Papa Leone XIII

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando la scuola milanese intitolata a papa Leone XIII, vedi Istituto Leone XIII (Milano).

Template:Papa della chiesa cattolica Papa Leone XIII, nato Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci (Carpineto Romano, 2 marzo 1810Roma, 20 luglio 1903), è stato il 256° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica (dal 1878 alla morte). Leone XIII è ricordato nella storia dei papi dell'epoca moderna come pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l'attività pastorale in campo socio-politico. Se con lui non si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello dell'infallibilità papale solennemente proclamato dal Concilio Vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale primo papa delle encicliche. Egli ne scrisse infatti 86, con lo scopo di superare l'isolamento nel quale lo Stato Pontificio si era ritrovato dopo la perdita del potere temporale con l'unità d'Italia.

La sua più famosa enciclica fu la Rerum Novarum con la quale si realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad affrontare le sfide della modernità come guida spirituale internazionale. In questo senso correttamente gli fu attribuito il nome di "Papa dei lavoratori" e di "Papa sociale", infatti scrisse la prima enciclica esplicitamente sociale nella storia della Chiesa cattolica e formulò quindi i fondamenti della dottrina sociale della Chiesa.

Nelle sue opere a favore della chiesa venne aiutato dal fratello Giuseppe, elevato al grado di Cardinale dallo stesso Leone XIII nel 1879.

Leone XIII è noto anche per essere il primo Papa, dopo mille anni di Storia, a non esercitare il potere temporale.

Biografia

Vincenzo Gioacchino Pecci nacque il 2 marzo 1810 a Carpineto Romano da Ludovico Pecci e Anna Prosperi Buzzi.

La famiglia apparteneva alla piccola nobiltà rurale. Il padre era commissario di guerra e colonnello. Già in gioventù Vincenzo Gioacchino Pecci si segnalò quale ragazzo dotato con una particolare predilezione per lo studio della lingua latina. Egli fu allievo del collegio dei gesuiti di Viterbo e, dal 1824 al 1832, studiò teologia presso il Collegium Romanum. La formazione per il servizio diplomatico e amministrativo pontificio presso l'Accademia dei Nobili a Roma occupò Vincenzo Gioacchino Pecci dal 1832 al 1837, anno in cui egli fu ordinato sacerdote. Già nel 1838 fu inviato quale delegato papale a Benevento, città appartenente allo Stato pontificio. In seguito, con la stessa funzione fu mandato a Perugia. Nel 1843 Gregorio XVI lo nominò vescovo titolare; la cerimonia si svolse in San Lorenzo in Panisperna.

Dopo essere stato inviato nel 1843 quale nunzio in Belgio – esperienza giovanile che gli lasciò una particolare predilezione per il mondo francofono, la cui stampa egli leggeva regolarmente, tanto che, anche una volta divenuto papa, non ritenne lesivo della propria dignità il rilasciare interviste alla stampa, precisamente nel febbraio 1892 al Le petit Journal e nel marzo 1899, al giornale parigino Le Figarò -, fu nominato arcivescovo di Perugia.

Nella città umbra Pecci restò dal 1846 al 1877, ossia per più di trent'anni, si dice perché fosse considerato un ribelle dal potente Cardinal Segretario di Stato Giacomo Antonelli. In questi anni, nonostante i difficili rapporti col nuovo stato italiano, realizzò nel territorio diocesano oltre cinquanta chiese (dette chiese Leonine) ed altri edifici. Fu fatto cardinale nel concistoro del 19 dicembre 1853 e successivamente camerlengo del collegio cardinalizio, dopo la morte del cardinal segretario di Stato Antonelli. Il 20 febbraio 1878 fu eletto papa come successore di papa Pio IX dopo un conclave di soli due giorni, il primo dopo la fine del potere temporale dei papi.

Il pontificato

Papa Leone XIII

L'incoronazione di Leone XIII ebbe luogo nella Cappella Sistina il 3 marzo 1878. La sua salute cagionevole lasciava presagire un pontificato di transizione. Esso si sarebbe, invece, rivelato addirittura il terzo per durata all'epoca[1] (considerando anche san Pietro) e, solo recentemente, è stato superato da quello di papa Giovanni Paolo II.[2]

La scelta del nome "Leone" (in omaggio a papa Leone XII che ammirò molto in gioventù) costituì un primo segno che il nuovo Papa intendeva perseguire un mutamento nell'impostazione del papato rispetto al proprio predecessore.

