Jump to ratings and reviews
Rate this book

Tre madri

Rate this book
La commissaria Lisa Mancini a soli trentatré anni ha già alle spalle una carriera straordinaria. Tanti successi in Italia e all’estero di cui potrebbe vantarsi, ma che creano intorno a lei un’aura di mistero il giorno in cui decide di abbandonare l’incarico all’Interpol di Lione per dirigere il commissariato di Montezenta, un piccolo centro romagnolo con i pregi e i difetti della provincia italiana, e di tutte le province del mondo. Nessuno conosce il motivo del trasferimento di Lisa. Tutto quello che sappiamo sul suo conto è che, sbrigate le pratiche di routine, passa le giornate chiusa nel suo ufficio a giocare a Candy Crush sul cellulare. Finché non viene denunciata la scomparsa di River: un quindicenne di origine inglese che vive con la sua famiglia in un piccolo villaggio appena fuori dalle mura medievali di Montezenta. Una comunità libertaria e anticonformista che trasforma in opere d’arte i materiali di scarto, e che attira per questo su di sé l’ostilità e i pregiudizi del resto della popolazione. River – uno studente modello, capace di farsi amare da tutti – è davvero una vittima oppure sta scappando da qualcosa di cui è lui stesso responsabile? Per riuscire a rispondere a questa domanda, Lisa dovrà combattere i demoni del suo passato, e trasformare la ricerca del ragazzo in un viaggio a perdifiato dentro sé stessa. In un romanzo straripante di scelte coraggiose e parole raccolte con cura, di canzoni che si insinuano nei pensieri e film che lasciano folgorati, Lisa Mancini è un personaggio che parla di noi, delle nostre paure, dei nostri affetti più incandescenti.

304 pages, ebook

Published January 28, 2021

Loading interface...
Loading interface...

About the author

Francesca Serafini

8 books1 follower

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
5 (11%)
4 stars
8 (18%)
3 stars
17 (38%)
2 stars
11 (25%)
1 star
3 (6%)
Displaying 1 - 12 of 12 reviews
Profile Image for Giorgia Legge Tanto.
382 reviews12 followers
February 15, 2021
Il titolo prende il nome dalla famosa canzone del mitico e compianto De Andrè (quanto ci manca!). E ne pervade ogni pagina. Infatti ognuna delle tre madri del titolo piange un figlio perduto: uno scomparso, volatilizzato, uno morto prematuramente e un altro allontanatosi senza perdono. Quel rapporto madre-figlio (e più in generale genitore-figlio) è al centro di questo noir ambientato nella provincia di Rimini.
Lisa Mancini è la commissaria dirigente che deve indagare sulla scomparsa di River, il ragazzo che vive con i genitori artisti alle porte della città. River è un ragazzo normale, molto maturo per la sua età, con un grande talento per la musica, una mattina esce di casa come sempre per andare a scuola ma non ci arriverà mai. Quel giorno avrebbe dovuto partecipare ad un concerto in ricordo proprio di Fabrizio De Andrè, per la commemorazione dei 20 anni dalla scomparsa. Lisa indaga su questo mistero ma è lei stessa un mistero. Apatica, distante, non lega con nessuno, vive da mesi in un bed and breakfast e non toglie gli occhi dal cellulare dove gioca continuamente a Candy Crush Soda. Un mistero è anche il motivo del suo trasferimento dall'interpol di Lione al commissariato di Montezenta. Eppure questo caso sembra di svegliarla e la legherà in modo particolare ala mamma di River, Aimee.
Un romanzo psicologico, perché legato alla scoperta del personaggio principale. Una lettura cosparsa di citazioni cinematografiche, musicali, filosofiche che la rende ancora più piacevole e scorrevole. Una trama che coinvolge il lettore dall'inizio alla fine, che deve pensare a due misteri: la scomparsa di River e il passato di Lisa.
Lo consiglio agli amanti del genere ma anche chi vuole conoscere una prospettiva diversa sul rapporto fra un genitore e il proprio figlio.
Profile Image for LauraT.
1,240 reviews88 followers
May 2, 2022
Libro di una scrittura veramente complessa - soprattutto se si pensa che è un "giallo" e quindi uno lo approccia come lettura di intreattenimento. Più di una volta sono dovuta tornare indietro per rileggere una frase che non avevo capito. (vedi qui per esempio: "Righetti fraintende il suo sgomento, associandolo a quello che sta provando lui e che, in cuor suo, sperava legato all’inesperienza. Il risultato è che questo dialogo amputato da una parte e dall’altra a colpi di narcisismo lo fa sentire spacciato anche per il futuro. Se solo si capisse quanto, mettendoci realmente in ascolto degli altri, saremmo in grado di aiutarci a combattere molti dei turbamenti che ci assediano, forse arriveremmo a un’interazione piena, se non per generosità, magari per inseguire un interesse personale che almeno contribuisca a salvarci. Fatta eccezione, naturalmente, per chi invece crede di trovare salvezza proprio nei turbamenti: se il contesto in cui ha vissuto, nei suoi primi anni, lo ha portato a credere che sono anche quelli una forma sghemba d’amore e gli altri non possono capire.")
Il narratore poi è onniscente, ma presente in maniera qasi eccessiva - neanche Manzoni che si rivolgeva ai suoi venticinque lettori era così presente in quello che raccontava! Vedi qui: "Si limita a dirle questo, trattenendo per sé la battuta che gli è venuta in mente su Villar e che per rispetto di Lisa ometterò anch’io. Specie ora che, chiusa la telefonata, sembra sopraffatta dallo sconforto."
Detto questo il libro mi è piaciuto; diverso dai soliti gialli, anche italiani, che adesso sembrano impazzare in libreria. La commissaria Lisa è una figura interessante, che voglio capire dove andrà a finire...

