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Provincia di Pesaro e Urbino

Coordinate: 43°54′36.54″N 12°54′47.88″E
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Provincia di Pesaro e Urbino
provincia
Provincia di Pesaro e Urbino – Stemma
Provincia di Pesaro e Urbino – Bandiera
Provincia di Pesaro e Urbino – Veduta
Provincia di Pesaro e Urbino – Veduta
La sede della provincia
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Marche
Amministrazione
Capoluogo Pesaro
Urbino[1]
PresidenteGiuseppe Paolini (PD) dal 31-10-2018 (2º mandato dal 19-12-2022)
Data di istituzione1860
Territorio
Coordinate
del capoluogo
43°54′36.54″N 12°54′47.88″E
Superficie2 507,60[3] km²
Abitanti348 859[4] (28-2-2023)
Densità139,12 ab./km²
Comuni50 comuni
Province confinantiRimini, Repubblica di San Marino (RSM), Ancona, Perugia, Arezzo
Altre informazioni
Cod. postale61121-61122 (Pesaro), 61010-61014, 61020-61026, 61028-61030, 61032-61034, 61036-61049 (provincia)
Prefisso0541, 0721, 0722
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-PU
Codice ISTAT041
TargaPU (PS fino al 1999)
PIL(nominale) 10 393,7 mln [2](2022)
PIL procapite(nominale) 28 677 [2](2022)
Cartografia
Provincia di Pesaro e Urbino – Localizzazione
Provincia di Pesaro e Urbino – Localizzazione
Provincia di Pesaro e Urbino – Mappa
Provincia di Pesaro e Urbino – Mappa
Posizione della provincia di Pesaro e Urbino all'interno delle Marche.
Sito istituzionale

La provincia di Pesaro e Urbino è un ente locale territoriale delle Marche che conta 348 859 abitanti[4]. La provincia ha due capoluoghi[5] nei comuni di Pesaro e Urbino[1]. La sigla della provincia è dal 1999 «PU», da quando le rivendicazioni di Urbino furono accolte con la variazione della sigla. La provincia conta 50 comuni.

Affacciata ad est sul mar Adriatico, confina a nord con l'Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e con la Repubblica di San Marino, a sud-est con la provincia di Ancona, a sud-ovest con l'Umbria (provincia di Perugia), e a ovest con la Toscana (provincia di Arezzo). Corrisponde in gran parte alla regione storico-geografica del ducato di Urbino.

È una delle province storiche italiane. Prima della nascita dello Stato italiano ha avuto diverse denominazioni: Ducato di Montefeltro, poi Dipartimento del Metauro con Napoleone e poi ancora Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro con lo Stato Pontificio. Essa confina con Umbria, Toscana e Romagna.

Età del ferro

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La zona della necropoli picena di Novilara

Nell'Età del ferro, l'attuale territorio provinciale era abitato dai Piceni, popolo che aveva dato unità etnica a tutte le attuali Marche[6]; il centro di Novilara è il più noto insediamento piceno della provincia, per l'antichità degli scavi che lo hanno rivelato, ma successivamente si sono trovati abitati o necropoli picene anche a Pesaro, Montegiove di Fano, Roncosanbaccio di Fano, San Costanzo, Serrungarina, Canavaccio di Urbino.

Intorno al 391 a.C. i Galli Senoni invasero le Marche settentrionali sino al fiume Esino e anche più a sud, raggiungendo la zona di monte Conero, e qui si stanziarono. Nel secolo successivo la civiltà gallica delle Marche si fuse con la preesistente civiltà picena, dando luogo ad una koiné culturale[7].

Mappa della VI - Umbria et Ager Gallicus

La romanizzazione della regione iniziò nel 295 a.C. con la battaglia del Sentino, evento che convenzionalmente è considerato la fine della civiltà picena; dopo la battaglia seguì la fondazione di Pisaurum (Pesaro - 184 a.C.), Fanum Fortunae (Fano - data precisa sconosciuta) e, fuori dai confini dell'attuale territorio provinciale, di Sena Gallica (Senigallia - 288 a.C.), Firmum Picenum (Fermo - 264 a.C.), Aesis (Jesi - 247 a.C.), Potentia (Porto Recanati - 184 a.C.), Auximum (Osimo - 157 a.C. ). e Ariminum (Rimini - 268 a.C.), considerata dai Romani parte del Piceno[8].

I Romani chiamarono il territorio conquistato compreso tra Rimini e l'Esino Ager Gallicus o anche Ager Gallicus Picenus[9].

Nel periodo della dittatura di Silla (circa 80 a.C.), il nome Italia si estese sino al fiume Rubicone, oltre il quale si estendeva la Gallia Cisalpina[10].

Con l'avvento dell'impero, l'Italia venne divisa nelle undici regioni dell'Italia augustea, senza alcuna finalità politica, ma solo per snellire la burocrazia e semplificare i censimenti dei cittadini, nonché di facilitarne l'arruolamento nelle legioni. L'Ager Gallicus, ad esclusione di Rimini, venne inserito nella Regio VI, che informalmente era detta "Umbria" o "Umbria et Ager Gallicus". Tale ripartizione, oltre all'attuale territorio provinciale, comprendeva anche i territori appenninici della provincia di Ancona e di Macerata e, fuori dalle Marche, l'attuale Umbria orientale e alcuni territori della provincia di Arezzo[11].

Attraverso il territorio della provincia passavano sia la cosiddetta Protoflaminia, che da Camerino e Sassoferrato raggiungeva la costa a Senigallia, sia l'asse principale della via Flaminia, nata per unire Roma - attraverso Narni, Terni, Bevagna, Spoleto, Foligno, Nocera Umbra, Fano e Pesaro - a Rimini[12] e ai mercati della Pianura Padana.

Nell'Alto Medioevo il territorio della provincia fece parte dell'Esarcato di Ravenna, cioè la circoscrizione che comprendeva i residui territori conquistati dai bizantini nella Guerra gotica che non passarono sotto il dominio longobardo. All'interno dell'esarcato esistevano due circoscrizioni: le due pentapoli marittima (Ancona, Fano, Pesaro, Rimini e Senigallia) ed annonaria o montana (Cagli, Fossombrone, Osimo, Jesi e Urbino), che compredenvano l'attuale territorio provinciale[13]. I Longobardi conquistarono l'Esarcato, sotto Astolfo (751-754). Papa Stefano II, allora, chiamò il franco Pipino il Breve che, incoronato re, nel 754 scese in Italia, sconfisse i Longobardi in battaglia e costrinse re Astolfo a cedere tutti i territori conquistati, che consegnò al papa, andando a formare - insieme al Ducato romano - il nascente Stato della Chiesa. Si trattò della Promissio Carisiaca, la cosiddetta "Donazione di Pipino".

Nel 1210, con papa Innocenzo III, i territori delle due pentapoli vennero fusi con la Marca Fermana nell'istituzione della Marca anconitana, creata da papa Innocenzo III nel 1210 a seguito della ripartizione in province dello Stato Pontificio; il governatore papale risiedeva a Fermo. Il potere centrale papale fu però assai blando, per non dire solo teorico, e ciò permise l'affermazione in tutto il territorio dei liberi comuni. Solo con l'attività del cardinale Albornoz, nel XIV secolo, la Chiesa tentò di rendere effettivo il suo dominio. Il Ducato di Urbino, pur godendo di ampia autonomia, era legato da vincoli di vassallaggio allo Stato Pontificio.

