Repubblica di Cina (1912-1949)
La Repubblica di Cina o Repubblica Cinese fu l'entità politica che si costituì nel Paese asiatico alla caduta dell'ultimo imperatore, Pu Yi, nel 1912 in seguito al successo della rivoluzione cinese. Seppure non comprendesse tutti i territori del Grande Qing ma solo l’80% (11,077 di 13,1 ÷ 14,7 milioni di km²), includeva anche nazioni diverse come le attuali Mongolia o Taiwan e addirittura due stati vassalli (i Khanati di Kumul e Qinghai).[2][3] I territori rimasti esclusi e dominati da signori locali divennero noti come "Resti dell'Impero Qing". Nel 1912 la Repubblica governava il 32,21% della popolazione mondiale.[4][5][6]
In seguito a una serie di eventi nel periodo compreso tra il 1912 e il 1949 il territorio sotto il controllo della Repubblica di Cina si ridusse all'isola di Taiwan, mentre la Cina continentale passò sotto il controllo della neonata Repubblica Popolare Cinese.
La Repubblica Popolare Cinese fu fondata da Mao Zedong il 1º ottobre 1949 e la prima attività del nuovo sistema politico, stabilitosi con la vittoria rivoluzionaria, fu quella di riportare sotto la sovranità della Cina territori periferici quali il Tibet e lo Xinjiang/Sinkiang (1951).
Storia
La rivoluzione cinese ebbe inizio con la rivolta di Wuchang (1911), durante la quale la maggioranza delle province meridionali della Cina aderirono alla nuova entità statale. La proclamazione della repubblica avvenne il 1º gennaio 1912 e Sun Yat-sen fu nominato presidente provvisorio dal Consiglio delle province. Pochi mesi dopo Sun Yat-Sen, per evitare ulteriori conflitti, rinunciò alla presidenza a favore di Yuan Shikai, generale dell'esercito del nord, che aveva nel frattempo fatto dichiarare la caduta dell'ultimo imperatore della Cina, Aisin-Gioro Pu Yi.
Alla caduta della monarchia le province periferiche del Tibet e dello Xinjiang si resero autonome. La Mongolia divenne indipendente perché era un territorio della Corona e, alla dissoluzione della dinastia, non sussistevano ormai più legami con la Cina. Rimasero inoltre alcuni territori dominati da dinastie locali e indipendenti, i Resti dell'Impero del Grande Qing.[6]
Il 12 agosto 1912 fu fondato il Kuomintang (partito nazionalista), di cui lo stesso Sun Yat-sen fu acclamato presidente. Nel novembre 1913 Yuan Shikai sciolse il parlamento e iniziò un processo di accentramento su di sé del potere che lo portò, nel 1915, a restaurare brevemente l'Impero. Il 6 giugno 1916 però, dopo essere stato sconfitto dalle forze repubblicane, Yuan Shikai morì lasciando la Cina alla mercé dell'anarchia del governo dei signori locali, detti anche i "signori della guerra" (vedi periodo dei signori della guerra).
Nel frattempo sempre nel 1915 l'Impero giapponese aveva presentato al debole governo cinese le "ventuno richieste", nelle quali si imponeva il riconoscimento degli interessi giapponesi sul territorio cinese, nonché la partecipazione di consiglieri giapponesi alla pubblica amministrazione. Questo episodio fu di ispirazione per il movimento di Nuova Cultura che ebbe come uno dei maggiori ispiratori Chen Duxiu (1879-1942). Il movimento si proponeva una rinascita culturale in virtù della scienza e della democrazia, nel rifiuto della cultura tradizionale.
Nel luglio 1921 venne fondato a Shanghai il Partito Comunista Cinese, che ebbe come primo segretario Chen Duxiu. Nello stesso periodo il Guomindang venne riorganizzato come moderno partito di massa da consiglieri sovietici. La prima fase di esistenza del Partito Comunista Cinese viene definita epoca delle "basi rosse" (1927-1934) ed è individuata dalla storiografia quale "prima fase dell'esperimento degli istituti politici e giuridici" su cui si sarebbe fondata la Repubblica Popolare Cinese. Nelle "aree liberate" furono adottati importanti atti normativi, tra i cui intenti comparivano la ridistribuzione delle terre, l'ottenimento della parità dei diritti tra uomini e donne, la repressione dell'usura, del brigantaggio e della corruzione morale che regnavano nel Paese.
Il Partito Comunista Cinese cercò di sviluppare, nelle basi rivoluzionarie rurali sotto il suo controllo, un proprio sistema giudiziario e di governo. Grazie alla figura predominante di Mao Zedong si giunse, alla fine del 1931, alla fondazione della Repubblica Sovietica Cinese. La legittimazione legislativa dell'evento fu fornita dalla stesura e, dalla conseguente promulgazione, di una bozza costituzionale che distribuiva tutto il potere nelle mani di operai, contadini, soldati dell'Armata Rossa Cinese (il nuovo nome attribuito all'esercito comunista) e chiunque appartenesse ad una classe sociale riconosciuta povera. Essa enunciava per la prima volta il principio di "dittatura del proletariato".
