Piramide (calcio): differenze tra le versioni
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La prima squadra di alto livello che applicò compiutamente il modulo della piramide fu il [[Blackburn Rovers]], che lo utilizzo` per la prima volta nel [[1884]] che arrivo` a vincere cinque [[FA Cup|coppe d'Inghilterra]] tra gli [[Anni 1880|anni Ottanta]] e [[Anni 1890|Novanta]] dell'Ottocento. Sulla scorta di questi successi la tattica della piramide conobbe ininterrotta fortuna nelle isole britanniche e, di riflesso, nel mondo intero per oltre un trentennio. Questa tattica venne messa in crisi alla radice nel [[1926]] dalla modifica della regola del fuorigioco (il numero di giocatori per mantenere in gioco un attaccante scse da 3 a 2). In [[Europa]] la piramide cedette rapidamente il passo di fronte al simultaneo avvento del ''[[Metodo (calcio)|metodo]]'' e del ''[[Sistema (calcio)|sistema]]''. |
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Anche in [[America del Sud|America meridionale]] la piramide venne accantonata (seppure più tardi, e comunque fu la tattica adottata negli [[Anni 1920|anni venti]] dalle nazionali di [[Nazionale di calcio dell'Uruguay|Uruguay]] e [[Nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], vere e proprie superpotenze del calcio continentale e mondiale fino agli [[Anni 1930|trenta]] del [[XX Secolo|Novecento]]. In quegli anni le due nazionali ''[[Rio de la Plata|platensi]]'' furono capaci di dominare numerose edizioni della [[Copa América]], le Olimpiadi del ([[Calcio ai Giochi della VIII Olimpiade|1924]] e del [[Calcio ai Giochi della IX Olimpiade|1928]]) e nel [[1930]] la prima edizion del [[Campionato mondiale di calcio|mondiali di calcio]]. |
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=== I numeri della Piramide === |
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Versione delle 13:36, 15 mag 2011
La piramide (o 2-3-5) è un modulo di gioco del calcio ormai caduto in disuso. È una delle più antiche tattiche applicate nel gioco del calcio.
Storia
Il calcio delle origini
Il calcio assunse la sua forma e molte delle sue regole attuali nell'Inghilterra di metà Ottocento. Nei giorni del calcio pionieristico non esistevano strategie o tattiche precise, ma una sola regola: il "Calcia e corri", per la quale i (pochi) difensori effettuavano lanci lunghi per servire la folta schiera degli attaccanti che si avventavano sulla palla nel tentativo di calciarla in rete. Gli schemi di gioco erano semplici e decisamente votati al gioco offensivo. La prima partita internazionale che la storia del calcio ricordi fu disputata il 30 novembre 1872 tra Inghilterra e Scozia: gli inglesi adottavano un modulo del tipo 1-1-8, vale a dire un difensore, un centrocampista e otto attaccanti; lo schema scozzese era un più prudente 2-2-6. A dispetto della vocazione d'attacco delle due formazioni la gara terminò 0-0.
Cambridge
Pare che il primo tentativo di dare agli undici giocatori un gioco corale sia dovuto all'iniziativa della squadra del college di Cambridge, che tenne a battesimo quella che fu nota in seguito come "piramide di Cambridge" o, più semplicemente, "piramide". Il perché di questo nome è presto spiegato: i giocatori disposti sul campo parevano disegnare una piramide (o triangolo) rovesciata, avente la base nella linea degli attaccanti e il vertice nel portiere.
La definizione di uno schema comportò anche una primissima suddivisione in ruoli e reparti tra loro distinti. Gli attaccanti, innanzitutto, erano cinque. In inglese erano detti "forwards" o "avanti", come venne in seguito italianizzato il termine, e costituivano la cosiddetta "prima linea". I due attaccanti più esterni erano detti "wings", cioè "ali"; l'attaccante centrale prese il nome di "centre-forward": "centravanti" o "centrattacco". I due giocatori che si posizionavano tra le ali e il centravanti erano detti "inside-forwards": in italiano "interni" o "mezze ali".