Il Ducato di Urbino

La storia medievale e rinascimentale della provincia è fortemente legata alle vicende delle potenti famiglie nobiliari che si contesero il nord delle attuali Marche ed il sud dell'attuale Romagna, facenti perno sulla regione storica del Montefeltro e cioè, tra le principali, appunto i Montefeltro, i Malatesta, i della Rovere, gli Sforza. I destini geografici e le peculiari caratteristiche, ancora oggi vive, delle genti di queste terre non possono essere compresi se non si analizzano anche le intricate vicende di queste famiglie.

In particolare fu nel 1220 che i Montefeltro, già signori ghibellini di San Leo e di Carpegna, ottennero da Federico II di Svevia anche la signoria di Urbino e da allora il prestigio della città crebbe costantemente. L'antica contea di Urbino divenne ducato di Urbino nel 1443, raggiunse l'apogeo sotto Federico da Montefeltro e la massima espansione con Francesco Maria I Della Rovere a cui si deve l'annessione di Pesaro.

La provincia di Pesaro e Urbino corrisponde grossomodo a quello dell'antico Ducato di Urbino, fatta eccezione per Senigallia (ora in provincia di Ancona), Gubbio (ora in Umbria) e i sette comuni secessionisti della Val Marecchia passati in Emilia-Romagna a seguito del referendum del 2009. Nell'organizzazione amministrativa dello Stato della Chiesa, il territorio provinciale coincideva con quello della delegazione apostolica di Urbino e Pesaro, poi divenuta, nel 1860, provincia di Urbino e Pesaro, una delle sei province in cui allora risultavano suddivise le Marche. In vista dell'unità d'Italia, l'assetto territoriale marchigiano fu riformato con il decreto Rattazzi (decreto 22 dicembre 1860 n. 4495[14]), che ridusse a quattro il numero delle province e che dispose altresì la ridenominazione dell'ente in provincia di Pesaro e Urbino.

Nel 1631, alla morte del duca Francesco Maria II della Rovere, il Ducato di Urbino passo al dominio diretto della chiesa, che fece di Pesaro sede cardinalizia. Sotto la dinastia roveresca, iniziata nel 1521, Pesaro fu prescelta dai duchi a loro residenza al posto di Urbino.

Età contemporanea

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La Delegazione di Urbino e Pesaro nel 1831.

Nel 1796, con l'invasione francese delle Marche, iniziò per l'attuale territorio provinciale un periodo tumultuoso anche dal punto di vista amministrativo: fu inquadrato dapprima in una repubblica giacobina: la Repubblica Anconitana poi confluita nell'analoga Repubblica romana. Tornata temporaneamente allo Stato papale (1799-1801), passò poi al Regno d'Italia napoleonico, nel quale il territorio fu inserito nel Dipartimento del Metauro.

Tornato allo Stato della Chiesa con la Restaurazione, costituì la Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro.

Seguì il periodo risorgimentale, conclusosi con l'ingresso nel Regno d'Italia, in seguito alla Battaglia di Castelfidardo (1860). Poco prima dell'arrivo delle truppe sarde, i patrioti della provincia si erano già ribellati al governo pontificio: già dal marzo del 1859, il Comitato provinciale diede ordine ai vari comitati cittadini di insorgere: la cosa avvenne in tutti i centri il 16 giugno 1859, ad eccezione di Pesaro, dove il legato pontificio Bellà lo impedì e si preparava alla resistenza contro l'esercito sardo[15].

Aggregazione di alcuni comuni all'Emilia Romagna

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La provincia originaria includeva il territorio di nove comuni dell'alta valle del fiume Marecchia e della Val Conca, in quanto parte del Montefeltro e del Ducato di Urbino, che, il 6 luglio 1816, fu ricompresa motu proprio da Pio VII nella delegazione di Urbino e Pesaro. Nel 2009, San Leo, Novafeltria, Maiolo, Talamello, Pennabilli, Casteldelci, Sant'Agata Feltria, a seguito di referendum consultivi nei territori comunali e di approvazione di legge ordinaria che accoglieva il risultato favorevole delle consultazioni, sono stati distaccati dalle Marche e aggregati all'Emilia-Romagna. In quell'occasione si è verificata, quindi, la prima variazione di confini regionali per iniziativa referendaria nella storia dell'Italia repubblicana. Le Marche proposero ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il Parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato[16]. Nel 2021, altri due comuni, Montecopiolo e Sassofeltrio, passarono alla provincia di Rimini[17], in quanto il referendum in merito, tenutosi nel 2007, aveva avuto esito positivo.

Al medesimo scopo, altri comuni del pesarese-urbinate, ossia Monte Grimano Terme e Mercatino Conca, avevano promosso nello stesso anno una consultazione. A Montegrimano Terme l'esito è stato negativo in quanto i voti favorevoli non hanno raggiunto il 50%+1 degli aventi diritto[18] (i "sì" sono stati 520 su 1 216 aventi diritto, pari al 42,76% degli elettori[19][20]). Anche a Mercatino Conca l'esito è stato negativo in quanto i voti favorevoli non hanno raggiunto il 50%+1 degli aventi diritto[18] (i "sì" sono stati 474 su 965 aventi diritto, pari al 49,12% degli elettori[19][20]).

La questione del capoluogo provinciale

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Dal 31 luglio 1991 al 16 febbraio 2015, ai sensi dell'articolo 1 del vecchio Statuto provinciale del 1991[21], la Provincia di Pesaro e Urbino aveva per sedi di capoluogo le Città di Pesaro e di Urbino con le funzioni loro assegnate dal Decreto medesimo, mentre ai sensi dell'articolo 3 del Regolamento del Consiglio (Sede del Consiglio provinciale), il Consiglio provinciale aveva sede sia a Pesaro che nella sede dell'Amministrazione provinciale di Urbino. La designazione di Urbino come co-capoluogo fu anche oggetto della sentenza n. 237/2013 della Corte costituzionale, che riconobbe la validità di tale designazione[22]. Con l'entrata in vigore dello statuto provinciale nel 2015, il capoluogo fu individuato nella sola città di Pesaro, ove hanno sede gli uffici amministrativi.[23] A seguito di ulteriore modifica statutaria del 23 febbraio 2022, i comuni di Pesaro e Urbino sono stati individuati come co-capoluoghi.[1] Con il decreto legge D.L. 7/2024 (Disposizioni urgenti per le elezioni 2024) il comune di Urbino viene riconosciuto a tutti gli effetti di legge come Capoluogo di Provincia.[24]

La provincia possiede una densità demografica che è pari a 130,11 abitanti per km², dai 132 del 2008, anche se risulta comunque essere inferiore alla media nazionale. Nella provincia di Pesaro e Urbino solo due comuni degli attuali 50, rispetto ai 67 precedenti, hanno una popolazione superiore ai 20.000 abitanti, facendo registrare un valore del grado di urbanizzazione pari al 41,5%, valore anch'esso minore del dato medio italiano e di quello del Centro Italia, e che colloca la provincia in 55ª posizione nella relativa graduatoria. Lo studio della piramide dell'età della popolazione mette in evidenza una eccedenza della quota di ultrasessantacinquenni (stabile al 21,5%) rispetto alla media italiana (20%) ed in linea rispetto a quella del Centro Italia (21,4%). Notevole è inoltre la percentuale di maschi presenti sul territorio della provincia (49,1%, 20° valore più alto tra tutte le province). Stabile rispetto al precedente semestre rimane la presenza di stranieri residenti con 7.672 stranieri ogni 100 000 abitanti, di cui il 78,1% extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e posizionando la provincia stabile al 26º posto nella relativa graduatoria arrestando il trend in leggera flessione rispetto ai precedenti periodi.

