Jump to ratings and reviews
Rate this book

Vincenzo Malinconico #1

Non avevo capito niente

Rate this book
Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano che finge di lavorare per riempire le sue giornate. Divide con altri finti-occupati come lui uno studio arredato con mobili Ikea, chiamati affettuosamente per nome, come fossero persone di famiglia. È stato appena lasciato dalla moglie, ma cerca con ogni mezzo di mantenere un legame con lei e i due figli adolescenti. Un giorno viene improvvisamente nominato difensore d'ufficio di un becchino di camorra detto "Mimmo 'o burzone" e, arrugginito com'è, deve ripassarsi il Bignami di diritto. Ma ce la fa, e questo è solo il primo dei piccoli miracoli che gli capitano. Il secondo si chiama Alessandra: la pm più bella del tribunale, che si innamora di lui e prende a riempirgli la vita e il frigorifero. E intanto Vincenzo riflette sull'amore, la vita, la delinquenza, la musica: su tutto quello che attraversa la sua esistenza e la sua memoria, di deriva in deriva.

309 pages, Paperback

First published October 1, 2007

Loading interface...
Loading interface...

About the author

Diego De Silva

43 books139 followers
Diego De Silva, scrittore, giornalista e sceneggiatore, è nato a Napoli nel 1964. Il suo romanzo "La donna di scorta" (1999) è stato finalista del premio Montblanc, "Certi bambini" (2001) è stato selezionato per il premio Campiello e "Non avevo capito niente" (2007) ha vinto il premio Napoli ed è stato finalista al premio Strega. Da "Certi bambini", la crudele storia di un ragazzo di strada assoldato come killer dalla camorra, è stato tratto nel 2004 l'omonimo film diretto dai fratelli Frazzi, vincitore di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, fra i quali l'Oscar europeo e due David di Donatello. Molti suoi racconti sono apparsi in svariate antologie, fra le quali "Disertori e Crimini". Dal racconto "Il covo di Teresa", in particolare, nel 2006 è stato tratto un film tv interpretato da Lina Sastri per la regia di Stefano Sollima. Con Antonio Pascale e Valeria Parrella ha firmato lo spettacolo teatrale "Tre terzi", interpretato da Marina Confalone e diretto da Giuseppe Bertolucci. Tra i suoi ultimi lavori si ricordano i romanzi "Sono contrario alle emozioni" e "Mancarsi". Oltre a scrivere per il cinema, la tv e il teatro, De Silva collabora al quotidiano "Il Mattino". I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Portogallo e Grecia.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
442 (17%)
4 stars
937 (37%)
3 stars
802 (31%)
2 stars
246 (9%)
1 star
90 (3%)
Displaying 1 - 30 of 201 reviews
Profile Image for Uhtred.
314 reviews20 followers
September 14, 2020
Nice, in the end I liked it. It started a bit slow, just long enough to understand who the characters were. But then it got off to a good start and I liked it.
Vincenzo Malinconico is a Neapolitan lawyer a bit idle, to the point that he pretends (even with himself) to work to fill his days; he works in a studio furnished with Ikea furniture, which he directly calls by their Swedish name; he is separated from his wife Nives and has two children, Alfredo and Alagia; he is in a relationship with a colleague, Alessandra, who is the most beautiful and sexy in the whole Court, and nevertheless is attracted to him and no one else. Even Vincenzo struggles to understand this thing….
Vincenzo Malinconico's life flows between highs (few) and lows (many) until he is appointed defender of Mimmo 'o Burzone, a small-scale Camorra delinquent; this defense, which Vincenzo Malinconico initially carries out without too much effort, is observed by the Camorra, which contacts him because they want to change a little the group of lawyers they usually use to defend their acolytes. Vincenzo thus meets Tricarico, the "bodyguard" that the Camorra assigns to him so that he can both observe and protect him. Malinconico enters a world very different from the one he knew but despite this, to his great surprise, he manages to keep his head up and not become a doormat like so many of his colleagues. Malinconico in the meantime continues his relationship with Alessandra Persiano, but at the same time he "suffers" a backfire of his wife, experiences the discovery that his son could be gay, continues to secretly see his daughter at the Burger King at the airport and in short has a rather eventful life.
In many respects, the lawyer Malinconico is a man like everyone else, that is, inconsistent, hypocritical, selfish, opportunistic, with low self-esteem, a little clumsy in relations with women, often insensitive; but he has his moral, and page after page we discover it with some amusement. Vincenzo is a spontaneous philosopher, a thinker who, with his own logic, speaks to us once about the Camorra, another about love, another about the judicial system. The book is not heavy at all and sometimes we laugh out loud, like for example when Tricarico "takes care" of the neighbors' dog who barks furiously all day long ... A book that has a main story and many funny branches, since it ranges from Ikea furniture, to Burger King sandwiches, to Italian songwriters and love. Malinconico is a likeable type, and is capable of deep reflections: he observes life with irony and accompanies us in his daring reflections on things, people, existence. They are all digressions from the main plot, it is true, but they are so beautiful that perhaps the main plot is just the pretext to tell us this vision of life. De Silva is good at showing us the Man Malinconico in his complexity and contradictions, making him very nice in the end.
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews308 followers
March 15, 2015
Scorre via facilmente ed è moderatamente spassoso. Tuttavia, è uno di quei romanzi che non dice e non lascia granché. In teoria, l’avvocato Vincenzo Malinconico, il protagonista, percorre un cammino, cresce col progredire della storia, evolve, ma non è che la cosa susciti più interesse di tanto, perché è un cambiamento piuttosto di maniera, che sfrutta diversi cliché. Probabilmente è la chiave “umoristica”, che informa l’intero scritto, a far sì che non si riesca a prenderlo troppo sul serio e che rende il tutto alquanto superficiale.

Diciamo che è un libro di svago, scritto abbastanza bene, ma destinato a essere presto dimenticato.
Profile Image for Stela.
1,004 reviews400 followers
January 20, 2024
"Siamo fatti di banalità e d’intelligenza, e passiamo da una naturalezza all’altra con una costa."


Ecco un’indubbia (e assai conosciuta) verità, che caratterizza perfettamente questo piccolo romanzo buffo, che mi ha divertito un sacco.

Narrato in prima persona da una voce che si riconosce lei stessa incoerente, inaffidabile, Non avevo capito niente presenta "la vita e le opinioni" di Vincenzo Malinconico, avvocato, piegato su riflessioni sia profonde sia superficiali riguardo all’amore, alla gente, alla camorra e così via. Il messaggio è semplice: la vita è una commedia degli errori – piena di opportunità che perdi e di occasioni che lasci scappare per incomprensione (ecco il titolo spiegato come a scuola!).

