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La povera Rosetta

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La povera Rosetta
Artista
Autore/iignoto
GenereCanzone popolare
DataEpoca successiva ai fatti narrati (agosto 1914)


La povera Rosetta è una canzone popolare milanese proveniente dagli ambienti della malavita locale (la cosiddetta "Ligera") e composta per ricordare la triste vicenda - realmente accaduta[1] - di una giovane prostituta milanese, conosciuta da tutti come Rosetta. Ella abitava in piazza Vetra e ivi svolgeva la sua attività; venne uccisa nell'agosto del 1914, presumibilmente da un poliziotto che si era invaghito di lei senza essere ricambiato. Il crimine rimase impunito.


La Rosetta di piazza Vetra

Elvira Andressi - questo il nome all'anagrafe di Rosetta[2] - probabilmente iniziò la carriera esibendosi come canzonettista al Sammartino in piazza Beccarla, con il nome d'atre di Rosetta de Woltery. Della madre si sapeva che fosse una forte bevitrice, scostumata e avida di denaro. Girava voce - pare addirittura che lei se ne vantasse sfacciatamente - che avesse venduto la figlia a un ricco signore, quando era ancora una ragazzina di tredici anni, spianandole così la via del marciapiedi. Di Rosetta si disse che il volto fosse "di solida geometria lombarda, con gli occhi e 1a bocca venati di una sensualità istintiva, lievemente maliziosa"[3].

Il 13 (secondo la canzone di cui in seguito) - o forse più tardi, 24 o 26 - agosto 1914 la Rosetta, non ancora ventenne, venne uccisa: una delle versioni tramandate a riguardo del delitto narra di come lei, passando in carrozza con il suo amante, sia stata fermata da un poliziotto, il quale volle vedere i documenti dell'uomo. Lei si intromise e, siccome l'agente era innamorato di lei e da lei era stato respinto, pare che abbia estratto il suo stiletto ed ucciso la ragazza. Altre fonti[4] dicono che fu uccisa a colpi di moschetto. Sicuro è che al suo funerale partecipò con grande commozione la malavita milanese: nella canzone questo fatto è chiaramente evidenziato.


La povera Rosetta: una canzone popolare

Una versione molto toccante del brano è interpretata da Nanni Svampa e registrata nel terzo volume della sua antologia sulla canzone lombarda, edito nel 1970 col sottotitolo "La mala e l'osteria".

Nel testo viene citata la "Colonnetta", che suggerisce come forse il "posteggio" di piazza Vetra ove la ragazza "battea" fosse in passato un'osteria con quel nome; come pure può essere che, al posto della "Colonna Infame" eretta contro il povero Gian Giacomo Mora - accusato di pestifera unzione - ed abbattuta nel 1778, ne venne eretta un'altra, in seguito anch'essa rimossa.


Il testo della canzone

Nel corso degli anni, dapprima negli ambienti della mala, poi nelle osterie e negli ambienti popolari, de "La povera Rosetta" si sono inevitabilmente sentite diverse versioni. Questo è il testo di quella tradizionalmente ricordata.


Il tredici di agosto,
in una notte scura,
commisero un delitto
gli agenti di questura.

Hanno ammazzato un angelo:
di nome la Rosetta.
Era di piazza Vedra,
battea la Colonnetta.

Chi ha ucciso la Rosetta
non è della Ligera:
forse viene da Napoli,
è della mano nera[5].

Rosetta, mia Rosetta,
dal mondo sei sparita,
lasciando in gran dolore
tutta la malavita.

Tutta la malavita
era vestita in nero:
per ‘compagnar Rosetta,
Rosetta al cimitero.

Le sue compagne, tutte,
eran vestite in bianco:
per ‘compagnar Rosetta,
Rosetta al camposanto.

Si sente pianger forte
in questa brutta sera:
piange la piazza Vetra
e piange la Ligera.

Oh, guardia calabrese:
per te sarà finita;
perché te l’ha giurata
tutta la malavita.

Dormi, Rosetta: dormi
Giù nella fredda terra;
a chi t’ha pugnalato,
noi gli farem la guerra;

a chi t’ha pugnalato
noi gli farem la guerra.

Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Per l'intera pagina, si faccia riferimento al sito indicato alla nota precedente, il quale sito riporta l'articolo del Corriere della Sera di lunedì 25 febbraio 1980 e dal quale sono estrapolate le informazioni del presente paragrafo.
  3. ^ Articolo citato.
  4. ^ L'articolo del Corriere della Sera cita Raffaele Bagnoli, definito "fine cultore di costume meneghino".
  5. ^ Questa strofa non compare nella versione incisa da Nanni Svampa


Collegamenti esterni

[2] 'La povera Rosetta" interpretata dai Gufi