Gonfalone provinciale

«Stemma: partito: il 1º di Pesaro (d'azzurro, alla rovere d'oro, con i rami decussati e ridecussati, attraversata sul tronco da due fedi di carnagione, manicate di rosso, disposte una sull’altra, e da un listello di argento, carico del motto Perpetua et firma fidelitas; alla campagna inquartata d'argento e di rosso); il 2º di Urbino (d'azzurro, alle tre bande d'oro, la prima banda caricata di un'aquila di nero al volo spiegato).»

Lo stemma è stato concesso con regio decreto 25 aprile 1938[25] e riunisce le armi delle due città che danno il nome alla provincia, derivate a loro volta da quelle delle casate dei Della Rovere e dei Da Montefeltro.

Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso rosso. La bandiera è un drappo rettangolare partito di bianco e di rosso caricato dello stemma provinciale completo e del nome (talora omesso) dell'ente.

Mappa topografica della provincia

Geografia fisica

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Foreste e boschi

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Un cerro

Alcuni fattori, come la densità di popolazione relativamente media della provincia, la presenza di vasti ambienti isolati e ad altimetria piuttosto elevata (soprattutto nell'Appennino più interno), l'istituzione di diverse aree naturali protette, un certo grado di rispetto degli abitanti per i luoghi naturali (seppur in pochi casi compromessi da infrastrutture e costruzioni), hanno permesso la conservazione di numerose specie animali e vegetali.

Gufo comune

Tra la popolazione faunistica del pesarese-urbinate, estremamente varia, si possono ricordare alcune specie particolarmente numerose: gli ungulati (cervi, caprioli, le lepri, le volpi, gli scoiattoli, i cinghiali e numerosi uccelli, tra cui cardellini, gufi, falchi, aquile e infine, nei monti del Furlo il lupo. Il gufo comune, che si trova principalmente nei boschi alpini e centro-nord appenninici, in provincia è presente soprattutto nei rimboschimenti dei monti delle Cesane.

Pino nero, la tipica specie introdotta in alcuni monti nel dopoguerra

Il territorio del pesarese-urbinate è ricoperto per circa il 50% da boschi[26]. Le tipiche essenze provinciali sono la roverella, il cerro, gli ostrieti (ornielli) e i carpini neri. Nei versanti più elevati esso è composto principalmente da faggi, qualche rimboschimento di conifere (soprattutto pinus nigra e pinus silvestris impiantati nel dopoguerra), abeti, aceri e frassini. I boschi presenti in provincia sono un'importante fonte di reddito, oltre che per il turismo, anche per lo sfruttamento, regolamentato da legge regionale, a scopo casalingo (come legna da ardere).

Nel pesaro-urbinate sono state istituite tre aree naturali protette):

  • il Parco naturale del Sasso Simone e Simoncello, di 4.847 ettari;
  • la riserva del Furlo che è la terza area protetta della provincia e, con i suoi 3.600 ettari di boschi, pascoli e cime incontaminate, fa salire a 10.200 ettari la superficie del territorio di Pesaro e Urbino messo sotto tutela;
  • il territorio del Parco San Bartolo che è compreso nella provincia di Pesaro e Urbino, ed è delimitato dai fiumi Foglia e Tavollo.

Funghi e tartufi

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Il territorio della provincia di Pesaro e Urbino è una delle zone vocate per eccellenza allo sviluppo naturale dei funghi epigei ed ipogei[27]. La provincia organizza numerosi corsi per la valorizzazione del patrimonio fungino, tra i più consistenti in Italia. I principali funghi ritrovabili in provincia sono[28]:

Il porcino è molto frequente in provincia
Amanita muscaria, un fungo molto presente nei rimboschimenti di conifere
Funghi
Amanita Agaricus Boletus Clitocybe Chroogomphus
Agaricus Armillaria Boletus Calvatia Clitopilus
Coprinus Fistulina Flammulina Grifola Bulgaria
Clitocybe Coprinus Cortinarius Clathrus Lepiota
Geastrum Ganoderma Cantharellus Russula Agrocybe

Anche se sono presenti numerose altre specie. I funghi, nella loro generalità, sono un prodotto eccelso che madre natura offre e risultano essere una voce importante anche sotto l'aspetto sociale, economico e del tempo libero. Il tartufo è sicuramente uno dei funghi più importanti del territorio che prolifera nel territorio altocollinare e montano della provincia, sia per quantità e qualità che per le tante le specie commerciabili. Si veda il celeberrimo tartufo bianco di Acqualagna o i mercati di tartufi legati alle cittadine di Sant'Angelo in Vado e Pergola ecc.

Andando dal mare verso l'entroterra si assiste ad un successivo innalzamento dei rilievi montuosi, fino ad arrivare all'appennino umbro-marchigiano. Attraverso la Gola del Furlo, si presenta il principale sistema montuoso della provincia, il Gruppo del Catria. I monti più importanti della Provincia sono:

I fiumi principali che attraversano il territorio provinciale sono, da nord:

La provincia confina ad est con il Mar Adriatico. I comuni che si affacciano su di esso sono quattro, da nord verso sud nell'ordine: Gabicce Mare, Pesaro, Fano e Mondolfo.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Frontone.

Il clima del pesarese-urbinate può essere definito di transizione tra il clima appenninico e quello continentale. Le temperature di gennaio sono comprese da 1 °C ai -5° mentre in estate sui 20 °C-25 °C anche più. A partire dalle fasce altimetriche più basse, il clima può essere suddiviso in quattro grandi aree:

  • area submediterranea – nell'area costiera dell'Adriatico. La vegetazione è composta da olivi, pini marittimi e cipressi;
  • area subcontinentale – clima di transizione che caratterizza le colline presenti subito dopo la costa, con inverni più rigidi e freddi. La vegetazione è costituita soprattutto da roverella, orniello e rovere;
  • area appenninica media – a partire dalla zona di Fossombrone, con inverni rigidi e, a volte, nevosi (soprattutto nei monti) ed estati medio calde e piuttosto piovose e con vegetazione composta soprattutto da rimboschimenti di conifere (pinus nigra) e da quercia, ornello, carpino nero;
  • area appenninica – nelle fasce interne, con inverni lunghi e nevosi, estati brevi e fresche. La vegetazione è composta principalmente da faggio, conifere, cerro e orniello.

Infrastrutture e trasporti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Rete ferroviaria delle Marche.

Le stazioni di Pesaro e, in minor misura di Fano e di Marotta-Mondolfo, sono di transito per la ferrovia Bologna-Ancona.

