Controluce

Il 2024 nuovo anno record per gli utili delle banche

Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm, Bper, Mps hanno detto che i rispettivi utili netti dell’intero 2024 supereranno quelli dell’anno precedente. Sarà così’ anche nel 2025?

di Alessandro Graziani

2' di lettura

Nel 2022 e nel 2023 le banche europee, e in particolare quelle italiane, avevano ottenuto utili in forte crescita grazie al rialzo del tassi deciso dalla Banca Centrale Europea. All’inizio del 2024, in previsione del taglio dei tassi da parte di Bce che poi si è’ verificato in modo progressivo soprattutto nel secondo semestre dell’anno, tra gli analisti finanziari c’era dibattito se le banche sarebbero riuscite a uguagliare i profitti del 2023.

I saldi finali dell’anno che si chiuderà tra poche ore saranno resi noti solo all’inizio di febbraio 2025 ma, già nel presentare a novembre i dati dei primi nove mesi, le cinque maggiori banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, BancoBpm, Bper, Mps) hanno detto che i rispettivi utili netti dell’intero 2024 supereranno quelli dell’anno precedente, raggiungendo nuovi livelli record.

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Sarà così’ anche nel 2025? E’ possibile ma, a differenza di quanto accaduto nell’ultimo triennio, non è affatto detto che la tenuta dei profitti varrà per tutti.

Per capirlo, il primo momento cruciale ci sarà’ già’ a inizio febbraio, quando le banche presenteranno i rendiconti preliminari del 2024. Più che guardare a dati ormai “storici”, l’attenzione degli investitori sarà focalizzata soprattutto sulla guidance per il 2025 su cui aleggiano tre incognite.

Il punto di partenza è che il nuovo anno inizierà con tassi di interesse più bassi di un anno prima e con un trend decrescente. La prima incognita riguarda la capacità delle banche di fronteggiare il calo del margine di interesse, dovuto ai tassi più bassi sui prestiti, con l’atteso incremento delle commissioni derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi e del risparmio gestito. E su questo versante, il contributo maggiore ai profitti di gruppo lo avranno quelle banche che sono anche proprietarie delle fabbriche prodotto. I benefici non saranno dunque uguali per tutti.

La seconda incognita per i conti bancari del 2025 riguarda ancora il margine di interesse. Nei budget in via di definizione, gli istituti prevedono che la sua riduzione dovuta al calo dei tassi, sarà in parte contenuta grazie all’aumento dei volumi di credito. Se questo trend è probabile per i mutui residenziali, assai meno certo è che ciò avvenga lato imprese - in particolare industriali - come dimostra il continuo trend discendente della domanda di credito degli ultimi mesi (malgrado i tassi calanti).

Da ultimo, ed è il terzo elemento di incertezza per il 2025, bisognerà vedere se il costo del rischio di credito rimarrà basso come nell’ultimo periodo. Gli Npl hanno rappresentato in anni passati una pesante zavorra per i bilanci bancari. Torneranno a crescere nel corso del 2025? Le crisi del settore automotive e di alcuni gruppi del lusso, con le ricadute per l’indotto dei fornitori, sono un campanello d’allerta sul deterioramento dei crediti che potrà aumentare nel corso del prossimo anno.

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