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Ultimo aggiornamento venerdì 3 marzo 2017
Vent'anni dopo il tradimento, Mark Renton si ripresenta al cospetto dei vecchi amici. Molto è cambiato e molto è rimasto lo stesso. In Italia al Box Office T2 Trainspotting ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 2,4 milioni di euro e 1,1 milioni di euro nel primo weekend.
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A vent'anni esatti dalla sua rocambolesca fuga dalla Scozia con sedicimila sterline nella borsa, Mark Renton si ripresenta a Edinburgo e al cospetto dei vecchi amici, Simon "Sick Boy" e Daniel "Spud". Anche "Franco" Begbie, intanto, è evaso di prigione e non vede l'ora di ammazzarlo a mani nude. Renton li ha traditi, si è rifatto una vita, fuori dalla droga e dentro un progetto borghese, ma quella vita si è già sgretolata, mentre l'amicizia dei compagni di siringa dimostra, nonostante tutto, di aver tenuto bene. Molto è cambiato e molto è rimasto lo stesso.
Benché nominalmente tratto da "Porno", il libro che Irvine Welsh diede alle stampe, con nove anni di distanza, come seguito dell'instant-book che lo avevo reso famoso, Trainspotting 2 non segue alla lettera il progetto pseudoartistico di Simon di darsi all'arrampicata sociale come produttore di cinema porno, anche perché il cinema nel cinema è argomento da dosare con misura, e questo è un territorio di eccessi, quasi per definizione.
T2 sceglie di configurarsi come una riflessione sul suo precedente di successo, una rilettura con altri occhi, a suo modo, dunque, un film nel film, comunque, e, appunto, un'idea rischiosa. Diciamolo, T2 non è un film che intacca o viola la bellezza intatta e imperitura di Trainspotting anno 1996, perché quella bellezza non esiste. Non ricordiamo il film del giovane Danny Boyle perché bello, non ci segnò per quello, bensì perché rappresentava l'inedito. Era inedito il tono, prima di tutto, un mix di commedia giovanile e terribilità. Era inedito il modo in cui raccontava la dipendenza dall'eroina, un modo allucinato in sé, e come revisionava il social cinema inglese e il racconto della working class, con spietato sarcasmo. Mai, prima, si era vista morire così una creatura di pochi mesi, rosea e paffutta, la figlia del coprotagonista stesso, perché lui era troppo fatto per capire cosa stesse accadendo. Non lo si era mai visto accadere a suon di musica, di distorsioni affascinanti e colori pop.
Il problema di T2, dunque, non è la nostalgia, o almeno non è quella il suo problema profondo, anche se l'uso che se ne fa è pesante strutturalmente: il film si appoggia continuamente al confronto col passato, un passato spesso più remoto dell'epoca del primo film, è - per dirla in tema - dipendente da esso, in maniera narrativamente inutile e spesso poco credibile. Ma il problema vero è che, rispetto all'organismo che parassita - un tutt'uno che comprende il film e il suo mito - Trainspotting 2 è un episodio di scialba, radicale normalizzazione.
Cosa c'è infatti di più "normale" al cinema di un personaggio che fugge e di un altro che lo salva all'ultimo minuto colpendo in testa l'aggressore con l'oggetto più pesante che si ritrova a portata di mano? Il secondo Trainspotting è fatto di scene così, treni che al cinema sono passati mille volte, e, se da un lato comprendiamo e apprezziamo che Danny Boyle non abbia voluto fare il verso al se stesso di vent'anni fa, replicando quel genere di trip visivi, d'altra parte siamo costretti a constatare che non ci ha portato granché in cambio, soltanto un film più vecchio.
L'impresa è stata metterli tutti insieme. Non solo diversi membri del cast avevano avuto alterchi pesanti, non solo alcuni tra di loro (Robert Carlyle, Ewan McGregor e lo stesso Danny Boyle) sono oggi star molto più grandi di prima, ma soprattutto il protagonista e il regista di Trainspotting, dopo 3 film insieme, avevano avuto uno scontro durissimo per The Beach (McGregor non gli ha mai perdonato a Boyle di non aver chiamato lui ma DiCaprio). Invece tornano tutti, 20 anni dopo, per T2: Trainspotting. Anche Irvine Welsh.
Lo scrittore del romanzo che nel 1996 aveva fatto da base al film originale, aveva scritto un sequel otto anni dopo, "Porno", un'altra storia che vedeva i personaggi insieme dopo 10 anni ed era ambientata nel mondo del porno invece che in quello della droga.