La ferrovia Fano-Urbino, che collegava la costa all'interno, fu chiusa nel 1987. Movimenti per la salvaguardia delle ferrovie, ambientalisti e per la mobilità sostenibile chiedono da anni la riapertura sotto forma di metropolitana leggera. La giunta provinciale in carica ha nel 2011 richiesto, al contrario, a Regione Marche e Ministero competente il definitivo smantellamento. La linea Pergola-Fabriano, che collegava i due centri rispettivamente del pesarese e dell'anconetano, è stata chiusa nel 2013 e riaperta il 26 settembre 2021 con la corsa inaugurale effettuata con treno storico composto da carrozze a terrazzini e locomotiva diesel D.345.

Uscita ↓km↓ ↑km↑
Pesaro – Urbino 155,9 587,5
Area servizio "Foglia" 158,9 584,5
Fano
Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria
173,3 570,1
Marotta – Mondolfo 184,9 558,5
Area servizio "Metauro" 186,2 557,2

Parallela alla costa corre l'Autostrada A14 Adriatica, che permette il collegamento diretto di Taranto con Bologna. Attualmente la sede stradale è a tre corsie per senso di marcia.

Statali e provinciali

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Il pesaro-urbinate è terra di attraversamento tra l'Italia settentrionale e quella centrale. Gli assi principali di comunicazione stradale sono l'Autostrada A14 adriatica e la Strada europea E78 (Grosseto-Fano, parzialmente completata), che si sviluppano lungo la Valle del Metauro.

Poiché l'autostrada si caratterizza per un grande traffico di mezzi pesanti, è obiettivo primario della provincia e della regione semplificare pesantemente il traffico su gomma, favorendo la terza corsia su tutta l'Autostrada A14 da Pedaso a Rimini nord.[29]

Parallela all'autostrada si trova la SS 16, mentre la SS 3 Flaminia va da Fano verso Roma attraversando l'entroterra. Altra statale importante è la SS 73 bis e parte di essa è superstrada.

Numerose sono le strade provinciali, facendo coprire alla provincia 1.601 chilometri di strade di competenza.[30]

In provincia è presente l'aeroporto di Fano, aeroporto civile di aviazione generale. Gli aeroporti nazionali ed internazionali di riferimento sono quello di Rimini, a 30 km di distanza da Pesaro, quello di Ancona a 60 km e quello di Bologna a 150 km.

Distanze stradali minime tra i sei comuni più abitati
in km Cagli Fano Fossombrone Mondolfo Pesaro Urbino
Cagli - 50 23 61 62 35
Fano 50 - 29 13 11 48
Fossombrone 23 29 - 41 40 20
Mondolfo 61 13 41 - 25 57
Pesaro 62 11 40 25 - 37
Urbino 35 48 20 57 37 -

Società e territorio

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2021 la popolazione straniera residente era di 28.795[31] persone e rappresentava il 8,2% della popolazione residente. Invece le comunità straniere più numerose sono[32]:

  1. Romania, 5.322 (18,48%)
  2. Albania, 3.627 (12,60%)
  3. Marocco, 3.125 (10,85%)
  4. Moldavia, 2.282 (7,92%)
  5. Ucraina, 1.579 (5,48%)
  6. Cina, 1.413 (4,91%)
  7. Senegal, 1.075 (3,73%)
  8. Macedonia del Nord, 993 (3,45%)
  9. Nigeria, 927 (3,22%)
  10. Polonia, 567 (1,97%)

Comuni principali

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I comuni più popolati sono[33]:

Stemma Città Popolazione ab. Superficie km²
Pesaro 95 582 126,77
Fano 59 633 121,84
Vallefoglia 14 885 39,57
Mondolfo 14 268 22,82
Urbino 13 919 226,50
senza cornice Colli al Metauro 12 279 46,17
senza cornice Fossombrone 8 984 106,88
senza cornice Fermignano 8 256 43,70
Cagli 7 955 226,46
senza cornice Cartoceto 7 926 23,20

La maggior parte degli abitanti è concentrata a Pesaro e Fano che da sole ospitano oltre il 44% della popolazione dell'intera provincia.

Urbino e Cagli rappresentano rispettivamente il 2º e 3º comune più esteso della regione, soltanto dietro il comune di Fabriano.

Il comune meno esteso ed il meno abitato sono rispettivamente Gabicce Mare e Frontino.

Stemma Città Popolazione (ab.) Superficie (km²)
Frontino 288 10,37
Gabicce Mare 5 651 4,94

In generale la provincia ha una media di 6 105 abitanti e 43,52 km² per comune.

Comuni sparsi

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Nella provincia di Pesaro e Urbino sono presenti 5 comuni sparsi:

Stemma Comune Municipi o Sede comunale Popolazione ab. Superficie km²
Colli al Metauro Montemaggiore al Metauro, Saltara, Serrungarina 12 166 46,17
Pietrarubbia Mercato Vecchio 602 13,29
Sassocorvaro Auditore Auditore, Sassocorvaro 4 888 87,55
Terre Roveresche Barchi, Orciano di Pesaro, Piagge, San Giorgio di Pesaro 5 199 70,37
Vallefoglia Sant'Angelo in Lizzola 14 876 39,30

Comuni con exclavi

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Nella provincia di Pesaro e Urbino sono presenti 11 comuni aventi da uno a due exclavi:

Stemma Comune Nº exclavi
Carpegna 2
Monte Porzio 2
Piandimeleto 1
Monte Cerignone 1
Tavoleto 1
Sassocorvaro Auditore 1
Urbino 1
Fermignano 1
Montelabbate 1
Tavullia 1
Mondavio 1

Il territorio provinciale è coperto dall'A.S.T. (Azienda Sanitaria Territoriale) Pesaro - Urbino.

Comune Strutture sanitarie Ente gestore
Pesaro Centro Riabilitazione Villa Fastiggi Gruppo Santo Stefano (ente privato)
Ospedale San Salvatore A.S.T. Pesaro - Urbino (ente pubblico)
Urbino Ospedale Santa Maria della Misericordia
Fano Ospedale Santa Croce
Pergola Ospedale Santi Carlo e Donnino
Fossombrone Ospedale di Comunità
Cagli Ospedale di Comunità "Angelo Celli" / Centro Riabilitazione A.S.T. / Gruppo Santo Stefano
Macerata Feltria Centro Riabilitazione Gruppo Santo Stefano
Sassocorvaro Auditore Casa di Cura Villa Montefeltro (ente privato)

La fede cristiano cattolica è ampiamente maggioritaria nella provincia, anche se non mancano altre confessioni, come i Testimoni di Geova o altre derivanti dalle etnie che si sono stabilite nel territorio a partire dalla fine del XX secolo, in gran parte di fede islamica o cristiano ortodossa.

Chiesa cattolica

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La maggior parte del territorio provinciale costituisce una metropolia tra le diocesi di Pesaro (arcidiocesi metropolitana), Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado e Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola. Non fanno parte del territorio della metropolia suddetta, i comuni di Belforte all'Isauro, Carpegna, Frontino, Lunano, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Monte Cerignone, Monte Grimano Terme, Piandimeleto, Pietrarubbia e parte di Sassocorvaro Auditore, che rientrano nella diocesi di San Marino-Montefeltro. Mentre Tavoleto e un'altra parte del territorio di Sassocorvaro-Auditore sono nella diocesi di Rimini. Inoltre il comune di Cantiano fa parte della diocesi di Gubbio, mentre i comuni di Mondolfo e Monte Porzio fanno parte della diocesi di Senigallia.

