Coordinate: 46°24′N 8°39′E

Peccia (Lavizzara)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Peccia
frazione
Peccia – Veduta
Peccia – Veduta
Localizzazione
StatoSvizzera (bandiera) Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoVallemaggia
ComuneLavizzara
Territorio
Coordinate46°24′N 8°39′E
Altitudine840[1] m s.l.m.
Abitanti189 (2003)
Altre informazioni
Cod. postale6695
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5320
TargaTI
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Peccia
Peccia

Peccia è una frazione di 189 abitanti del comune svizzero di Lavizzara, nel Canton Ticino (distretto di Vallemaggia).

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]
La valle di Peccia

Il territorio comprendeva un tempo la valle di Peccia[2] con le frazioni Veglia, Cortignelli, San Carlo (anticamente denominata Torni[senza fonte]) e Piano[1][2]. Il territorio patriziale comprende in valle di Peccia i laghetti alpini della Froda, della Zòta, Laiòzz, del Coro e Taneda[3].

L'antico villaggio è stato ricostruito dopo le alluvioni avvenute nel 1834 e nel 1868[1][2]. La località di San Carlo fino all'inizio del XX secolo fu centro della lavorazione della pietra ollare[1][2] con torni idraulici[senza fonte].

Tra l'11 e il 12 febbraio 1951, la valle di Peccia fu colpita da numerose valanghe.[4] Una di esse rase al suolo l'oratorio di Sant'Antonio, situato nei pressi della località Piano[5]. A seguito di tali valanghe, la via di accesso valle restò chiusa al traffico veicolare fino al 10 aprile dello stesso anno[6].

Il territorio del comune di Peccia prima degli accorpamenti comunali del 2004

Già comune autonomo che si estendeva per 54,26 km², il 4 aprile[senza fonte] 2004 è stato accorpato agli altri comuni soppressi di Broglio, Brontallo, Fusio, Menzonio e Prato-Sornico per formare il comune di Lavizzara.

Nel luglio 2024, la valle di Peccia è stata devastata da un'alluvione.[7][8][9]

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]
Il rifugio Poncione di Braga

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[2]:

Abitanti censiti[14]

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.

  1. ^ a b c d Le frazioni, su sito istituzionale del comune di Lavizzara. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  2. ^ a b c d e f g Daniela Pauli Falconi, Peccia, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  3. ^ Froda, Zòta, Laiòzz, Coro, Taneda, su www4.ti.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  4. ^ Galliciotti, pp. 15-20.
  5. ^ Galliciotti, p. 9.
  6. ^ Galliciotti, p. 33.
  7. ^ Valli stravolte, ma dopo la paura c'è la resilienza, su Corriere del Ticino, 3 luglio 2024. URL consultato il 18 settembre 2024.
  8. ^ Piano di Peccia devastato, il video: «Temono di essere abbandonati», su Ticinonline, 5 luglio 2024. URL consultato il 18 settembre 2024.
  9. ^ Uno sfollato dal Piano di Peccia: «Pioveva così forte che non abbiamo sentito la frana cadere», su blue News. URL consultato il 18 settembre 2024.
  10. ^ Galliciotti, didascalia alla foto 25
  11. ^ Poncione di Braga [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  12. ^ Zotta [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  13. ^ Arcön [collegamento interrotto], su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 4 dicembre 2017.
  14. ^ Dizionario storico della Svizzera
  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 250.
  • Fiorentino Galliciotti (a cura di), Il flagello bianco nel Ticino, Bellinzona, Arti grafiche Arturo Salvioni & co., 1953.
  • Guglielmo Buetti, Note Storiche Religiose delle Chiese e Parrocchie della Pieve di Locarno, (1902), e della Verzasca, Gambarogno, Valle Maggia e Ascona (1906), II edizione, Pedrazzini Edizioni, Locarno 1969.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 194.
  • Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 238, 262, 265, 266, 267, 376, 395.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN248725714 · GND (DE4572759-4
  Portale Ticino: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Ticino