Vai al contenuto

Tulayha: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1: Riga 1:
{{T|inglese|biografie|luglio 2012}}
{{Bio
{{Bio
|Nome = Ṭulayḥa
|Nome = Ṭulayḥa
Riga 14: Riga 13:
|Epoca = VII secolo
|Epoca = VII secolo
|Nazionalità = arabo
|Nazionalità = arabo
|PostNazionalità =
|PostNazionalità = {{sp}}, poi convertitosi all'Islam
}}
}}
'''Ṭulayḥa''' b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, By E. J. van Donzel, p. 458]</ref> era un [[arabo]] appartenente ai Banū Faqʿas, branca della [[tribù]] dei [[Banu Asad|B. Asad]]. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=OZ4wLtYVIYQC&pg=PA200&dq=tulayha Encyclopaedia of Islam By Mufti M. Mukarram Ahmed, Muzaffar Husain Syed, p. 200]</ref> Nel 625-6 fu sconfitto dai [[musulmani]] nella [[battaglia di Qatan|Battaglia di Qaṭan]] ma partecipò poi alla [[Battaglia del Fossato]] del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.<ref>Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in ''Jerusalem Studies in Arabic and Islam'', VI (1985), pp. 1-28.</ref></br>
'''Ṭulayḥa''' b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458]</ref> era un [[arabo]] appartenente ai Banū Faqʿas, branca della [[tribù]] dei [[Banu Asad|B. Asad]]. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.<ref name="books.google.com.au">[http://books.google.com.au/books?id=OZ4wLtYVIYQC&pg=PA200&dq=tulayha Encyclopaedia of Islam, by Mufti M. Mukarram Ahmed, Muzaffar Husain Syed, p. 200]</ref> Nel 625-6 fu sconfitto dai [[musulmani]] nella [[battaglia di Qatan|Battaglia di Qaṭan]] ma partecipò poi alla [[Battaglia del Fossato]] del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.<ref>Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in ''Jerusalem Studies in Arabic and Islam'', VI (1985), pp. 1-28.</ref></br>


==Storia==
==Storia==
Nel 630 si sottomise a [[Medina]] e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref>
Nel 630 si sottomise a [[Medina]] e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.<ref name="books.google.com.au"/> Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo [[Musaylima ibn Habib|Musaylima]] e [[Sajāḥ]] - a proclamarsi profeta tra gli [[Arabi]] in contrapposizione a Maometto.<ref>[http://books.google.com.au/books?id=31tscfPF4tkC&pg=PA551&dq=tulayha&lr= Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551]</ref> Per questo fatto i [[musulmani]] lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.<ref>Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.</ref>
Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei ''kuhhān'',<ref>Pl. di ''kāhin'' (indovino).</ref> e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.<ref name="books.google.com.au"/>
Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei ''kuhhān'',<ref>Pl. di ''kāhin'' (indovino).</ref> e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.<ref name="books.google.com.au"/>
Fu [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha nel 632, subito dopo che [[Abū Bakr]] era diventato primo [[califfo]] della storia [[islam]]ica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in [[Siria]]. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar b. al-Khaṭṭāb]], Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.<ref name="books.google.com.au"/>
Fu [[Khalid ibn al-Walid|Khālid b. al-Walīd]] ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha (nel [[Najd]]) nel 632, subito dopo che [[Abū Bakr]] era diventato primo [[califfo]] della storia [[islam]]ica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in [[Siria]]. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, [[Umar ibn al-Khattab|ʿUmar b. al-Khaṭṭāb]], Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.<ref name="books.google.com.au"/>

<!--
In 634, he personally paid homage to [[Umar]] after the latter’s assumption of the position of Caliph. Later on, Tulayha enthusiastically took part in the [[Battle of Jalula]],<ref name="books.google.com.au"/> the [[Battaglia di al-Qādisiyya]] and the [[Battaglia di Nihāvand]] alongside the Muslim armies and later died as a Muslim.<ref name="books.google.com.au"/>
Prese così parte con entusiasmo, tra le schiere musulmane, nel [[637]] alla campagna contro i [[Sasanidi]]: sia a [[Battaglia di Jalula|Jalūlāʾ]]<ref>[http://books.google.com.au/books?id=zHxsWspxGIIC&pg=PA458&dq=tulayha&lr= Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458].</ref> ([[Iraq]]), sia ad [[Battaglia di al-Qadisiyya|al-Qādisiyya]] (Iraq), sia a [[Battaglia di Nihavand|Nihāvand]] (Persia), cadendo da prode in quest'ultima battaglia,<ref name="books.google.com.au"/>
da [[shahīd]] nel 642.<ref>''S.v.'' «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in ''The [[Encyclopaedia of Islam]]''.</ref>
Tulayha was defeated by a Muslim contingent sent by the first caliph, Abu Bakr, in the battle of