Pesaro è famosa, tra le altre cose, per lo storico Conservatorio, il Teatro e la stagione lirica e per aver dato i natali a Gioachino Rossini, Renata Tebaldi nonché per aver formato numerosi altri alti esponenti della musica e della lirica, tra i quali Mario del Monaco. Simbolo di Pesaro è la rosa, fiore un tempo molto usato nelle maioliche artistiche di cui è una delle capitali, con Casteldurante (Urbania) e la stessa Urbino, dove però oggi le botteghe produttrici sono quasi scomparse. Altro riferimento simbolico di origine più moderna è la sfera, scultura di Arnaldo Pomodoro, che rimanda al globo terrestre e che campeggia di fronte agli edifici più rappresentativi di Organismi ed Enti mondiali ed europei. Essa è dai pesaresi chiamata simpaticamente "la Palla di Pomodoro". Se Arnaldo è nato nella vicina Morciano di Romagna, suo fratello Giò Pomodoro, anch'egli scultore di fama mondiale, è invece nativo di Orciano di Pesaro. L'area di Urbino ha dato i natali, tra gli altri, a Raffaello e a Bramante.

Il Ducato d'Urbino, con Federico da Montefeltro, esimio mecenate e condottiero, ha preceduto Firenze nel dare il via al Rinascimento italiano. La città è ancora sede dell'antica Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" che oggi richiama migliaia di studenti dall'Italia e dal mondo. Essa è stata intitolata a Carlo Bo, letterato ed umanista, rettore per mezzo secolo dell'ateneo ed urbinate d'adozione. Simbolo di Urbino è un'opera architettonica unica nel suo genere, il Palazzo ducale. Fano, l'antica Fanum Fortunae, è la città natale di uno dei maggiori ingegneri scenografi d'Europa, Giacomo Torelli. Uno dei simboli architettonici della città è l'imponente arco d'Augusto. Tutta la provincia è disseminata di beni culturali, teatri e antiche città d'arte di notevole pregio tra cui citiamo Gradara, Cagli, Fossombrone, Mondolfo, Mondavio, Sassocorvaro, e altre.

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Al centro di un'area strategicamente importante, situata sulla linea Gotica, la comunità provinciale di Pesaro e Urbino, partecipava, con eroico coraggio ed ardente desiderio di libertà, alla lotta partigiana, esponendosi ai violenti rastrellamenti e razzie delle truppe nazifasciste e a devastanti bombardamenti, che provocarono la perdita di un numero elevato dei suoi figli migliori e la distruzione di gran parte del suo patrimonio industriale ed edilizio. Con generoso spirito di solidarietà umana ed encomiabile senso civico offriva rifugio e nascondiglio a numerosi cittadini ebrei, salvandoli dalla cattura e dalla deportazione.»
— Provincia di Pesaro-Urbino, 1943-1945
Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto gallo-piceno, Dialetti marchigiani e Gallo-italico.

In provincia si parla comunemente l'italiano, ma è anche largamente diffuso per cultura e tradizione il gallo-piceno[34]. Esso appartiene al gruppo linguistico gallo-italico, come l'emiliano, il lombardo, il piemontese, il romagnolo e altri dialetti o lingue settentrionali. Le sue caratteristiche peculiari[34] variano da zona a zona. Il gallo-italico della provincia, quello del circondario di Senigallia, del Conero[34] (in provincia di Ancona) e della provincia di Massa e Carrara, sono i più meridionali del gruppo e le zone in cui sono diffusi sono le uniche dell'Italia centrale ove si parli una lingua gallo-italica.

Il gallo-piceno, detto anche gallico-marchigiano[35], appartiene al gruppo gallo-italico, che comprende tutto il nord Italia padano esclusa l'area veneta. Tale area, che corrisponde a quella d'influenza celtica, arriva fino all'odierna Senigallia, entroterra compreso, e all'isola linguistica gallica del Cònero.

Nella parte sud-occidentale della provincia e precisamente a Pergola, Cantiano, Serra Sant'Abbondio e Frontone (comuni da sempre fortemente legati all'Umbria ed in particolare storicamente alla città di Gubbio) è invece diffuso un dialetto ascrivibile alle parlate mediane umbre nord-orientali. Quelli parlati lungo la media e bassa Valle del Cesano, verso il mare, pur appartenendo al gallo-italico, lasciano tuttavia affiorare, via via che ci si avvicina al confine con la provincia di Ancona, sempre più suoni del dialetto parlato al nord di quella provincia. Infine, le aree pesaresi-urbinati settentrionali al confine con l'Umbria e la Toscana, pur essendo anch'esse zone dove si parlano dialetti gallo-italici, tendono, seppur molto debolmente, a virare proprio verso quei gruppi dialettali. Ciò del resto è normale, non esistendo mai dei confini netti tra i dialetti italiani.

Esempi di espressioni dialettali:

Italiano Pesarese Fanese Urbinate Cagliese Pergolese
Io vado Me a'vag I vag I vag I vad Io vò
Te lo dico A t'el dég T'el dig T'el dig T'el dic' i T'el dic'io
Con Sa Sa Sa Co' Co
Andiamo Gem Gin Gim Gim Gimo
Così A csé A csì/Da csì/Da st'mò/A col mò Da csé Da csé Cuscì
Cosa vuoi? Co' t'vò? Co' vu/vua? / Cu voi? 'Sa vò? C'sa vò? Co voi?
Dove vai? Do' t'và? Du vai/vèi? Do' vai? Du vè? Do vaj? Do vai?
Cosa fai? Co't fa? Co' fai/Cu fei? 'Sa fè? C'sa fè? Co fai?
Io sono di Me so' d' I so' d' I so' d' I so' d' Io so' de

Monumenti e luoghi d'interesse

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Il centro storico di Urbino è stato riconosciuto patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.

La chiesa di San Gervasio a Mondolfo, la Casa Natale di Gioachino Rossini a Pesaro ed il Palazzo Ducale di Urbino sono stati riconosciuti come Monumenti nazionali italiani.

