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Derivata simmetrica

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Nella matematica, la derivata simmetrica è un'operazione che generalizza l'usuale derivata. È definita come:

[1][2]

L'espressione all'interno del limite viene spesso chiamata rapporto incrementale simmetrico.[3][4] Una funzione si dice simmetricamente derivabile nel punto se la sua derivata simmetrica esiste in quel punto.

Se una funzione è derivabile (nel senso usuale) in un punto, allora è anche simmetricamente derivabile, ma l'inverso non è sempre vero. Un noto controesempio è la funzione valore assoluto , che non è derivabile in ma lo è simmetricamente con derivata simmetrica uguale a . Per le funzioni derivabili, il rapporto incrementale simmetrico fornisce una migliore approssimazione numerica della derivata rispetto a quello usuale.[3]

La derivata simmetrica in un punto è uguale alla media aritmetica della derivata destra e sinistra in quel punto, se quest'ultime esistono finite.[1][5]

Per quanto riguarda la derivata simmetrica, non valgono né il teorema di Rolle né il teorema di Lagrange, tuttavia esistono degli enunciati simili più deboli.

La funzione modulo

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Grafico della funzione modulo. Da notare il punto angoloso in , che comporta la non derivabilità della curva in quel punto. La derivata simmetrica della funzione, tuttavia, esiste anche in .

Per la funzione modulo, , si ha in

dove si ha = poiché . Perciò, si osserva che esiste la derivata simmetrica in e è uguale a zero, sebbene la derivata usuale non esista in tale punto a causa di un punto angoloso. Come conseguenza, la funzione derivata simmetrica di coincide con la funzione segno . Da notare che in questo esempio sia la derivata sinistra che destra esistono, ma sono tra loro diverse (la prima è e l'altra è ); la loro media è , come ci si aspettava. la funzione derivata simmetrica della

Grafico di . Da notare che la funzione ha una discontinuità essenziale in , quindi non esiste la sua derivata. Tuttavia, la derivata simmetrica della funzione esiste in .

Per la funzione , si ha in

dove di nuovo . Anche per questa funzione la sua derivata simmetrica esiste in , mentre non esiste la sua derivata ordinaria a causa della discontinuità essenziale in tale punto.

La funzione di Dirichlet

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La funzione di Dirichlet, definita come

ha derivata simmetrica , mentre non esiste. Perciò la derivata simmetrica esiste nei numeri razionali e non nei numeri irrazionali.

Regolarità della derivata simmetrica

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Ogni funzione derivabile in è ivi anche simmetricamente derivabile e il valore della derivata simmetrica coincide con il valore della derivata. Formalmente, se la funzione è derivabile in , allora esiste finita la derivata simmetrica in ed è uguale a . Più in generale, se la funzione ammette derivata destra e sinistra entrambe finite in , allora esiste finita la derivata simmetrica in ed è uguale a , cioè la media aritmetica dei valori della derivata destra e sinistra nel punto.

Dimostrazione

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La derivata simmetrica in è definita come

Sommando e sottraendo al numeratore si ottiene

Il primo addendo tende a mentre il secondo a . Pertanto, poiché i limiti sono finiti per ipotesi, la derivata simmetrica esiste finita e dalla somma dei limiti si ha

In particolare, se la funzione è derivabile, allora e perciò

Quasi-teorema del valor medio

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La derivata simmetrica non obbedisce al teorema del valor medio di Lagrange. Come controesempio, la derivata simmetrica di ha come immagine l'insieme , ma le secanti di hanno un intervallo maggiore di pendenze; per esempio, sull'intervallo , il teorema di Lagrange affermerebbe che esiste un punto nell'intervallo in cui la derivata simmetrica vale .[6]

Un teorema in qualche modo analogo al teorema di Rolle per le derivate simmetriche venne stabilito nel 1967 da C.E. Aull, che gli diede il nome di "quasi-teorema di Rolle". L'enunciato afferma che, se la funzione è continua nell'intervallo chiuso , derivabile simmetricamente nell'intervallo aperto e , allora esistono due punti tali che e . Un lemma di Aull utilizzato come primo passo verso il teorema afferma che se è continua nell'intervallo chiuso , derivabile simmetricamente in e inoltre , allora esiste un punto dove la derivata simmetrica è non negativa, cioè . In modo analogo, se , allora esiste un punto dove .[6]

Il quasi-teorema del valor intermedio per una funzione simmetricamente derivabile afferma che se è continua nell'intervallo chiuso e derivabile simmetricamente in , allora esistono tali che

.[6][7]

Come applicazione, il quasi-teorema del valor medio applicato a in un intervallo contenente asserisce che ogni secante di ha pendenza compresa fra e

Se la derivata simmetrica di possiede la proprietà di Darboux, allora vale la forma normale del teorema di Lagrange, cioè esiste appartenente a tale che:

.[6]

Come conseguenza, se la funzione è continua e anche la sua derivata simmetrica è continua (e perciò ha la proprietà di Darboux), allora la funzione è derivabile nel senso usuale.[6]

Generalizzazioni

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Il concetto si può generalizzare anche alle derivate di ordine superiore e agli spazi euclidei n-dimensionali.

La derivata seconda simmetrica

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La derivata seconda simmetrica è definita come

[2][8]

Se la derivata seconda usuale esiste, allora anche quella simmetrica esiste e le due coincidono.[8] Tuttavia la derivata seconda simmetrica può esistere anche dove la funzione non è derivabile due volte. Come esempio, si consideri la funzione segno che è definita da

La funzione segno non è continua in zero e pertanto la derivata seconda in non esiste, al contrario della derivata seconda simmetrica:

  1. ^ a b Peter R. Mercer, More Calculus of a Single Variable, Springer, 2014, p. 173, ISBN 978-1-4939-1926-0.
  2. ^ a b Thomson, p. 1
  3. ^ a b Peter D. Lax e Maria Shea Terrell, Calculus With Applications, Springer, 2013, p. 213, ISBN 978-1-4614-7946-8.
  4. ^ Shirley O. Hockett e David Bock, Barron's how to Prepare for the AP Calculus, Barron's Educational Series, 2005, p. 53, ISBN 978-0-7641-2382-5.
  5. ^ Thomson, p. 6
  6. ^ a b c d e Prasanna Sahoo e Thomas Riedel, Mean Value Theorems and Functional Equations, World Scientific, 1998, pp. 188–192, ISBN 978-981-02-3544-4.
  7. ^ Thomson, p. 7
  8. ^ a b A. Zygmund, Trigonometric Series, Cambridge University Press, 2002, pp. 22-23, ISBN 978-0-521-89053-3.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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