Francesco Morosini (incrociatore ausiliario)
Francesco Morosini poi Zeus | |
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La nave in una cartolina dell’Adriatica | |
Descrizione generale | |
Tipo | motonave passeggeri (1928-1940) incrociatore ausiliario (1941-1943) posamine (1944) |
Proprietà | Costiera di Fiume (1928-1932) Compagnia Adriatica di Navigazione (1932-1937) Adriatica S. A. di Navigazione (1937-1943) requisito dalla Regia Marina nel 1940-1943 Kriegsmarine (1943-1944) |
Identificazione | D 12 (come incrociatore ausiliario) |
Cantiere | Stabilimento Tecnico Triestino, Trieste |
Impostazione | 1927 |
Varo | 1928 |
Entrata in servizio | 3 ottobre 1928 (come nave mercantile) 26 giugno 1940 (come unità militare) |
Destino finale | catturato dalle truppe tedesche il 9 settembre 1943 ed incorporato nella Kriegsmarine come Zeus, autoaffondato od affondato da bombardamento aereo nell’ottobre 1944, recuperato e demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 1500 t |
Stazza lorda | 2423 tsl |
Lunghezza | 84,0 m (altra fonte 67 m od 89 m) m |
Larghezza | 12,6-12,7 (altra fonte 10,5 m fuori ossatura) m |
Altezza | 7 m |
Propulsione | 2 motori diesel FIAT potenza complessiva 2100 HP 2 eliche |
Velocità | 15-17 nodi |
Capacità di carico | 1080 t |
Equipaggio | 90 tra ufficiali, sottufficiali e marinai |
Passeggeri | 155 |
Armamento | |
Artiglieria | 2 cannoni da 120/45 mm 2 mitragliere da 20/65 mm |
dati presi da Giornale nautico parte prima, Navypedia, Ramius-Militaria, Warships 1900-1950, Marina Militare e Navi mercantili perdute | |
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Il Francesco Morosini è stato un incrociatore ausiliario della Regia Marina, già motonave passeggeri italiana, successivamente utilizzato come posamine dalla Kriegsmarine con il nome di Zeus.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costruita nello Stabilimento Tecnico Triestino per la Società Costiera di Fiume ed ultimata nell'ottobre 1928[1]), l'unità era originariamente una motonave passeggeri da 2423 (o 2433[2]) tonnellate di stazza lorda e 1061 tonnellate di stazza netta[2][3]. Una singola stiva della capienza di 484 metri cubi permetteva una portata lorda di 1080 tonnellate, mentre nelle cabine potevano trovare posto in tutto 155 passeggeri[2]. Due motori Diesel FIAT della potenza di 2100 HP, consumando 12 tonnellate di carburante al giorno, azionavano due eliche, permettendo una velocità di 15-17 nodi[2][1] (per altre fonti 14).
Iscritta con matricola 223 al Compartimento marittimo di Venezia[3], la nave apparteneva alla Società Costiera di Fiume, poi confluita, il 4 aprile 1932, nella Compagnia Adriatica di Navigazione[4], che il 1º gennaio 1937 cambiò nome in Adriatica Società Anonima di Navigazione, con sede a Venezia[5].
Utilizzata sulle linee 41 A e 41 B Venezia-Trieste-Zara-Gravosa, nel 1939 la Morosini venne trasferita sulla linea 42, che univa l'Italia all'Albania[2]. In sosta a Venezia dal 12 al 25 giugno 1940[2], poco dopo l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale, la motonave venne sottoposta a lavori di trasformazione e requisita dalla Regia Marina a Venezia il 26 giugno 1940, iscritta in pari data nel ruolo del Naviglio ausiliario dello Stato con matricola D 12, classificata come incrociatore ausiliario[3][2]. Armata con due cannoni da 120/45 mm ed altrettante mitragliere da 20/65 mm[6][1], l'unità venne adibita a compiti di scorta convogli[3].
Tra il 19 luglio ed il 4 settembre 1943, mentre si faceva sempre più probabile uno sbarco angloamericano sulle coste italiane, il Morosini, insieme all'incrociatore ausiliario Barletta e agli incrociatori leggeri Luigi Cadona e Scipione Africano, partecipò alla posa di 11 campi minati, per un totale di 1591 mine, nel Golfo di Taranto[7].