Architetture religiose

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Il monastero di Fonte Avellana
Comune Chiese, santuari e oratori
Pesaro Cattedrale di Santa Maria Assunta
Chiesa del Nome di Dio
Santuario della Madonna delle Grazie
Urbino Cattedrale di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Bernardino
Convento di San Francesco
Urbania Concattedrale di San Cristoforo martire
Chiesa dei Morti
Sant'Angelo in Vado Concattedrale di San Michele Arcangelo
Fano Cattedrale di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Pietro in Valle
Eremo di Monte Giove
Fossombrone Concattedrale di Sant'Aldebrando
Convento dei Cappuccini
Cagli Concattedrale di Santa Maria Assunta
Chiesa di San Domenico
Pergola Concattedrale di Sant'Andrea apostolo
Chiesa di Santa Maria delle Tinte
Acqualagna Santuario di Santa Maria del Pelingo
Abbazia di San Vincenzo al Furlo
Borgo Pace Abbazia benedettina di Lamoli
Mercatello sul Metauro Santuario di Santa Veronica Giuliani
Mombaroccio Convento del Beato Sante
Monte Cerignone Santuario di Santa Maria in Reclauso
Frontino Eremo di Montefiorentino
San Lorenzo in Campo Abbazia benedettina
Serra Sant'Abbondio Monastero di Fonte Avellana
Terre Roveresche Chiesa di Santa Maria Nuova
Interno della Chiesa di San Francesco
Ipogeo di Piagge
Comune Musei
Pesaro Pinacoteca civica e Museo delle ceramiche
Casa Rossini
Museo archeologico Oliveriano
Museo nazionale "Rossini"
Museo diocesano
Centro arti visive "Pescheria"
Museo Officine Benelli
Urbino Galleria nazionale delle Marche e Museo archeologico lapidario
Casa Raffaello
Museo diocesano "Albani" e Grotte del Duomo
Oratori di San Giovanni e San Giuseppe
Orto botanico "Pierina Scaramella"
Casa della Poesia (ex Museo della Città)
Museo dei Gessi (Ex gipsoteca dell'Istituto d'Arte)
Museo del Gabinetto di Fisica dell'Università
Aula didattica "Bella Gerit" nella Fortezza Albornoz
Acqualagna Antiquarium Pitinum Mergens
Colli al Metauro Museo del Balì - Saltara
Fano Musei civici e Pinacoteca
Museo della Via Flaminia
Museo diocesano
Quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano
Fossombrone Museo archeologico e Pinacoteca Civica "Augusto Vernarecci"
Casa Museo "Quadreria Cesarini"
Mercatello sul Metauro Museo di San Francesco
Mondavio Museo di rievocazione storica
Pergola Museo dei Bronzi dorati e della Città
San Lorenzo in Campo Museo archeologico del territorio di Suasa
Museo delle terre marchigiane
Terre Roveresche Ipogeo di Piagge
Museo della corda e del mattone - Orciano di Pesaro
MuSA - Museo di Storia Ambientale - San Giorgio di Pesaro
Museo degli orci e orciai - Barchi
Urbania Museo civico
Museo diocesano "Corrado Leonardi"
Museo di storia dell'agricoltura e dell'artigianato
Facciata del Palazzo ducale di Urbino
Comune Monumenti
Pesaro Palazzo Ducale
Villino Ruggeri
Villa Imperiale
Urbino Palazzo Ducale
Ex monastero di Santa Chiara
Apecchio Palazzo Ubaldini
Carpegna Palazzo dei Principi
Fano Palazzo Malatestiano
Fossombrone Corte Alta
Corte Bassa
Ex chiesa di San Filippo
Mercatello sul Metauro Palazzo Gasparini
Palazzo Ubaldini
Il Palazzaccio
Mombaroccio Palazzo Del Monte
San Lorenzo in Campo Palazzo Della Rovere
Terre Roveresche Torre malatestiana
Urbania Palazzo Ducale
Barco Ducale

Rocche e castelli

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Rocca roveresca di Mondavio
Comune Rocche e castelli
Pesaro Rocca Costanza
Urbino Fortezza Albornoz
Belforte all'Isauro Rocca Beaufort
Cagli Rocca Torrione
Castello di Naro
Fano Rocca malatestiana
Fossombrone Rocca malatestiana
Frontone Rocca Della Porta
Gradara Castello malatestiano
Mondavio Rocca roveresca
Monte Cerignone Rocca feltresca
Piandimeleto Castello dei conti Oliva
Piobbico Castello Brancaleoni
Castello dei Pecorari
Sassocorvaro Auditore Rocca ubaldinesca
Palchi del Teatro Apollo
Comune Teatri
Pesaro Teatro Rossini
Urbino Teatro Sanzio
Apecchio Teatro dei Filodrammatici
Cagli Teatro Comunale
Cantiano Teatro Capponi
Cartoceto Teatro del Trionfo
Fano Teatro della Fortuna
Gradara Teatro Comunale
Macerata Feltria Teatro Angelo Battelli
Mondavio Teatro Apollo
Pergola Teatro Angel dal Foco
San Lorenzo in Campo Teatro Mario Tiberini
Sant'Angelo in Vado Teatro Federico e Taddeo Zuccari
Sassocorvaro Auditore Teatro della Rocca
Urbania Teatro Bramante

Siti archeologici

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Il ponte Mallio a Cagli
Comune Siti archeologici
Pesaro Area archeologica di Colombarone
Domus di Via dell'Abbondanza
Necropoli picena di Novilara
Cagli Ponte Mallio
Fano Arco d'Augusto
Porta della Mandria
L'Augusteum
Aree archeologiche di piazza Amiani e di Sant'Agostino
Domus romane di piazza XX Settembre e di via Abbazia
Fossombrone Parco archeologico "Forum Sempronii"
Sant'Angelo in Vado Domus del Mito

Archivi e biblioteche

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La Biblioteca Federiciana di Fano
Comune Archivi e biblioteche
Pesaro Archivio di Stato
Biblioteca Oliveriana
Biblioteca San Giovanni
Urbino Sottosezione dell'Archivio di Stato di Pesaro
Biblioteca della Fondazione Carlo e Marise Bo
Archivio e Biblioteche dell'Università di Urbino
Biblioteca dell'Accademia Raffaello
Cagli Polo Culturale di Eccellenza
Fano Sottosezione dell'Archivio di Stato di Pesaro
Biblioteca Federiciana
Mediateca Montanari
Fermignano Biblioteca comunale "Donato Bramante"
Fossombrone Biblioteca civica "Passionei"
Piandimeleto Biblioteca comunale "Ubaldiana"
Urbania Biblioteca comunale

Enogastronomia

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Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina marchigiana.

Piatti tipicamente pesaresi-urbinati sono: la piada o piadina o crescia o crostolo a seconda delle zone di produzione ed a seconda delle ricette, farcito con salumi locali come prosciutto di Carpegna, erbe di campo cotte o verdure gratinate e formaggi come la (casciotta d'Urbino; i passatelli (pasatej in pesarese) in brodo o nella variante più moderna asciutti; i cappelletti (caplétt in pesarese-urbinate) in brodo o asciutti tipici del Natale e delle feste; i piatti a base di pesce dell'Adriatico ed in particolare il brodetto (brudet in fanese); la crescia di Pasqua, torta salata ricca di uova e formaggio; la polenta (pulenta in lingua locale) di mais locale stesa sul panaro e condita con sughi di carne o pesce (a San Costanzo esiste ancora una delle sagre dedicate più antiche d'Italia); i tacconi (taco'n in lingua locale) tagliatelle corte, spesse e irregolari fatte con farina di fave e condite di solito con sugo di pomodoro, olio extravergine d'oliva ed aglio; le "cristajat" o "crestajat" (da "cresce tagliate"), sorta di maltagliati di farina di mais e grano conditi con lardo, formaggio stagionato e pepe.

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Vini DOC della provincia di Pesaro e Urbino.

La provincia di Pesaro e Urbino vanta una plurisecolare tradizione enologica: famosi sono il bianco bianchello del metauro ed il colli pesaresi bianco e da notare nelle zone di Pergola il tristo di montesecco, un vino adesso non più commercializzato. Per i rossi vi sono il sangiovese colli pesaresi rosso, la vernaccia di Pergola, unica nel suo genere e svariati tipi di vini di visciole tra cui spicca il famoso Visner (sempre di Pergola). Numerose le cantine (Guerrieri, Mariotti, Fiorini ecc.) che, grazie anche ad un territorio particolarmente vocato, producono vini sempre più di qualità come testimoniano i concorsi enologici vinti un po' in tutto il mondo.

