Vai al contenuto

Piramide (calcio)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La formazione a Piramide

La piramide (o 2-3-5) è un modulo di gioco del calcio ormai caduto in disuso. È una delle più antiche tattiche applicate nel gioco del calcio.

Storia

Il calcio delle origini

Il calcio assunse la sua forma e molte delle sue regole attuali nell'Inghilterra di metà Ottocento. Nei giorni del calcio pionieristico non esistevano strategie o tattiche precise, ma una sola regola: il "Calcia e corri", per la quale i (pochi) difensori effettuavano lanci lunghi per servire la folta schiera degli attaccanti che si avventavano sulla palla nel tentativo di calciarla in rete. Gli schemi di gioco erano semplici e decisamente votati al gioco offensivo. La prima partita internazionale che la storia del calcio ricordi fu disputata il 30 novembre 1872 tra Inghilterra e Scozia: gli inglesi adottavano un modulo del tipo 1-1-8, vale a dire un difensore, un centrocampista e otto attaccanti; lo schema scozzese era un più prudente 2-2-6. A dispetto della vocazione d'attacco delle due formazioni la gara terminò 0-0.

Cambridge

Manifesto che pubblicizza un incontro dei Rovers nel 1887. I nomi delle formazioni sono stampati riflettendo la disposizione in campo

Pare che il primo tentativo di dare agli undici giocatori un gioco corale sia dovuto all'iniziativa della squadra del college di Cambridge, che tenne a battesimo quella che fu nota in seguito come "piramide di Cambridge" o, più semplicemente, "piramide". Il perché di questo nome è presto spiegato: i giocatori disposti sul campo parevano disegnare una piramide (o triangolo) rovesciata, avente la base nella linea degli attaccanti e il vertice nel portiere.

La definizione di uno schema comportò anche una primissima suddivisione in ruoli e reparti tra loro distinti. Gli attaccanti, innanzitutto, erano cinque. In inglese erano detti "forwards" o "avanti", come venne in seguito italianizzato il termine, e costituivano la cosiddetta "prima linea". I due attaccanti più esterni erano detti "wings", cioè "ali"; l'attaccante centrale prese il nome di "centre-forward": "centravanti" o "centrattacco". I due giocatori che si posizionavano tra le ali e il centravanti erano detti "inside-forwards": in italiano "interni" o "mezze ali".

Se nella concezione inglese del tempo metà della squadra era detta "avanti", specularmente l'altra metà non poteva che chiamarsi "indietro" ("backs"). I backs a loro volta si suddividevano in quelli che erano l'embrione del centrocampo ("half-backs") e della difesa ("full backs").

Il centrocampo era detto anche "seconda linea", ed era costituito da tre giocatori, che in Italia si chiamarono "mediani": il destro, il sinistro ed il centromediano.

La difesa, infine, era detta "terza linea", per cui i difensori, che nella piramide erano due, in italiano presero anche il nome di "terzini".

Dai Blackburn Rovers all'Uruguay

La prima squadra di alto livello che applicò compiutamente il modulo della piramide fu il Blackburn Rovers, che lo utilizzò per la prima volta nel 1884 che arrivò a vincere cinque coppe d'Inghilterra tra gli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento. Sulla scorta di questi successi la tattica della piramide conobbe ininterrotta fortuna nelle isole britanniche e, di riflesso, nel mondo intero per oltre un trentennio. Questa tattica venne messa in crisi alla radice nel 1926 dalla modifica della regola del fuorigioco (il numero di giocatori per mantenere in gioco un attaccante scese da 3 a 2). In Europa la piramide cedette rapidamente il passo di fronte al simultaneo avvento del metodo e del sistema.

Anche in America meridionale la piramide venne accantonata, ancorché più tardi la tattica sia stata adottata, negli anni venti, dalle Nazionali di Uruguay e Argentina, vere e proprie superpotenze del calcio continentale e mondiale fino agli trenta del Novecento. In quegli anni le due nazionali platensi furono capaci di dominare numerose edizioni della Copa América, le Olimpiadi del (1924 e del 1928) e nel 1930 la prima edizione del mondiali di calcio.

I numeri della Piramide

File:2-3-5 Pyramid con numeri.png
La prima numerazione ufficiale utilizzata nel calcio mondiale, da cui deriveranno in seguito tutte le numerazioni "fisse".

In un'epoca calcistica oramai lontana, quando nel calcio non c'erano sponsor, e non c'era neanche la regolamentazione di aggiungere il nome dietro le maglie, esisteva comunque una numerazione che nella piramide era fissa (per es.: 4 per il mediano; 9 per il centravanti; e soprattutto l'1 fisso per il portiere). Tuttavia, non era raro per un giocatore importante chiedere (ed ottenere) l'assegnazione di un numero "affezionato" diverso da quello che rappresentava il suo ruolo. Comunque il problema era minimo perché in effetti fino a dopo la II Guerra Mondiale i giocatori non avevano i numeri sulle maglie (come è facile rilevare guardando le immagini dei primi tre campionati mondiali di calcio del 1930, 1934, 1938). Per quanto riguarda l'assegnazione dei numeri, il metodo utilizzato è chiaro se si osserva la piramide dei giocatori con la punta (il portiere) rivolta verso l'alto. In effetti partendo dalla punta (numero 1) i numeri erano assegnati leggendo la formazione dall'alto verso il basso e da destra a sinistra terminando con l'ala sinistra (numero 11).

Squadre che hanno utilizzato la piramide

Bibliografia

  • Antonio Papa, Guido Panico. Storia sociale del calcio in Italia dai club dei pionieri alla nazione sportiva (1887-1945), Il Mulino, Bologna 1993, ISBN 8815087648.
  • Adalberto Bortolotti. Strategie per la vittoria. «I Quaderni speciali di Limes», n.2 - 2005
  • RSSSF: Dati e statistiche

Voci correlate

  Portale Calcio: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di calcio