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Citroën XM

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Citroën XM
Nuccio Bertone vicino a un esemplare di XM
Descrizione generale
CostruttoreFrancia (bandiera) Citroën
Tipo principaleBerlina
Altre versioniBreak
Produzionedal 1989 al 2000
Sostituisce laCitroën CX
Sostituita daCitroën C6
Esemplari prodotti333.775[senza fonte]
Premio Auto dell'anno nel 1990
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezzada 4709 a 4950 mm
Larghezza1793 mm
Altezza1389 mm
Passo2850 mm
Massada 1310 a 1655 kg
Altro
ProgettoBernard Loyat
StileBertone
Marc Deschamps
Stessa famigliaPeugeot 605
Auto similiAlfa Romeo 164
Audi 100
BMW Serie 5
Fiat Croma
Ford Scorpio
Lancia Thema e K
Mercedes-Benz W124 e W210
Opel Omega
Renault 25 e Safrane
Rover Serie 800
Saab 9000 e 9-5

La XM è un'autovettura di fascia alta prodotta dal 1989 al 2000 dalla casa automobilistica francese Citroën. Eletta Auto dell'anno 1990 per i suoi contributi in termini di design e innovazione tecnologica, è stata la prima automobile di serie al mondo a essere dotata di sospensioni idropneumatiche a controllo elettronico[1].

Genesi e debutto

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Nella seconda metà degli anni 80 prese il via il progetto Y30 finalizzato alla realizzazione dell'erede della CX, berlina di punta della Casa francese in commercio ormai da 10 anni.
Mentre le specifiche tecniche furono decise sin dall'inizio prevedendo una base tecnica comune con l'altra futura ammiraglia del gruppo Peugeot-Citroën, la 605, sul lato stilistico si preferì lasciare ampia libertà di movimento agli stilisti.

Per lo sviluppo dello stile della futura ammiraglia vennero chiamati, oltre all'équipe del Centro Stile Citroën di Vélizy, anche altri tre esponenti del design automobilistico: lo Studio Innovazioni di Carrières-sous-Poissy, la carrozzeria Bertone di Grugliasco (TO) e Marcello Gandini, arrivando alla presentazione di diverse proposte.

In una prima fase di sviluppo del progetto vennero prese in considerazione due proposte: quella del Centro Stile Citroën, disegnata da Daniel Abramson, e quella di Bertone, scaturita dalla matita di Marc Deschamps, mentre le altre due vennero scartate.
Nel 1985, dai due disegni di Abramson e Deschamps vennero realizzati due modelli statici che sarebbero stati vagliati anche da Xavier Karcher, presidente della Casa francese già dal 1979. Questi scelse alla fine la proposta di Bertone, scartando quella del Centro Stile Citroën: la ragione di tale decisione stava nel fatto che il modellino di Abramson era stilisticamente troppo vicino alla CX, dalla quale Karcher voleva distaccarsi in maniera decisa preferendo un design assolutamente innovativo in grado di traghettare stilisticamente la Casa francese negli anni 90 ormai prossimi ad arrivare.

Dopo i primi collaudi alla galleria del vento, che diedero come responso un Cx di 0.28, si passò alla realizzazione vera e propria. Il primo prototipo venne approntato durante i primi mesi del 1987 a Vélizy (sempre su specifiche di Bertone). Alla fine dello stesso anno furono circa quaranta i prototipi marcianti da utilizzare per i test su strada.

Per quanto riguardava l'abitacolo, l'incarico fu assegnato a Bob Matthews, il cui progetto fu preferito ad altre tre proposte per la pulizia delle sue linee e per l'attenzione al comfort dei passeggeri posteriori, i quali potevano godere di ampi spazi e ampia visuale sia verso l'esterno che verso la parte anteriore della vettura.

Nel frattempo venne preparato il programma di industrializzazione del prodotto, programma volto alla preparazione delle linee di produzione, ordinandone i macchinari necessari e controllando che non vi fossero problemi o difetti nel funzionamento degli stessi. A tale proposito, come stabilimento di produzione fu scelto quello di Rennes, in Bretagna.
Nel giugno del 1988 venne realizzata una prima preserie di 22 esemplari, seguita da una seconda preserie di altri 42 esemplari, risalenti al mese di ottobre ed infine ad una terza preserie di 160 esemplari, approntata tra il dicembre 1988 ed il gennaio 1989. Scopo di tutti questi esemplari di preserie fu quello di essere impiegati per i test di resistenza e affidabilità su percorsi di circa 30 000 km.