Statua di Leone XIII nella Chiesa Collegiata di Carpineto Romano
Statua di Leone XIII nella Chiesa Collegiata di Carpineto Romano

Attività diplomatica

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa cattolica alla fine del XIX secolo.

Il pontificato di Leone XIII s'inserì in un'epoca di progressiva laicizzazione della società. Tale circostanza comportò una serie di tensioni fra il Vaticano e vari governi. Papa Leone XIII seppe fare opera di mediazione tra le istanze legate alla modernità e la posizione intransigente presa dal suo predecessore papa Pio IX. In Italia egli proseguì tuttavia la ferma opposizione al Regno d'Italia, mantenendo il Non expedit e impedendo dunque la partecipazione dei cattolici italiani alle elezioni e, in generale, alla vita politica dello Stato.

In Germania, invece, con una serie di concessioni a Bismarck Leone XIII seppe - opponendosi anche al Partito cattolico tedesco, la Zentrumspartei – porre termine al Kulturkampf. Pure in Francia – suscitando anche lì il malcontento dei settori cattolici più conservatori– invitò i cattolici al rappacificamento con la Terza Repubblica, malgrado quest'ultima, governata da maggioranze viepiù radicali e anticlericali, avviasse un programma di progressiva secolarizzazione delle istituzioni, a iniziare dal settore scolastico. Tale evoluzione sfociò, nel 1905 dopo la morte di Leone XIII, nella separazione fra Stato e Chiesa.

Maggior successo ebbe la politica del Pontefice nelle controversie aperte con la Svizzera e con i Paesi dell'America latina. Vi furono i primi contatti con gli USA e con la Russia e pure le relazioni con il Regno Unito e la Spagna migliorarono. La statura internazionale del Papa – pur non raggiungendo il livello di coinvolgimento politico e di influenza a cui Leone XIII mirava - si accrebbe anche grazie alla mediazione che egli svolse sia nel conflitto delle Isole Caroline sia per la guerra di Cuba del 1898.

Attività pastorale

Nella sua enciclica Immortale Dei del 1885 affrontò il problema del ruolo dei cattolici negli stati moderni, negando il conflitto tra scienza e religione nell'Aeterni Patris del 1879. La sua enciclica Rerum Novarum, pubblicata nel 1891, è considerata il testo fondativo della moderna dottrina sociale cristiana. La Rerum Novarum affronta il problema dei diritti e dei doveri del capitale e del lavoro, cercando di mediare tra le posizioni di orientamento socialista e rivoluzionario e quelle proprie del liberismo economico di impronta capitalista, inaugurando una riflessione sui problemi del lavoro nel mondo moderno successivamente ripresa e approfondita nel 1931 dalla Quadragesimo Anno di papa Pio XI, nella Mater et Magistra di papa Giovanni XXIII del 1961 e più di recente (1991) dalla Centesimus Annus di papa Giovanni Paolo II.

Fu particolarmente attivo dal punto di vista dell'insegnamento, fondando istituti di filosofia ed università cattoliche in diverse città (Lovanio, Washington), ed aprì agli studiosi parte degli archivi segreti del Vaticano. Importante anche l'incentivo ad alcune cause di beatificazione e canonizzazione; ad esempio fu lui a canonizzare Chiara da Montefalco oppure che il 19 dicembre 1878 ordinò di riaprie il processo di beatificazione di Camilla da Varano, ossia la beata Battista.

Gli ultimi anni di pontificato

Foto del 1898

Anche quando era sulla novantina il Pontefice continuava ancora assiduamente lo studio della lingua latina, nella quale fu pensatore profondo e poeta elegante, come dimostra il sapore di classicismo e il non comune pregio letterario delle sue encicliche.

Il suo metodo di vita era molto semplice: dormiva pochissimo, parco di cibi ed amante delle passeggiate in giardino. Non fumava[3].

Oltre alle passeggiate, nel mite autunno romano si dilettava uccellando al rocolo fatto piantare appositamente nei giardini del Vaticano, ma, quando riusciva a prendere gli uccelli che cadevano nelle reti, li accarezzava e quindi li rimetteva in libertà. Altrettanto faceva con le tortore che gli venivano offerte come simbolo nelle funzioni di beatificazione e di canonizzazione.

