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Morbakka virulenta

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Morbakka virulenta
M. virulenta
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumCnidaria
ClasseCubozoa
OrdineCubomedusae
FamigliaCarukiidae
GenereMorbakka
SpecieM. virulenta
Nomenclatura binomiale
Morbakka virulenta
Kishinouye, 1910
Sinonimi

Tamoya virulenta Kishinouye, 1910

Nomi comuni

hikurage (ヒクラゲ)

Tamoya virulenta, Kishinouye (1910).
Tamoya virulenta, Kishinouye (1910).

La Morbakka virulenta Kishinouye, 1910 è una cubomedusa della famiglia Carukiidae. La M. virulenta è anche conosciuta in Giappone col nome di hikurage (ヒクラゲ? medusa infuocata).

La M. virulenta ha un'esombrella a forma cubica, alta circa il doppio della larghezza e leggermente appiattita in cima. L'esemplare più grande rinvenuto misurava 250 mm di lungo per 200 mm di largo e con i tentacoli che si estendevano fino a 3 m dalla campana[1]. L'esombrella è costellata da piccole nematocisti. I quattro tentacoli sono spessi e lunghi e nascono da pedalia (prolungamenti muscolosi dell'ombrella) piegati. Di conseguenza anche il canale cieco che passa attraverso ogni pedalium è ripiegato. La puntura della M. virulenta è molto dolorosa, tant'è che -scrive Kishinouye Kamakichi nella sua descrizione originale- la medusa è molto temuta dai pescatori nipponici[2].

Ogni ropalio a forma di pera, l'organo sensoriale, è dotato di quattro occhi, di cui due ben sviluppati e provvisti di lenti, oltre ad una statociste, l'organo usato dalla medusa per identificare la posizione del proprio corpo nello spazio.

Le gonadi, gli organi riproduttivi, hanno forma allargata "a foglia" e molto lunga: si estendono dai pedalia all'apice dell'ombrella.

Gli esemplari giovanili hanno corpi molto chiari e trasparenti.

Distribuzione e habitat

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La M. virulenta vive nelle acque del Giappone e del mare Interno di Seto, dove si avvicina alle coste in autunno ed in inverno[3].

La M. virulenta si sviluppa, come gli altri cubozoi, attraverso diverse fasi, fino a raggiungere la forma di medusa adulta. La fertilizzazione avviene esternamente e dopo poche ore le uova fecondate si mutano in blastule. Dopo circa 21 giorni, le blastule si mutano in planule che finalmente diventano polipi dopo 5 giorni[1]. Questi "blastociti" della  M. virulenta sono una forma molto peculiare fra i cnidari, dato che lo stadio di blastula è qui molto più protratto che nelle altre specie e comporta una blastula "rinforzata" che ricorda lo stadio di ciste nei polipi della Tripedalia cystophora[4] o le ciste delle planule di alcune scifomeduse del genus Cyanea (C. capillata e C. lamarckii); per fare un parallelismo, nelle meduse Alatina, per esempio lo stadio polipoide si raggiunge dopo solo 5 giorni.

I polipi raggiungono la loro forma definitiva con 16 tentacoli dopo tre mesi di metamorfosi, momento in cui misurano meno di 5 mm di lungo e con un diametro della bocca di circa 1 mm. Durante la crescita a partire dallo stadio nel quale i polipi possiedono 8 tentacoli, possono nascere per strobilazione, ossia per riproduzione asessuata, nuovi polipi con due tentacoli e capaci di nuotare[5]. I polipi della M. virulenta si distinguono da quelli degli altri cnidari per la forma a tulipano e il lungo gambo. Dopo diverse settimane, i polipi adulti si trasformano in efire, giovani meduse che raggiungono in seguito la taglia adulta.

  1. ^ a b (EN) Sho Toshino, Hiroshi Miyake,Susumu Ohtsuka,Kazuya Okuizumi,Aya Adachi,Yoshimi Hamatsu,Makoto Urata,Kazumitsu Nakaguchi,Syuhei Yamaguchi, Development and polyp formation of the giant box jellyfish Morbakka virulenta (Kishinouye, 1910) (Cnidaria: Cubozoa) collected from the Seto Inland Sea, western Japan, in Plankton and Benthos Research, vol. 8, n. 1, febbraio 2013, DOI:10.3800/pbr.8.1.
  2. ^ (EN) Kishinouye K., Some Medusae of Japanese Waters, in Journal of the College of Science, vol. 27, Tokyo, Imperial University, 1910, p. 8. URL consultato il 29 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).
  3. ^ Kishinouye 1910, p.9.
  4. ^ (DE) B. Werner, Bau und Lebensgeschichte des Polypen von Tripedalia cystohpora (Cubozoa, class. nov., Carybdeidae) und seine Bedeutund fur die Evolution der Cnidaria., in Helgorlander wiss Meeresunters, vol. 27, 1975, pp. 461-504, DOI:10.1007/bf01611150.
  5. ^ Sho et al., p.6.
  • (EN) Kishinouye K., Some Medusae of Japanese Waters, in Journal of the College of Science, vol. 27, Tokyo, Imperial University, 1910, pp. 1-35. URL consultato il 18 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).

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