Proprio a partire da questo canovaccio T2: Trainspotting prende le mosse. Welsh è stato sentito come consulente ma la sceneggiatura, visto che è solo ispirata al romanzo, sarà un lavoro originale di John Hodge (che già adattò il film del 1996).
Al centro ovviamente c'è Mark Renton, non più giovane, e ritornato in Scozia dopo quel mattino di 20 anni fa in cui abbandonò i suoi compagni rubando i loro soldi.
Il punto di Trainspotting è che si tratta di uno dei rari casi in cui il film getta un'ombra molto superiore a quella del romanzo, in cui cioè la maniera in cui la storia è stata messa in scena si è rivelata più determinante ed influente di quel che la storia raccontava.
L'intreccio di eroina, dipendenza, violenza, piccolo crimine, storielle d'amore e morti quasi casuali, squarciava il buio delle sale cinematografiche degli anni '90 con uno stile inedito. Potentissimo, elettrico, montato con creatività e senza paura di risultare esagerato quel film metteva Danny Boyle sotto i riflettori e lanciava Ewan McGregor, faceva un lavoro inedito in sala sul tema della droga, assemblando una colonna sonora da urlo.
Era la celebrazione del proprio tempo, il pezzo più anni '90 di tutti gli anni '90, il gioiello più pregiato di un'epoca che ha fatto fatica a raccontare se stessa. Ad oggi, visto in retrospettiva, è uno dei film più influenti in assoluto, capace di formare una classe di registi e scrittori ma anche di dare un chiaro indirizzo ai gusti del pubblico. Simbolo imperituro di distruzione giovanile, quel mondo rivisto con gli occhi di personaggi che orbitano intorno ai 50 anni, è un'arma pericolosa.
Di certo il punto di tutto sarà, in un certo senso, nuovamente, il concetto di dipendenza. I protagonisti erano dei drogati e sono dei drogati, cambia solo quale sia la loro droga (sostanze chimiche, pillole, idee o aghi). L'atteggiamento del "junkie", cioè del drogato marcio, è quello che li distingue e non è detto che debba necessariamente prendere la forma dell'eroina o delle sostanze allucinogene.
Trainspotting aggiornava al 1996 l'eterna dialettica giovanile tra attrazione e repulsione per il mondo dei propri genitori, per la sicurezza borghese del cane e del megatelevisore, prendeva in giro con la sua apertura e il suo finale l'idea stessa di conformarsi, la ripudiava e la abbracciava amaramente al tempo stesso. Pieno di soldi e felice, ma con alle spalle alcuni amici abbandonati e un altro morto per colpa sua, Mark Renton si avviava verso un futuro di fai-da-te la domenica mattina e figli viziati messi al mondo per prendere il suo posto "fino al giorno in cui non morirò". Era il punto di vista perfetto per quell'epoca e quel pubblico, per questo la sfida più dura di un sequel è quella di quale prospettiva adottare. Se raccontare di quasi cinquantenni con l'occhio dei coetanei o con quella stessa sfrontata coerenza del primo.
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E' di grande conforto trovare solidi punti di riferimento nell'ambito della critica cinematografica. Per me lo è Marianna Cappi, Nel senso che ogni suo giudizio negativo vale per me come sicuro indicatore di qualità. E lo stesso avviene in situazione contraria. Comodissimo!. Credo davvero che T2 sia tra i film più belli e nuovi (per rifermi alla sofisticata aggettivazione [...] Vai alla recensione »
Esce in questi giorni nelle sale cinematografiche il sequel del famoso film "Trainspotting", sempre con la regia di Danny Boyle e con gli stessi interpreti (Ewan Mc Gregor, Ewen Bremner, Robert Carlyle, ecc...). La vicenda di "T2 Trainspotting" si colloca temporalmente esattamente 20 anni dopo che il protagonista principale (Ewan Mc Gregor, appunto) è fuggito da Edimburgo [...] Vai alla recensione »
Edimburgo, oggi. A vent'anni dalla sua fuga col malloppo, Mark torna nella sua città per affrontare i propri demoni. Vecchi amici, vecchi vizi, il vecchio padre, la vecchia e atavica mancanza di un lavoro che possa definirsi stabile. In fuga, stavolta, dalla moglie (olandese?) dopo 15 anni di matrimonio, da un imminente licenziamento e con un recente attacco cardiaco sul groppo, Rent Boy preferisce [...] Vai alla recensione »
Ho in mente un titolo. E' l'ultima frase del film; si rifersice alla raccolta di racconti che Spud ha scritto in questi anni. Scritti a mano su dei fogli di carta. Volanti. Quasi degli appunti. Ma quegli appunti forse un giorno (a quanto pare) verranno pubblicati. Finisce così il film, o meglio, finisce con Mark che torna definitivamente a casa.