Un libro leggero, di un umore talvolta sarcastico, talvolta ironico, talvolta tenero ma che sorprende con un’inaspettata acuità il polso della strada, il linguaggio dei delinquenti, il gergo della professione legale.

Il valore del romanzo, secondo me, risulta nell’eccellente orecchio che l’autore ha per la lingua parlata, cosa che mi ha talora incantato, talora frustrato (non è mica facile cercare il senso delle parole toscane, siciliane etc. dappertutto su internet!)

Di conseguenza, il mio vocabolario si è arricchito di moltissimi insulti saporiti (tanto più affascinanti in quanto risulta più facile e meno colpevole maledire in una lingua straniera, dove il limite tra permesso e vietato si sfuma un po’).

Ho trovato espressioni che mi hanno fatto meditare, come “vaffanculo” di cui mi sono chiesta se è una successione dei verbi “andare” e “fare” o soltanto una trovata eufonica (no, non rispondetemi, vi prego, amo i misteri!).

Ho trovato insulti e/o cafonaggini che ho collezionato con voluttà (tipo incazzoso, frocio, zoccola, sveltina, cazziare, scassacazzo, cavernicolo, cornutone), e il memorabile appellativo leggermente pleonastico “capera accovata”.

Infine, ho trovato una grande gamma di espressioni con "coglione" – parola molto espressiva che può servire da personificazione (quel coglione), da paragone (sbattere contro il muro come un coglione), da metafora (rottura di coglioni) o può rinforzare azioni diverse (fare girare i coglioni, levarseli dai coglioni, farsi rompere i coglioni, voler togliersi dai coglioni, tirare fuori i coglioni).

Ma basta con tutte queste coglionaggini 😊.

C’è tutta una commedia del linguaggio con cui sono costruiti i due piani del romanzo: sociale – verso il mondo grigio ma pittoresco della sua professione (è avvocato penale) e personale – verso la moglie che l’ha lasciato, verso il figlio con tendenze omossessuali e masochiste, verso la figlia che non è sua figlia e infine verso il suo nuovo amore.

Eppure, a volte, la leggerezza autoironica che sembra dare il tono fondamentale al libro, lascia luogo a qualche osservazione bella e commovente riguardo a:

- L’imperfezione del linguaggio:
Le parole perdono aderenza mentre le pronunci, si staccano dal concetto come se loro per prime non fossero convinte di quello che dicono. La verità bisogna coglierla in flagranza.


- L’amore paterno:
Un dolore qui, nel braccio, come un infarto in corso, quando tuo figlio si lecca un labbro gonfio.


- La definizione della musica rock:
Era questo che faceva la musica rock quando esisteva (...): dava del tu alla realtà.


- La bellezza di una donna:
Come ogni vera opera d’arte, ha una caratteristica: ogni volta che la vedi è nuova.


Ironico ma privo di cinismo, divertente senza superficialità, con una specie di malinconia allegra che gli impedisce di cadere in melodrammatico, Non avevo capito niente schizza l’immagine dell’uomo odierno, un po’ perso, un po’ comico nei suoi sforzi di adattamento alla realtà contemporanea sempre incostante, ma che prova, in fin dei conti, a non essere così debole e indifeso. Cioè, un’immagine dell’(anti)eroe postmoderno.



PS Ringrazio le mie amiche L. e E. una per avermi inviato il libro, l'altra per aver letto e corretto questa recensione. Ve ne sono molto grata, ragazze!
Profile Image for Marcello S.
589 reviews255 followers
September 7, 2020
Ho 42 anni, due figli, vivo da solo, mia moglie mi ha lasciato per un architetto, l’ho aspettata tanto, adesso che mi rivuole non la voglio; guadagno poco, non ho fatto carriera; e non mi fa più male, tutto questo.

Mix non troppo interessante di (1) avvocato cazzone con un discreto ascendente sugli altri, con (2) un caso strampalato per le mani, in parallelo (3) le donne che si porta a letto, e il tutto avvolto da (4) un generale velo di simpatia tirata.
Qualcosa di Carofiglio, toni colloquiali, espressioni à la Hornby/Salinger (“se capite davvero quello che intendo”, “se proprio volete saperlo”), quei due capitoli musicali che senza American Psycho probabilmente non ci sarebbero mai stati.

Che poi, c’è davvero qualcuno che scopa per quattro ore consecutive? A parte Sting, intendo.
Come passatempo può anche andare, ma un po’ inconsistente.
[56/100]
Profile Image for Marina.
864 reviews175 followers
May 24, 2020
Recensione originale: https://sonnenbarke.wordpress.com/202...

Vincenzo Malinconico è un avvocato napoletano di 42 anni, separato, con due figli (la più grande veramente è figlia dell'ex moglie). Si arrabatta come può, pare che sia ancora innamorato dell'ex moglie Nives, o almeno così crede, ma lei l'ha lasciato per un architetto, tuttavia non disdegna cercarlo per andare a letto con lui. I figli sono grandi, Alagia è all'università e si incontrano in segreto ogni tanto per andare al Burger King dell'aeroporto a mangiare schifezze, Alfredo è un adolescente che ha la passione per lo studio (sul campo) della malavita giovanile. Vincenzo non è un avvocato di successo, anzi proprio il contrario, a momenti neanche si ricorda come si fa l'avvocato, perciò è un bel casino quando lo chiamano per la difesa d'ufficio di un becchino di camorra. Poi stranamente la donna più bella del tribunale si innamora di lui, ed ecco che come per magia non gli interessa più niente dell'ex moglie.

Insomma, molti chiamerebbero Vincenzo un fallito, poi bisogna vedere se si crede veramente alla possibilità delle persone di "fallire" nella vita, in ogni caso sicuramente è un uomo mediocre, sia nella vita professionale, sia in quella sentimentale, sia, più in generale, nella sfera privata.

Diciamo che a me non sono mai piaciuti i libri incentrati sulla figura dell'uomo medio(cre), ma completamente privi di una storia, infatti non mi è piaciuto neanche l'acclamato Stoner. Io, in questo momento più che mai, cerco una trama, una storia che mi appassioni, e qui di storia neanche l'ombra. Poi mi può pure interessare un libro senza trama, purché ci sia qualcosa, che so, un'indagine psicologica del rapporto tra un padre e una figlia (faccio per dire), oppure dell'anima di un personaggio. Ecco, all'apparenza De Silva sembra voler scandagliare l'anima di questo uomo mediocre o "fallito", ma in realtà, forse anche a causa dell'espediente di usare la narrazione in prima persona, sembra solo un'accozzaglia di pensieri del nostro protagonista-narratore, che a volte sembra di leggere una versione profonda di Moccia. Certo, alcuni dei pensieri e delle illuminazioni di Vincenzo sono interessanti, ma guardando un po' meglio finiscono per rivelarsi invece ammiccanti, falsamente profonde, insomma una "profondità di superficie", diciamo così. Potremmo dire che questo romanzo sia un giro intorno all'ombelico di Vincenzo, una lunga (troppo lunga) esposizione delle sue fisime mentali. Poi sì, c'è una sorta di evoluzione del personaggio, se vogliamo, ma non è tanto credibile: cioè, un uomo tutto sommato insulso, viene però cercato da due donne bellissime e di successo come Nives e Alessandra? Sì, non è che non possa succedere, ma nel contesto suona inverosimile.

