Linee Aeree Transcontinentali Italiane
Linee Aeree Transcontinentali Italiane | |
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Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 11 settembre 1939 |
Chiusura | 1956 |
Sede principale | Guidonia |
Settore | Trasporto |
Prodotti | aviazione civile |
Compagnia aerea cargo | |
Primo volo | 1939 |
Ultimo volo | 1956 |
Hub | Guidonia |
Voci di compagnie aeree presenti su Wikipedia | |
La Linee Aeree Transcontinentali Italiane, nota anche con la sua forma abbreviata L.A.T.I., fu una compagnia aerea di linea italiana di proprietà statale istituita per gestire i collegamenti aerei postali con il Sud America. Nacque come Direzione Autonoma della prima compagnia di bandiera aerea italiana Ala Littoria S. A., direzione dalla quale prese vita in un secondo momento la L.A.T.I. .
Storia
L'iniziativa nasce per l'esigenza di avere un collegamento postale veloce con l'America Meridionale, esigenza legata alla numerosa presenza di emigrati italiani residenti principalmente in Brasile, Argentina ed Uruguay. Inizialmente l'Ala Littoria, una volta consolidata la propria presenza in Europa, aveva intrapreso trattative commerciali con la francese Air France e la tedesca DLH per utilizzare le strutture presenti nelle loro colonie africane come scali tecnici. Non essendo riusciti a trovare un accordo si decise di aprire una nuova rotta commerciale chiedendo collaborazione alla Spagna ed al Portogallo. Il primo volo, che aveva lo scopo di testare la possibilità tecnica di aprire una nuova rotta, venne effettuato nel marzo 1938 dall'Ala Littoria utilizzando un idrovolante CANT Z.506 C, pilotato dal comandante Carlo Tonini e dal copilota Umberto Klinger presidente della società e promotore dell'iniziativa. Il volo, Italia-Argentina e ritorno, fu un successo e permise di raggiungere Buenos Aires via Bathurst in Gambia, confermando la fattibilità del progetto.
Tuttavia per coprire il tratto si decise di utilizzare i convenzionali Savoia-Marchetti S.M.79 e Savoia-Marchetti S.M.83 in luogo dello Z.506 o di altri idrovolanti. Fu necessario costruire un apposito aeroporto che permettesse di effettuare un volo transoceanico senza scalo. Grazie alla collaborazione portoghese venne costruito in brevissimo tempo un aeroporto sulla piatta superficie di Ilha do Sal, un'isola dell'arcipelago di Capo Verde, allora territorio inserito nell'Impero portoghese. Inoltre vennero costruite delle basi terrestri sulla costa atlantica e vennero inviate navi e sommergibili nel tratto dell'Oceano Atlantico sorvolato dalla linea con il compito di fornire copertura radio e dare informazioni meteorologiche.
La società venne istituita ufficialmente l'11 settembre 1939 ed il volo inaugurale venne effettuato il successivo 21 dicembre sulla rotta:
- Roma - Siviglia - Lisbona - Villa Cisneros - Ilha do Sal (tratto europeo);
- Ilha do Sal - Recife (tratto atlantico);
- Recife - Rio de Janeiro (tratto sudamericano).
Purtroppo nel viaggio di ritorno il Savoia-Marchetti S.M.83, matricola I-ARPA comandato dal colonnello Massai, precipitò nei pressi di Marrakesh.
Tra il 1939 e il 1941 lavorò, in qualità di direttore commerciale, Charles Ponzi, inventore dell'omonimo schema: ottenne il lavoro grazie all'intercessione di Attilio Biseo, pilota personale del Duce e cugino di Ponzi.
Il servizio veniva effettuato inizialmente con cadenza settimanale, con partenza il giovedì dal territorio italiano e raccogliendo nel tragitto la corrispondenza prima nazionale e poi spagnola e portoghese. Dopo il 10 giugno 1940, con la dichiarazione di guerra contro Francia e Regno Unito, dovette essere ridotto ad una sola traversata al mese e definitivamente interrotto il 19 dicembre 1941 a seguito dell'entrata in guerra degli Stati Uniti, che controllavano lo spazio aereo atlantico, e del Brasile che bloccò la possibilità di usare il proprio scalo nazionale. In questo periodo lo Stato Maggiore dell'Aeronautica impose la militarizzazione dell'aviazione civile che passò sotto il controllo del Comando Servizi Aerei Speciali (CSAS), che era stato appositamente istituito.
Nel periodo operativo della tratta vennero effettuati circa un centinaio di voli transatlantici in andata ed altrettanti in senso inverso.
Alla fine del conflitto l'azienda, pur formalmente ancora esistente, non era in grado di riprendere alcun tipo di collegamento aereo fino alla liquidazione avvenuta nel 1956, con il solo intermezzo di una tentata fusione con la neonata compagnia di bandiera Alitalia non andata a buon fine.
Voci correlate
L'aeroporto usato dalla L.A.T.I. era quello, storico, di Guidonia, situato nel Comune di Guidonia Montecelio, istituito nel 1937.
Collegamenti esterni
- Pagina relativa alla L.A.T.I. su filateliaefrancobolli.it, su filateliaefrancobolli.it. URL consultato il 6 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2007).
- Pagina relativa alla L.A.T.I. su postaesocieta.it, su postaesocieta.it.
- Pagina relativa alla L.A.T.I. su ilpostalista.it, su ilpostalista.it.
- [1] L.A.T.I Savoia-Marchetti I-BOLI Natal 1941(LIFE magazine)
- [2] L.A.T.I Savoia-Marchetti I-BRAZ Rio de Janeiro 1941(immagine speculare)(LIFE mag.)
- [3] L.A.T.I Savoia-Marchetti I-BRAZ Rio de Janeiro 1941(LIFE magazine)
- [4] L.A.T.I Savoia-Marchetti I-BATO Rio de Janeiro 1941(LIFE magazine)
- [5] L.A.T.I I-BATO passeggeri giapponesi Rio 1941 (LIFE Mag)
- [6] L.A.T.I hangar Natal 1941 con DC-2 Pan American Ferries (LIFE magazine)
- [7] L.A.T.I hangars Natal 1941 (LIFE)
- [8] L.A.T.I hangars Natal 1941 (LIFE)
- [9] I-ALAN abbandonato Benghazi
- [10] LATI luci al neon, Largo Santa Susanna, Roma Thomas McAvoy for LIFE magazine
- [11]https://www.google.com/culturalinstitute/asset-viewer/lati-passengers-in-rio/PgF7hmIKb5wtYg L.A.T.I Savoia-Marchetti con Ju-52 Rio 1941 (LIFE Mag)
- [12] https://www.google.com/culturalinstitute/asset-viewer/vargas-trip/LQG1ckD1yo_eaQ 2x L.A.T.I Savoia-Marchetti , hangar, Natal? October 1940 (immagine speculare) (LIFE mag)
- [13] https://www.google.com/culturalinstitute/asset-viewer/vargas-trip/FwFjS2ukdRv11Q 2x L.A.T.I Savoia-Marchetti , hangar, Natal? October 1940 (LIFE mag)
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145144782721328859037 · LCCN (EN) no2015136512 |
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