Vai al contenuto

Legamento frenocolico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 30 giu 2022 alle 10:03 di Pil56 (discussione | contributi) (smistamento lavoro sporco e fix vari)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
legamento frenocolico
L'immagine mostra le linee lungo le quali il peritoneo lascia la parete dell'addome per andare a rivestire i visceri (legamento frenocolico individuabile nella zona centrale e destra).
Anatomia del Gray(EN) Pagina 1158
Nome latinoSustentaculum lienis
Identificatori
TAA10.1.02.211
FMA16551

Il legamento frenocolico è una piega di peritoneo che si estende dalla flessura splenica alla zona posterolaterale dell'emidiaframma sinistro.[1] I medici dell'antichità lo indicavano anche con il nome latino di sustentaculum lienis. Il legamento frenococolico è stato anche chiamato legamento di Hensing dal nome del medico tedesco Friedrich Wilhelm Hensing (1719-1745), un professore di medicina all'Università di Gießen.

Il legamento frenocolico si sviluppa tardivamente durante il periodo fetale e si estende dalla flessura splenica del colon in direzione del diaframma, nella sua parte sinistra, fino all'altezza della decima e undicesima costa.[2][3] Questo suo decorso viene a costituire un ripiano su cui viene a poggiare la milza. Proprio per il fatto che passa al di sotto della milza e la sostiene è stato anche indicato con il citato nome di sustentaculum lienis. Inferiormente il legamento frenocolico è in continuità con l'estremità laterale del mesocolon trasverso e si trova molto prossimo all'estremità della coda del pancreas. Il legamento mostra inoltre continuità con un'altra importante struttura splenica, il legamento lienorenale, ovvero quella parte di peritoneo che riveste la superficie laterale del rene di sinistra e si estende fino a raggiungere l'ilo della milza. Oltre che con i legamenti splenorenali, il legamento frenocolico si succede senza soluzione di continuità con la zona mediale del mesocolon trasverso e condivide anche una comunicazione diretta o indiretta con i legamenti gastrosplenici e gastrocolici.

Significato clinico

[modifica | modifica wikitesto]

La conoscenza degli aspetti anatomici di base e delle varianti anatomiche dei legamenti sospensori della milza è fondamentale in caso di interventi a cielo aperto o di splenectomia laparoscopica.[4] Inoltre durante alcuni interventi chirurgici in molti casi è necessario esercitare un certo grado di trazione sulla milza e sulle sue inserzioni peritoneali. Ciò può esitare in una rottura della capsula fibrosa dell'organo, con conseguente sanguinamento severo e difficilmente controllabile. Particolarmente rischiosa appare la trazione verso il basso del legamento frenocolico (questa manovra si può rendere necessaria per la mobilizzazione della flessura splenica). Il legamento frenocolico segna il punto in cui il colon esce dalla cavità peritoneale e rappresenta perciò un importante crocevia dell'anatomia addominale e, conseguentemente, di possibile diffusione di alcune malattie addominali.[5]

  1. ^ Bhimji SS, Gossman WG, Anatomy, Abdomen, Large Intestine, in StatPearls [Internet], PMID 29261962.
  2. ^ Whalen JP, Anatomy of the colon. Guide to intra-abdominal pathology. Hickey Lecture, 1975, in Am J Roentgenol Radium Ther Nucl Med, vol. 125, n. 1, settembre 1975, pp. 3–20, PMID 1200218.
  3. ^ van der Zypen E, Révész E, Investigation of development, structure and function of the phrenicocolic and duodenal suspensory ligaments, in Acta Anat (Basel), vol. 119, n. 3, 1984, pp. 142–8, PMID 6464646.
  4. ^ Poulin EC, Thibault C, The anatomical basis for laparoscopic splenectomy, in Can J Surg, vol. 36, n. 5, ottobre 1993, pp. 484–8, PMID 8221408.
  5. ^ Meyers MA, Oliphant M, Berne AS, Feldberg MA, The peritoneal ligaments and mesenteries: pathways of intraabdominal spread of disease, in Radiology, vol. 163, n. 3, giugno 1987, pp. 593–604, DOI:10.1148/radiology.163.3.3575702, PMID 3575702. URL consultato il 10 marzo 2018.
  • Susan Standring, Anatomia del Gray. Le basi anatomiche per la pratica clinica, Quarta edizione, Elsevier, 2009, ISBN 88-214-3132-0.
  • Giuseppe Anastasi, Giuseppe Balboni, Pietro Motta, Anatomia umana, Quarta edizione, Milano, Edi.Ermes, 2010, ISBN 978-88-7051-428-5.
  Portale Anatomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di anatomia