Della certezza: differenze tra le versioni
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== Bibliografia == |
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*{{cita libro|nome=Ray |cognome=Monk |titolo=Ludwig Wittgenstein: Il dovere del genio |editore=Bompiani |città=Milano |anno=1991 |isbn=88-452-1788-4 |cid=Monk 1991}} |
*{{cita libro|nome=Ray |cognome=Monk |wkautore=Ray Monk |titolo=Ludwig Wittgenstein: Il dovere del genio |editore=Bompiani |città=Milano |anno=1991 |isbn=88-452-1788-4 |cid=Monk 1991}} |
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*{{cita libro|nome=Ludwig |cognome=Wittgenstein |wkautore=Ludwig Wittgenstein |altri=traduzione di Mario Trinchero |titolo=Della Certezza |editore=Einaudi |anno=1999 |isbn=978-8806152369 |cid=''Della Certezza''}} |
*{{cita libro|nome=Ludwig |cognome=Wittgenstein |wkautore=Ludwig Wittgenstein |altri=traduzione di Mario Trinchero |titolo=Della Certezza |editore=Einaudi |anno=1999 |isbn=978-8806152369 |cid=''Della Certezza''}} |
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*{{cita libro|capitolo=Pessimismo epistemologico e certezza |autore=Rosaria Egidi |curatore1=M. De Caro |curatore2=E. Spinelli |titolo=Scetticismo. Una vicenda filosofica |editore=Carocci |città=Roma |anno=2007 |isbn=978-88-430-4067-4 |pagina=175}} |
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Versione delle 01:59, 7 nov 2015
Della certezza | |
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Titolo originale | Über Gewißheit |
Autore | Ludwig Wittgenstein |
1ª ed. originale | 1969[1] |
1ª ed. italiana | 1978[2] |
Genere | saggio |
Sottogenere | filosofia |
Lingua originale | tedesco |
Della certezza (titolo originale tedesco: Über Gewißheit) è un testo di filosofia di Ludwig Wittgenstein. Vi sono raccolti, in forma di brevi osservazioni numerate, pensieri che Wittgenstein elaborò nell'ultima parte della sua vita, tra la seconda metà del 1949 e il 27 aprile 1951 (egli morì il 29 aprile 1951).[3]
Il testo tratta la questione dei fondamenti della certezza e della conoscenza in generale, e costituisce anche una discussione del problema dello scetticismo con riferimento al dubbio e ai limiti della sua sensatezza. In contrapposizione alle teorie di G.E. Moore sul senso comune, Wittgenstein afferma che quelle proposizioni che non siamo disposti a mettere in discussione (e che consideriamo appunto proposizioni del senso comune) non sono oggetto di conoscenza da parte nostra, ma sono «istruzioni»[4] che determinano il nostro modo di utilizzare le parole: esse sono certe e impossibili da mettere in dubbio nello stesso modo in cui lo sono le regole di una grammatica. Quelle che Moore considerava cose che sappiamo con certezza e siamo giustificati a credere al di là di ogni obiezione (per esempio, «qui c'è una mano»)[5] Wittgenstein le considera cose per cui non abbiamo alcuna giustificazione, e che tuttavia non possiamo mettere in dubbio per l'unica ragione che, altrimenti, nessuna operazione filosofica o linguistica, inclusa quella di dubitare, sarebbe più sensata.[6]
Note
- ^ (DE) Ludwig Wittgenstein, Über Gewißheit, a cura di G.E.M. Anscombe e G.H. von Wright, Francoforte sul Meno, Suhrkamp, 1969. (EN, DE) Ludwig Wittgenstein, On Certainty. Über Gewißheit, a cura di G.E.M. Anscombe e G.H. von Wright, Oxford, Blackwell, 1969.
- ^ Ludwig Wittgenstein, Della Certezza, traduzione di Mario Trinchero, Torino, Einaudi, 1978.
- ^ Ludwig Wittgenstein, Della Certezza, traduzione di Mario Trinchero, Torino, Einaudi, 1999, p. xxx, ISBN 978-8806152369.
- ^ Della Certezza, § 36.
- ^ Della Certezza, § 1.
- ^ Della Certezza, §§ 341-343.
Bibliografia
- Ray Monk, Ludwig Wittgenstein: Il dovere del genio, Milano, Bompiani, 1991, ISBN 88-452-1788-4.
- Ludwig Wittgenstein, Della Certezza, traduzione di Mario Trinchero, Einaudi, 1999, ISBN 978-8806152369.
- Rosaria Egidi, Pessimismo epistemologico e certezza, in M. De Caro e E. Spinelli (a cura di), Scetticismo. Una vicenda filosofica, Roma, Carocci, 2007, p. 175, ISBN 978-88-430-4067-4.
Altri progetti
- Wikisource contiene il saggio La causalità come struttura grammaticale nell'ultimo Wittgenstein