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2024
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As final work of "Instrumental methodology - Guitar" in my second cycle of Conservatory studies, and part of the exam, I elaborated and discussed a recollection of the most important publications about memory - joint with medical and psychological related sources - in order to help the executor while preparing a repertoire to figure out which "kind" of memory can be adopted and how to corroborate it. The perspective is to recognise the genres of memory that may intervene during the execution/study, to represent what memory can mean and in conclusion what shall be the importance of memory. On purpose, it is excluded any medical perspective, due to the different nature of the discipline.
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Rendiconti di Lettere
This study considers the analytical and gestural aspects of the performance from memory in the beginners in order to offer elements of comparison with similar studies on the performance from memory of advanced students and professionals. Three pianists aged 10 years have studied a piece taken from the Mikrokosmos of Bartók unknown and suitable for their level of pianistic experience. During the learning path the teacher kept a diary. When they were able to play the pieces from memory fluidly, a first video recording of the performance was performed during a lesson. Later, after overcoming the problems occured in the first recording, the second performance was recorded in a semi-public context, and finally the last recording took place in front of an audience of about 50 people. The quantitative and qualitative analysis of the video recordings considered the formal structures of the pieces and the errors, comparing them with the evidences of the diary of the teacher. The results indi...
Prima assoluta 12 X 2013 Venezia, Conservatorio Benedetto Marcello 57a Biennale Musica di Venezia, “Maratona degli studi di Fonologia” SON Ensemble (F. Gaggiato, violino - C. Stocchi, flauto - C. Pasquotti, pianoforte - G. Soppelsa, clarinetto - L. De Marchi, chitarra - A. Zambon, direttore - S. Alessandretti, regia del suono e live electronics). durata 9’~ ARS Publica Editore
2022
Il suono della memoria è il filo conduttore di questo libro, che racconta l’esperienza della musica contemporanea nelle sue interazioni con la dimensione del tempo storico, tra utopia del passato e nostalgia del futuro. La scena immaginaria dell’ascolto e la risonanza del mito nel teatro musicale sono al centro di una narrazione che ci conduce nel laboratorio creativo di quattro compositori italiani di generazioni diverse – Goffredo Petrassi, Luciano Berio, Bruno Maderna e Salvatore Sciarrino – per mettere a fuoco i tratti di un genere musicale che ha svolto un ruolo decisivo nella cultura della seconda metà del Novecento. Un viaggio tra etica ed estetica, scrittura e suono, artigianato e stile, per scoprire che il suono della memoria potrebbe essere proprio quello di cui abbiamo bisogno, e che desideriamo di più.
Recentemente il tema della memoria ha ricevuto una certa attenzione anche all'interno degli studi biblici grazie al dibattito suscitato dalle tesi di J. Assmann sull'origine della religione ebraico-cristiana. 1 In particolare, questo autore tenta di decifrare la «mnemotecnica culturale» delle immagini bibliche per disinnescare il «potenziale di violenza» a suo dire insito in esse. La «salutare provocazione» 2 dell'egittologo di Heidelberg va raccolta, quindi, anche a partire da una riconsiderazione del tema della memoria nelle Scritture ebraico-cristiane.
La ricerca analizza il mediometraggio La Jetée, proponendo una sintesi degli studi finora esistenti e approfondendo le emergenze apparentemente inconsce dell'immaginario registico nelle dissolvenze incrociate. Partendo da una ricostruzione dell'incerta biografia markeriana, la tesi tiene conto dell'intero corso in cui si è evoluta la filmografia di uno dei inclassificabili registi del suo tempo, per poi focalizzarsi nell'analisi della sua opera più celebre, fonte di ispirazione per numerosi registi contemporanei e a sua volta film intriso di una radicale cinefilia, un amore per la memoria della visione. Tempo e memoria sono strettamente collegate all'immagine e diventano un elemento ricorrente nell'opera markeriana. Attraverso l'analisi di La Jetée risulta evidente come questo tema rappresenti la struttura estetica di partenza, ma anche una degli spunti seminali più radicati nella sue opere successive, da Sans Soleil all'opera multimediale Immemory. Per la bibliografia, la ricerca si è avvalsa di tutte le monografie esistenti su Marker, comprendendo una vasta ricognizione degli articoli su rivista. The research analyzes the medium-length film La Jetée, proposing a synthesis of the studies that have existed so far and delving into the seemingly unconscious emergencies of the directorial imaginary in cross-fades. Starting from a reconstruction of the uncertain Marker biography, the thesis takes into account the entire course in which the filmography of one of the unclassifiable directors of his time evolved, and then focused on the analysis of his most famous work, a source of inspiration for numerous contemporary directors and in turn a film imbued with a radical cinephilia, a love for the memory of vision. Time and memory are closely related to the image and become a recurring element in Marker's work. Through the analysis of La Jetée it is evident that this theme represents the aesthetic structure of departure, but also one of the most rooted seminal cues in his later works, from Sans Soleil to the multimedia work Immemory. For the bibliography, the research is made use of all the existing monographs on Marker, including a vast reconnaissance of journal articles.
