogni raggruppamento con più di due squadre, la vittoria valeva due punti, il pareggio uno e la sconfitta zero; fece eccezione la stagione 1925-26, in cui fu fugacemente introdotto il quoziente reti per discriminare i pari merito in classifica (nei raggruppamenti a due sole squadre la compagine con il quoziente reti migliore è automaticamente quella che ha prevalso nel punteggio aggregato).
  9. ^ Nei primi decenni la denominazione completa del massimo campionato a girone unico era Divisione Nazionale Serie A, essendo nata dalla scissione della Divisione Nazionale (il precedente massimo campionato) in due serie a girone unico.[17][18] Nel periodo interbellico Serie A era una delle possibili abbreviazioni, insieme alle meno consuete, ma comunque usate dai giornali dell'epoca, Divisione Nazionale A, Divisione A e Nazionale A.[19][20] A partire dal secondo dopoguerra, con l'affermazione definitiva dell'abbreviazione Serie A, la denominazione completa cadde gradualmente in disuso anche a livello ufficiale, pur continuando a essere sporadicamente usata; ad esempio, nella delibera della FIGC del 1958 che assegnava la stella alle società che avessero vinto dieci campionati di Divisione Nazionale Serie A.
  10. ^ Ai sensi delle Norme Organizzative Interne Federali della Federazione Italiana Giuoco Calcio (NOIF, art. 20, comma 5), l'Unione Calcio Sampdoria eredita e continua la tradizione sportiva della sua antenata più illustre, l'Associazione Calcio Sampierdarenese, che ha trascorso 8 stagioni in Serie A, per un totale di 74 presenze.