Inoltre non è che Vincenzo sia un personaggio simpatico e dunque le sue opinioni siano di gradevole lettura. Ammetto che per le prime pagine mi sono anche blandamente divertita e non mi è dispiaciuta l'autoironia di Vincenzo, che ha un che dissacrante. Tuttavia diventa velocemente trita e fastidiosa. Vincenzo è un uomo omofobo e sessista, alla fine pare pure arrivare a simpatizzare con i camorristi, non è un personaggio gradevole, per niente.

La scrittura qualcuno potrebbe considerarla buona, nel senso che rendere nello scritto i pensieri di un uomo mediocre come Vincenzo non è banale, potremmo dire che l'autore è riuscito nel suo intento, poi però bisogna vedere se questo stile piace. A me non tanto. 320 pagine di pseudo-flusso di coscienza, infarcito di intercalari fastidiosi come "la verità" o "p.es.", vengono a noia rapidamente.

Insomma, dovete avere la consapevolezza che leggendo questo libro vi troverete dentro la testa di Vincenzo Malinconico: per me non è stato un soggiorno piacevole. Riconosco che possa piacere a qualcuno, in fin dei conti è questione di gusti, non posso dire che ci sia qualcosa di intrinsecamente "male" in questo libro. Semplicemente, non fa per me, nemmeno un po'.
Profile Image for Dolceluna ♡.
1,176 reviews78 followers
August 31, 2017
E' vero, non aveva capito niente Vincenzo Malinconico (di nome e di fatto), avvocato napoletano quarantenne, della vita, del lavoro, dell'ex moglie e dei due figli adolescenti, ma anche della bella Alessandra, la collega più affascinante che, chissà perchè, fra tutti, è proprio a lui che ammicca. E forse non ha capito niente nemmeno del caso che si ritrova a seguire, quello della difesa di un becchino di camorra detto "Mimmo 'o burzone" che, pensa un po', si ritrova un cadavere sotterrato in giardino e dice di non saperne nulla.
La vita è confusa per Malinconico, che si riconosce inconcludente, irresponsabile, incorente. E che ci lascia le sue sarcastiche riflessioni su tutto. Un personaggio-personaggio, di quelli che sorridono perennemente alla vita ma con un ghigno amaro, che amano lasciarsi trasportare dagli eventi piuttosto di prendere decisioni di petto, definitive, magari col cuore gonfio di paura e di nostaglia. Uno dei tanti finti furboni, per i quali non sai mai se provare tenerezza o rabbia.
Nel romanzo lo seguiamo con attenzione, lasciandoci a nostra volta trasportare dalla leggera ironia che pervade le pagine. Ne deriva un libro piacevole, divertente ma non supreficiale, con un protagonista che non si dimentica.



Profile Image for Ffiamma.
1,319 reviews146 followers
May 25, 2013
romanzetto ruffiano e ammiccante con protagonista insopportabil/sfigato che però, inspiegabilmente, piace alle donne. storiella esile esile, battute da commedia di quart'ordine, pipponi sul senso della vita- e una furberia fastidiosissima, dall'inizio alla fine.
Profile Image for Amy.
231 reviews109 followers
February 29, 2012
Translated from the Italian by Antony Shugaar

"The fact is that I’m an inconsistent narrator…I’m too interested in incidental considerations that can take you off track. When I tell a story, it’s like watching someone rummage through the drawer where they keep their receipts and records.

All this is just another way of saying my thoughts don’t seem to grip the road, they tend to skid and drift."

So explains Vincenzo Malinconico, the Italian lawyer who becomes one of the most lovable protagonists I’ve ever encountered in this story by Diego De Silva. On the surface, it is the story of a lawyer strong-armed into defending a low-level criminal backed by a dubious source, while at the same time dealing with the aftermath of a painful marital split. But, while the plot is fast and furious, the real draw is the character of Vincenzo. Hearing a character’s inner monologue can really be a risk, as it can veer into boring pretty quickly. But in this case, you really just want to hear him talk.

And talk he does! At times using lists and bullet points, his mind races around analyzing everything. He does a two-page riff on Camorra interior décor, to the point I had to grab Kleenex from laughing so hard. Another phenomena that Vincenzo investigates with wit and insight is the way some people talk in public, raising their voices so their imagined audience can see how cynical and world-weary they are. He manages to capture the insecurity that's revealed in the gestures and chatter of those desperately hoping that someone finds them fascinating. Edgy and fast-paced, the scenes that take place in the courthouse have some of the best dialogue I've read.

The thing that is so unique is that while he pokes fun at others constantly (but most of all himself), he's never really mean or nasty. That would get tedious after awhile. Instead of arrogance, it's with acceptance that he realizes just about everyone he knows is a jerk in some way or another, including himself, so he doesn't seem to take any of it too seriously.

At another point he tries to understand the difference between perception and actuality:

“The thing is that reality mumbles. It expresses itself in incomplete sentences. And the translations that circulate are terrible, done by incompetents. Riddled with misreading, typos, entire lines missing. I make imperfect translations in an effort to get by until, one fine morning, I meet reality in the street –nonchalant, understated, never vulgar – and I stand there, rooted to the spot, staring as she passes me by and vanishes…”

At one point, he discovers he’s being followed. Vincenzo has to look at his options.

“In these cases, in fact, the first thing you do when you’re out walking is to slow down, take a deep breath and square your shoulders, as if somehow you feel incredibly interesting all of a sudden.

Obviously in your case this is all just a farce, because if you really did think that a criminal was following you in order to rob you or settle some account that you know nothing about, at the very least you’d start running like a sewer rat or you’d scream for help in the general direction of the first policeman, traffic cop, or mailman (anything wearing a uniform, in other words) you happen to see; I very much doubt you’d waste time acting like the poor man’s James Bond.”

Vincenzo obsesses about his luxury furniture, fights with his wife’s new man at an airport Burger King, and tries to learn all the case law he’s forgotten while still managing to catch the eye of the courthouse’s loveliest lawyer. Even that mystifies him, as he tries to figure out what she seems in him. The lyrics to Gilbert O'Sullivan's Alone Again (Naturally) get a complete dissection that will alter all previous associations to the song, as "You nod along to the tempo and then shudder in horror at the end of each verse." Small and annoying dogs get a few pages in too, and while almost universally despised, he manages to freshly capture what it is that makes us hate them so much.