Il suo regime nutritivo era modestissimo: qualche tazzina di brodo ristretto, molti tuorli d'uovo con un po' di marsala, un'ala di pollo al mattino, appena un mezzo petto alla sera. In tutto il giorno due dita di vino di Bordeaux, del più vecchio e del più generoso fornitogli dai conventi locali. Fu grande amante del vino Mariani, del quale vantava i prodigiosi effetti.

La sua memoria era molto sviluppata: non solo ricordava tutti i più piccoli incidenti della sua vita giovanile e dell'adolescenza, ma anche le letture fatta sia di recente che nel più lontano passato. Fu un dantista appassionato ed un lettore assiduo di giornali. Sua grande letizia era dialogare con persone più anziane di lui, dai quali si informava con vivo interesse delle abitudini di vita.

La sua tarda età lo costringeva a servirsi, nel passeggio, di un bastone, sul quale appoggiava il corpo sul lato destro; ma quando scorgeva da lontano una persona estranea alla famiglia pontificia faceva ogni sforzo per camminare senza l'aiuto del bastone, facendolo passare con disinvoltura da una mano all'altra.

Fu il primo pontefice ad essere ripreso da una cinepresa. In quell'occasione il Papa si apprestò a dare la sua prima benedizione mediatica[4].

Nelle insonnie della sua tarda età a volte formava nella mente un distico latino. Egli allora scendeva dal letto[5], si accostava al tavolo, senza rumore per non svegliare il suo fidato cameriere Pio Centra che dormiva in anticamera, ed al fioco lume della lampada da notte scriveva i versi che aveva pensato. E talvolta indugiava ad aggiungerne altri che gli sgorgavano dalla lucida mente.

Aveva una vista eccezionale, e né per leggere né per scrivere usava gli occhiali.

Lo coglievano talvolta de raffreddori che poi, al divenire di dominio pubblico, erano scambiati per reali malattie. Non voleva saperne di stufe e caloriferi, voleva soltanto il braciere ciociaro in mezzo alla camera. Solo negli ultimi tempi, grazie al dottor Lapponi, si lasciò persuadere ad adottare un adeguato sistema di riscaldamento[6].

La morte

File:Leoxiii.jpg
La salma di Leone XIII esposta nella Cappella del SS.mo Sacramento nella Basilica Vaticana

Dopo una lunghissima agonia, Leone XIII muore il 20 luglio 1903 alle ore 16. La Domenica del Corriere del 26 luglio del 1903 scrive:

«La storia ricorderà a lungo la lotta che il pontefice sostenne con la morte, quantunque tutti prevedessero che in causa della tarda, eccezionale età egli non potesse giacere a lungo malato. Dal 5 luglio i fedeli s'attendevano ogni mattina l'annuncio del decesso. I romani accorrevano in piazza San Pietro per osservare la finestra della camera da letto e trarre oroscopi dalla durata del tempo che rimaneva aperta per il cambio d'aria, ma ognuno apprendeva tosto con lieto stupore che l'illustre infermo aveva ricevuto i suoi cardinali, s'era occupato delle faccende relative al governo della chiesa, era passato dal letto su la poltrona e persino aveva all'indomani dell'estrema unzione corretto le bozze della sua ultima poesia in latino. Con l'ostinazione dei fanciulli e dei vecchi vigorosi, Leone XIII si è spesso ribellato alle ingiunzioni dei suoi medici, a dir la verità senza immediato suo danno.»

Pochi mesi prima di morire, l'ultranovantenne pontefice incide su di un disco alcune preghiere e l'apostolica benedizione: grazie all'invenzione del fonografo, la parola del papa può arrivare ai cattolici di ogni parte del mondo.

Il suo pontificato durò 25 anni, anche se, al momento della sua elezione, a molti appariva vecchio, stanco, malaticcio; gli tremava la mano per un salasso mal fatto. Il papa si era confidato: «Dovrete far presto un nuovo conclave». Invece, si arrivò a dire che tra i suoi collaboratori circolasse una battuta: «Credevamo di eleggere un Santo Padre, abbiamo eletto un Padre Eterno».[7]

Leone XIII fu sepolto nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

Il conclave successivo alla sua morte fu più breve di quanto comunemente previsto: iniziò la sera del 31 luglio 1903 e terminò il 4 agosto. Fra i 62 cardinali convenuti, le tendenze erano due: continuare la politica del Pontefice scomparso (con colui che era stato accanto al Papa come segretario di Stato, Mariano Rampolla del Tindaro), o cambiare rotta. Ed a sorpresa (anche per influenze esterne) venne eletto il cardinale Giuseppe Sarto, Patriarca di Venezia, che prenderà il nome di Pio X.

