di Federico Cella

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I campionati Europei appena iniziati in Francia hanno il marchio dei più tecnologici di sempre. Niente di strano, perché ogni nuovo evento avrà una marcia più tech del precedente. Ma Francia 2016 sarà di fatto il primo evento calcistico a essere ufficialmente seguito su due schermi. Se è vero che in occasione dei grandi tornei di calcio, in Italia – e non solo ovviamente – si cambia il parco televisori perché la TV è e rimane il palcoscenico privilegiato per vedere le partite insieme agli amici, non è più possibile sottovalutare l’importanza del second screen, ossia di smartphone e tablet prima, dopo e soprattutto durante le partite.

Le risorse di “appoggio” al match sono innumerevoli, Facebook e gli altri social ovviamente, e poi il sito ufficiale UEFA.com che attende di ricevere durante il mese della manifestazione poco meno di 200 milioni di visitatori. Letteralmente da ogni parte del pianeta. A questo si aggiungono le app ufficiali e le tante affiliate, per esempio quelle dei servizi locali, sia all’interno degli stadi francesi, sia nelle città dove si giocano le partite. Al centro di tutto questo scorrere di big data e server c’è un uomo, Daniel Marion, cto di Uefa che qualche giorno fa – prima di essere sepolto dai dati – ci ha raccontato di questa enorme macchina organizzativa. “Il calcio è l’unico sport che riesce a muovere fan da tutto il pianeta, le richieste di accesso al nostro sito arrivano veramente da ogni angolo anche più remoto”, spiega Marion. “Ovviamente l’Europa è prima, ma il traffico dall’Asia è in costante crescita ed è impressionante”. Questo a fronte di uno sport che da sempre invece è allergico all’innovazione. “Perché la paura è di rovinarlo, che con l’innesto di tecnologie in campo si perda la magia unica”, continua il cto UEFA. “Così se il gioco rimane artigianale, allora lavoriamo su tutto quello che gli sta attorno. A cominciare dagli stadi – quelli francesi sono un esempio di strutture moderne, da voi in Italia c’è invece tanto lavoro da fare – per proseguire con la hospitality fino ad arrivare ai fan lontani. Quelli che seguono l’evento soprattuto via web e che è nostro compito non far sentire distanti dai campi di gioco”.

 

Tutti i terabyte di dati che vengono originati dagli Europei risiedono nella nuvola, nel cloud professionale fornito a UEFA da Interoute, un accordo nato con il più grande operatore europeo del settore ormai anni fa e che prosegue nella sfida forse più difficile. Quella con l’evento come dicevamo più maturo a livello digitale di sempre. I flussi di richieste ai server andranno a ondate, e così la necessità di servire i contenuti. Con i rischi conseguenti di attacchi da parte degli cyber-hooligans. Marion si dice tranquillo, con la sua struttura di ingegneri e uomini dal pronto intervento. “Durante Euro 2012 abbiamo avuto diversi attacchi, tutti respinti. Sono fiducioso che nel 2016 non saremo certo da meno”.

 

Intanto un po’ di tecnologia in campo sta arrivando, in realtà. Prima di tutto con Hawk-Eye, l’occhio sulla linea delle porte che fa il debutto in una manifestazione di questa portata. Poi parliamo invece di una possibile rivoluzione del futuro, la partita a 360 gradi: la sta filmando, così come era accaduto con la finale di Champions, Nokia con le sue videocamere Ozo. Al momento è un esperimento che nessun spettatore, se non quelli addetti ai lavori, potrà vedere. Ma si tratta di un esperimento interessante, a detta di molti, ma non di tutti. Marion non vede un futuro per il calcio nei visori: “Il nostro è un sport sociale, non è pensabile di goderlo davvero isolandosi dentro a sistemi di realtà virtuale”.

