Issione

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Issione torturato, olio su tela di Jusepe de Ribera, 1634 ca, Madrid, Museo del Prado.

Nella mitologia greca, Issione era il figlio di Flegias, re dei Lapiti ed ebbe una relazione, che sfociò in matrimonio, con Dia, figlia di Deioneo.

Contrariamente ai patti, Issione non fece a Deioneo i doni che gli aveva promessi per le nozze, anzi lo uccise in modo particolarmente crudele, facendolo cadere in una fossa piena di carboni ardenti. Zeus lo perdonò, ma Issione, invitato ad un suo banchetto, cercò di sfruttare l'occasione per concupire Era; accortosene, il dio gli inviò una donna che aveva creato con le sembianze di Era da una nuvola, chiamata Nefele. Issione provò a toccarla e fu colto in flagrante nel tentativo di amplesso.

Zeus, irato, lo consegnò ad Ermes perché lo torturasse, e il dio messaggero obbedì ben volentieri, legando strettamente il re e flagellandolo senza pietà, fino a quando non avesse ripetuto: "I benefattori devono essere onorati". Poi lo legò ad una ruota di fuoco che girava senza sosta nel cielo.

Variazioni di questo mito intendono la nascita dei centauri come frutto dell'unione fra Nefele ed Issione.

Verrà poi ripreso da Schopenhauer, nella sua concezione dell'arte come liberazione.

Issione è anche protagonista, insieme a Nefele, del primo dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, intitolato La nube.

Fonti

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