Vincenzo is a fresh character --reflective and thoughtful without sinking into self-absorption. A fun read.

103 reviews8 followers
November 24, 2011
Thank God for Europa. They are doing a great job in bringing unknown European novelists to the American market. De Silva is a revelation. I Hadn't Understood is a hilarious and poignant story of a fairly inept Neapolitan lawyer who ends up defending a mobster. Malinconico,the lawyer, narrates his own story and it is filled with humorous asides, cringe-inducing longings and a fair amount of good luck.

Malinconico hardly has any clients and his love life is a mess. Occassionally he sleeps with his ex-wife. It's completely on her terms. In keeping with his understanding of the world, he refers to her live-in boyfriend as the "cuckold." The truth is that he's the real cuckold. His wife left him for the other guy. His defense of the mobster is a hesitant affair that he does his best to avoid. However, once a mobster is assigned to tail him and actually saves Malinconico from a beating, the forlorned lawyer takes the case.

Malinconico's digressions are wroth reading on their own. A few of them are complete chapters. My favorite being "What Malinconico Would Say about Gilbert O'Sullivan, About his Submerged Pessimism and the Pedophobia of Contemporary Pop Music If Anyone Were Ever to Ask Him (A Decidedly Improbably Eventuality). Once a week, I listen to Casey Cassem's top 40 reruns from the 1970s. When you do that it's hard to avoid Gilbert O'Sullivan's Alone Again, which must have been in the top 40 for a year.

What makes this novel truly satisfying rather than just a lark is that Malinconico finds a new way of dealing with the world. He starts to learn a few helpful life lessons from the mobsters he so detests. This is done quietly and quite believably. I loved reading this book.
Profile Image for Simona.
937 reviews217 followers
May 3, 2017
Forse avevo troppe aspettative riguardo a questo romanzo, perché devo ammettere che De Silva e la figura di Vincenzo Malinconico non mi hanno convinto. "Non avevo capito niente" non si può classificare come vero e proprio romanzo, perché non ha una vera e propria trama, non ha una vera storia.
Il protagonista è Vincenzo Malinconico, il cui nome dice molto sul personaggio e su quello che rappresenta. Vincenzo Malinconico è una figura nella quale molti di noi possono ritrovarsi. E' un avvocato, un uomo che fa fatica a trovare un posto nel mondo, fa fatica a intrecciare dei rapporti con gli altri, in primis, la ex moglie.
Il libro è infarcito di riflessioni, di massime sulla sua vita, sul mondo dell'avvocatura e su altri aspetti di ciò che vive. Sono riflessioni non particolarmente originali o divertenti, ma alquanto prolisse e, a tratti, anche noiose.
Mi dispiace, S.gr De Silva, ma questa volta a non aver capito niente, sono stata io.
Profile Image for Claudia.
322 reviews30 followers
March 12, 2012
Mah. Un libro carino ma non folgorante. Non mi piace come scrive De Silva, troppi i pensieri accatastati del protagonista, una specie di tentativo d'imitazione dello "stream of consciousness", almeno ha lasciato la punteggiatura. Con i dubbi, rimorsi, inesattezze, paure, timori di Vincenzo che spezzano la narrazione non sono riuscita ad apprezzare la trama, in fondo gradevole. L'avvocato Malinconico fallisce sul lavoro, fallisce con i figli, con l'ex moglie, fallisce con i vicini che gli chiedono aiuto psicologico. Ma gli rimane la bella di turno del tribunale.
Ho visto che De Silva ha scritti altri romanzi in precedenza e ne è pure uscito uno nuovo con lo stesso protagonista di questo, però credo di non voler ripetere l'esperienza.
Profile Image for caramels.
200 reviews
May 30, 2020
La parola chiave qui è insopportabile. E' stata davvero una pena riuscire ad arrivare all’ultima pagina. Ho trovato questo libro insopportabile, a cominciare dalla voce narrante del protagonista, che mostra un atteggiamento paternalistico e spocchioso verso chiunque ed è assolutamente intollerabile. Tale protagonista vorrebbe dare l'aria dell'uomo vissuto che cerca di considerare eventi ordinari o come epifanie o come oltraggiose assurdità con cui non può assolutamente abbassarsi a competere. Tutto gli risulta snervante e faticoso, (si innervosisce persino se qualcuno lo guarda per strada) e i suoi sforzi così come gli sforzi narrativi dell'autore risultano estremamente pretenziosi e mi hanno fatto ripetutamente perdere la voglia di vivere (e di leggere, più che altro). Le sue osservazioni pseudo-filosofiche rasentano la banalità dei temi scolastici (“Le persone tendono sempre a somigliare a se stesse.” Dimmi che non l’hai detto veramente, ti prego, dimmi che è stata solo una mia allucinazione), è un viscido e un miserabile che si diverte a mettere in difficoltà chiunque gli si trovi davanti senza neanche un motivo preciso, fa il finto modesto nel suo lavoro, ma la verità è che è un incompetente che non legge neanche i documenti prima di firmarli (e non c'è niente di ironico né buffo in questo, solo odioso fastidio); si lamenta di non avere lavoro sostenendo che è la categoria ad essere in crisi, che ci sono troppi avvocati in giro e bla bla bla, quando in realtà il problema è lui. E' lui che è maledettamente mediocre. Inoltre, tutti sembrano stargli sui nervi. Di seguito alcuni degli epiteti con cui chiama i personaggi che interagiscono con lui nel corso del romanzo:

Il cretino
Quel cretino
L’essere immondo
La merda
Il figlio di puttana
La troia
Il cornutone
Lo stronzo
Il fr*cio


Persino il cane è stronzo, non so se ho reso l’idea. E non è solo il protagonista ad essere insopportabile: non c'è un solo personaggio che sia uno che risulti anche lontanamente non dico simpatico ma almeno verosimile e diverso dal mucchio. Nessuno ispira sentimenti positivi o del tutto negativi (persino quello sarebbe stato preferibile): solo irritazione.

Vorrei astenermi dal giudizio sull'utilizzo di due espressioni: "la verità" e "ma tu vedi un poco la Madonna", perciò mi limiterò a dire solamente: AAAAAAAAAHHHHHH!!! (aka urlo di disperata frustrazione contro l'oscurità della notte, che anzi ripesandoci potrebbe essere persino più soddisfacente).