– Mi piacerebbe avere la sua abilità nelle lingue: io sono negata... – dice ora in macchina alla sua dirigente sul sedile accanto.
– Se ne possono conoscere tante e non avere niente da dirci.

Un tratto distintivo che segnasse il confine tra buoni e cattivi, che poi non aveva trovato perché in definitiva non esiste.
Oppure a tutto questo bisognerebbe rispondere invece “col cazzo!”: col cazzo che siamo tutti uguali e che ci comporteremmo nello stesso modo! Magari ricordandoci di quelli che, anche pagando un prezzo pesantissimo, anche non finendo sui libri di storia: potendo compiere azioni deplorevoli nel proprio interesse, hanno scelto di non farlo. E scelta è la parola – la responsabilità personale nel bene e nel male (per una volta liberi dai cristalli del sintagma formulare e restituiti al loro significato pieno) – anche quando ci sembra di non averne nessuna.
Profile Image for Stefano.
233 reviews13 followers
June 11, 2021
Come giallo di periferia “dialettale” (del genere preferito dagli editori ora) tre stelle. Non male affatto. Ma chi ha scritto vuole fare la psicologa dell’età infantile, delle relazioni famigliari, la sociologa che si occupa di stranieri all’estero, di paesini e di città, l’assistente sociale che analizza tossicodipendenze e aborti, per non dire la critica letteraria e musicale (semplicemente esilarante alla fine quando ha voluto graziare noi lettori con tre pagine di dotti testi e musichieri che l’hanno ispirata nel farci dono della sua opera d’arte) … onestamente troppo e ODIOSO …

Alla fine 1 stella di compassione.

Un’altra cosa … BASTA CON I RIDICOLI RINGRAZIAMENTI DELL’AUTORE/AUTRICE ALLA FINE DI OGNI LIBRETTO, GIALLUCOLO … CHE SI SCRIVE. Grazie a marito/moglie, a figli, agli amici di questo o quel paesino, ai miei compagni di asilo (scuola elementare, medie, liceo e alla mia compagna di stanza e di baldorie nella stanza in affitto all’università), senza dimenticare il magistrato, commissario di polizia, critico musicale, conferenziere, prelato di turno … e … last but non least a tutti gli editor di tale o tal altra casa editrice “senza il cui aiuto questo libro (???) non sarebbe mai nato”, inclusa evidentemente la signora delle pulizie e il portinaio dello stabile (politically correct).

