Università degli Studi Internazionali di Roma
Università degli Studi Internazionali di Roma | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Roma |
Dati generali | |
Motto | In corde sapientiae |
Fondazione | 1996 |
Tipo | università privata |
Facoltà |
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Rettore | Mariagrazia Russo |
Studenti | 1 306 (2018) |
Dipendenti | 229 (2018) |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
L'Università degli Studi Internazionali di Roma (o UNINT) è un istituto privato di istruzione universitaria fondato a Roma nel 1996 dall'Istituto di studi politici "S. Pio V"[1] con il nome di Libera Università degli Studi San Pio V, successivamente modificato nel 2010 in Libera Università degli Studi Per l'Innovazione e le Organizzazioni, o LUSPIO[1]. La denominazione attuale è del marzo 2013[1] e la gestione dell'ateneo è dal 2011 in capo alla Fondazione per la Ricerca sulla Migrazione e Integrazione delle Tecnologie (FORMIT)[1].
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]L'ente è organizzato nelle tre seguenti facoltà[2]:
- Economia
- Interpretariato e traduzione
- Scienze della politica e delle dinamiche psico-sociali
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2006 la LUSPIO fu oggetto di inchiesta giornalistica da parte del settimanale televisivo Report in ragione della relativa facilità con cui, a detta degli autori del reportage, si poteva accedere al titolo di laurea anche tramite le convenzioni di università come la LUSPIO con ministeri ed enti pubblici, che permettono di avere un percorso universitario più breve e grazie alle quali si possono convalidare esami con minor controllo rispetto alle università pubbliche[3][4], nonché al finanziamento annuo di a 1 500 000 euro, pari a circa 10 volte quello conferito ad analoghe fondazioni[5], tributato all'istituto che fino al 2011 gestiva l'Università. L'inchiesta ministeriale che nel 2007 ne seguì aveva a oggetto la LUSPIO e altre università guidate da fondazioni riconducibili ad ambienti cattolici[6].
A seguito dell'indagine l'allora ministro dell'istruzione Fabio Mussi decretò la cessazione delle convenzioni con gli istituti universitari sotto ispezione, che provocò un crollo verticale del numero di studenti iscritti in convenzione all'ateneo (nel 2006 erano 1 600, il 90% degli iscritti totali, a fronte dei complessivi 1 432 del 2016)[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d La storia, su unint.eu, UNINT. URL consultato il 27 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2016).
- ^ Statuto in vigore dal 6 aprile 2019 (PDF), su unint.eu, 10 aprile 2019. URL consultato il 1º giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2021).
- ^ Giovanna Boursier, Regalo di laurea, in Report, RAI - Radiotelevisione italiana, 28 maggio 2006. URL consultato il 27 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2013).
- ^ Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, Le mille stravaganze degli atenei privati, in Corriere della Sera, 29 dicembre 2006. URL consultato il 27 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2016).
- ^ Simona Casalini, Negli atenei fortezza dei teocon, in la Repubblica, 24 maggio 2007. URL consultato il 27 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
- ^ Anna Maria Liguori, Lauree facili, ora scatta l'inchiesta, in la Repubblica, 5 settembre 2007. URL consultato il 27 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2016).
- ^ Sandro Magister, San Pio chiama Sant'Egidio, in L'Espresso, 12 giugno 2008. URL consultato il 27 maggio 2016.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN) Sito ufficiale, su unint.eu.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 303835911 · ISNI (EN) 0000 0004 4675 9565 · LCCN (EN) no2013054571 |
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