Danny Boyle (Trainspotting; 28 giorni dopo; The Millionaire; Steve Jobs) torna a dirigere i quattro mascalzoni di Scozia in un sequel, T2 Trainspotting, molto meno irriverente e scorretto del primo film cult del 1996. La nostalgia è perennemente presente in questo secondo episodio, ben costruito senz’altro, ma, al contrario del primo, troppo conformista.
Danny Boyle (Trainspotting; 28 giorni dopo; The Millionaire; Steve Jobs) torna a dirigere i quattro mascalzoni di Scozia in un sequel, T2 Trainspotting, molto meno irriverente e scorretto del primo film cult del 1996. La nostalgia è perennemente presente in questo secondo episodio, ben costruito senz’altro, ma, al contrario del primo, troppo conformista.
Dopo Trainspotting, capolavoro che ha consacrato una nuova leva di attori ed è diventato un classico per la generazione anni novanta, il regista Danny Boyle torna al cinema con Renton, Simon, Spud e Begbie 20 anni dopo nel suo nuovo film T2."Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxi-televisore del cazzo; scegliete lavatrice, macchine, lettori [...] Vai alla recensione »
A vent'anni esatti dal primo Trainspotting (divenuto un cult) l'improbabile reunion del medesimo quartetto di “amici” tra vecchi rancori e vane speranze future. Gli stessi attori di un tempo per un sequel malinconico, i consueti deliri degli afflitti protagonisti, una surreale avventura tra le vie di una moderna Edimburgo avara di spazi per esistenze così disperate. [...] Vai alla recensione »
Visto al cinema all'anteprima ufficiale Italiana.Confesso che avevo molta paura di cosa poteva esserne uscito fuori con questo sequel.Mark Renton (Ewan McGregor) torna ad Edimburgo per non essere riuscito a trovare un senso alla sua vita.Sono passati 20 anni dall'ultima infamata combinata da Renton.Ricordate come finiva il primo ?Renton scappava fregandosi tutti i soldi incassati dalla vendita della [...] Vai alla recensione »
Questo p quello che ho provato alla riaccensione delle luci del cinema dopo la visione di Trainspotting 2: la sensazione di rabbia (per un film decisamente sotto le aspettative) e il dolore fisico nell'aver aspettato così a lungo un film e rendersi conto di aver sprecato tempo. Trainspotting è stato il film manifesto di una generazione che avrebbe potuto avere il mondo ai propri piedi [...] Vai alla recensione »
Trainspotting era il racconto di una grande amicizia fra ventenni scozzesi in fuga dalla loro quotidianità ed il loro continuo perdersi e ritrovarsi fra vita reale e sogno psichedelico. T2, secondo me, è la sua naturale evoluzione. Ognuno dei 4 ragazzi è cresciuto a modo suo e si trova a fare i conti con la realtà delle cose. C'è chi è fuggito per costruirsi una vita nuova, che è rimasto incastrato [...] Vai alla recensione »
È risaputo quanto sia complicato realizzare un sequel di qualsiasi film, figurarsi quanto lo sia per un film così originale e trasgressivo come Trainspotting. Ma non per questo si può giustificare un film palesemente realizzato per spillare soldi ai nostalgici di T1. Volgaritá e scazzottate fini a se stesse, trama inesistente, sceneggiatura che innervosice per quanto sia [...] Vai alla recensione »
Premetto che Bojle è uno dei miei registi preferiti eclettico, originale mai banale e mai scontato... Ecco soprattutto queste due ultime virtù non si calano assolutamente nella realizzazione di T2 dove nemmeno la sigla è originale e richiama il secondo episodio del Terminator 2. Se vuoi fare il sequel del film più trasgressivo ed originale degli anni novanta prepara [...] Vai alla recensione »
Riuscitissima impresa che sembrava impossibile. Girare un seguito di un film come Trainspotting non è mai stata considerata impresa facile ma il risultato è stato davvero buono. Ha mantenuto il suo background ed ha una sceneggiatura efficace che non cade nella noia.