La presentazione della XM è avvenuta all'Eurexpo di Lione il 23 maggio 1989, con un grande evento che ha visto la partecipazione di rappresentanti di 53 Paesi, con un pubblico di 15'000 persone che hanno potuto osservare da vicino 1'000 esemplari esposti della nuova ammiraglia Citroën.

Premio "Car of the Year 1990"

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La XM è stata eletta Car of the Year 1990. Il sito internet ufficiale dell'organizzazione riporta i motivi principali che hanno portato all'attribuzione del premio: "Con i punteggi più alti da una larga maggioranza della giuria, la XM è stata la vincitrice indiscussa del premio. Un'aerodinamica vivace è stata combinata in questo caso con un design eccezionale; le linee di provenienza Bertone hanno conferito eleganza e classe al profilo a 2 volumi. Una nuova evoluzione del tema idropneumatico, le sospensioni Hydractive con controllo completamente variabile della flessibilità e dell'ammortizzazione hanno conferito il massimo comfort di guida"[2].

Design esterno e abitacolo

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Lo stile della XM è una creazione della carrozzeria Bertone: si tratta di una grossa berlina di segmento E con carrozzeria a due volumi e caratterizzata da un coefficiente di penetrazione aerodinamica molto basso (Cx=0,28) che favorisce le prestazioni e contribuisce a ridurre i consumi. La particolarità della sua linea è l'assenza di curve, l'utilizzo di profili a spigolo soprattutto nella parte anteriore e una impostazione a due volumi con portellone posteriore, caratteristiche che la rendono più anticonformista rispetto ad altri modelli dello stesso periodo.

La vetratura fascia completamente la vettura, tanto che la XM possiede 12 vetri esterni.

Il frontale molto appuntito presenta gruppi ottici rettangolari e sottili che hanno caratterizzato il design di tutte le auto della Casa degli anni successivi. La fiancata presenta modanature orizzontali che vanno ad attraversare i due passaruota, impreziosendo così la fiancata stessa; una seconda linea di corda parte dalla fanaleria anteriore e segue le maniglie fino al portellone proseguendo sullo stesso come a cingere tutta la vettura. I passaruota posteriori, che non presentano più le classiche semicarenature caratteristiche delle precedenti Citroën dotate di sospensioni idropneumatiche, presentano un profilo rettilineo nella parte superiore dell'arco, che va a coprire parzialmente il pneumatico.

La coda è caratterizzata da grossi gruppi ottici orizzontali posizionati in basso, con indicatori di direzione posizionati nella parte alta e in continuità con una fascia orizzontale brunita che incorpora le luci di retromarcia.

Il cockpit di una XM (senza autoradio di serie)

All'interno la plancia ricorda un po' il tema della Renault 25 ma con una linea generale più semplice e pulita; il volante, rigorosamente monorazza come da tradizione, negli esemplari con autoradio di serie incorpora anche i relativi comandi. La strumentazione è costituita da un cruscotto di tipo tradizionale a tre elementi circolari (tachimetro, contagiri e uno strumento circolare contenente gli indicatori di temperatura acqua, livello olio motore e livello carburante).

Caratteristica notevole per l'epoca è la presenza di un computer di bordo che indica i consumi di carburante e l'autonomia residua e di un display LCD in grado di visualizzare messaggi di testo relativi ad anomalie o dimenticanze, come per esempio le portiere o il baule non perfettamente chiusi.

L'impianto di climatizzazione, a gestione elettronica (con interfaccia digitale a pulsanti sulle versioni di punta), prevede anche delle bocchette frontali per i passeggeri posteriori.

I sedili anteriori, dalla conformazione anatomica, consentono una posizione comoda e sono dotati di regolazione elettrica nelle versioni di punta; il divano posteriore è completamente abbattibile, anche in modalità frazionata 2/3; il tunnel centrale, molto pronunciato, ospita il bracciolo e alcuni comandi tra cui quelli per la gestione delle sospensioni, oltre che la leva cambio.

Le versioni di punta non lesinavano quanto a prestigio, poiché presentano inserti in radica e rivestimenti in cuoio. Un altro aspetto che la XM è riuscita a migliorare rispetto alla CX è l'abitabilità interna, ampliata anche attraverso l'adozione di un passo più ampio nonché attraverso l'aumento dell'altezza interna.