In this essay I would like to move from the traditional dichotomy between composition and performance, focusing on the preliminary conditions of improvisational processes, rather than on their inner development. In the first paragraph I will claim that improvisation is strictly linked to the memorization of a consistent repertoire of formulas, harmonic and rhythmic schemes, aimed at making the performance more natural. Nevertheless, memory has not to be intended only in a mechanical sense, as it will be shown in the second paragraph: in fact, this faculty has the purpose to facilitate, not to substitute, a good performance. In the final part of the essay I will highlight that improvisational ability consists in transforming the object of memory from an immediate answer to a sonic stimulus into the dynamic form of incorporation.
Doctor Virtualis, 2011
The essay focuses on a historical moment placed at the beginning of the parable outlined by the technology of music writing in Western culture: the introduction, at the beginning of the ninth century, of the first neumatic notations, whose main aim consisted in recording the repertoire of liturgical songs known as Gregorian chant. Assuming that writing in medieval culture constituted a technology of memory, the essay tries to interpret in this light the characteristics of neumatic notation, as well as some formal characteristics of liturgical chants transmitted through it. A new interpretation of the typical formulaic construction of Gregorian chant is suggested: formularity is understood as a result of a sophisticated use of memory based on the conceptual model of writing. The analysis of some pieces handed down in melismatic neumatic notation, sometimes accompanied by texts composed ex novo (prosulae), shows how neumatic writing corresponds to analytical and creative strategies based on memorization. An idea that emerges at the end of the discussion concerns the link between the technology of memory and the essentially open vision of the liturgical chants – especially the liturgical tropes – namely the fact that they were not conceived as autonomous and concluded units, but rather as different configurations of a number of fixed (mnemonic) elements that feature a wide range of different songs.
I tipi di memoria
Per volgere a nostro favore il procedimento di memorizzazione di un brano abbiamo a disposizione varie "basi" costituite dal tipo di memoria che inneschiamo, con la possibilità di servirci strategicamente di ogni tipo, anche in via sussidiaria: ad esempio la memoria cognitiva può soccorrerci quando la memoria motoria dovesse mancare. Esaminiamo quindi alcune tipologie di memoria e la loro natura, che nell'esperienza degli studi lungo gli anni sono state teorizzate:
A) La memoria motoria. È legata ai neuroni a specchio, più sviluppata nei bambini ed agisce in maniera incosciente nel nostro quotidiano. Possiamo annoverare in questa area la memoria digitale che agisce come riflesso condizionato e consente di assimilare naturalmente tramite la ripetizione meccanica di gesti singoli oppure in successione. Tuttavia l'apprendimento delle dita è lento, e nonostante l'efficacia di questa memoria, essa è suscettibile di vuoti in caso di fattori che la offuscano come imprevisti, stage-fright, o dalla sostituzione improvvisa dello strumento con cui si è sempre praticato.
B) La memoria semantica o cognitiva. Essa immagazzina le conoscenze disciplinari. Tramite una preparazione teorica si può avere contezza di ciò che si studia, prima di memorizzarlo. L'analisi formale del brano, prima ancora di suonarlo, aiuta a individuare armonie, accordi intervalli e note che classificati grazie alla prassi di studio possono fissarsi come punto di riferimento per memorizzare o per dividere il brano in sotto componenti.
C) La memoria visiva è quella che coinvolge la visualizzazione della musica sullo spartito oppure della "danza delle dita", la «geometria» (A. Gilardino) proposta sulla tastiera (cosa diversa dal ricordo motorio-digitale), elemento di grande utilità che permette di avere uno spartito immaginario di riferimento. Spesso si cita come esempio iperbolico Arturo Toscanini, che si dice ricordasse anche le macchie di inchiostro sulla partitura orchestrale da dirigere.
