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Eugenio Benedetti

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Eugenio Benedetti (Catania, 22 novembre 1929[1]) è un imprenditore e filantropo italiano.

È nato da un'importante famiglia della città etnea: il padre Umberto era infatti uno dei principali chirurghi catanesi, primario dell'Ospedale "Santa Marta" e proprietario di una clinica privata. I suoi due fratelli maggiori furono Gaetano, psicoterapeuta, e Calogero, progettista di opere in cemento armato.

Alla fine degli anni cinquanta assunse la rappresentanza di imprese italiane produttrici di macchine utensili e di attrezzature elettromeccaniche destinate all'industria leggera, al settore medico e alla ricerca scientifica.[2] In anni nei quali la presenza dell'imprenditoria occidentale era minima nei Paesi comunisti, Eugenio organizzò diverse esposizioni grazie alle quali poté stipulare contratti di fornitura con gli Enti di Stato in vari settori (dal tessile all'alimentare, dal farmaceutico al metallurgico, dal chimico all'elettrotecnico). A lui si deve, ad esempio, la fornitura della strumentazione elettrodiagnostica delle Officine Galileo che fu installata nella navicella Vostok 1, con la quale il cosmonauta russo Jurij Gagarin compì il primo volo umano nella stratosfera. Questa fornitura ed il successo della missione, valsero al Benedetti la "Medaglia d'Oro dell'Ordine dell'Amicizia tra i popoli"[3].

Alla fine degli anni sessanta, Benedetti concluse un contratto con la China National Machinery Corporation, ente di Stato della Repubblica Popolare Cinese, per la fornitura di impianti mobili per la produzione dell'asfalto e autocarri ribaltabili, da impiegarsi per la costruzione della Strada del Karakorumda Gilgit (Pakistan) a Kashgar (Cina). Non essendo riconosciuta, in Italia, la fideiussione della Bank of China, Benedetti dovette esporsi finanziariamente in proprio con i fornitori italiani,[4][5] che erano Marini[6] e Perlini.[7] Nel 1965 stipulò con Zhou Enlai il "Great Marble Plan" per l'apertura di 34 miniere di marmo nei monti del Hunan e dell'Hebei.[8][9][10] Tecnologia e macchinari italiani furono forniti, con pagamento in merci triangolate con Argentina (carne di maiale disossata e congelata) e Canada (tessuti di cotone grezzo) nel quadro di una compensazione (barter) durata 5 anni[11].

Parallelamente, Benedetti assumeva contratti con l'Unione Sovietica per la fornitura di impianti con la formula "chiavi in mano". Per questa sua attività di general contractor, nel 1980, gli venne conferito il Premio Internazionale "Mercurio d'Oro" (Golden Mercury Award)[12]: la motivazione ufficiale fu quella di aver costruito, fino ad allora, oltre cento fabbriche in Unione Sovietica.[13]

Attività filantropiche

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Ritiratosi dagli affari nel 2009, Benedetti si è dedicato ad opere ed iniziative filantropiche ed umanitarie, soprattutto attraverso la Società Italiana di Beneficenza (SIB), che era stata istituita al Cairo nel 1899.[14] Proprio la SIB, nel 1903, aveva promosso la fondazione dell'Ospedale Italiano al Cairo "Umberto I"[14], che dall'istituzione al 1949 fu diretta da Empedocle Gaglio, prozio materno di Eugenio Benedetti-[15][16][17][18][19][20]. In virtù della tradizione del suo antenato, nel 2017 Eugenio Benedetti ha ottenuto dall'Ambasciata d'Italia al Cairo la facoltà di adottare, oltre al proprio, anche il cognome Gaglio.

Medaglia d'Oro dell'Ordine dell'Amicizia tra i Popoli - nastrino per uniforme ordinaria
«Fornitura all'U.R.S.S. di apparecchiature elettromeccaniche della "Officine Galileo" installate sulla Vostok 1»
— 1961
immagine del nastrino non ancora presente
Mercurio d'Oro
«Costruzione di più di cento fabbriche per l'U.R.S.S.[13]»
— 1980[12]
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 16 settembre 2014[21]
  1. ^ Eugenio Benedetti, su eugeniobenedetti.com. URL consultato il 15 novembre 2024.
  2. ^ Benedetti, 2016, C'era una volta il KGB, pp. 118-119.
  3. ^ Benedetti, 2016, C'era una volta il KGB, p. 21.
  4. ^ Benedetti, 2008, Il lago della mente, pp. 118-124.
  5. ^ Antonio Castro, "L'autostrada cinese? Pagata con filetti" Macchinari italiani per collegare lo Xinjiang a Lhasa. E Pechino chiede ancora i pezzi di ricambio., su pressreader.com, Libero, 8 agosto 2008.
  6. ^ Sito web dell'azienda "Marini", in cui viene citata la prima commessa dalla Cina datata 1966, su marini.fayat.com. URL consultato il 10 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2017).
  7. ^ Sito web dell'azienda "Perlini", in cui è presente una foto del fondatore Roberto Perlini con il primo ribaltabile esportato in Cina (1969)
  8. ^ Benedetti, 2013, I capelli della Madonna e i marmi di Chou En-lai, p. 120.
  9. ^ a b Carlo Marroni, Un italiano in Cina ai tempi di Mao (e di Ciu En Lai), in Il Sole 24 Ore, 19 marzo 2014.
  10. ^ Filmato audio Unomattina del 14/03/2014 - Video intervista ad Eugenio Benedetti, Rai Uno, 14 marzo 2014.
  11. ^ Benedetti, 2013, I capelli della Madonna e i marmi di Chu-en-Lai, pp. 91-100.
  12. ^ a b Sito web del premio Mercurio d'Oro
  13. ^ a b Benedetti, 2016, C'era una volta il KGB, pp. 116-117.
  14. ^ a b Storia dell'ospedale "Umberto I" del Cairo, su aideinternational.it. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2017).
  15. ^ Le mondain egyptien: l'annuaire de l'élite d'Egypte (edizione del 1939) (PDF), su cealex.org. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  16. ^ Le mondain egyptien: l'annuaire de l'élite d'Egypte (edizione del 1941, parte 1) (PDF), su cealex.org. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2017).
  17. ^ Le mondain egyptien: l'annuaire de l'élite d'Egypte (edizione del 1941, parte 2) (PDF), su cealex.org. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  18. ^ Le mondain egyptien: l'annuaire de l'élite d'Egypte (edizione del 1943) (PDF), su cealex.org. URL consultato l'8 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2017).
  19. ^ Gl'Italiani nella civiltà Egiziana del secolo XIX° (PDF), su ia600307.us.archive.org.
  20. ^ Lettera di E.B. al "Corriere della Sera" (JPG), su eugeniobenedetti.com, Corriere della Sera, 23 giugno 2017.
  21. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.