Il bagagliaio è ampio e di forma regolare, con chiusura a filo con il paraurti e con un grande portellone che permette un agevole stivaggio dei bagagli. Inoltre, è presente un divisorio in vetro tra bagagliaio e abitacolo, che isola i passeggeri dall'ambiente esterno quando è necessario aprire il portellone.

La XM mantiene tutte le caratteristiche tipiche delle grandi ammiraglie francesi, ovvero qualità stradali e comfort rilevanti ancor oggi.

Sospensione Idrattiva

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Novità tecnica mondiale, la sospensione Hydractive (Idrattiva in Italia) introdotta con la XM è un'evoluzione del sistema di sospensioni idropneumatiche utilizzato fino a quel momento sulle Citroën di gamma media e alta.
Questo sistema introduce un più alto livello di performance attraverso l'ausilio di un calcolatore elettronico che ne governa il funzionamento, regolando in modo automatico l'elasticità e il livello di smorzamento delle sospensioni, adattandole alle condizioni di guida e di assetto della vettura.
Le sospensioni a controllo elettronico della XM permettono quindi di godere di un assetto confortevole durante la guida normale, garantendo un adeguato livello di sicurezza anche durante una guida sportiva o nel caso di manovre improvvise che richiedono un assetto rigido.

Il calcolatore che sovrintende al funzionamento del sistema fa uso di sensori posizionati in diversi punti chiave dell'autovettura che inviano alla centralina informazioni sulle condizioni di guida e di assetto della vettura, permettendo al sistema di prevedere in anticipo una condizione di guida che richiede parametri di elasticità e smorzamento più stringenti e, quindi, di intervenire in modo tempestivo.
Il tempo in cui la sospensione modifica automaticamente i propri parametri di elasticità e smorzamento è di 5 centesimi di secondo, il che permette di ottenere un corretto ed equilibrato assetto di guida senza che l'intervento venga percepito dal guidatore. Grazie a questa caratteristica la XM segna un punto di riferimento nello sviluppo e nell'evoluzione del concetto di sospensioni.

Il sistema Idrattiva negli esemplari del primo periodo di produzione ha incontrato alcuni problemi di affidabilità, principalmente per alcuni guasti causati dalla scarsa qualità dei connettori elettrici, il che comportava un irrigidimento delle sospensioni con riduzione del livello di comfort per i passeggeri.
Nel corso degli anni il sistema è stato sottoposto a diversi aggiornamenti e miglioramenti.

Hydractive II è una versione aggiornata della sospensione Idrattiva, introdotta da Citroën negli esemplari prodotti a partire dal febbraio 1993 per migliorare il livello di affidabilità e la funzionalità complessiva del sistema.

Caratteristiche tecniche

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La XM è stata progettata su un pianale completamente nuovo, adottato con alcune variazioni anche dall'altra ammiraglia del Gruppo PSA, la Peugeot 605. Tuttavia è nella XM che tale pianale annovera caratteristiche tecniche più interessanti, cioè il sistema di sospensioni idropneumatiche (a controllo elettronico nelle versioni di punta).

La scocca della XM è interamente in acciaio, con zone studiate per l'assorbimento degli urti. Inizialmente, quando ancora in fase di progetto, era stata approntata una struttura tubolare, poi accantonata per i più alti costi che avrebbe comportato.[senza fonte]
Realizzata avvalendosi del metodo degli elementi finiti e della progettazione assistita mediante CAD, la scocca della XM vanta una rigidezza torsionale pari a 1.3 millirad su 1000 Nm di momento torcente applicato[senza fonte].
La scocca è stata sottoposta a un rigoroso trattamento antiruggine, utilizzando svariate tecniche, dalla galvanizzazione all'elettrozincatura, al bagno in fosfato di zinco. Fanno eccezione i paraurti, la calandra e l'eventuale spoiler, realizzati in plastica.

Sospensioni, sterzo e freni

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La XM è dotata di un complesso impianto idraulico che gestisce simultaneamente le sospensioni, l'idroguida e i freni. La pressione è generata da una pompa azionata dal motore attraverso una chinghia.