Per quanto riguarda la storia, essa non ha quasi contenuto e quel poco contenuto che ha si perde nei dialoghi artefatti che rendono il tutto ancora più insopportabile (se fai una domanda, ogni tanto potresti anche metterci un punto interrogativo alla fine. Non capisco lo scopo per cui domande del tipo: Che succede, Vincenzo. / Chi era al telefono. / Ma che hai combinato. restino senza punto interrogativo. Non c’è assolutamente nessuna ragione retorica o poetica o quello che sia per una cosa del genere.) e nelle digressioni, e quando dico digressioni intendo capitoli interi con tanto di titolo in grassetto dedicato ad argomenti che vengono artificiosamente infilati nella storia ma che non apportano assolutamente niente ad essa: sono solo la manifestazione del pensiero dell'autore e in più occasioni mi è sorto il serio dubbio che il romanzo fosse solo strumentale ai suoi bei temini sulla camorra, sull'amore e via dicendo. Insopportabile. L’unica cosa che mi è piaciuta di questo libro è stata l’averlo finito. (Ho usato la parola insopportabile cinque volte, con questa sei, e sono ancora troppo poche).
Profile Image for La Biblioteca di Eliza.
590 reviews85 followers
November 17, 2016
Sono 3 stelle e mezzo!

https://labibliotecadieliza.blogspot....

Quando ho iniziato a leggere questo libro ho scritto su Facebook (o su Instagram... Cavoli mi sto proprio rincitrullendo... Cavoli ho scritto rincitrullendo in un recensione!) che questo è per me un "libro ricordo". Cosa vuol dire? Che questo libro porta con se il ricordo di una (anzi diciamo di 5) giornata bellissima, passata con bellissime persone in quel di Pordenone. Caso vuole (va beh, non il caso ma un programma... ma fatemi sognare un minuto) che quel giorno in cui ero a Pordenone con Laura, Stefania e Lea e rispettive famiglie ci fosse un incontro con Lorenzo Marone e Diego De Silva. Vorrete mai non acquistare qualcosina? Così, dopo aver letto Terapia di coppia, ho voluto provare un altro libro di De Silva. Naturalmente la dedica è fondamentale, ma come potete vedere dalle foto (per le foto seguite il link qui sopra) lo scrittore (non me ne voglia) non è stato l'unico a rendere questo libro unico. Ecco cos'è un libro ricordo!
Ma parliamo del libro? Che sarebbe anche il motivo di questo post... Ok. Iniziamo.
Vincenzo Maliconico, e già il nome è tutto un programma. 42 anni, due figli, una ex moglie. Vincenzo fa l'avvocato ma con scarso successo dato che non ricorda neanche le procedure; fa il marito con nessun successo visto la recente separazione, ma anche con le avventure non se la cava meglio; fa il padre a singhiozzo di Alagia, in realtà figliastra, e di Alfredo, adolescente con il pallino dell'antropologia culturale che finisce con la farsi riempire di botte per scoprire cosa spinge i giovani criminali. Nel suo studio modello Ikea Vincenzo si arrabatta con consulenze e cause minori, fino a quando non si ritrova a dover difendere un becchino della camorra.

In questo primo libro dedicato all'avvocato napoletano Malinconico ho trovato tanto il De Silva che io invece ho conosciuto con il suo ultimo libro. La stessa ironia strabordante che appare anche quando di ironico poco c'è, lo stesso linguaggio schietto e amichevole, gli stessi pensieri divaganti che mi hanno fatto immaginare Vincenzo perso nella sua mente, con lo sguardo fisso nel vuoto. Non c'è niente da fare, De Silva ha una scrittura che mi piace, che per quanto abbia quel pizzico di gergalità mi fa sentire a mio agio, ma soprattutto che mi fa divertire. Propone la vita di un uomo comune, situazioni che per quanto siano presentate in maniera tragicomica sono reali e comuni. E questo mi ha colpito. Vincenzo non ha nulla di eccezionale, anzi è un po' sfigato, eppure nelle sue giornate passate per lo più a bighellonare tra casa, studio e tribunale lo seguiamo non solo nelle sue "avventure", ma anche nei suoi pensieri e nella sua visione dell'amore, della felicità e della giustizia, e ci attira con la sua visione del mondo, con le sue frasi pensate ma non dette, con il suo "poter essere" ma "non aver voglia di diventarlo". Ammettiamolo, Vincenzo ha un che di svogliato che fa sorridere, ma anche la capacità di sapersi mettere nei casini che ci fa alzare gli occhi al cielo.
Quello che manca a questo libro è, almeno in parte, un vero filo. Nella prima metà mi sono sentita un po' confusa, si passa da palo in frasca, da un pensiero ad una digressione, accantonando in più punti la storia centrale speso in maniera continua. La seconda parte invece , pur presentando comunque tante divagazioni segue con più fedeltà il filo narrativo.
Profile Image for Marco Svevo.
421 reviews19 followers
November 1, 2018
Una sola grande sbavatura finora: la marchetta a Burger Chips. Insopportabile.
Qualche risata la strappa. Gli enjambement poteva risparmiarseli. (Non sei l.f.celine).

"Non c'è gradualità nell'accadere delle cose. Le cose, quando capitano, capitano (oh capitano, mio capitano). E non è nemmeno che puoi accompagnarle, impedire che ruzzolino trascinandoti con loro. Non si possono far andare piano le cose che capitano. Non si possono controllare o gestire. Nemmeno capirle, si può. Infatti la frase più ricorrente a questo proposito è: "Non so cosa mi sta succedendo"....
Pp. 212-213 da incorniciare.
Seconda marchetta a quasi fine libro? E fu così che ti beccasti una stella: a Diego, non avevi capito niente...
Profile Image for piperitapitta.
1,015 reviews411 followers
December 7, 2022
Avvocato che fa, ammicca?

e l'avvocato Malinconico (di nome e per inclinazione caratteriale) dopo aver trascorso i primi quarantadue anni della sua vita ad abbozzare (con l'ex moglie Nives, con i giudici, con i colleghi, con i liquidatori delle assicurazioni e persino con i clienti) si accorge che la vita, in fondo, è solo un toro che non aspetta altro che di essere preso per le corna e, allora, l'avvocato Malinconico, inizia ad ammiccare: alla bella collega che inspiegabilmente lo nota, al cliente Mimmo 'o Burzone che gli cade tra capo e collo, al guappo in odor di camorra Tricarico che lo ha "preso in consegna", alla figlia(stra) Alagia con la quale si incontra di nascosto dall'ex moglie per mangiare panini al Burger King dell'aeroporto, alla vita che inizia finalmente ad uscire dalla triste routine delle vuote mattinate trascorse al palazzo di giustizia, della relazione extraconiugale con l'ex moglie, dei pomeriggi passati a chiamare per nome i mobili dell'Ikea anziché a coltivare i rapporti con i figli, con i vicini o con gli amici.

