Tulayha: differenze tra le versioni
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Nel 630 si sottomise a Medina e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref> |
Nel 630 si sottomise a [[Medina]] e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref> |
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Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei ''kuhhān'',<ref>Pl. di ''kāhin'' (indovino).</ref> e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.<ref name="books.google.com.au"/> |
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Many tribes acknowledged him as a prophet, which made him sufficiently strong and powerful to lead a confederacy of numerous tribes against the Muslims.<ref name="books.google.com.au"/> Thereafter, [[Khalid ibn al-Walid]] was sent to crush him and his confederacy. The armies of Khalid and Tulayha met at a place named Buzaka in 632. In this engagement, the army of Tulayha was defeated in the [[Battle of Buzakha]]. Following this battle, many of the rebellious tribes surrendered and accepted Islam. However, Tulayha escaped from Buzaka and sought refuge in [[Syria]]. But when Syria was conquered by the Muslims, Tulayha accepted Islam.<ref name="books.google.com.au"/> |
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Fu [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha nel 632, subito dopo che [[Abū Bakr]] era diventato primo [[califfo]] della storia [[islam]]ica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in [[Siria]]. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar b. al-Khaṭṭāb]], Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.<ref name="books.google.com.au"/> |
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In 634, he personally paid homage to [[Umar]] after the latter’s assumption of the position of Caliph. Later on, Tulayha enthusiastically took part in the [[Battle of Jalula]],<ref name="books.google.com.au"/> the [[Battaglia di al-Qādisiyya]] and the [[Battaglia di Nihāvand]] alongside the Muslim armies and later died as a Muslim.<ref name="books.google.com.au"/> |
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Tulayha was defeated by a Muslim contingent sent by the first caliph, Abu Bakr, in the battle of |
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Buzākha (a place in Najd), in the year 11/632. He publicly repented in the time of 'Umar, the second caliph, and his previous sins were altogether forgiven. He joined the Muslim armies and participated in important battles in Iraq. He excelled in fighting and died a heroic death |
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as a shahīd in the battle of Nihawand in the year 21/642.<ref>''S.v.'' «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in ''The [[Encyclopaedia of Islam]]''.</ref> |
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Versione delle 17:19, 19 lug 2012
Ṭulayḥa ibn Khuwaylid ibn Nawfal al-Asadī (in arabo ﻃﻠﻴﺤـة ﺑﻦ ﺧﻮﻳﻠﺪ ﺑﻦ ﻧﻮﻓﻞ ﺍلاﺳﺪﻱ?); ... – 642) è stato un profeta arabo.
Ṭulayḥa b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī[1] era un arabo appartenente ai Banū Faqʿas, branca della tribù dei B. Asad. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.[1] Nel 625-6 fu sconfitto dai musulmani nella Battaglia di Qaṭan ma partecipò poi alla Battaglia del Fossato del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.[2]
Storia
Nel 630 si sottomise a Medina e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.[1] Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo Musaylima e Sajāḥ - a proclamarsi profeta tra gli Arabi in contrapposizione a Maometto.[3] Per questo fatto i musulmani lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.[4] Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei kuhhān,[5] e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.[1] Fu Khālid b. al-Walīd ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha nel 632, subito dopo che Abū Bakr era diventato primo califfo della storia islamica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in Siria. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.[1]
Voci correlate
Note
- ^ a b c d e Islamic desk reference, By E. J. van Donzel, p. 458 Errore nelle note: Tag
<ref>
non valido; il nome "books.google.com.au" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in Jerusalem Studies in Arabic and Islam, VI (1985), pp. 1-28.
- ^ Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551
- ^ Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.
- ^ Pl. di kāhin (indovino).
Collegamenti esterni
- E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936, By Martijn Theodoor Houtsma, T W Arnold, A J Wensinck, pg.831, Tulayha’s characteristics described.
- Islam at war, By George F. Nafziger, Mark W. Walton, pg.17, TulayDha’s humour.
- Islamic History, By M. A. Shaban, pg.30, Tulayha joins the Muslim army to fight the Sassanid Empire.