Su tutte le versioni sono presenti sospensioni idropneumatiche autolivellanti in grado di mantenere costante l'altezza da terra della vettura indipendentemente dal carico.
In luogo di molle e ammortizzatori sono presenti un cilindro idraulico per ogni ruota, ognuno collegato a una sfera idropneumatica che svolge contemporaneamente le funzioni di molla e di ammortizzatore.
Sul tunnel centrale nell'abitacolo è presente un cursore a 4 posizioni con il quale il guidatore, in caso di particolari e specifiche esigenze, può regolare l'altezza della vettura in 3 posizioni diverse oltre a quella di marcia.
Con il restyling del luglio 1994, prima per alcune motorizzazioni e successivamente anche per le restanti, è stato introdotto il sistema SC-MAC che mantiene la vettura in altezza di marcia anche per diversi giorni dopo aver arrestato il motore e adotta una nuova pompa idraulica denominata "6+2" con la quale è stato separato il circuito di alta pressione dell'idroguida da quello delle sospensioni e dei freni.
Per quanto riguarda le geometrie adottate è presente all'avantreno uno schema MacPherson e al retrotreno uno schema a bracci longitudinali trainanti, con barra antirollio sia all'avantreno che al retrotreno. La particolare geometria delle sospensioni posteriori conferisce una notevole riduzione del beccheggio in frenata limitando l'innalzamento della parte posteriore della vettura.
Le versioni di punta montano la sospensione idropneumatica a controllo elettronico Hydractive.

Un difetto noto relativo alle sospensioni della XM riguarda i supporti dei cilindri idraulici anteriori, soggetti a rotture improvvise che possono provocare la fuoriuscita degli steli dal cofano motore. Per tale motivo su questo modello viene presa in considerazione la riparazione preventiva degli stessi dopo un certo numero di anni o quando iniziano a presentare visivamente segni di cedimento.

I freni sono a disco sulle quattro ruote e quelli anteriori autoventilanti.
L'impianto frenante non prevede la classica pompa azionata dal pedale, quest'ultimo agisce su un dosatore di pressione collegato all'impianto idraulico della vettura, permettendo di effettuare anche le frenate più impegnative senza alcuno sforzo da parte del conducente.
Per quanto riguarda la pressione inviata ai freni posteriori l'impianto non adotta alcun correttore di frenata in quanto utilizza la pressione idraulica delle sospensioni posteriori, quindi applica una forza frenante direttamente proporzionale al carico sull'asse posteriore.

Lo sterzo è a pignone e cremagliera con servoassistenza idraulica e utilizza la pressione dell'olio fornita dall'impianto idraulico della vettura.
Su alcune versioni è presente una servoassistenza variabile in funzione della velocità, denominata DIRAVI, con funzione di ritorno automatico del volante in posizione centrale.

Motori e trasmissioni

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Il vano motore di una XM 2.0i del 1990: si notino le sfere anteriori della sospensione idropneumatica

L'architettura meccanica della XM prevede il motore anteriore in posizione trasversale e la trazione anteriore. Al suo debutto, la XM era prevista in cinque varianti motoristiche:

  • XM 2.0: equipaggiata con un motore XU10 da 1998 cm³ alimentato a carburatore ed in grado di erogare fino a 114 CV di potenza massima;
  • XM 2.0 cat.: variante catalizzata della prima, con motore quasi identico, ma dalla potenza ridotta a 107 CV;
  • XM 2.0i: equipaggiata con un motore XU10, sempre da 1998 cm³, ma in questo caso alimentato ad iniezione elettronica, e con potenza massima di 128 CV;
  • XM 2.0i cat.: variante catalizzata della versione precedente, con potenza ridotta a 121 CV;
  • XM 3.0 V6: variante di punta equipaggiata con il V6 PRV da 2975 cm³ alimentato ad iniezione elettronica, già provvisto di catalizzatore ed in grado di erogare fino a 167 CV di potenza massima.

La XM era fornita con cambio manuale a 5 marce, ma a richiesta era possibile avere un cambio automatico a 4 rapporti. Si tratta dello stesso cambio utilizzato anche da altre vetture concorrenti come la Saab 9000, la Fiat Croma, la Lancia Thema e l'Alfa 164.