Non c’è alcun senso del ridicolo
Profile Image for Una Specie Di Biblioteca .
42 reviews15 followers
April 15, 2021
Lisa Mancini, commissaria di Polizia con esperienza, rinuncia all’importante mandato all’Interpol di Lione e si trasferisce a Montezenta - un paese romagnolo immaginario - per dirigerne il Commissariato. Il suo arrivo non passa sotto silenzio, ma stuzzica la fantasia degli abitanti del luogo che si chiedono come mai una professionista del suo calibro sia finita in quel buco di posto. Cosa nasconde? Non è che l’hanno spedita lì perché ha combinato qualche casino in città?
Lisa, delle chiacchiere sul suo conto, non se ne cura, ma passa le giornate in ufficio, dove, sbrigate le noiose incombenze quotidiane, si attacca a Candy Crush da cui riemerge solo verso sera. Nel tempo trascorso a giocare riesce a dimenticare sé stessa, il proprio passato, la vita di prima e chi, di quella vita, faceva parte.
Quando River, un ragazzino appassionato della musica di De André, scompare, di colpo la commissaria si risveglia dal torpore in cui scientemente aveva deciso di perdersi, per concentrarsi sull’indagine. Attraverso il dolore di chi è rimasto, la donna capisce che per andare avanti deve affrontare anche il proprio...
.
Francesca Serafini, autrice e sceneggiatrice di successo, è riuscita a scrivere un giallo intrigante utilizzando una lingua bellissima, precisa e armoniosa, e a spingersi in riflessioni profonde su argomenti universali, senza però discostarsi mai troppo dal caso. La maternità, perno attorno a cui ruota tutto il romanzo - a suggerirlo anche il titolo preso in prestito da un brano di De André -, viene sviscerata in ogni suo aspetto.
“Tre madri”, insomma, è l’esordio brillante di un’autrice di talento: da non perdere.
Profile Image for Eleonora Carta.
Author 14 books32 followers
March 22, 2022
Siamo in Romagna, Montezenta come Santarcangelo, eppure potremmo essere altrove, tra certi boschi di Vancouver o dello Stato di Washington o nella provincia di Berlino di "Dark" o tra Bemidji e Duluth di "Fargo" (la serie).
Atmosfere rarefatte, un po' nebbiose. Freddo.
La sparizione del giovane River segna l'inizio dell'indagine di Lisa Mancini - arrivata in paese da ben altri più prestigiosi incarichi - e di una ricerca molto introspettiva, della protagonista nelle profondità di sé stessa, e dei molti segreti che come ben sappiamo, si possono annidare anche in una tranquilla zona di provincia.
Non tutti nella capitale sbocciano i fiori del male, no? Per citare l'amato, che nel libro ricorre di continuo tra le pagine.
Ho faticato a tratti a risolvere certi passaggi, un po' complessi, a tratti involuti, e ho faticato a seguire la trama che si complica nell'ultima fase in un sovrapporsi di personaggi e vicende. Questo forse mi ha reso la lettura meno fluida di quanto avrei voluto.
Profile Image for Dalla carta allo schermo.
181 reviews10 followers
April 29, 2021
Questo libro è un innovativo romanzo giallo in quanto rispetto ad altri romanzi dello stesso genere letti negli ultimi anni, mescola in modo saggio contenuti e particolari diversi rendendo interessante lo sviluppo delle vicende e dei personaggi. Come accenna la grafica della copertina, si potrebbe definire come un racconto al microscopio. l’Autrice regola la lente del narratore onnisciente e la porta al massimo ingrandimento praticabile. In particolare, punta dichiaratamente l’obiettivo sul vetrino che si trova al di là del fiume e tra gli alberi, in una immaginaria località da studiare, e osserva le vicende di un microcosmo plurale. Sposta la sua attenzione da un organismo ad un altro e ne descrive volta per volta la fisiologia più intima, la meccanica dei rispettivi sentimenti. Il tutto risulta ben congegnato, ma non acquista, da parte mia, il massimo dei voti.

Scoprite la motivazione nella recensione completa www.dallacartalloschermo.com
January 27, 2023

Non saprò mai come finisce la storia, se è avvincente e costruita bene. Ho deciso di abbandonare la lettura per via dell’esagerato dispendio di parole, di incisi e parentesi che avvolgono la narrazione, soffocandola inutilmente, secondo me.
In altri commenti lo stile viene definito “complesso” ma io l’ho trovato complicato fino a diventare fastidioso, compiaciuto in questa sovrabbondanza di “interruzioni” e precisazioni e aggiunte… Non so se sia una deformazione della principale attività dell’autrice, che è sceneggiatrice, certo è che qui – giudizio personale - si sono rotti gli argini della misura.
Profile Image for Laura Gotti.
480 reviews600 followers
April 4, 2023
Mi sa che io non ho capito questo libro. È un giallo? È un saggio di psicologia infantile? Si vuole parlare di immigrazione/relazioni sociali nella provincia italiana? in teoria certo che si potrebbe fare tutto nello stesso libro, ad essere bravi e a sapere fondere gli argomenti in una trama di senso compiuto. Io, giuro, qui ho faticato ad arrivare alla fine, a capire sta storia del ragazzo scomparso, a empatizzare con i - non pochi - personaggi minori e le loro storie che si intrecciano. Mi è rimasta una gran confusione non aiutata da una scrittura a tratti fumosa, prolissa inutilmente, senza appigli.

Profile Image for Irene Gentili.
76 reviews2 followers
February 7, 2023
Mamma che fatica! Una settimana per concludere questo libro che dovrebbe essere un "tranquillo" giallo di provincia ma che purtroppo è scritto con un linguaggio eccessivamente prolisso e contorto.
Un vero peccato, perchè la storia in sè è molto fresca e non banale, ma il vocabolario pseudo-filosofico lo fa diventare un mattone molto poco scorrevole e a volte irritante.
Probabilmente ci sarà un seguito, ma per il momento non mi ha incuriosito.
Profile Image for Rotapannotta.
193 reviews
April 28, 2021
Non è un giallo perché c’è un assassino, ma non c’è il cadavere.
Non è un romanzo rosa, c’è l’amore ma finisce...
Non è un romanzo di poliziesco, c’è un commissario, ma è concentrato solo su se stessa.
Un finale forzato e quasi fuori contesto.
Displaying 1 - 12 of 12 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.