Encicliche

Lo stesso argomento in dettaglio: Elenco delle encicliche § Leone XIII (1878-1903).
La tomba monumentale di Leone XIII nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Papa Leone XIII scrisse moltissime encicliche nel suo lungo pontificato. Il sito ufficiale del Vaticano ne censisce ben 86.

Alcune tra le principali encicliche:

  • Aeterni Patris (1879). Con questa enciclica Leone XIII vuole rilanciare la filosofia tomista, reputata la più adeguata per la riforma di una società in via di secolarizzazione, e la più congeniale al messaggio cristiano.
  • Arcanum Divinae Sapientiae (1880). È la prima enciclica di un papa dedicata al tema della famiglia e del matrimonio cristiano. In difesa della famiglia, insidiata da rinascenti errori, il pontefice esalta il valore del matrimonio, elevato da Gesù alla dignità di sacramento. Ricordata l'origine del matrimonio e le successive aberranti degenerazioni della poligamia, Leone XIII riafferma gli scopi e la disciplina delle nozze cristiane; condanna il matrimonio civile e il divorzio; riafferma l'esclusivo potere legislativo e giudiziario della Chiesa in materia di vincolo nuziale.
  • Diuturnum (1881). La Chiesa non fa preferenza di regime politico, purché esso rispetti il diritto di Dio. Attraverso un modo di elezione non si dà la potestà (che viene solo da Dio), ma si stabilisce soltanto chi debba essere a detenerla.
  • Immortale Dei (1885). Leone XIII si chiede: se tra i liberali alcuni dicono che l’uomo è in dipendenza da Dio a livello personale, perché questo non deve essere valido anche per un’intera società? Certo il problema è anche in quale religione riconoscersi: ed è chiarissimo, afferma il papa, che la vera religione è quella cattolica, in posizione chiaramente antiliberale.

Quest’argomento è così sintetizzabile: la sovranità di Dio si estende dal singolo all’intera società. La religione ha a che fare col bene comune. Una società bene organizzata deve tendere al bene comune, ed in questo bene comune rientra la pratica della religione con il compimento dei doveri verso Dio. Uno Stato non può non favorire anche la religione. In questo caso prevale un’accezione platonica del bene comune, mentre oggi il bene comune viene portato a livello sociale-economico.

  • Libertas (enciclica) (1888). La separazione fra Chiesa e Stato è inaccettabile perché irragionevole, in quanto l’individuo singolo è in sé religioso, e non si vede perché non debba esserlo un’intera società. Leone XIII contrasta alcuni di quelli che oggi sono definiti diritti umani in nome dei "diritti di Dio": l’uomo è libero di avere il diritto di non credere, ma – secondo Leone XIII – c’è anche un diritto di Dio ad essere adorato. E questo diritto è prevalente su quello di qualsiasi uomo. È questo il cuore di tutta l’impostazione di Leone XIII.

Con la sensibilità odierna non si può parlare di un diritto di Dio, se non in senso molto analogico: i diritti umani vengono riconosciuti e tutelati dalla legge perché possono essere violati e messi in difficoltà, ma nel caso di Dio non si può dire assolutamente questo. Leone XIII risente ancora di una impostazione differente, in cui la società è in relazione a Dio. L’idea gelasiana di Leone XIII tenta di oltrepassare – senza riuscirci – l’ormai avvenuta divisione totale fra Stato e Chiesa. Ormai bisognerà accettare quel che è accaduto, cercando di assicurare la libertà reciproca delle due parti.

Nella Libertas, la separazione fra Chiesa e Stato viene considerata inacettabile perché l’intera società dev’essere considerata religiosa come il singolo uomo (estensione dei diritti di Dio alla società) e, inoltre, perché la religione dev’essere considerata come un bene comune della società.

Leone XIII comincia a distinguere sulla libertà di coscienza. Il concetto positivo è "fare tutto quel che piace". Quello negativo sta nel non subire impedimenti per scegliere la propria religione dentro uno Stato laico: questa libertà si può tollerare in base alla distinzione fra tesi e ipotesi. Non è conforme a verità e giustizia dare a tutti la libertà religiosa, ma viene tollerata tale situazione per via dei tempi gravi che si percorrono, ed in ragione della salvaguardia del bene comune.