Una XM Break

La commercializzazione della XM è avvenuta inizialmente solo in Francia e in pochi altri Paesi europei: le vendite in Italia sono cominciate solo a partire dal mese di novembre. Gli allestimenti disponibili al momento del lancio sono due: normale e Pack, quest'ultimo comprendente nella dotazione supplementare i cerchi in lega, l'ABS e gli interni in cuoio.
Nel 1990 la gamma si è ampliata con l'arrivo della nuova XM V6 24v, il cui motore 3 litri V6 PRV con distribuzione bialbero riesce a erogare 200 CV di potenza massima grazie alle 4 valvole per cilindro. Nel mese di ottobre sono state introdotte le versioni a gasolio, con l'inconsueta distribuzione a 3 valvole per cilindro: da una parte la XM 2.1 D, equipaggiata con un motore XUD11 da 2138 cm³, della potenza di soli 83 CV poiché si tratta di un diesel aspirato; dall'altra, la XM 2.1 TD, il cui motore da 2088 cm³ è invece sovralimentato mediante turbocompressore ed eroga quindi una potenza massima di 110 CV.
Alla fine del 1989, per la bontà globale del progetto, la XM viene eletta Auto dell'anno per il 1990.
Nel 1991, al Salone di Francoforte, è stata presentata anche la XM Break, ossia la versione station wagon, che grazie ai suoi quasi 5 metri di lunghezza era la più grande tra le familiari in produzione in quel periodo. Le motorizzazioni previste per la grossa giardinetta sono le stesse della berlina, con l'eccezione del 2.0 a carburatore.
Durante i primi due anni di produzione e nonostante il suo prezzo di partenza fosse ben più alto della sua progenitrice la XM ha ottenuto buoni risultati in termini di vendite, con oltre 130.000 esemplari venduti, ma presto il trend si è invertito bruscamente a causa del manifestarsi di precoci e gravi difetti che, evidenziati dalla stampa automobilistica, gettarono molte ombre sull'immagine del modello.
Nel 1992 un consistente aggiornamento alla gamma ha portato all'eliminazione dei modelli a benzina sprovvisti di marmitta catalitica, mentre le versioni a gasolio sono state dotate di valvola EGR. Le versioni con motore 2 litri sono sostituite da un unico modello, la XM Turbo CT, equipaggiata con un 2 litri sovralimentato con turbocompressore a bassa pressione. Tale motore, dotato di gestione elettronica della pressione di sovralimentazione, eroga una potenza massima di 141 CV. Il volante monorazza, simbolo della produzione Citroën da oltre quarant'anni, viene sostituito da un modello birazza orizzontale. Gli allestimenti previsti sono cinque: Detente, Sensation, Ambiance, Ambiance Vip ed Exclusive.

Una XM dopo il restyling del 1994

Il restyling del luglio 1994 vede il codice modello cambiare da Y3 a Y4 e porta alcuni aggiornamenti tecnici ed estetici. Nel frontale il logo della Casa venne spostato al centro della mascherina, la scritta non è più in stampatello ma in corsivo (con la M diventata minuscola, cioè il monogramma diviene "Xm"), i paraurti presentano una forma più pronunciata e in coda viene montato uno spoiler a filo della carrozzeria in luogo del precedente spoiler alto. Internamente, compare un cruscotto completamente nuovo, somigliante a quello della Xantia e viene abbandonato il volante a due razze sostituito da un comando a 4 razze dotato di airbag.
Il restyling fu anche l'occasione per eliminare molti dei numerosi difetti: si parla allora di XM "phase 2". Inizialmente infatti l'auto, così come la Peugeot 605 con la quale condivide tutta la componentistica, fu realizzata facendo economia su alcuni componenti critici: è per esempio il caso di molti connettori elettrici che, dopo poco tempo, tendevano a ossidarsi mandando in avaria i sistemi elettronici della vettura, compreso quello che gestiva le sospensioni Idrattiva.

Per quanto riguarda la gamma si ha l'introduzione della Xm 2.0 16v, spinta da un 2 litri bialbero della potenza di 132 CV, il motore 2.1 aspirato viene tolto dal listino e viene introdotta la Xm 2.5 TD, equipaggiata da un motore da 2.446 cm³ con potenza massima di 129 CV. Inoltre, il motore bialbero da 3 litri viene sottoposto a piccoli aggiornamenti tecnici che portano la cilindrata a 2963 cm³. Aggiornamenti tecnici riguardano anche il motore 2.0 Turbo che vede un incremento di potenza, da 141 a 147 CV. I livelli di allestimento disponibili sono tre: SX, VSX ed Exclusive.
Nel 1997 la versione con motore V6 vede l'arrivo di un nuovo propulsore, non più appartenente alla famiglia PRV, ma alla famiglia ES, un'unità da 2946 cm³ in grado di erogare fino a 190 CV di potenza massima.
L'uscita di produzione della XM viene decretata nel novembre del 2000, dopo aver totalizzato poco più di 330 000 esemplari in undici anni. Nel gennaio del 2001 viene messa in commercio la C5 che, ponendosi per dimensioni tra la Xm e la Xantia, non va ricoprire appieno il ruolo di ammiraglia della Casa francese. Di fatto, la fine della Xm ha lasciato la Casa francese completamente priva di una vettura nel segmento ammiraglie per quasi 5 anni: nell'autunno del 2005 vi è infatti il lancio della sua erede diretta, la Citroën C6.

