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Province d'Italia soppresse

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Dall'unità d'Italia, entro le variazioni dei confini amministrativi, alcune province hanno mutato denominazione a seguito di trasformazioni territoriali, altre sono state soppresse del tutto.

Province d'Italia soppresse

File:Terra di Lavoro 1905.jpg
La Terra di Lavoro nel 1905
  • Le province di Genova, Torino, Milano, Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Messina, Catania, Palermo e Cagliari sono state sostituite nel 2015 dalle città metropolitane omonime.
  • Le province siciliane di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani sono state sostituite nel 2015 con gli omonimi liberi consorzi comunali.
  • Le province sarde di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio sono state abrogate nel 2016[2] in attuazione della riforma degli enti locali scaturita dai risultati dei referendum sardi del 2012. I territori delle prime due sono divenuti parte della nuova provincia del Sud Sardegna insieme ai comuni della provincia di Cagliari esterni alla omonima città metropolitana e al comune di Genoni proveniente dalla provincia di Oristano; quelli dell'Ogliastra sono stati inglobati nella provincia di Nuoro (tranne Seui che è andato al Sud Sardegna), così come quelli di Olbia-Tempio in quella di Sassari. Negli ambiti delle preesistenti province - ridenominate Zone Omogenee - è comunque garantito l'esercizio autonomo delle funzioni provinciali e l'erogazione dei relativi servizi, sia pure formalmente nell'ambito delle nuove suddivisioni provinciali, fino alla definitiva soppressione di tutte le province[3].
  • Le province di Trieste, Gorizia e Pordenone, ai sensi della L.R. 26/2014 e successive modifiche, sono state messe in liquidazione dal 1º gennaio 2017 e definitivamente cancellate il 30 settembre 2017. La provincia di Udine è rimasta attiva fino al 22 aprile 2018. Le competenze provinciali sono state distribuite tra la Regione e le 18 Unioni Territoriali Intercomunali (UTI). I comuni di Trieste, Udine, Pordenone e Gorizia mantengono comunque le prerogative connesse alla qualificazione di "capoluogo di provincia" previste dalla normativa statale e regionale[4].[ora non ci sono più le UTI ma le EDR]

Province non più sotto sovranità italiana

Province giuliane e dalmate

Divisione amministrativa dell'Istria e del Quarnaro dal 1924 al 1943 con segnate la provincia di Trieste (colore verde), la provincia di Gorizia (blu), la provincia di Pola (giallo) e la provincia di Fiume (rosso)
Mappa delle principali foibe
Mappa del Governatorato della Dalmazia, con segnate la provincia di Zara (in verde), la provincia di Spalato (in arancio) e la provincia di Cattaro (in rosso scarlatto)
La provincia italiana di Lubiana (1941-1943), inclusa come provincia autonoma nel compartimento statistico della Venezia Giulia

Province delle ex colonie italiane

Province del Dodecaneso

Province libiche

La Libia era divisa in 4 province e 1 territorio (Territorio Militare del Sud)[6]:

Province albanesi

Il Regno d'Albania fu occupato il 7 aprile 1939 dall'Italia e nel 1944 riconquistò l'indipendenza. Durante il protettorato italiano l'Albania era divisa in 13 province:

  • La provincia di Scutari (capoluogo Scutari)
  • La provincia di Kukes (capoluogo Kukes)
  • La provincia di Alessio (capoluogo Alessio)
  • La provincia di Debar (capoluogo Debar)
  • La provincia di Durazzo (capoluogo Durazzo)
  • La provincia di Tirana (capoluogo Tirana) dove aveva sede il Luogotenente Generale
  • La provincia di Elbasan (capoluogo Elbasan)
  • La provincia di Levani o provincia di Apollonia (capoluogo Levani)
  • La provincia di Berati (capoluogo Berati)
  • La provincia di Corizza (capoluogo Corizza)
  • La provincia di Argirocastro (capoluogo Argirocastro)
  • La provincia di Valona (capoluogo Valona)
  • La provincia di Pristina o del Cossovo (capoluogo Pristina), aggiunta nel 1941

Note

  1. ^ R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1 - Riordinamento delle circoscrizioni provinciali
  2. ^ Enti locali: approvato nuovo assetto territoriale e nominati amministratori straordinari, su regione.sardegna.it, Regione Autonoma della Sardegna, 20 aprile 2016. URL consultato l'8 giugno 2016.
  3. ^ artt. 2, 3 e 25 della legge regionale n. 2 del 4 febbraio 2016
  4. ^ art. 46 della legge regionale n. 20 del 9 dicembre 2016
  5. ^ a b c (DEIT) Documenti sull'inclusione del territorio dell'ex Regno di Jugoslavia nel Regno d'Italia (PDF), su hjil.de, http://www.zaoerv.de/, maggio-agosto 1941. URL consultato il 9 novembre 2009.
  6. ^ a b Guida d'Italia della CTI, Possedimenti e colonie, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1929

Voci correlate