Da Silva ci accompagna in questo itinerario sgarrupato, con garbo e ironia (peccato per quella bestemmia a tradimento, sia pur trattandosi di una citazione!) attraverso gli spostamenti, in giro per Napoli, del protagonista, le sue dissertazioni filosofiche (a volte diciamolo pure, un po' noiose) e la risalita vertiginosa della sua autostima.

Peccato che, in tutto questo ammiccare, il nostro ammicchi un po' troppo anche al lettore, cercando a tutti i costi di risultargli simpatico, in quel perfetto binomio che è lo sfigato intelligente e di futuro (prossimo) successo.

Ma in fondo, come già cantava Pino Daniele, qua nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta!
Profile Image for Mita.
88 reviews65 followers
October 27, 2012
Da leggere rigorosamente con il catalogo Ikea a portata di mano!
Leggo, distesa sul divano Ektorp del salotto. Poi alzo lo sguardo e lo lascio vagare nella stanza, sulle librerie -vetrinate Billy, sulla Benno che ospita tv, stereo, DVD, Playstation ecc. ecc. Mi sembra d'essere nel racconto!
E realizzo ad un tratto il senso di provvisorietà che ti da la casa targata Ikea!
Torno a leggere: "Certe volte penso che quando alzi la testa, e cominci a muovere un po' le cose e a chiedere, invece di subire tutto praticando il minimo sindacale di resistenza (...), la realtà ti nota. Acquista un po' di stima nei tuoi confronti e ti rende la vita più facile."
E se provassi anch'io a muovere un po' le cose? Mi dico.
Questo libro mi fa l'effetto che mi fece a suo tempo "La fata carabina": mi diverte, moltissimo, e nello stesso tempo mi scuote dal torpore nel quale finisco troppo spesso per adagiarmi e che finisce, pian piano, col rendere definitiva la provvisorietà.
Stimolante direi, deliziosamente stimolante!
Profile Image for Jessica.
277 reviews101 followers
March 17, 2018
*2 stelle e mezzo*
Storia non male, anche divertente in certi punti, però quanto è prolissa?! Interi capitoli non avevano senso o comunque non portavano a nulla di concreto. Una pioggia di parole che rendevano la lettura meno scorrevole o interessante...
Profile Image for Serena.. Sery-ously?.
1,124 reviews225 followers
May 31, 2018
Vincenzo è uno di noi, gli si vuole bene ♥

Non so perché quando accendo la tv di mattina metto sempre il notiziario di Canale 5. Io lo odio, il notiziario di Canale 5. Soprattutto la sigla. Quella sigla tremenda che pare fatta per ricordarti le cose terribili che succedono là fuori. Secondo me la musica catastrofica del notiziario mattutino di Canale 5 è studiata per farti venire paura di uscire, così puoi rimanere a casa a guardare i programmi di Canale 5.

Per me invece è la mancanza di paura a fargli da guardia del corpo. Se non hai paura di una cosa, allora quella cosa impara a stare lontana da te, perché capisce che più di tanto non riesce a danneggiarti, e con tutta la gente danneggiabile che c’è in giro non è che si mette a perdere tempo con uno che non l’apprezza.

Per strada, il pensiero di Alfredo che mi aspetta al sicuro a casa è una specie di morfina. In fondo non è male tenere in gabbia le persone che si amano, se capite davvero quello che intendo.

È tipico dell’amore rendere inesistenti le persone amate, e obbligare le persone che le amano a dimostrare continuamente che esistono. Perché quando uno s’innamora non è mica tanto convinto che quello che gli sta succedendo sia vero. Gli innamorati sospettano della realtà, tengono gli occhi sempre aperti: è per questo che dormono pochissimo.