Se nella concezione inglese del tempo metà della squadra era detta "avanti", specularmente l'altra metà non poteva che chiamarsi "indietro" ("backs"). I backs a loro volta si suddividevano in quelli che erano l'embrione del centrocampo ("half-backs") e della difesa ("full backs").
Il centrocampo era detto anche "seconda linea", ed era costituito da tre giocatori, che in Italia si chiamarono "mediani": il destro, il sinistro ed il centromediano.
La difesa, infine, era detta "terza linea", per cui i difensori, che nella piramide erano due, in italiano presero anche il nome di "terzini".
Dai Blackburn Rovers all'Uruguay
La prima squadra di alto livello che applicò compiutamente il modulo della piramide fu il Blackburn Rovers, che lo utilizzo` per la prima volta nel 1884 che arrivo` a vincere cinque coppe d'Inghilterra tra gli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento. Sulla scorta di questi successi la tattica della piramide conobbe ininterrotta fortuna nelle isole britanniche e, di riflesso, nel mondo intero per oltre un trentennio. Questa tattica venne messa in crisi alla radice nel 1926 dalla modifica della regola del fuorigioco (il numero di giocatori per mantenere in gioco un attaccante scse da 3 a 2). In Europa la piramide cedette rapidamente il passo di fronte al simultaneo avvento del metodo e del sistema.
Anche in America meridionale la piramide venne accantonata (seppure più tardi, e comunque fu la tattica adottata negli anni venti dalle nazionali di Uruguay e Argentina, vere e proprie superpotenze del calcio continentale e mondiale fino agli trenta del Novecento. In quegli anni le due nazionali platensi furono capaci di dominare numerose edizioni della Copa América, le Olimpiadi del (1924 e del 1928) e nel 1930 la prima edizion del mondiali di calcio.
I numeri della Piramide
In un'epoca calcistica oramai lontana, quando nel calcio non c'erano sponsor, e non c'era neanche la regolamentazione di aggiungere il nome dietro le maglie, che seguivano la numerazione tradizionale derivata dalla piramide. Nonostante la regola sia ferrea (per es.: 4 per il mediano; 9 per il centravanti; e soprattutto l'1 fisso per il portiere), non era raro per un giocatore importante chiedere (ed ottenere) l'assegnazione di un numero "affezionato" diverso da quello che rappresentava il suo ruolo. Per la piramide non ci sono problemi di "riconoscimento", in quanto è molto raro che ci sia la numerazione delle maglie. In effetti fino a dopo la II Guerra Mondiale i giocatori non avevano i numeri sulle maglie (come è facile rilevare guardando le immagini dei primi tre campinati mondiali di calcio del 1930, 1934, 1938. Per quanto riguarda l'assegnazione dei numeri, il metodo utilizzato è chiaro se si osserva la piramide dei giocatori con la punta (il portiere) rivolta verso l'alto. In effetti partendo dalla punta (numero 1) i numeri erano assegnati dall'alto verso il basso e da destra a sinistra terminando con l'ala sinistra (numero 11).
Squadre che hanno utilizzato la piramide
- Il Blackburn vincitore di 5 FA Cup negli anni Novanta dell'Ottocento.
- Il Genoa, vincitore di 6 scudetti nei primi anni del campionato italiano di calcio.
- L'Uruguay vincitore della medaglia d'oro alle Olimpiadi 1924 e Olimpiadi 1928 e Campione del mondo nel 1930.
- L'Argentina vincitrice della medaglia d'argento Olimpiadi 1928 e Vice Campione del mondo nel 1930.
Bibliografia
- Antonio Papa, Guido Panico. Storia sociale del calcio in Italia dai club dei pionieri alla nazione sportiva (1887-1945), Il Mulino, Bologna 1993, ISBN 8815087648.
- Adalberto Bortolotti. Strategie per la vittoria. «I Quaderni speciali di Limes», n.2 - 2005
- RSSSF: Dati e statistiche