Buzākha (a place in Na‏jd), in the year 11/632. He publicly repented in the time of 'Umar, the second caliph, and his previous sins were altogether forgiven. He joined the Muslim armies and participated in important battles in Iraq. He excelled in fighting and died a heroic death
as a shahīd in the battle of Nihawand in the year 21/642.<ref>''S.v.'' «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in ''The [[Encyclopaedia of Islam]]''.</ref>
<-->


==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 08:40, 21 lug 2012

Ṭulayḥa ibn Khuwaylid ibn Nawfal al-Asadī (in arabo ﻃﻠﻴﺤـة ﺑﻦ ﺧﻮﻳﻠﺪ ﺑﻦ ﻧﻮﻓﻞ ﺍلاﺳﺪﻱ?); ... – 642) è stato un profeta arabo , poi convertitosi all'Islam. Ṭulayḥa b. Khuwaylid b. Nawfal al-Asadī[1] era un arabo appartenente ai Banū Faqʿas, branca della tribù dei B. Asad. Era un capo benvoluto e un valoroso guerriero.[1] Nel 625-6 fu sconfitto dai musulmani nella Battaglia di Qaṭan ma partecipò poi alla Battaglia del Fossato del 627, quasi certamente essendo rimasto pagano ma bramoso di un bottino che si annunciava cospicuo.[2]

Storia

Nel 630 si sottomise a Medina e a Maometto ma l'anno dopo tornò a ribellarsi, proclamandosi profeta e beneficato dalla rivelazione divina.[1] Così Ṭulayḥa divenne la terza persona - dopo Musaylima e Sajāḥ - a proclamarsi profeta tra gli Arabi in contrapposizione a Maometto.[3] Per questo fatto i musulmani lo sbeffeggiarono, chiamandolo per disprezzo con il suo diminutivo.[4] Diverse tribù lo riconobbero come profeta (si dice che vaticinasse in prosa rimata, com'era uso dei kuhhān,[5] e ciò lo rese sufficientemente potente da costituire una minaccia per Medina.[1] Fu Khālid b. al-Walīd ad affrontarlo e lo scontro - che lo vide soccombente - ebbe luogo a Buzākha (nel Najd) nel 632, subito dopo che Abū Bakr era diventato primo califfo della storia islamica. In seguito a ciò molte tribù si sottomisero alle armate califfali e si convertirono all'Islam, anche se Ṭulayḥa riuscì a fuggire dal campo di battaglia e a mettersi in salvo in Siria. Ma, quando la Siria fu conquistata dagli eserciti del secondo califfo, ʿUmar b. al-Khaṭṭāb, Ṭulayḥa accettò infine di convertirsi.[1]

Prese così parte con entusiasmo, tra le schiere musulmane, nel 637 alla campagna contro i Sasanidi: sia a Jalūlāʾ[6] (Iraq), sia ad al-Qādisiyya (Iraq), sia a Nihāvand (Persia), cadendo da prode in quest'ultima battaglia,[1] da shahīd nel 642.[7]


Voci correlate

Note

  1. ^ a b c d e f Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458 Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "books.google.com.au" è stato definito più volte con contenuti diversi
  2. ^ Ella Landau-Tasseron, "Asad from Jāhiliyya to Islam", in Jerusalem Studies in Arabic and Islam, VI (1985), pp. 1-28.
  3. ^ Muhammad, the messenger of Islam By Hajjah Amina Adil, Shaykh Muhammad Nazim Adil Al-Haqqani, Shaykh Muhammad Hisham Kabbani, p. 551
  4. ^ Ṭulayḥa è il diminutivo del suo vero nome Ṭalḥa, così come Musaylima era il diminutivo-spregiativo del nome proprio arabo Muslim.
  5. ^ Pl. di kāhin (indovino).
  6. ^ Islamic desk reference, by E. J. van Donzel, p. 458.
  7. ^ S.v. «Ṭulayḥa» (E. Landau-Tasseron), in The Encyclopaedia of Islam.

Collegamenti esterni