La provincia di Pesaro e Urbino nonostante l'appartenenza alla zona climatica continentale, ha microclimi adatti alla coltivazione di olive pregiate per la produzione di olio. L'unica DOP regionale è presente a Cartoceto e nei comuni limitrofi (Mombaroccio, Saltara, e parte di Fano. L'olio DOP "Cartoceto" è prodotto prevalentemente con olive dei cultivar Raggiola, Frantoio e Leccino.

L'antica e famosa Università di Urbino richiama nella città molti studenti. Inoltre vi è sempre in Urbino la rinomata Scuola del Libro, fin dal 1861, da cui sono usciti diversi artisti di grande fama.

Nella provincia hanno sede le seguenti redazioni di testate giornalistiche:

Il rovere e il cerro sono le querce più tagliate e costose della provincia.

Economia solida con basso tasso di disoccupazione, basata sulla piccola e media industria e sull'artigianato, sull'agricoltura e sul turismo balneare e culturale.[36] Tra le tantissime aziende presenti spiccano quelle di livello nazionale ed internazionale, silenziosamente pesaresi-urbinati, ad esempio: Scavolini, Berloni, Febal, Ernestomeda, Moretti Compact, Piero Guidi, Bikkembergs, Dondup, Siviglia, ITAMA, Pershing, Ferretti, Biesse, Morbidelli, PICA, Benelli, Benelli Armi, Cooperativa Biologica Montebello, TVS, Alluflon, Profilglas, Della Rovere ecc. L'indice generale delle infrastrutture economiche, fatto pari a 100 quello italiano, risulta pari a 71,7 che decresce rispetto al 74,74 del 2007. Nel 2008 nessun indice soddisfa il minimo della base nazionale pari a 100 quindi questo denota che la provincia è carente di qualsiasi infrastruttura. Le più deficitarie sono le infrastrutture di trasporto soprattutto portuali, aeroportuali e ferroviarie, mentre le reti energetico ambientali, le reti bancarie, telematiche e telefoniche presentano indici meno gravosi. Contenuti sono i rapporti fra sofferenze bancarie su impieghi che però risultano comunque superiori al dato nazionale e decisamente bassi sono i fallimenti di imprese dichiarati rapportate al totale delle imprese attive nel 2008 pari a 0,09 che posiziona la provincia ad un buon 70º posto della graduatoria decrescente.[36]

Il reddito medio a disposizione dei residenti è pari ad 18215,00 € e risulta aumentare il valore di poco più di 2000,00 € rispetto al precedente periodo (2008) facendo notare una buona ripresa del tenore di vita della provincia. Confrontato con il dato italiano, che risulta di 17623,00 €, con il dato macroripartizionale pari ad 18840,00 € e col dato della regione Marche pari ad 18595,00 € possiamo dedurre una buona crescita del tenore di vita. Positiva è anche la situazione per quanto concerne i consumi interni pro-capite pari a 15377,00 € che risultano crescere anch'essi. Decisamente molto rilevante il valore aggiunto dell'artigianato, infatti, ben il 22,2% in rialzo rispetto al precedente 18,70% dell'intero P.I.L. provinciale è prodotto da questo comparto, un dato che colloca la provincia al terzo posto nella graduatoria nazionale. Il buon tenore di vita di Pesaro e Urbino è confermato anche da una quota di consumi non alimentari, pari all'82,6%. Il consumo pro-capite di energia elettrica per usi domestici è tra i più bassi del Centro Italia (1062 kWh ma superiore al dato regionale), mentre il consumo di carburante è pari a 0,24 tonnellate annue pro-capite, superiore di poco al dato nazionale. Buono appare l'indicatore di automobili circolanti per 1.000 abitanti pari a 86,90 e che pone la provincia al 17º posto nazionale.[36]

Lo 0,63% del P.I.L. nazionale viene prodotto dalle imprese della provincia di Pesaro e Urbino. Espresso in termini relativi questo si traduce in una quota pro capite pari ad 26055,00 € in buon rialzo rispetto agli 24658,00 € del 2007, e a differenza del periodo precedente tale valore risulta di poco superiore alla media italiana. La provincia non segnala una crescita economica particolarmente significativa. Infatti, nel periodo 2002-2006, il ritmo di crescita del P.I.L. è stato inferiore sia a quello regionale che a quello macroripartizionale, anche se, il confronto con le province del Centro Italia, mostra come Pesaro e Urbino abbia avuto una crescita superiore a quella di molte altre realtà territoriali di quest'area.

La scomposizione settoriale del valore aggiunto mostra come siano l'industria (soprattutto manifatturiera) e soprattutto i servizi (in particolare credito ed attività immobiliari) ad alimentare il valore aggiunto provinciale.

Sorprendentemente il Censis Pesaro annovera la tranquilla provincia tra le prime in Italia per presenza di crimine associato, dovuto principalmente alla caccia di frodo. Il rapporto fra il numero di delitti denunciati su popolazione risulta in linea con la media nazionale. Elevato è il numero di incidenti stradali per mille abitanti (4,8 attuale a fronte del 4,28 nel 2007 e del 3,87 nazionale che vale a Pesaro e Urbino il 32º posto tra tutte le province) con una quota di incidenti mortali del 1,86% (2,04% per l'Italia) stabile rispetto al semestre precedente. Lievemente più consistente rispetto alla media nazionale la percentuale di decessi per disturbi al sistema cardiocircolatorio (41,3%), mentre in linea con la media nazionale sono i decessi per tumori (30%). Tranne per la dotazione per strutture sanitarie, tutti gli indicatori sociali hanno fatto rilevare nel periodo considerato un sensibile miglioramento pur rimanendo al di sotto della media nazionale, l'unico indice ad essere superiore a 100 e quello relativo alle strutture per l'istruzione pari ad un eccellente 204,8 stabile che pone la provincia al terzo posto nazionale.

Nonostante le caratteristiche del territorio, prevalentemente boscoso, il settore agricolo è piuttosto rilevante, soprattutto nelle colline preappenniniche.

In passato l'agricoltura era soprattutto di sopravvivenza, ma dall'ultima parte del Novecento la frutticoltura, la cerealicoltura, l'orticoltura e la viticoltura hanno assunto una particolare importanza.

Infatti il comparto agricolo più importanti è diventato quello cerealicolo e orticolo. La produzione numericamente più rilevante è relativa alle insalate.

Alcune aree sono interessate dalla coltivazione degli ortaggi (patata, carota, cavolo cappuccio, zucchina, radicchio, sedano, cipolla). Molto importante (anche se in termini nazionali quantitativamente modesta) la produzione di uva, da cui si ricavano vini di alta qualità.

Storicamente molto significativo l'allevamento, in passato uno dei mezzi di sostentamento più importanti nelle vallate appenniniche. Il settore zootecnico più rilevante è relativo al pollame con presenza significativa di allevamenti di razze bovine autoctone come la Marchigiana o Romagnola ed equine come il cavallo del Catria.

Lo sfruttamento forestale ecologico e la silvicoltura, soprattutto nelle aree più interne nell'Appennino è rilevante e sostanzialmente portato avanti da piccole aziende solitamente a carattere familiare.