D) La memoria musicale, non è del tutto svincolata dalla memoria semantica, immagazzina in questa successione i fenomeni acustici: ritmo melodia armonia e contrappunto. Il ritmo soprattutto, e la melodia, sono i fattori più immediati da percepire e da mantenere nella propria memoria. L'armonia si affronta grazie allo studio teorico e grazie alla geometria delle posizioni sulla tastiera, mentre il contrappunto e la polifonia possono creare alcuni problemi: se è vero che urge in questi casi uno studio "orizzontale" delle singole voci, la difficoltà di realizzarlo spinge certi casi alla soluzione più pragmatica di fissare anche in questo caso le posizioni. Va comunque mantenuto come spirito guida l'andamento orizzontale delle voci. La memorizzazione si può poi consolidare anche grazie all'assimilazione della natura di dinamiche e timbri.
E) La memoria associativa. Essa raccoglie le immagini evocate interiormente da ognuno di noi, esecutore o ascoltatore. Non è bene ignorare quanto venga immaginato ma anzi va valorizzato oltre che per imprimere -da parte dell'esecutore -una natura all'esecuzione, anche per agganciare a quell'immagine un determinato passaggio tecnico.
F) La memoria emozionale. È complementare alla memoria musicale, insieme a cui è spesso classificata: l'esecuzione "di cuore", profonda e intenzionale, che si radica fin dal primo studio sotto tempo, fa si che le emozioni che suscitano dentro all'esecutore si radichino nella memoria, anche grazie alla memoria sensoriale che consente di ricordare all'ascolto un passaggio oppure come attuiamo un determinato tocco (o pressione) della mano. Ad esempio, i bambini educati alla musica con il metodo Suzuki ascoltano le prime melodie che suoneranno molto tempo prima di iniziare a suonare. All'atto pratico sarà un ricordare quanto ascoltato, quindi un dato acquisito, che li guiderà nello studio e nell'esecuzione.
Come alimentare ed allenare la memoria
Secondo Alan Baddeley, psicologo britannico, memoria è la capacità di recepire, conservare e richiamare informazioni, come fosse una biblioteca sempre accessibile. Jon Kabat-Zinn biologo americano e professore di Mindfulness definisce la memoria a tal proposito come una vera e propria disciplina a cui dedicarsi con consapevolezza e concentrazione. Come dunque riuscire a immagazzinare e al tempo stesso richiamare quanto radicato nella memoria?
È necessaria una buona dose di autocoscienza per porsi nelle condizioni giuste. Per prima cosa è necessario partire dal momento dello studio personale poiché lì parte il processo di assimilazione. Dobbiamo porci nelle condizioni ottimali per l'apprendimento, in un luogo idoneo e con una predisposizione personale che ci garantisca un tempo di studio proficuo. Non sempre è possibile ma è bene perseguire il riposo e la concentrazione attiva verso ciò che si fa. Il tempo di memorizzazione varia a seconda della persona e del repertorio. La ratio di questo procedere è attuare una profonda elaborazione di ciò che si fa per preparare esattamente ciò che succede durante l'esecuzione, anche nel caso di un esecuzione non mnemonica.
Secondo vari autori, una strategia per lo studio è quella di organizzare bene lo spartito evitando troppi segni distrattivi, dividere in sotto componenti il brano (frasi, semi frasi o incisi) e di suonare solo le componenti prescelte, sotto tempo. Hubert Kappel sostiene addirittura che in certe composizione bachiane sia opportuno studiare ad un tempo diminuito del quadruplo, giacché la lentezza favorisce la sedimentazione dello studio specie in composizioni complesse. Il tutto con una cadenza regolare che consolidi l'apprendimento e la memoria; le ripetizioni giovano, purché vi sia effettiva consapevolezza della propria pratica. Non sempre è facile, per la natura dei brani o per l'inclinazione del musicista, riuscire ad interrompersi al punto stabilito resistendo alla tentazione di proseguire. Anche in questo caso sarà comunque bene ricordare che il fine dello studio lento è (come suggerisce Cristian Agrillo) accedere alla memoria a breve termine, dentro cui le "informazioni" vengono elaborate temporaneamente e poi reiterate così da poter sedimentare definitivamente nella memoria a lungo termine, così da superare il solo ausilio della memoria motoria. Infine è utile notare come assimilare uno stile tramite un repertorio a cui si è molto dediti aiuta senza dubbio la memorizzazione, essendo possibile acquisire un po' della mentalità tipica di un autore o di un dato periodo storico.