Genealogia episcopale

Lo stesso argomento in dettaglio: Genealogia episcopale.


Bibliografia

  • Leone XIII, Enchiridion delle encicliche (Ediz. bilingue. Vol. 3), EDB 1999
  • Leone XIII, Inimica vis. La Chiesa cattolica contro la massoneria, a cura di A. Morganti, Il Cerchio 2006
  • G. Della Balda, Leone XIII. Il Papa, guardia inflessibile del passato, che ha accennato l’avvenire al mondo. Documenti scelti del pontificato (1878-1903), Graphe.it 2010 ISBN 978-88-89840-59-7
  • G. Zizola, I papi del XX e XXI secolo. Da Leone XIII a Benedetto XVI, Newton Compton 2005
  • O. Moretti Taeti, Aneddoti della vita di S. S. Leone XIII, Casa Editrice della Rassegna Nazionale 1904
  • R. Murri, La Rerum novarum e Leone XIII, Quattroventi 1991
  • Aa.Vv., Leone XIII e il cammino ecumenico, Nova Millennium Romae 2007
  • Aa.Vv., Leone XIII e gli studi storici. Atti del convegno internazionale commemorativo (Città del Vaticano 30-31 ottobre 2003), LEV 2005
  • A. Zambarbieri, I cattolici e lo stato liberale nell'età di Leone XIII, Ist. Veneto di Scienze 2008
  • S. Picciaredda & V. Alberti, Il mondo di Leone XIII d'incontro della chiesa con il XX secolo, Fondazione Liberal 2006
  • A. Acerbi, Chiesa e democrazia. Da Leone XIII al Vaticano II, Vita e Pensiero 1991
  • S. Serreri, Famiglia e lavoro nell'insegnamento sociale della Chiesa da Leone XIII a Giovanni Paolo II, Rubettino 2006
  • C.F. Casula, La Chiesa tra guerra e pace. Dottrina, politica e modernità da Leone XIII a Giovanni XXIII, Fondazione Liberal 2005
  • S. Frigato, La difficile democrazia. La dottrina sociale della Chiesa da Leone XIII a Pio XII (1878-1958), Effatà 2007
  • A. Del Noce, Pensiero della Chiesa e filosofia contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Studim 2006
  • G. Del Zanna, Roma e l'Oriente. Leone XIII e l'Impero Ottomano (1878-1903), Guerini e Associati 2003

Note

  1. ^ Dopo San Pietro (34 Anni) e Pio IX (31 anni, 7 Mesi, 22 Giorni)
  2. ^ È il papa più longevo della storia essendo deceduto a 93 anni compiuti, circa 1 anno in più di Celestino III (secondo papa dell'elenco per longevità), 2 anni in più di Giovanni XXII e Gregorio XII (terzo e quarto papa dell'elenco) e 6 anni circa in più di Clemente XII (quinto dell'elenco), anche se c'è la leggenda che Papa Agatone sia stato eletto a 103 anni e sia morto a 106
  3. ^ Prendeva tabacco, ma mai in presenza di estranei, anche se l'abitudine nascosta veniva a volte tradita da qualche granellino di tabacco caduto sulla talare bianca.
  4. ^ Cfr. Filmoteca vaticana.
  5. ^ Usava coricarsi abbigliato di calze, mutande e camicia di finissima flanella bianca.
  6. ^ Domenica del Corriere n. 11 del 19 marzo 1899.
  7. ^ «L'Italia del XX secolo«, I° volume 1899-1908, Rizzoli 1977, pag. 109

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Papa della Chiesa cattolica Successore
Papa Pio IX 1878 - 1903 Papa Pio X

Predecessore Vescovo titolare di Tamiathis Successore
Giovanni Giacomo Sinibaldi 1843 - 1846 Luigi Oreglia di Santo Stefano

Predecessore Nunzio apostolico per il Belgio Successore
Raffaele Fornari 1843 - 1846 Innocenzo Ferrieri

Predecessore Arcivescovo di Perugia Successore
Alessandro Maria Odoardi 19 gennaio 1846 - 20 febbraio 1878 Giulio Boschi

Predecessore Cardinale presbitero di San Crisogono Successore
vacante 22 dicembre 1853 - 20 febbraio 1878 Friedrich Egon von Fürstenberg

Predecessore Camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore
Filippo De Angelis 22 settembre 1877 - 20 febbraio 1878 Camillo Di Pietro

Template:Link AdQ