Polytrichum strictum
Polytrichum strictum | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Viridiplantae |
Divisione | Bryophyta |
Classe | Polytrichopsida |
Ordine | Polytrichales |
Famiglia | Polytrichaceae |
Genere | Polytrichum |
Specie | P. strictum |
Nomenclatura binomiale | |
Polytrichum strictum Menzies ex Brid., 1801 |
Polytrichum strictum Menzies ex Brid., 1801 è una specie di muschio appartenente alla famiglia Polytrichaceae.[1][2] Ha una distribuzione prevalente olartica circumboreale, ma è presente anche in Sud America e Antartide.[3]
Descrizione
Come altre specie nelle Polytrichaceae, Polytrichum strictum ha foglie con una singola costa, lamelle verticali, una cuticola idrorepellente e rizoidi che ancorano la pianta al substrato.[4]
Presenta ciuffi densi di steli sottili, lunghi da 6–12 cm, che formano cuscini larghi 20–40 cm.[3][5]
Le foglie sono strette e lanceolate, adese al fusto quando asciutte, discoste ed erette quando umide.[3]
La resta rossastra delle foglie (formata dalla costa leggermente sporgente) e i margini foliari lisci e involuti, consentono di distinguere P. strictum dalle altre specie di Polytrichum; solo P. juniperinum condivide queste caratteristiche [5], ma le due specie crescono in habitat e substrati differenti: P. strictum cresce in ambienti paludosi con predilezione per i suoli organici, in contrasto con la natura infestante e la preferenza per i terreni minerali che caratterizzano P. juniperinum.[5][6]
Biologia
Polytrichum strictum è una specie dioica,[3] con strutture riproduttive maschili e femminili prodotte separatamente da gametofiti aploidi (1n). Come in altre specie di Polytrichum, gli anteridi si sviluppano sulla parte terminale delle piante maschili e si gonfiano e scoppiano a maturazione, lanciando i gameti maschili in aria; sono dotati di coppe a spruzzo, che facilitano ulteriormente la dispersione dei gameti sfruttando l'energia delle gocce d'acqua.[4] I pochi fortunati gameti che atterranno in prossimità dell'archegonio di una pianta femminile, usano i loro due flagelli per risalire lungo il collo dell'archegonio sino a raggiungerne la base rigonfia o ventre, dove uno di essi feconda l'ovulo.
Una volta che la fecondazione ha avuto luogo, lo zigote si sviluppa nello sporofito diploide (2n), che è formato da un piede, inserito nel ventre dell'archegonio, una seta, un peduncolo non ramificato che consente lo sviluppo in altezza dello sporofito, e una capsula, costituita essenzialmente dallo sporangio al cui interno si formano le spore aploidi.[4] La capsula è ricoperta da una caliptra di colore bianco sporco, che a maturazione viene espulsa dall'allungamento delle setae.[3][4] All'interno della capsula, ciascuno sporocita va incontro a meiosi per produrre quattro spore aploidi (1n); quando queste sono mature, la caliptra viene espulsa e le spore vengono rilasciate attraverso il peristoma, circondato da 64 denti nematodonti.[3][4] In presenza di condizioni e di substrato adeguati, le spore germinano in un protonema filamentoso, da cui emerge il gametofito, completando il ciclo.
Distribuzione e habitat
Polytrichum strictum è diffuso in Canada, nella parte settentrionale degli Stati Uniti, in Groenlandia, in Islanda, nelle isole Faroe, nella parte settentrionale dell'Europa e dell'Asia, nella parte meridionale delk Sud America e in Antartide.[2][3]
È caratteristico degli habitat torbosi paludosi dominati dai muschi di sfagno, ma può anche essere trovato nelle brughiere umide, nella tundra, nei prati di carice e nelle foreste torbose da basse ad alte altitudini; nei climi più caldi, è in gran parte confinato nelle paludi relitte. Il suo microhabitat è in cima ai cumuli di torba, che spesso contribuisce a formare.[3]
Usi
Polytrichum strictum è considerata una importante specie pioniera nelle torbiere, in grado di tollerare un’ampia gamma di condizioni ambientali e regimi di disturbo.[7] È determinante nel prevenire il Criosollevamento nelle torbiere e la ricerca suggerisce che può essere utilizzato nel ripristino di aree di torba instabili, anche se si sa poco se aiuta o ostacola la crescita dello sfagno.[8]
Note
- ^ (EN) Polytrichum strictum, su World Flora Online. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ a b (EN) Polytrichum strictum, su Encyclopedia of Life. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ a b c d e f g h (EN) Polytrichum strictum in Flora of North America @ efloras.org, su www.efloras.org. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ a b c d e (EN) Glime J., Bryophyte Ecology, Volume 1: Physical Ecology, su Bryophyte Ecology, 2007. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ a b c (EN) Atherton, I., Bosanquet, S.,& Lawley, M., Mosses and Liverworts of Britain and Ireland - A Field Guide, Plymouth, UK, British Bryological Society, 2010, pp. 326, ISBN 9780956131010.
- ^ (EN) Pojar, J., & Mackinnon, A., Plants of Coastal British Columbia, Vancouver, BC, Lone Pine, 2004, p. 452, ISBN 1551055325.
- ^ (EN) Sobze, J.M., Gauthier, M.E., Xu, B., & Schoonmaker, A., Peatland Site Revegetation (PDF), su Boreal Research Institute, 2013. URL consultato il 18 febbraio 2024.
- ^ (EN) Groeneveld, E.V.G., & Rochefort, L., Polytrichum strictum as a Solution to Frost Heaving in Disturbed Ecosystems: A Case Study with Milled Peatlands (PDF), in Restoration Ecology, vol. 13, n. 1, 2005, pp. 74–82, DOI:10.1111/j.1526-100x.2005.00009.x.
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