Sebbene la vettura viene spesso associata ai problemi di affidabilità incontrati durante la sua vita commerciale, oggi, grazie al design originale e alle innovazioni tecniche che ha portato nel settore automobilistico, la XM è oggetto delle attenzioni di molti appassionati e collezionisti di vetture storiche.

Riepilogo caratteristiche

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Di seguito vengono riepilogate le caratteristiche delle varie versioni costituenti la gamma XM. I prezzi riportati sono in migliaia di lire e si riferiscono al livello di allestimento più economico ed al momento del debutto nel mercato italiano (che può differire da quello previsto per il mercato francese):

Modello Carrozzeria Motore Cilindrata
cm³
Alimentazione Potenza
CV/rpm
Coppia
Nm/rpm
Massa a vuoto
(kg)
Velocità
max
Acceler.
0–100 km/h
Consumo
(l/100 km)
Anni di
produzione
Prezzo al debutto
(lire x 1000)
Versioni a benzina
XM 2.01 berlina XU10 2C 1998 Carburatore 115/5800 168/2250 1.280 193 12"2 8.3 1989-92 -
XM 2.0 cat.1 107/5600 164/2250 1.310 190 12"4 9.3 1989-92 -
XM 2.0i berlina XU10M Iniezione
elettronica
128/5600 175/4800 1.310 205 11"5 8.6 1989-92 32.817
Break1 1.380 196 12"9 8.9 1991-92 -
XM 2.0i cat. berlina XU10 J2C 121/5600 170/4000 1.310 201 11"9 9.7 1989-92 34.374
Break 1.380 192 13"3 9.6 1991-92 41.529
XM 2.0 16v berlina XU10 J4R 132/5500 180/4200 1.395 205 10"8 8.7 1994-2000 45.500
Break1 1.467 198 11"8 8.8 1994-2000 -
XM 2.0 Turbo CT berlina XU10 J2TE Iniezione
elettronica +
turbocompressore
141/6200 225/2200 1.400 212 9"8 9.6 1992-94 38.900
147/5300 235/2500 1.415 215 9"3 9.6 1994-99 48.900
Break 141/6200 225/2200 1.500 202 11" 9.7 1992-94 38.900
147/5300 235/2500 1.482 204 10"5 9.7 1994-99 51.400
XM 3.0 V6 berlina ZPJ 2975 Iniezione
elettronica
167/5600 235/4600 1.420 222 9"7 10.8 1989-97 50.872
Break 1.505 217 10"9 11 1991-97² 64.617
XM 3.0 V6 24v berlina ZPJ4 2975 200/6000 260/3600 1.475 235 8"6 11.4 1989-94 65.000
2963 1.490 1994-96 75.600
berlina ES9J4 2946 190/5500 267/4000 1.550 233 8"4 10.9 1997-2000 74.821
Break1 1.655 225 8"8 1997-99 -
Versioni a gasolio
XM 2.1 D1 berlina XUD11A 2138 Diesel aspirato
iniezione indiretta
82/4600 145/2000 1.305 176 17"6 6.6 1989-94 -
Break 1.380 168 19" 6.7 1991-94 -
XM 2.1 TurboD berlina XUD11 ATE 2088 Turbodiesel
iniezione indiretta
109/4300 245/2000 1.380 192 12"4 6.6 1989-99 34.900
Break 1.455 184 14"2 6.5 1991-99 43.101
XM 2.5 TurboD berlina DK5ATE/L 2446 129/4300 285/2000 1.585 201 12"1 7 1994-2000 53.500
Break 1.639 192 13"1 7.1 1994-99 56.000
Note:
1Non prevista per il mercato italiano
²Nel mercato italiano a partire dal dicembre 1992
  1. ^ CITROËN XM, LA GENESI DELLA GRANDE STRADISTA DEGLI ANNI ‘90, su media.stellantis.com. URL consultato il 24 aprile 2024.
  2. ^ CITROËN XM - CAR OF THE YEAR 1990, su caroftheyear.org. URL consultato il 13 novembre 2024.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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