 

Parlando di virtuale, arriviamo a un ultimo capitolo sugli Europei tecnologici. Ed è quello legato alle anticipazioni date da Microsoft su come il torneo si svolgerà, dai risultati dei gironi fino ad arrivare al vincitore finale. Non ci voleva molta fantasia a indicare la Germania, ma da Redmond non si sono basati su facili statistiche ma sull’analisi anche qui dei big data del calcio europeo. Numeri, ranking, risultati precedenti, ogni tipo di variabile e buzz dai social hanno per esempio sancito la sconfitta dell’Italia lunedì contro il Belgio, il nostro passaggio come seconda del girone e la conseguente eliminazione agli ottavi con il Portogallo. Conte non ne sarà contento, specialmente se si considera con i Mondiali brasiliani i dati di Microsoft si sono dimostrati affidabili nel 94% dei casi. Abbiamo dunque il restante 6% da tifare.

In attesa che parta davvero il calcio reale, è già iniziata la sfida storica di quello digitale. Tra Fifa e Pes lo scontro come ogni anno sarà duro, fino all’ultimo trick, e sarà come ogni stagione un testa a testa per il titolo, quello del campionato dei videogiochi. Già, perché la creatura storica di Electronic Arts e quella (almeno per noi) più recente dei giapponesi della Konami sono ogni volta i due titoli più venduti nel nostro Paese, sempre in testa nelle classifiche ufficiali (a proposito delle quali, appena arrivano le metto online). Con Pro Evolution costantemente davanti, ma per poche, pochissime incollature. È una unicità tutta italiana: nel mondo è Fifa a prevalere. Ma il nostro è un Paese di tecnici e Pes, nella sua essenzialità, è spesso più simulazione di Fifa, carrozzone pirotecnico che però fa venire la pelle d’oca dall’emozione a cominciare dal solo ingresso in campo.



Abbiamo dedicato alla sfida 2012 la prima puntata della videorubrica Vita Digitale
dopo le vacanze, anche se manca ancora un mese all’arrivo dei titoli negli scaffali. Ieri si è chiusa la campagna acquisti in quasi tutti i Paesi europei, ultimo atto per completare le rose non solo nella realtà ma anche nei rispettivi giochi (al di là del discorso sulle licenze e nomi). Ma è bene iniziare a scaldare l’ambiente, così come stanno facendo fin da luglio i rispettivi uffici stampa, che hanno realizzato video e quant’altro da dare in pasto alle rispettive tifoserie, perché di tali si tratta. Fifa ha messo in campo quattro giovani del campionato italiano – De Ceglie, Sirigu, Okaka e De Silvestri – che parlano delle nuove caratteristiche del gioco: recitazione drammatica, partecipazione reale, perché sono moltissimi i giocatori che si sfidano sulle console (ricordate l’affaire Nesta?). Pes ha lavorato in casa con filmati che ci riportano indietro nel 2001 e la prima versione di Winning Eleven arrivata da noi: anno dopo anno la grafica diventa più morbida, il gioco sempre più simile a una partita vista in pay-tv.

E’ iniziata la sfida del calcio digitale tra Fifa e Pes: quest’anno quale comprerete?

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Cosa cambia? Quale è migliore? Quale comprare? A 70 euro a colpo, la scelta si impone. Ma dare una risposta non è facile, perché la scelta è soggettiva, come dicevamo legata più al tifo e all’abitudine che a valutazioni reali. Provateli tutt’e due e scegliete, anche se la scelta in realtà ognuno l’ha già fatta, probabilmente (sopra potete votare il sondaggio di Vita Digitale). Io per esempio da anni gioco soprattutto a Pes, con gli amici (che batto) e mio fratello (che mi batte) non esiste altro tipo di sfida. Ma Fifa – che quest’anno racconta di decine e decine di migliorie, anche se la vera differenza sta nel comportamento della AI, cosa comunque non da poco – resta uno spettacolo prima di tutto per gli occhi. Pes è più “povero” – lo ammettono gli stessi della Konami, che dicono che certi livelli di contorno di Fifa non li raggiungeranno mai -, ma sotto certi aspetti più realistico al di là della grafica. La sfida è iniziata, chi la vincerà quest’anno?