Quello che direbbe Malinconico sulla più diffusa fra le malattie autoimmuni, se mai qualcuno glielo chiedesse)
Profile Image for Procyon Lotor.
650 reviews106 followers
January 27, 2014
Rooster-Lit���: Brillante con qualche eccesso o ripetizione La storia di un breve tratto nella vita dell'Avv. Malinconico � un divertente libro italo-napoletano. [per la presentazione generica leggetevi la copertina, qui non copioincollo] Nel senso che descrive un personaggio differente dagli italo-milanesi, dagli italo-romani ma non pi� staccato in un regno a parte o esotico addirittura. Quel poco di napoletanit� originale che esce, siamo grati di non leggere usuratissimi stereotipi, � nelle parole dialettali insopprimibili perch� l'equivalente italiano non ha lo stesso esatto significato. Il meraviglioso Rattuso ad esempio. (altri termini mi sono rimasti assolutamente oscuri e chieder� esplicito aiuto) La scelta dei nomi � cialtronescamente ruffiana, "Vincenzo Malinconico" ma almeno ha il pregio della franchezza. C'� anche un signor "Talento". Un Vincenzo Russo a voler dire uno come noi o un Vincenzo Finkielbausch per straniarlo sarebbero state scelte peggiori. Le riflessioni sono il suo pezzo forte, dove cala le sue frasi a effetto ma si sente talvolta l'artificiosa costruzione per l'eccessiva lunghezza e cavillosit� delle rimuginazioni. Altro elemento debole � la storia erotico- sentimentale con la collega. Mentre la moglie gode di originalit� e appare assai viva, l'altra bella signora (pure la moglie lo �) Madama Novit� � troppo ovviamente vicina alla risposta al problema "mi ci vuole qualcosa per far salire l'autostima a quest'uomo di mezzet�". Un amante! Una gran bella donna! Ma va�? Originale? E ggrazie! Purtroppo fotocopia delle migliaia logoramente abusate: la signora Alessandra � la donna che mediamente si ordinerebbe volentieri dal catalogo delle signore: "un'Ale anche per me, prego, anch'io, pure!" Ahi! Nulla spiega come mai lei ordini invece lui dal catalogo dei signori. Errore frequentissimo ma non per questo meno grave. Mi sa che il frequente ricorso a dosi massive di nebulosit� femminile mista a capsule d'imprevedibilit� muliebre siano spesso truccacci del narratore per togliersi da un impasse. Ecco perch� Rooster-Lit. La Chick-Lit per lui. La differenza fra chick-lit e la lit tout court essendo la plausibilit� scambievole della relazione. Ha ragione l'autore attraverso Maliconico al lamento che quando sei stratificato al suolo ti occorrerebbe proprio quel tipo di donna che mai vedrebbe un uomo stratificato, (simmetrico con analoga situazione femminile) per� al doveroso lamento contro la preponderanza del maschio "alfa" geneticamente inserito nella memoria femminile, fa seguire "'o' miracolo". Contiene anche svariati elementi di psicologia camorristica e sociologia partenopea del crimine. Mi sembrano un po' troppo facili: per adesso li archivio nel non si sa mai. Non avendo alcun elemento per saggiarne la verit� o la plausibilit� stanno in attesa di conferme o smentite di chi sa. Insomma spesa modesta, ore felici e liete, categoria del "ce ne fossero", ma spazi di miglioramento ampi.
Profile Image for GONZA.
6,905 reviews113 followers
March 22, 2014
Questo libro è veramente molto bello, nonostante sia stato probabilmente uno di quelli che ho letto in modo più frammentato è riuscito a mantenere una certa continuità, fondamentalmente perchè fa molto ridere, ma fa ridere spesso di cose agghiaccianti, una versione scritta de "I mostri" per capirsi, ma non quello ultimo, i primi due.
Vincenzo Malinconico (nomen omen) è l'avvocato divorziato protagonista del libro, con una ex-moglie ciclotimica, un figlio adolescente - con tutte le conseguenze del caso- una saggia figliastra, una guardia del corpo camorrista e un'amante bellissima. La storia non è particolarmente intrigante, a mio modo di vedere la cosa migliore del libro sono le riflessioni del protagonista sulla vita stessa, sulle relazioni ( "...spesso la gente non ha le emozioni chiare, altro che le idee.") specialmente quelle tra uomo e donna e quelle sui figli, ma ci sono degli episodi che mi hanno fatto venire mal di pancia dalle risate, su tutti la scena del volpino.
Credo che la cosa migliore di questo scrittore, ma chi sono io per dirlo, sia la capacità di immedesimarsi e di dare voce ad una serie di pippe mentali da manuale, che con il loro sfondo agrodolce appartengono un po' a tutti.
Profile Image for La contessa rampante.
154 reviews84 followers
July 28, 2017
Ho conosciuto Diego De Silva attraverso la prima avventura dell'avvocato Vincenzo Malinconico, un uomo a tratti patetico, simpatico ma senza eccessi
e soprattutto incredibilmente vero. Perché in De Silva e nel protagonista di questo romanzo, ho trovato quella schiettezza propria di tutte le opere degli autori napoletani che ho letto: Ferrante, De Luca e adesso lui. In "Non avevo capito niente" troverete battute esilaranti, vicende pittoresche e Napoli,
ma non la città che fa da sfondo, piuttosto quella presente nelle parole. De Silva, usa il dialetto della sua terra, ma fa in modo che tutti lo capiscano rendendolo chiaro all'interno dei suoi dialoghi. Così succede che quando l'avvocato Malinconico è davvero convinto di qualcosa che sta pensando o facendo, lo esterna concludendo ogni frase con "la verità", oppure nel momento in cui è davvero stufo di una conversazione o del comportamento del suo interlocutore, lo afferma dicendo "ma vedi un po' la madonna". Magari per alcuni lettori questo stile profondamente colloquiale e derivante dalla quotidianità potrà infastidire o lasciarli completamente indifferenti invece, io leggendoli, mi sono sentita a casa.
Profile Image for robxyz.
244 reviews5 followers
August 4, 2017
Una sorpresa, questo libro: divertente, leggero e molto piacevole, ti fa ridere leggendolo, ti rilassa, ti tiene incollato alle sue pagine, e lo chiudi contento di averlo comprato. Bravo De Silva.
Profile Image for Joan Kerr.
Author 2 books5 followers
April 15, 2015
Vincenzo Malinconico is a lawyer with an almost non-existent practice, still yearning for the wife who left him two years ago for an architect (why is it that ex-wives always seem to end up with architects, he asks),
when out of the blue he’s summoned to act as the court-appointed lawyer at the initial interview of a man found with a severed hand buried in his backyard. It’s immediately clear to him that his client, Fantasia, is a very nasty piece of work and the whiff of the Camorra is strong in the air. To his own surprise, he does rather well in the initial duel with the Acting District Attorney and his cheeky performance impresses his client, so much so that he finds himself pursued by the Camorra to see the case through. What follows is both funny and sinister, “a cunning account of the Mafia’s influence on everyday life”, as the blurb says, and a wry examination of the male ego. Against his will Vincenzo finds himself tagged by a Camorra minder/bodyguard who gets him out of a number of ugly situations so that he is forced to recognize the power of brute force and the social and political clout the brand has. But he certainly isn't cut out for working with the Camorra.

"The secret of the Camorra's success, I think as I'm standing there, must be the way that they eliminate the whole idea of problem-solving. In their cognitive system, probably, there is no human situation that can't be solved in a brisk and direct manner….

Whereas I'm constantly overwhelmed by imponderables. I have a horror of death. I perceive life as something that continually opposes an obstinate and dignified resistance to my every desire. I have, so to speak, a mortgage holder’s attitude to life. Life gives me a series of deadlines, life obliges me to make a number of periodic payments, if that conveys the idea. It's not something I take for granted, the idea that I'm here and that life is here too, that we’re both in the same place. Life isn't free, you know. I have always had this idea of life as a mortgage that extracts a portion of what I make every month, while at the same time preventing me from turning into a complete savage, in a certain sense." (264)

If you’re a crime reader you’ll like this. Even if, like me, you aren’t really, you’ll probably fall for Vincenzo’s voice, which the racy English translation captures perfectly. He’s an instantly engaging character, perpetually puzzled by life’s refusal to form a logical narrative. In his relationship with his ex-wife and with a new love, in his relationship with his children, with the neighbour who seems to want to confide in him at the most inconvenient moments, with his bad-penny minder Tricarico, even with the yappy little dog that terrorises visitors to his downmarket office, he’s constantly besieged by the sense that he doesn’t know what’s coming next and he doesn’t know how he got where he is now.

"I only wish (really, I do wish) that the out-of-date disappointments, the wrong people, the answers I failed to give, the debts I incurred needlessly, the small cruelties that poisoned my soul, all the things I can't relegate to the past, love stories especially — would just vanish from my mind and never come back. But I'm filled with residue and after effects, specters with nothing better to do who just drop by to see me all the time. I blame it on memory, which freezes and thaws of its own volition, hindering the digests and of life and making you feel appallingly alone when you least expect it" (19)

But Vincenzo is no mere lovable bumbler. De Silva plays a great riff on the lone-wolf private investigator, crappy car, gorgeous women and all, but the book is much more than that. It’s about the deals we make with ourselves, the lines we spin ourselves and the sudden, brief illuminations we have about what’s really going on in us. And about the fact that every life does have its own crazy logic.