Vent'anni dopo, i quattro "amici" di Edimburgo si ritrovano, un pò abbacchiati e sottotono, non più euforicamente pazzoidi e cocainomani nei loro eccessi di gioventù bruciata, ma ormai uomini con alle spalle delusioni e tanti rimpianti. Boyle rimette in piedi i quattro protagonisti in una sorta di c'eravamo tanto amati, ma si è persa ormai da tempo la verve [...] Vai alla recensione »
Mi trovo totalmente in disaccordo col giudizio del critico di My Movies. A me il film è piaciuto. Anzi. Non so se mi è piaciuto, non credo sia questo l'importante quando si guarda un film. Però mi ha emozionato. Mi ha costretto a chiedermi se gli ultimi venti anni della mia vita sono stati spesi meglio dei vent'anni che hanno trascorso Renton e soci dal primo Trainspotting. [...] Vai alla recensione »
a me è piaciuto altrochè ,si ride pure in mezzo al dramma umano di persone che dopo 20 anni non hanno saputo reindirizzare la propria vita,è proprio vero ,quando la vita prende la piega della routine,ci si infossa in essa e si ripetono le stesse scene di ogni giorno.
Quando vieni a sapere che un film stravolgente, uscito quando tu eri in piena adolescenza, avrà un sequel a distanza di 21 anni, vieni colto da un misto di curiosità, diffidenza e dispiacere. Perchè ti sale, come per tutte le cose che hanno segnato la tua vita adolescenziale, la paura che possa esserne rovinato il ricordo. David Boyle ha deciso di tornare dove la sua carriera è iniziata.
T2 TRAINSPOTTING nasce ancora dalla penna di Welsh ed e' tratto da Porno , romanzo del 2002 seguito del celebre trainspotting. Il film riprende il romanzo solo in parte e rimane un po a meta' come scelta , visto che di per se gia' il nodo centrale della storia cambia e si passa dalla produzione di film porno (nel libro) , alla costruzione di un bordello nel film.
A mio parere è un film leggero, lontano dalle vette del primo episodio capolavoro di (buona) retorica. Consigliato? Direi di si, anche se non è certamente un cult.
Solitamente i sequel di film lontani nel tempo servono solo per fare cassa ed utilizzare quel che rimane del brand, ed anche per Trainspotting è esattamente così, ma almeno non è stato fatto un secondo capitolo orrendo, anzi T2 è discreto, reggerebbe anche come stand alone. Chiaramente è ben lontano dal cult del 1996 che aveva una potenza visiva e sonora unica, ma [...] Vai alla recensione »
Non ho visto l' originale e quindi non ho possibilità di confronto. La mia impressione è quella di film piuttosto banale, talvolta inconsapevolmente ironico con alcune trovate lisergiche del regista piuttosto originali. Impacciati i protagonisti maschili soprattutto un McGregor che mi pare ormai completamente fuori parte. Bene la protagonista femminile che emana femminilità [...] Vai alla recensione »
Hanno segnato delle decadi, hanno influenzato la moda, il taglio di capelli, la musica. Sono stati lo specchio di quello che accadeva intorno, mostrando i malumori, la ribellione, la vitalità del loro tempo: i protagonisti dei cult generazionali che hanno segnato la storia del cinema entrano prepotentemente anche nella cultura di massa. Giovani e meno giovani, disoccupati o immersi in un mondo altamente tecnologico, questi film e i loro eroi hanno creato dei veri e propri immaginari: l'indimenticabile giubbotto rosso di James Dean o l'inquietante maschera del coniglio di Donnie Darko e poi ancora le note di Mrs. Robinson e le movenze di Tony Manero.
Oggi l'effetto della profonda nostalgia delle epoche passate si fa sentire soprattutto al cinema con i tantissimi reboot, remake e omaggi (un esempio paradigmatico è la serie di Netflix Stranger Things) e T2 Trainspotting, il secondo capitolo del film culto di Danny Boyle, riconferma questo bisogno di affrontare il presente aggrappandosi ai miti del passato.
I nostri protagonisti sono cresciuti e sono cambiati, le smorfie e tic della gioventù si sono normalizzati e Renton torna nella sua Edinburgo al cospetto dei vecchi amici. Sarà tutto diverso o le vecchie abitudini di quattro non più giovani "junkie" scozzesi torneranno a movimentare la quotidianità?