Seguirono alcuni anni con un'alternanza al potere repubblicano di alcune "cricche" militari. Le più importanti furono quelle di Anhui, di Zhili e del Fengtian, comandante rispettivamente da Duan Qirui, Wu Peifu e Zhang Zuolin.
Il 12 marzo 1925 morì Sun Yat-sen; a ciò seguì l'ascesa del generale Chiang Kai-shek, che durante la Spedizione del Nord, per riunificare la Cina contro il Governo Beiyang e i signori della guerra, eliminò in un primo tempo la componente comunista dall'esercito (1926) e in un secondo tempo costrinse le forze comuniste alla clandestinità (1927) dando inizio a una guerra civile che sarebbe terminata solo nel 1950. Da questo momento iniziò il cosiddetto "decennio di Nanchino" (1927-1937).
La crescente aggressività giapponese portò all'invasione della Manciuria (1931) e di Shanghai (1932). Il governo di Chiang Kai-shek così da un lato continuò la guerra civile e dal 1937 combatté gli invasori nella seconda guerra sino-giapponese che durò fino al 1945. I comunisti di Mao Zedong, che nel frattempo avevano istituito la Repubblica Sovietica Cinese nel sud del Paese, furono costretti a intraprendere una "Lunga marcia" (1934-1935) per sfuggire all'accerchiamento delle truppe di Chiang. Nel 1936 i generali di quest'ultimo lo arrestarono a Xi'an, costringendolo a parlamentare con i comunisti e a formare un fronte unico antigiapponese. Da parte comunista l'epoca di Yan'an (1935-1945) ossia la seconda fase della "sperimentazione", coincise con la fine della Lunga Marcia e fu caratterizzata dall'uso indiscriminato della legislazione comunista e nazionalista, con l'esclusione dei provvedimenti nazionalisti ritenuti assolutamente incompatibili con l'ideologia e l'etica rivoluzionaria.[non chiaro]
Con la sconfitta dei Paesi dell'Asse nella seconda guerra mondiale la Cina - che il 9 dicembre 1941 aveva dichiarato guerra a Germania, Giappone e Regno d'Italia - si ritrovò fra le potenze vincitrici, ottenendo un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.
La terza e ultima fase, l'epoca post-bellica (1946-1949), si sviluppò nell'arco di tempo che va dalla capitolazione del Giappone alla fondazione della Repubblica Popolare Cinese. In questo periodo il partito provvide al perfezionamento delle istituzioni che avrebbero amministrato il Paese. Nel 1946 riprese la guerra civile e le forze comuniste si assestarono nel nord del Paese, mentre quelle nazionaliste arretrarono verso sud. La debolezza dell'esercito nazionalista si dimostrò nell'avanzata quasi incontrastata degli avversari che costrinse infine Chiang Kai-shek a rifugiarsi con le sue ultime truppe sull'isola di Formosa (luglio 1949).
Il 1º ottobre del 1949 avvenne la fondazione della Repubblica Popolare Cinese a opera del Partito Comunista Cinese. I comunisti, che non mancarono mai di fare ampio ricorso ai mezzi politici per sostenere l'azione militare, promossero diverse riforme nelle zone sotto il loro controllo anche durante i periodi di guerra civile. Come si è precedentemente detto, il partito aveva provveduto già da un ventennio alla compilazione di una legislazione adatta allo Stato che si approntava a governare. La fondazione della Repubblica Popolare Cinese pose le basi per l'instaurazione di un sistema politico socialista e diede vita a una nuova era nella storia della legislazione cinese. Per concludere il processo di costruzione della base giuridica del futuro governo, pochi mesi prima dell'instaurazione della Repubblica Popolare Cinese, il comitato centrale del Partito Comunista Cinese abolì tutta la legislazione nazionalista definita "lo strumento volto a proteggere il potere reazionario dei latifondisti, dei compradore, dei burocrati e dei borghesi e l'arma con la quale opprimere e vessare le masse popolari".
Note
- ^ https://ourworldindata.org/grapher/population-past-future?tab=table&time=earliest..1949&country=~ITA
- ^ Republican Era, Republic of China, History of China, su absolutechinatours.com. URL consultato il 12 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2019).
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- ^ (EN) Ulrich Theobald, Republic of China 中華民國, 1912-1949 (www.chinaknowledge.de), su chinaknowledge.de. URL consultato il 3 ottobre 2019.
- ^ (EN) Republic of China (1912-1949) – Chinese History: Modern China Facts, su Totally History, 16 maggio 2011. URL consultato il 3 ottobre 2019.
- ^ a b (EN) Qing dynasty | Definition, History, & Achievements, su Encyclopedia Britannica. URL consultato il 5 ottobre 2019.
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Voci correlate
- Chiang Kai-shek
- Cooperazione cino-tedesca
- Guómín Gémìng Jūn
- Presidenti della Repubblica di Cina
- Seconda guerra sino-giapponese
- Sun Yat-sen
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