"I’m not a narrator you can rely on", Vincenzo tells us early on. Oh yes, we can, and for exactly these reasons:

"I’m too interested in incidental considerations that can take you off track. When I tell a story, it's like watching someone rummage through the drawer where they keep their receipts and records.…I daydream, I get distracted, I make little piles of paper. I find things I wasn’t looking for and stop to think about them" (20)

A funny, clever, thoughtful book, it won the Naples Prize for Fiction on its publication in 2007 and was shortlisted for the Strega Prize.

Profile Image for Roberta.
1,411 reviews132 followers
October 23, 2018
Alcuni passaggi brillanti non riscattano completamente un romanzo dalla trama pressoché inesistente e uno stile simil flusso di coscienza che non è di mio gusto.
Profile Image for Katia.
134 reviews19 followers
October 22, 2016
E' un libro che non mi sarei mai aspettata potesse conquistarmi così. Una mia amica, dopo che lo acquistai, mi disse: " L'ho mollato dopo qualche capito." Dal momento che mi fido dei suoi gusti letterari, mi sono scoraggiata pure io e l'ho lasciato sullo scaffale per un bel po'. Finchè è arrivato il momento. Il momento in cui ho guardato il libro e il libro mi ha guardata. Ci siamo scelti. Premettendo che in genere ho sempre dei problemi a capire le prime pagine di un libro, soprattutto se è uno scrittore mai letto e uno stile nuovo, ho provato immediata empatia, sin dalla prima parola, con il modo di esprimersi di De Silva, almeno in questo suo romanzo. E' un genere di cui se me ne avessero parlato avrei probabilmente evitato la lettura. Ma, al contrario delle mie aspettative, l'ho amato. Non so cosa di preciso ho amato in questo romanzo, ma è stato come se parlasse la mia lingua e scrivesse cose che avevo bisogno di leggere. Un po' come quando ci si innamora di un uomo\donna: non ha capelli biondi e occhi azzurri, non ha un fisico scolpito, eppure lo\a guardi e l'ascolti e capisci subito che è quella\o giusta.
In genere quando leggo, leggo sempre con spirito critico: cerco di essere oggettiva così da dare una valutazione imparziale. In questo caso, invece, non ho pensato ai vari tecnicismi letterari (stile, grammatica, trama, protagonisti)non perché non volessi, ma perché appena aperto il libro e iniziato a leggere ero talmente presa da questa "magia" da non avere altro per la testa. Il critico letterario che c'è in me è svanito nel nulla senza farsi vedere per tutta la durata della lettura e ciò che ne rimane è un viaggio alla ricerca di se stessi, dove alla fine si scopre di conoscersi e amarsi un po' di più. Non avrei mai detto potesse essere il mio genere, ma non so neanche se questo romanzo possa appartenere a un genere.
Sono comunque cinque stelline su cinque.
Profile Image for Francesca.
184 reviews3 followers
March 25, 2013
Penso di aver inserito questo libro in wish list poco tempo dopo la sua uscita. Solo che, salvo rari casi di colpi di fulmine, non compro subito i libri appena usciti un po' perché voglio leggere pareri che non siano dettati dalla foga del momento, un po' perché voglio capire se davvero il romanzo possa interessarmi.
E' per questo che ho letto solo ora "Non avevo capito niente", il primo romanzo di De Silva che mi passa tra le mani (anche se ho comprato il seguito, "Mio suocera beve" in contemporanea); e devo confessare che l'ho iniziato parecchio scettica anche se non so spiegarvi il motivo. Scetticismo che è passato praticamente a pagina 10, dopo una moltitudine di perle di saggezza sul mondo dell'avvocatura e della facoltà di Giurispudenza che mi hanno fatta sbellicare dalle risate.
Il rischio che il romanzo perdesse questa patina luccicante era alto, ma l'autore è riuscito a creare questo fantastcio personaggio, Vincenzo Malinconico, in modo sublime: un po' sfigato, un po' filosofo, un po' paraculo. Questo mix perfetto rende il libro davvero strepitoso e gobile, porta il lettore a leggerlo con leggerezza, ma allo stesso tempo lo aiuta a riflettere grazie alla filosofia spicciola che permea sempre i pensieri, a volte contorti, del protagonista.
Profile Image for Sara.
234 reviews11 followers
July 15, 2011
Sì, è meglio di "Mia suocera beve", più divertente. Ci sono personaggi azzeccati, come Tricarico, che ti fa vedere la camorra sotto l'aspetto più "amichevole" - la cara vecchia mafia con i suoi codici e le sue leggi severe, ben lontana dalla malavita dis-organizzata di adesso capace di mandarti al pronto per cinquanta Euro. Che poi qui dove abito io non è che si respira camorra ad ogni passo, quindi è curioso leggere com'è passarsela a Napoli. E Malinconico incarna il perfetto spirito pseudo-sfigato partenopeo, nel senso che sfigato sì, lui si sente di esserlo, ma la realtà poi è tutt'altra. Ha la più gnocca del tribunale che scalpita per una sua chiamata, la moglie ex-adorata che se lo riprenderebbe, due figli che lo stimano e il lavoro che pare decollare. Nonostante tutto però lui s'arrabatta in una vita caoticissima alla quale sopravvive anche grazie ad una buona dose di fatalismo e di lezioni di auto-coraggio e auto-stima. Simpatico, anche per il modo di scrivere colloquiale e i dialoghi, pieni di "Eh." e "Ma tu vedi un po' la Madonna." E poi i cognomi, che non so se davvero a Napoli scorrendo l'elenco del telefono c'è gente che puoi giusto aver sentito in un film di Totò.
Profile Image for Giulia Papalia.
291 reviews44 followers
February 2, 2021
“Non avevo capito niente” è ciò che ci viene in mente quando tutto è molto più chiaro, nel bene o nel male. È ciò che ci viene in mente quando la fatica più grande, lo spremersi le meningi su congetture astratte incrociando dati aleatori per venire a capo di una qualche situazione, è andata: ora ho capito, – almeno per ora – fine degli stenti. E non c’è nulla di meglio che un epilogo così per questo romanzo, per la rivincita dell’avvocato Malinconico, di nome e di fatto. Vincenzo è un protagonista disilluso: la moglie lo ha lasciato, il lavoro non lo gratifica e da perenne indeciso rimane fermo in piedi aspettando che passi un treno che lo carichi inaspettatamente; De Silva dona a lui e agli altri personaggi una brillantezza e una limpidezza che mi hanno fatto innamorare. Spazia dalla camorra all’amore, dalla rabbia al sistema giudiziario con una fluidità che mi ha fatto innamorare (l’ho già detto?)
Vincenzo Malinconico, a partire dal suo cognome, ci fa sentire meno soli, come a dirci che la nostra goffaggine è più diffusa di quanto possiamo credere.
Mi sono innamorata, “la verità”.
Displaying 1 - 30 of 201 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.