Dal 19 luglio T2 - Trainspotting è disponibile in DVD, Blu-ray(TM) e 4K con Universal Pictures Home Entertainment Italia, un'edizione ricca di contenuti speciali tra cui un'interessante tavola rotonda con il regista e i protagonisti del film. Si discute infatti sul primo Trainspotting, su quanto sia rimasto impresso anche nelle prove attoriali dei protagonisti e sulla genesi del sequel. Renton, Begbie, Sick Boy e Spud hanno segnato un'epoca, gli anni '90 con tutti i suoi vizi e le sue virtù.
La disco degli anni '70, i malumori dei '60 o la generazione x degli eccentrici anni '80, ripercorriamo insieme alcuni film che hanno segnato le decadi a partire dagli anni '50, ognuno con il proprio cult generazionale (e non solo).
Contando sul pubblico del "come eravamo", questo è il "come siamo" del fantomatico team (1996) di tossici "brutti, sporchi, cattivi e ladri, ma nella loro insolenza ribalda suscitano pena e simpatia, più che paura o schifo" (Il Morandini). C'è un convenzionale ritorno del moschettiere 20 anni dopo a Edimburgo, il fuggiasco traditore Mark/McGregor, impigliato nella resa dei conti con Spud e Franco. Vai alla recensione »
Mark Renton (Ewan McGregor) è tornato a Edimburgo. A fare che, se è vero che ha lasciato un pessimo ricordo di sé e se racconta di essersi rifatto una soddisfacente vita a Londra? Questo è l'incipit di T2: Trainspotting, sequel firmato vent'anni dopo dallo stesso regista Danny Boyle a partire dal sequel letterario (Porno) di Irvine Welsh che aveva ispirato il prototipo.
Poteva sembrare una bestemmia un sequel di Trainspotting, film epocale su un gruppetto di tossici duri in quel di Edimburgo. Danny Boyle invece lo ha fatto e l'operazione è davvero intrigante. Un po' come Dumas, ha ripescato tutti i suoi protagonisti di venti anni prima e ce li mostra per quel che sono oggi. Renton (Ewan McGregor) era scappato col malloppo tradendo gli amici, ha vissuto in Olanda e [...] Vai alla recensione »
Vent'anni dopo tornano i «supereroinomani» più amati della Scozia antagonistica e diseredata. «T2 Trainspotting», ancorché sempre nutrito dai romanzi di Irvine Welsh, non è un capolavoro come il prototipo però esibisce ancora in grande spolvero i quattro protagonisti sul saliscendi dello stile eversivo di Boyle. Il traditore Renton ha deciso di tornare ad aggirarsi nei falansteri popolari di Edimburgo, [...] Vai alla recensione »
Quando Io ha visto per la prima volta è scoppiato a piangere, e nessuno può dargli torto: «Mi sono profondamente commosso, ho ripensato al primo film e agli Anni '90 della nostra giovinezza. Paragonando quell'epoca a oggi, a quello che tutti siamo diventati, non sono riuscito a frenare le lacrime». Nato a Perth, in Scozia, esordiente nel '94, diretto da Danny Boyle, in Piccoli omicidi tra amici, Ewan [...] Vai alla recensione »
Il più furbo, Mark, corre sul tapis roulant ad Amsterdam, dove sembra essersi rifatto una vita: ma forse non è così semplice. Il più disperato, Spud, vorrebbe farla finita ma è costretto a rimettersi in gioco perché non si sfugge al passato (e come scopriremo ha una missione da compiere: è lui, senza saperlo, il Narratore della storia che stiamo per vedere).
Regia del ritrovato Danny Boyle, prove dei ritrovati Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller e Robert Carlyle, ecco T2 Troinspotting, seguito del cult del 1996. Accompagnato dal refrain "Prima c'è stata un'occasione... poi c'è stato un tradimento", Mark Renton (McGregor) torna a Edimburgo e ad attenderlo ci sono Spud (Bremner), Sick Boy (Miller) e Begbie (Carlyle): che cosa avrà la meglio, la [...] Vai alla recensione »
Rieccoli. Mark, Spud, Sick Boy e Begbie di nuovo assieme. Il primo li aveva traditi, con volando verso una vita borghese. Ritorna a Edimburgo tra flashback, desideri di vendetta, porno e siringhe. Trainspotting, vent'anni dopo. Se il primo film era calato nel suo tempo, questo seguito, che si alimenta proprio dell'ineluttabile trascorrere di questo, con le disillusioni e il naufragare dei sogni giovanili, [...] Vai alla recensione »