Il turismo nella provincia assume un ruolo primario nell'economia del territorio, le principali attrazioni sono il mare e l'Appennino. Le spiagge di Gabicce Mare, Pesaro, Fano e Marotta, poste in continuazione del litorale riminese, offrono ottimi servizi, bellezze naturalistiche e percorsi storico-culturali; la totalità delle coste della provincia è balneabile.[37] L'entroterra collinare e montuoso rappresenta un vero scrigno di bellezze culturali e paesaggistiche come la Rocca di Gradara, Mondavio, Sassocorvaro, Fossombrone, Cagli, i musei, le chiese ed i reperti archeologici di Fano, Urbino, Pesaro ecc. La città di Urbino, considerata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO e monumento nazionale italiano, è sicuramente una meta privilegiata. Gabicce Mare fa parte della Riviera romagnola.

I due parchi naturali regionali del Monte San Bartolo e del Sasso Simone e Simoncello e la Riserva naturale statale Gola del Furlo, presenti in provincia, attirano scienziati naturalisti, geologi e amanti della natura.

I comuni insigniti della bandiera arancione del Touring Club Italiano sono quelli di Apecchio, Cantiano, Frontone, Frontino, Gradara, Mercatello sul Metauro e Mondavio. Le località che fanno parte dell'associazione dei Borghi più belli d'Italia sono quelle di Frontino, Gradara, Macerata Feltria, Mercatello sul Metauro, Mondavio, Mondolfo, Montefabbri, Monte Grimano Terme e Pergola. Invece i comuni insigniti della bandiera blu dalla Foundation for Environmental Education (F.E.E.) sono quelli di Gabicce, Pesaro, Fano e Mondolfo[38]. Il comune di Acqualagna fa parte della rete delle città Slow. I comuni di Cartoceto, Gradara, Pesaro e Vallefoglia fanno parte dell'associazione nazionale Città dell'Olio. I comuni di Acqualagna, Apecchio, Pergola, Piobbico e Sant'Angelo in Vado fanno parte dell'associazione nazionale Città del Tartufo[39].

Amministrazione

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Periodo Presidente Partito Carica Note
1980 Salvatore Vergari Presidente
1980 1985 Vito Rosaspina Partito Socialista Italiano Presidente [40][41]
27 agosto 1985 15 luglio 1990 Vito Rosaspina Partito Socialista Italiano Presidente [40]
16 luglio 1990 5 marzo 1993[42] Vito Rosaspina Partito Socialista Italiano Presidente [40]
30 marzo 1993 23 aprile 1995 Umberto Bernardini Partito Democratico della Sinistra Presidente [40]
24 aprile 1995 13 giugno 1999 Umberto Bernardini Partito Democratico della Sinistra Presidente [40]
14 giugno 1999 13 giugno 2004 Palmiro Ucchielli Centro-sinistra Presidente [40]
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Palmiro Ucchielli Centro-sinistra Presidente [40]
8 giugno 2009 22 giugno 2014 Matteo Ricci Partito Democratico Presidente [40]
23 giugno 2014 12 ottobre 2014 Massimo Galuzzi Partito Democratico Vicepresidente [40][43]
13 ottobre 2014 30 ottobre 2018 Daniele Tagliolini Partito Democratico Presidente
Sindaco di Peglio
[44]
31 ottobre 2018 19 dicembre 2022 Giuseppe Paolini Partito Democratico Presidente
Sindaco di Isola del Piano
[45]
19 dicembre 2022 in carica Giuseppe Paolini Partito Democratico Presidente
Sindaco di Isola del Piano
[46]

I comuni della provincia si possono dividere in varie aree, in base all'appartenenza alle Unioni dei comuni (tra cui le Unioni montane) ed alle ex Comunità montane.

Zona Comune Popolazione ab.[4] Superficie km² Stemma
Ex Comunità montana del Catria e Cesano Fratte Rosa 882 15,60
Pergola 5 945 113,46
San Lorenzo in Campo 3 211 28,69
Unione montana del Catria e Nerone Acqualagna 4 294 50,74
Apecchio 1 756 103,26
Cagli 8 192 226,16
Cantiano 2 046 83,10
Frontone 1 235 36,01
Serra Sant'Abbondio 944 32,78
Unione montana Alta valle del Metauro Borgo Pace 538 55,95
Fermignano 8 332 43,27
Isola del Piano 553 23,05
Mercatello sul Metauro 1 314 68,59
Montecalvo in Foglia 2 738 18,24
Peglio 659 20,20
Petriano 2 766 11,32
Piobbico 1 833 48,16
Sant'Angelo in Vado 3 949 67,44
Urbania 6 935 77,79
Urbino 13 803 226,50
Ex Comunità montana del Metauro Fossombrone 9 189 106,68
Mondavio 3 709 29,48
Montefelcino 2 499 38,69
Sant'Ippolito 1 478 19,74
Terre Roveresche 5 199 70,37
Unione montana del Montefeltro Belforte all'Isauro 739 11,99
Carpegna 1 612 28,31
Frontino 288 10,74
Lunano 1 447 14,62
Macerata Feltria 1 946 40,23
Mercatino Conca 996 14,47
Monte Cerignone 638 18,04
Monte Grimano Terme 1 073 24,01
Piandimeleto 2 081 39,96
Pietrarubbia 602 13,05
Sassocorvaro Auditore 4 888 87,55
Tavoleto 851 11,99
Unione dei comuni Pian del Bruscolo Gabicce Mare 5 651 4,85
Gradara 4 922 17,52
Mombaroccio 2 056 28,22
Pesaro 96 238 126,58
Tavullia 7 953 42,33
Vallefoglia 14 876 39,23
Unione dei comuni Valle del Metauro Colli al Metauro 12 166 46,17
Cartoceto 7 908 23,16
Zona costiera Fano 60 105 121,27
Mondolfo 14 323 22,69
Montelabbate 6 987 19,60
Monte Porzio 2 784 18,36
San Costanzo 4 595 40,70
Provincia di Pesaro e Urbino Totale di 50 comuni 351 724 2 507,60

Il territorio provinciale contiene anche l'enclave di Monte Ruperto nel comune di Città di Castello (PG).

Unioni dei comuni

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Parchi naturali

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La provincia è gemellata con:

  1. ^ a b c Articolo 4 (PDF), in Statuto della Provincia di Pesaro e Urbino, 23 febbraio 2022.
    «"La Provincia ha sede in V.le Gramsci, 4 – Pesaro ed ha come co-capoluoghi il Comune di Pesaro ed il Comune di Urbino.»
  2. ^ a b Eurostat, Gross domestic product (GDP) at current market prices by NUTS 3 regions, su ec.europa.eu. URL consultato il 26 maggio 2024.
  3. ^ ISTAT - Superficie dei comuni, province e regioni al Censimento 2011
  4. ^ a b c Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  5. ^ Art. 3 co. 3, DECRETO-LEGGE 29 gennaio 2024, n. 7, su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 23, 29-01-2024. URL consultato il 2 febbraio 2024.
  6. ^ Zuffa, Lollini, capitoli da Piceno I a Piceno VI.
    • Piceni popolo d'Europa, Roma, De Luca, 1999, ISBN 978-88-8016-355-8.
    • Maurizio Landolfi, Adriatico tra IV e III secolo a.C. L'Erma di Bretschneider, 2000 (pagina 36)
  7. ^ Venceslas Kruta, I Senoni nel Piceno, in AA.VV., Piceni. Popolo d’Europa, Roma, De Luca, 1999, (pagina 175). ISBN 9788880164326.
  8. ^ Tito Livio, Periochae XV: "Colonia(e) deducta(e) Ariminum in Piceno [...]".
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