Castello Bufalini
Castello Bufalini | |
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Ingresso al castello | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Umbria |
Località | San Giustino (Italia) |
Indirizzo | Largo Crociani, 3 – 06016 San Giustino, Largo Crociani 3, 06016 San Giustino e Largo Crociani 3, San Giustino |
Coordinate | 43°32′57.76″N 12°10′36.57″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1487-1492 |
Stile | rinascimentale |
Uso | museale |
Realizzazione | |
Architetto | Mariano Savelli |
Proprietario | Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
Il castello Bufalini è situato all'interno della piccola cittadina di San Giustino, in provincia di Perugia, nell'Alta Valle del Tevere. Dal 1480 al 1988 (il marchese Giuseppe lo cedette allo Stato) è sempre appartenuto all'omonima famiglia, originaria di Città di Castello.
La casata ebbe un ruolo significativo nel territorio e annoverò importanti personaggi, quali: Ortensia che, sposa di Pietro Mazzarino, ebbe da lui il futuro cardinale e primo ministro di Luigi XIII di Francia, Giulio (1602-1661); la poetessa Francesca Turina (1553-1641), terza moglie di Giulio I; Nicolò (+1506) che, oltre a far costruire il castello, fece realizzare a Roma, nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli, la cappella Bufalini, affrescata dal Pinturicchio (Storie di san Bernardino da Siena).[1]
Descrizione
Al posto di un fortilizio distrutto, Nicolò Angeli Bufalini, figlio del priore di Città di Castello, Manno, erede del capostipite della stirpe Giovan Pietro, incaricò, nel 1487, l'architetto romano Mariano Savelli di progettare la costruzione di una fortezza quadrata con quattro torri di avvistamento.
La destinazione militare dell'edificio, però, durò poco: il conte di San Giustino Giulio I, nel 1530, incaricò il fiorentino Nanni Unghero, allievo di Antonio da Sangallo il Giovane, di elevare, al posto del forte, una dimora residenziale gentilizia con ariose logge e portici di gusto vasariano: vi risiederà, nell'ambito di una piccola corte, con le tre mogli che si avvicendarono, Giovanna di Bourbon del Monte, Elisabetta di Montevecchio e Francesca Turina che assicurerà la discendenza.[2]
I fratelli Bufalini, Ventura e Giulio I, amanti dell'arte e secondo le tendenze dell'epoca, vollero che fosse il pittore manierista borghese Cristofano Gherardi ad affrescare, con soggetti mitologici, le varie stanze del castello, tra cui la Sala del trono. La maggior parte delle residenze nobiliari disponevano, infatti, di un trono scolpito e dorato, indispensabile nel caso di una visita del Papa.
Alla fine del secolo XVII, i conti Filippo I e Anna Maria di Bourbon di Sorbello, spesso residenti nel palazzo di Città di Castello, desiderarono rinnovare il maniero sottolineandone la vocazione di dimora di campagna (conformemente alle propensioni del tempo, circa il possesso di una villa fuori porta da parte delle grandi famiglie): l'artista locale Giovanni Ventura Borghesi modernizzò il complesso, a tal fine, creando anche un bellissimo giardino all'italiana,[3]
I Bufalini, intanto, ottennero dal Pontefice il rango di marchesi e proseguirono nell'abbellimento del castello, con nuovi affreschi e pregiata mobilia (che tuttora permane): la menzionata Sala del trono, la Stanza degli stucchi e la Galleria dei ritratti sono preziose testimonianze della vita lussuosa che si viveva in quel periodo.
La fornita biblioteca e l'archivio privato della famiglia hanno riservato piacevoli sorprese storiche agli studiosi che sovente li consultavano.[4]
Note
Bibliografia
- AA. VV., Umbria, Touring Club Italiano 1999.
- A. Ascani, San Giustino, Città di Castello 1977.
- D. Amoni, Castelli, Fortezze e Rocche dell'Umbria, Perugia 1999.
- G. Milani-P. Bà, I Bufalini di San Giustino, San Giustino 1998.
Voci correlate
Collegamenti esterni
Altri progetti
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