Vai al contenuto

Niobato di potassio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Niobato di potassio
Nomi alternativi
ossido di niobio e potassio
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareKNbO3
Massa molecolare (u)180,003 g·mol−1
Aspettocristalli bianchi romboedrici
Numero CAS12030-85-2
Numero EINECS234-744-4
PubChem16217044
SMILES
[O-][Nb](=O)=O.[K+]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)4,640 g/cm3
Temperatura di fusione1100 °C[1]
Proprietà tossicologiche
DL50 (mg/kg)3000 mg/kg (orale, ratti)
Indicazioni di sicurezza

Il niobato di potassio è un composto inorganico del niobio e del potassio con formula KNbO3. Solido incolore, è classificato come materiale ferroelettrico della famiglia delle perovskiti. Presenta proprietà ottiche non lineari ed è un componente di alcuni laser[2]. Nanofili di niobato di potassio sono stati utilizzati per produrre luce coerente sintonizzabile.

Durante il raffreddamento da alta temperatura, il niobato di potassio subisce una serie di transizioni di fase strutturali. A 435 °C, la simmetria cristallina cambia da centrosimmetrica cubica (gruppo spaziale Pm3m, n°221) a non centrosimmetrica tetragonale (gruppo spaziale P4mm, n°99). Con un ulteriore raffreddamento, a 225 °C la simmetria cristallina cambia da tetragonale (P4mm) a ortorombica (gruppo spaziale Amm2, n°38) e a -50 °C da ortorombica (Amm2) a romboedrica (gruppo spaziale R3m, n°160).

Applicazioni e ricerca

[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alla ricerca sull'archiviazione elettronica della memoria[3], il niobato di potassio viene utilizzato nel raddoppio della frequenza di risonanza[4]. Questa tecnica consente ai piccoli laser a infrarossi di convertire l'output in luce blu, una tecnologia fondamentale per la produzione di laser blu e per la tecnologia da essi dipendente.

Il niobato di potassio ha trovato utilità in molte aree diverse della scienza dei materiali[3], comprese le proprietà dei laser[4] il teletrasporto quantistico[5], ed è stato utilizzato per studiare le proprietà ottiche dei materiali compositi particellari[6].

  1. ^ (EN) Lide David R., CRC Handbook of Chemistry and Physics, 90ª ed., Boca Raton (Florida, USA), CRC Press, 2009, ISBN 978-1-4200-9084-0.
  2. ^ (EN) Edward D. Palik, Handbook of Optical Constants of Solids 3, Academic Press, 1998, p. 821, ISBN 978-0-12-544423-1. URL consultato il 13 dicembre 2012.
  3. ^ a b (EN) In Science Fields, in The Science News-Letter, vol. 62, n. 17, 25 ottobre 1952, pp. 264–265, DOI:10.2307/3931381.
  4. ^ a b (EN) Antonio Regalado, Blue-Light Special, in Science, vol. 267, n. 5206, 31 marzo 1995, p. 1920, DOI:10.1126/science.267.5206.1920, PMID 17770099.
  5. ^ (EN) A. Furusawa, J. L. Sørensen, S.L. Braunstein, C.A. Fuchs, H.J. Kimble e E.S. Polzik, Unconditional Quantum Teleportation, in Science, vol. 282, n. 5389, 23 ottobre 1998, pp. 706–709, DOI:10.1126/science.282.5389.706, PMID 9784123.
  6. ^ (EN) A. Lakhtakia e Tom G. Mackay, Electrical Control of the Linear Optical Properties of Particulate Composite Materials, in Proceedings of the Royal Society A, vol. 463, n. 2078, 8 febbraio 2007, pp. 583–592, DOI:10.1098/rspa.2006.1783.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia