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André Deed

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André Deed nel 1910

André Deed, pseudonimo di Henri André Augustin Chapais (Le Havre, 22 febbraio 1879Parigi, 4 ottobre 1940), è stato un attore, regista e sceneggiatore francese, famoso per aver interpretato il personaggio comico Cretinetti.[1][2][3][4] Il nome del personaggio, sempliciotto e ridicolo, è divenuto per antonomasia un termine scherzoso e attenuato per indicare un cretino.[5]

Boireau maçon (1913).

Dopo aver frequentato il liceo a Nizza, intraprese la carriera di cantante e acrobata circense. Conobbe poi il regista Georges Méliès che lo assunse per conto della casa cinematografica Pathé, con la quale esordì nel 1901, e interpretò alcuni cortometraggi in ruoli secondari.[6]

A partire dal 1906 interpretò una serie di cortometraggi come protagonista nel ruolo del comico personaggio di Boireau, da lui creato.

Divenuto il comico di punta della Pathé, nel 1908 si trasferì in Italia dove venne assunto dalla Itala Film di Torino e dove incontra l'attrice Valentina Frascaroli sua futura moglie.[7] Per il cinema muto italiano interpretò oltre 90 cortometraggi dal 1909 al 1911, e dal 1915 al 1920, recitando nel ruolo di Cretinetti, personaggio che lo rese popolare in tutta Europa. Prima di lasciare l'Italia creò un progetto di grande lungometraggio in tre parti, che riuscirà a completare solo parzialmente. Nel 1920 la prima parte del progetto, Il documento umano, e nel 1921 la seconda, L'uomo meccanico. Il tema è quello del fantastico-fantascientifico, con un robot indistruttibile che finisce però solo per creare danni. L'ultima parte di questa trilogia si sarebbe dovuta intitolare Gli strani amori di Mado, ma per motivi non del tutto chiari non ebbe modo di realizzarsi.

Ritornò definitivamente in Francia agli inizi degli anni venti, periodo in cui ottenne raramente ruoli da protagonista, in quanto ormai da qualche anno il genere comico era in crisi. La sua partecipazione a Le nègre du rapide numéro 13 di Joseph Mandement è però da segnalare per l'ottima qualità del film di stampo libertario e antirazzista. La successiva introduzione del cinema sonoro aggravò però ulteriormente il declino della carriera artistica di Deed, tanto che interpretò piccole parti in quei pochi film in cui egli prese parte.

Dal 1936 in poi interruppe anche queste sporadiche apparizioni e terminò la sua carriera lavorando come magazziniere negli studi cinematografici della Pathé, situati nel sobborgo parigino di Joinville-le-Pont.[8]

Persino la sua morte passò quasi del tutto inosservata ed erroneamente segnalata da André Siscot come avvenuta nel 1938. In realtà documenti ufficiali attestano senza ombra di dubbio al 4 ottobre 1940 la data del decesso. Riposa nel cimitero di Thiais.

Il personaggio di Cretinetti in altre lingue

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Filmografia completa

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  1. ^ André Deed, su viaf.org.
  2. ^ Deed, André (1879-1940), su idref.fr. URL consultato il 28 ottobre 2017.
  3. ^ (FR) Deed, André (1879-1940), BnF Catalogue général, su catalogue.bnf.fr, 50314-frfre. URL consultato il 28 ottobre 2017.
  4. ^ LC Linked Data Service: Authorities and Vocabularies (Library of Congress), su id.loc.gov. URL consultato il 28 ottobre 2017.
  5. ^ cretinétti, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  6. ^ Le Forestier, Laurent. Deed, André. Pubblicato in: Abel, Richard (ed.). (2005) Encyclopedia of Early Cinema. Londra: Routledge. Pags 168-169..
  7. ^ Abrate, Piero e Longo, Germano (1997). Cento Anni di cinema in Piemonte. Torino: Abacus Edizioni. Pagina 92..
  8. ^ Le Forestier, Laurent. Deed, André. Pubblicato in: Abel, Richard (ed.). (2005)Encyclopedia of Early Cinema. Londra: Routledge. Pags 168-169..
  • J.A. Gili, S. Toni - André Deed: Boireau, Cretinetti, Gribouille, Toribio, Foolshead, Lehman... - Bologna, Edizioni Cineteca di Bologna, 2005, ISBN 8880123254.
  • Abrate, Piero e Longo, Germano (1997). Cento Anni di cinema in Piemonte. Torino: Abacus Edizioni.
  • Brunetta, Gian Piero (2008). Il cinema muto italiano. Bari: Laterza.
  • Le Forestier, Laurent. Deed, André. Pubblicato in: Abel, Richard (ed.). (2005) Encyclopedia of Early Cinema . Londra: Routledge. Pagine 168-169.
  • Lotti, Denis (2008). Emilio Ghione, l'ultimo apache. Bologna: Edizioni Cineteca di Bologna

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