Bibliografiche

  1. ^ a b Calcio d'inizio della Serie A Enilive 2024/2025, su eni.com, 3 luglio 2024.
  2. ^ Filmato audio Almanacco, il campionato che cambiò il calcio italiano, La Gazzetta dello Sport, 25 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2019).
  3. ^ Serie A come la Premier League, su repubblica.it, 30 aprile 2009.
  4. ^ (EN) UEFA Country Ranking 2024, su kassiesa.net.
  5. ^ (EN) THE STRONGEST NATIONAL LEAGUE IN THE WORLD by IFFHS, su iffhs.com.
  6. ^ a b Panini, 2005, p. 81.
  7. ^ Jacopo Piotto, Come sarebbe la Serie A a 16 squadre, su ultimouomo.com, 24 maggio 2017.
  8. ^ a b c d Panini, 2016, p. 52.
  9. ^ Fulvio Bianchi, "Basta, sì ai 3 punti", in la Repubblica, 3 maggio 1994, p. 37.
  10. ^ La Lega abolisce gli spareggi, su it.eurosport.com, 1º giugno 2005.
  11. ^ FIGC: torna lo spareggio scudetto, definitiva la regola delle 5 sostituzioni, su sportmediaset.mediaset.it, 28 giugno 2022.
  12. ^ Paolo Condò, Champions con 4 italiane? L'ultima volta fu un trionfo, su gazzetta.it, 26 agosto 2018.
  13. ^ (EN) FIFA awards special 'Club World Champion' badge to AC Milan, su fifa.com, 7 febbraio 2008 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2014).
  14. ^ a b Bernardini, Bisegna, Cirafici, Gorno.
  15. ^ "Primi campioni d'Italia", il Genoa lancia la maglia celebrativa, su genova.repubblica.it, 9 maggio 2015.
  16. ^ Stefano Olivari, Il compromesso Colombo, su guerinsportivo.it, 19 febbraio 2011.
  17. ^ Bertazzoni, p. 257.
  18. ^ Mario Zappa, Calcio, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1938.
  19. ^ La Gazzetta dello Sport, 7 ottobre 1929.
  20. ^ Il Littoriale, 28 giugno 1934.
  21. ^ Le tre grandi vanno (bravo Carletto) Roma, solo un derby di mediocrità, su repubblica.it, 24 ottobre 2005.
  22. ^ Andrea Schianchi, Gli altri Leicester: storie di piccole che divorano gli squadroni, su gazzetta.it, 9 febbraio 2016.
  23. ^ Passerin d'Entrevès.
  24. ^ Antonio Bomba, La storia (ufficiale e non) del Ranking UEFA: gli anni '80, su tifosobilanciato.it, 24 aprile 2014. URL consultato il 21 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2015).
  25. ^ Sebastiano Vernazza, Serie A, ora ci piaci: è il nuovo Rinascimento italiano, su gazzetta.it, 2 dicembre 2015.
  26. ^ Andrea Sorrentino, Il boom dei calciatori stranieri. Bravi o scarsi, chi li ferma più?, su repubblica.it, 11 gennaio 2008.
  27. ^ C'era una volta la Coppa dello stivale, su it.uefa.com, 8 settembre 2006.
  28. ^ Un pallone sempre meno d'oro, il declino della Serie A, su wired.it, 10 gennaio 2014.
  29. ^ a b c Giancarlo Padovan, Il declino del calcio italiano, in Il Libro dell'Anno, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
  30. ^ All'estero la serie A non piace più, su ilsole24ore.com, 26 maggio 2009.
  31. ^ Enrico Franceschini, Scandali, violenza, stadi vecchi il declino del calcio italiano, su repubblica.it, 11 marzo 2009.
  32. ^ Marco Iaria, Serie A a un passo dal crac: i debiti salgono da 1,6 a 1,7 miliardi, su gazzetta.it, 5 marzo 2015.
  33. ^ Marco Iaria, Serie A, il deficit a 365 milioni: così il sistema non regge più, su gazzetta.it, 4 marzo 2016.
  34. ^ Antonio Dipollina, La prova di forza della Pay TV, in la Repubblica, 22 agosto 1996, p. 39.
  35. ^ Calcio: i posticipi di Serie A e gli anticipi di B, Adnkronos, 30 luglio 1993.
  36. ^ Roberto Pelucchi, Tutto il calcio minuto per minuto, 58 anni di rivoluzione, su gazzetta.it, 10 gennaio 2018.
  37. ^ La tre giorni di Coppe, programma e dirette tv, su repubblica.it, 2 marzo 2000.
  38. ^ a b Rino Tommasi, Juve e Inter le veterane, ma quante nobili decadute, su repubblica.it, 23 agosto 2001.
  39. ^ Calcio, Perugia-Inter a Pasqua: per vescovo è segno di degrado, su sport.repubblica.it, 26 marzo 2004.
  40. ^ Pasqua e pallone C'è Reggina-Udinese, su repubblica.it, 24 marzo 2009.
  41. ^ Serie A, Cei contro posticipo Roma-Atalanta il giorno di Pasqua: "Non c'è più alcun rispetto", su repubblica.it, 15 marzo 2017.
  42. ^ Serie A, tutte le date e le soste della nuova stagione, su gazzetta.it, 12 giugno 2017.
  43. ^ Tre turni infrasettimanali e sei soste: le date della Serie A, su repubblica.it, 18 giugno 2018.
  44. ^ Gabriele Lippi, Il gusto vintage di una Serie A senza spezzatino, su esquire.com, 22 dicembre 2018.
  45. ^ Serie A: sparisce la partita delle 15 della domenica, il 22 marzo solo Juventus-Genoa, su repubblica.it, 1º marzo 2015.
  46. ^ Serie A, stabilite le date dei recuperi: Milan-Genoa il 31 ottobre, su gazzetta.it, 17 agosto 2018.
  47. ^ Serie A, B e Coppa, Tim sponsor unico, in La Gazzetta dello Sport, 26 maggio 1998.
  48. ^ a b Assemblea Lega Serie A, su legaseriea.it, 5 febbraio 2024. URL consultato il 5 febbraio 2024.
  49. ^ Puma e Lega Serie A annunciano una nuova partnership a lungo termine, su legaseriea.it, 7 marzo 2022. URL consultato il 7 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2022).

Bibliografia

  • Almanacco Illustrato del Calcio 2017, Modena, Panini Editore, 2016, ISSN 1129-3381 (WC · ACNP).
  • Almanacco Illustrato del Calcio: La storia (1898-2004), Modena, Panini Editore, 2005.
  • Luigi Saverio Bertazzoni (a cura di), Annuario Italiano Giuoco del Calcio, collana I volumi dello sport, pubblicazione ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio, vol. II - 1929, Modena, Società Tipografica Modenese, 1930.
  • Carlo F. Chiesa, La grande storia del calcio italiano, Bologna, Guerin Sportivo, ISBN non esistente.
  • Ludovico Passerin d'Entrevès (a cura di), Il lunedì si parlava di calcio. Agnelli-Juventus: 90 anni di passione bianconera, Torino, J-Museum (Juventus Football Club S.p.A.), 15 maggio 2013.

Videografia

  • Massimo Bernardini, Alessandra Bisegna, Francesco Cirafici e Cristoforo Gorno et al., Il tempo e la storia: episodio 1x20, Calcio anni '30, Rai Educational, Rai 3, 9 dicembre 2013, a 42 min 23 s.
  • Umberto Zapelloni, Germano Bovolenta (a cura di), Campionato io ti amo (DVD-Video), RCS Quotidiani, RAI Trade, Lega Calcio, 2007.

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