Alla proclamazione dell'armistizio il Morosini si trovava al Pireo[8][9]. L'incrociatore ausiliario e le altre navi italiane presenti (cacciatorpediniere Crispi e Turbine e torpediniere Calatafimi e San Martino), come d'uso, erano ormeggiate in punti diversi del porto, per ridurre i danni in caso di attacco aereo[8]. Le navi vennero lasciate sostanzialmente senza ordini, mentre nelle ore successive all'annuncio il posamine tedesco Drache posò un campo minato fuori del porto, e le batterie costiere tedesche si preparavano a fare fuoco se qualche nave italiana avesse cercato di partire[8]. Il 9 settembre 1943 il Morosini, al pari delle altre navi italiane presenti al Pireo, venne quindi catturato dalle truppe tedesche[2][3].
L'equipaggio, sbarcato il giorno stesso, venne deportato nei campi di prigionia in Germania, tra cui quello di Laura, distaccamento di Buchenwald, dove gli uomini del Morosini giunsero il 16 ottobre 1943 e rimasero sino alla liberazione nel 1945[2]. In tale periodo si registrarono delle vittime a causa delle pessime condizioni del campo, i cui internati dovevano lavorare continuamente e con ogni condizione meteorologica, del clima rigido e della mancanza di assistenza medica[2][10].
Il Morosini, incorporato nella Kriegsmarine, entrò in servizio per tale forza armata il 18 settembre 1943, con il nuovo nome di Zeus[11]. Sotto bandiera tedesca lo Zeus venne utilizzato come posamine[11] a partire dal 1944[12], venendo tuttavia impiegato anche per i collegamenti tra le isole della Grecia[2].
Alle 10.33 del 2 ottobre 1944 il posamine, in navigazione circa 6 miglia a sud/sudest di Capo Cassandra insieme alla torpediniera TA 37 (già italiana Gladio), venne infruttuosamente attaccato con il lancio di tre siluri dal sommergibile HMS Unswerving[13].
Nella notte tra il 6 ed il 7 ottobre 1944 lo Zeus, in navigazione nel Golfo di Salonicco con a bordo 1125 militari tedeschi che stava evacuando dal Pireo e scortato dalla torpediniera TA 37, dal cacciasommergibili UJ 2012 e dal piccolo avviso GK 32, venne attaccato, tra mezzanotte e l'una del 7 ottobre, poco dopo aver oltrepassato l'imbocco del golfo, dai cacciatorpediniere britannici Termagant e Tuscan: il posamine fu l'unica unità a sottrarsi alla distruzione, mentre le altre tre navi vennero affondate dal violento fuoco d'artiglieria dei cacciatorpediniere inglesi[14][11].
Secondo alcune fonti, nella terza decade dell'ottobre 1944 (a seconda delle fonti il 21[11], il 28[2] od il 30 ottobre[3]) lo Zeus venne autoaffondato a Salonicco, onde ostruire quel porto[11][3][2]. Altre fonti danno invece la nave come affondata nella baia di Salonicco, il 30 ottobre 1944, da bombe sganciate da aerei britannici[12][15][16].
Recuperato nel 1952[17], il relitto della Morosini venne avviato alla demolizione. Nel 1948 fu varata una omonima motonave passeggeri, utilizzata per le rotte del centro America[18].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m Franco Prevato: GIORNALE NAUTICO PARTE PRIMA, su prevato.it. URL consultato il 27 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2010).
- ^ http://www.gelsorosso.it/copertine%20gelso/schede%20volumi/selezione%20adriatica.pdf[collegamento interrotto]
- ^ :: Museo della Cantieristica ::, su archeologiaindustriale.it. URL consultato il 27 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2015).
- ^ Incrociatori Ausiliari della Regia Marina
- ^ Seekrieg 1943, Juli
- ^ altra fonte (http://www.prevato.it/giornalenautico/58.php Archiviato il 6 aprile 2010 in Internet Archive.) parla della “baia di Peramo”.
- ^ il fuochista Vittorio Vianello, infatti, ammalatosi di broncopolmonite il 20 ottobre 1944, morì per la mancanza di cure e medicinali otto giorni dopo.
- ^ a b c d e Enrico Cernuschi, La Marina tedesca nel Mediterraneo, 1941-1945 – Parte III, su Storia Militare n. 208 – gennaio 2011
- ^ a b German Zeus - Warships 1900-1950[collegamento interrotto]
- ^ Historisches Marinearchiv - ASA
- ^ [2]
- ^ Copia archiviata, su naviearmatori.net. URL consultato il 5 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2010).
- ^ Seekrieg 1944, Oktober
- ^ http://www.naviearmatori.net/gallery/viewimage.php?id=104816[collegamento interrotto]
- ^ Copia archiviata, su archeologiaindustriale.it. URL consultato il 15 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 maggio 2016).