In precedenza, in contemporanea, o in fase avanzata di studio è possibile effettuare un allenamento mentale che può svolgersi in diverse modalità, senza lo strumento. Una prima è quella di effettuare uno studio mentale immaginando come si trasferirebbero sul manico le note, utile quando ci si trova in viaggio. Il pianista tedesco Walter Gieseking era fautore di questa strategia, proponendo inoltre di ripercorrere il brano a ritroso. In secondo luogo, H. Kappel propone di trovare più punti di riferimento lungo il brano, e di percorrerli interamente, aggiungendoli progressivamente mantenendo anche qui un andamento a ritroso. In ciò è bene prefigurarsi movimenti e sensazioni in ogni passaggio. Giova poi alternare ripetizioni suonate e ripetizioni mentali: sarà un diverso suonare dopo aver eseguito mentalmente la sezione, frase o battuta assunta come unità di divisione.
In molti suggeriscono come apice della memorizzazione il poter riscrivere da zero il brano che si vuole memorizzare. Ad avviso di chi scrive, benché sia indubbia dimostrazione di padronanza del brano, questo risultato si ha dopo un periodo di studio e lavoro talmente lungo che rende la cosa quasi naturale, ma se si orienta la propria organizzazione solo con questo fine, è assai probabile che lo studio fatto per riscrivere mnemonicamente un pezzo non vada a giovamento dello studio esecutivo e sottragga tempo ed energie preziose ad altri tipi di studi e ad altri allenamenti mnemonici che possono condursi con ben più profitto.
Per mettersi alla prova ai fini di un'esecuzione pubblica poi, è possibile organizzare piccole esecuzioni, anche per pochi amici e parenti, per potersi mettere in una condizione non confortevole in cui riportare il prodotto del proprio studio, avvicinandosi dunque a quello che è il concerto. In queste situazioni bisogna ben volgere a proprio utilizzo le sensazioni negative e il senso di pericolo. Tramite l'attivazione dell'amigdala celebrale si può stimolare il corpo umano ad esperienze che di norma non sarebbero possibili, e ciò avviene se introdotti in una situazione "di pericolo". La reazione di stress va dominata e convertita in eustress e ciò può essere adiuvato da esercizi di training mentale, Tai-Chi, Mindfulness.
Conclusioni
È bene constatare che l'allenamento della memoria, che comporta uno sforzo attivo non da poco, andrebbe orientato verso tutti i tipi di memoria, o, più pragmaticamente, almeno verso quei tipi di memoria che in base alla natura della persona e del repertorio risultano essere più congeniali e funzionali ad un buon risultato finale.
In questo, una autovalutazione seria -ma non ingiustamente critica -può avere un ruolo importante così come lo ha per gli argomenti di esercizio restanti che costituiscono la pratica di studio. Non bisogna quindi trascurare anche la dimensione emotiva del quotidiano ed è necessario mettersi nelle condizioni ottimali per esercitarsi, benché nella frenetica società odierna non sia sempre facile, a tutte le età e a tutti i livelli. Uno studio che parte lento, concentrato e autoconsapevole, frazionato (ma non frammentario), che contempli una parte tecnica, sensoriale e manuale, va corroborato con una forte preparazione mentale che non sempre è curata. Così facendo coltivando la parte tecnico musicale ed interpretativa unitamente alla parte interiore, è possibile anche concentrarsi sulla memorizzazione di quanto si affronta, per una esecuzione che punti a fornire il risultato che in quel momento può ritenersi il migliore possibile. Ad avviso di chi scrive non è per nulla facile, ma è bene mantenerlo come riferimento guida per potersi porre obbiettivi in grado di migliorare sempre di più il nostro essere musicisti. Bari, 2008 (pp.32, 51) F. Righini -R. Zadra, Maestro di te stesso -PNL per musicisti, Curci, Milano, 2010 (pp. 197-200)
Bibliografia e sitografia:
P. Perconti, L'autocoscienza -Cosa è, come funziona, a cosa serve, Laterza,
The Canadian Mineralogist, 2018
Marine Drugs
A Framework for Adoption of M&E Technological Innovations within Non-Governmental Organizations in Uganda, 2016
Visual Information Processing and Communication III, 2012
Augustinianum, 2014
Biology and Philosophy, 2013
Journal of Muslim Minority Affairs, 2013
Journal of Geosciences, 2021
2017 IEEE Trustcom/BigDataSE/ICESS, 2017
European heart journal cardiovascular Imaging, 2016
International Journal of Public Health Science, 2024
Journal of the Chinese Institute of Industrial Engineers, 2004
The Pharma Innovation Journal, 2012