Frustino
Il frustino o scudiscio è un segmento di vetroresina o di canna ricoperto di cuoio, tessuto o materiali simili, munito di un'impugnatura e terminante in un ricciolo costituito da un breve tratto di corda o una linguetta di cuoio. L'impugnatura può avere un'ansa di cuoio per assicurare una presa più sicura. Nasce come strumento punitivo; in particolare ai nostri giorni è usato soprattutto in equitazione.
Etimologia
Le origini del termine scudiscio hanno radici nel greco skytos, nel celtico skourjez e nel latino scutica. In tardo latino il termine si trasformò in scutis (pelle) e poi scuria, derivazione del latino corium (cuoio) [1].
Tipi di frustino
La lunghezza della frusta varia in funzione del tipo di utilizzo:
- frustino da galoppo
- frusta per lavoro in piano
- frustone o chambriére
- frusta da caccia
Il frustino ha lo scopo di rinforzare l'autorità del cavaliere (le gambe, l'assetto e la voce) e di richiamare l'attenzione del cavallo.
La frusta da caccia, con la lunga pioggia in cuoio e il manico sagomato (spesso in corno e comunque ruvido per fare presa sui cancelli) serve ad incoraggiare il cavallo ed aprire i cancelli; è assolutamente vietato adoperarla sui cani. Il fusto, ricoperto in cuoio è lungo circa 45 cm e termina con un cappio di cuoio al quale si assicura lo staffile, detto pioggia. La pioggia è una treccia affusolata in cuoio intrecciato, lunga 1.30 m. che termina a sua volta con una sferza di spago o seta intrecciata detta mozzone: il mozzone è rosso per la caccia alla volpe, verde per la caccia alla lepre, blu per la caccia al cervo e avana per la caccia alla lontra.
Frustare dolorosamente un cavallo è tuttavia una prova di incapacità del cavaliere e una forma di maltrattamento; in Gran Bretagna la legislazione contro il maltrattamento degli animali ha preceduto le norme contro il maltrattamento dei bambini. Famosissima la frase di Federico Tesio (1869-1954), grande allevatore di cavalli da corsa: "La frusta il più delle volte fa perdere una corsa".
Se usato sull'uomo, il frustino provoca più facilmente delle lesioni sanguinanti, rispetto all'uso di una cinghia di cuoio, più larga. L'effetto sulla pelle è analogo a quello dell'antico supplizio della flagellazione. L'uso del frustino come pena corporale era ancora in vigore, insieme all'uso del gatto a nove code, nel XX secolo nelle prigioni del Delaware, e veniva applicato alla schiena nuda dei condannati in luoghi appositamente predisposti, denominati gergalmente Red Hannah.
Il frustino è anche considerato il classico simbolo di dominanza nelle pratiche BDSM probabilmente non solo perché è doloroso, ma ha anche la caratteristica umiliante di ridurre lo schiavo alla condizione di un animale.
Note