Titolo originale | Jouer avec le feu |
Titolo internazionale | The Quiet Son |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 110 minuti |
Al cinema | 4 sale cinematografiche |
Regia di | Delphine Coulin, Muriel Coulin |
Attori | Vincent Lindon, Benjamin Voisin, Stefan Crepon, Arnaud Rebotini (II), Édouard Sulpice Sophie Guillemin, Maëlle Poésy, Denis Simonetta, Hugo Bariller, Thomas Arnaud, Franco Provenzano. |
Uscita | giovedì 27 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,47 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 febbraio 2025
Pierre, operaio nelle ferrovie, ha due figli uno dei quali, il maggiore, si avvicina a gruppi di estrema destra che rappresentano l'esatto contrario dei principi del padre. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, Noi e Loro è 57° in classifica al Box Office. giovedì 27 marzo ha incassato € 942,00 e registrato 32.243 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Pierre è un ferroviere cinquantenne che sta crescendo da solo, dopo la morte della moglie, i due figli. Louis, il minore, ha finito gli studi superiori e può lasciare Villerupt per studiare nella non economica Parigi. L'altro, Fus, gioca a calcio, ha una competenza da metalmeccanico e si sta pericolosamente avvicinando a gruppi di estrema destra dei quali condivide le idee e le modalità di azione. Pierre ha tutt'altri ideali e si trova in difficoltà a gestire il rapporto con il figlio.
Delphine e Muriel Coulin scrivono e dirigono un film in cui il femminile è solo apparentemente assente.
Non c' è un solo personaggio femminile che abbia rilievo in questo film. Questo vale da un punto di vista relativo alle presenze. Perché invece c'è un'assenza che pesa sul nucleo familiare. È quella di una moglie/madre scomparsa prematuramente lasciando tre figure maschili (due delle quali in crescita) a convivere e a confrontarsi. C'è un elemento che assume valore simbolico in un film in cui il protagonista viene mostrato più volte al lavoro. In particolare in un'immagine in cui avanza, con torcia in mano, di notte, sui binari dell'area ferroviaria presso cui è impiegato. Il buio ideologico che sta progressivamente avvolgendo Fus potrebbe essere vinto dalla fiamma degli ideali che il padre ha sempre sostenuto (anche se ora non è più in prima linea) offrendo ai propri figli dei binari che credeva potessero impedire deragliamenti. Non è andata così ed ora Pierre si trova a dover gestire la relazione con un figlio che continua ad amare ma del quale respinge amicizie e comportamenti.
Vincent Lindon (un nome che costituisce una garanzia di serietà di scelte nel cinema francese) dà al suo personaggio tutte le caratteristiche di un padre che scopre di essere impotente dinanzi a sirene ideologiche e a slogan di facile presa che aprono tra Pierre e Fus varchi sempre più incolmabili. È un film sulla difficoltà, quando non è addirittura impossibilità, di un dialogo che vede entrare, nella naturale dinamica della necessità di distacco dalle figure parentali propria dell'adolescenza, il veleno di un'ideologizzazione pervasiva che vede l'altro non come avversario con cui dibattere ma piuttosto come nemico da sconfiggere. Anche quando si tratta del proprio genitore al quale non si è smesso, seppure in modo estremamente confuso, di voler bene. In questo contesto la figura di Louis, il fratello minore, avrebbe potuto risultare di semplice contorno. Invece viene cesellata con cura mostrando al contempo vicinanze e distanze, sia con il fratello che con il padre, a cui è difficile offrire sempre una conciliazione. Si tratta di un'ulteriore riprova della capacità del cinema d'Oltralpe di affrontare, con partecipazione non disgiunta da verosimiglianza, tematiche sociali di stretta attualità senza trasformarle in pamphlet o in melodrammi a tinte fosche.
Dopo 17 ragazze (17 Filles; 2011) film che narrava la reale scelta di un gruppo di adolescenti di emanciparsi rimanendo in cinta; e Voir Du Pays, (id.; 2016) basato sul romanzo omonimo di Delphine Coulin, incentrato sugli orrori della guerra visti attraverso gli occhi di due soldatesse. Per il loro terzo lungometraggio le sorelle Coulin scelgono una nuova difficile narrazione capace anche di aprire [...] Vai alla recensione »
Ci fa vedere l'amore infinito dei genitori verso figli e come ? difficile gestire questo rapporto, come l'odio distrugge chi lo prova e non tanto verso chi se lo prova.
Filn estremamnente efficace , sa affrontare problematiche giovanili di difficile soluzione in modo convincente. Un esempio dinarrazione antiretorica da ricordare.
Racconto intimo e affresco storico/sociale. Storia dell’amore difficile fra un padre e un figlio, e fotografia della Francia, o forse di tutta l’Europa, contemporanea. Fra questi due estremi si muove Noi e loro, delle sorelle Delphine e Muriel Coulin, emerse all’attenzione internazionale diversi anni fa con 17 ragazze. Qui, le due registe firmano un – bel – film che non pretende di spiegare, che sta accanto al dolore, che è come il sismografo di un terremoto intimo e sociale. Ma non pretende di analizzare le cause, né di fornire soluzioni.
Le due registe raccontano la deriva di un adolescente, la fascinazione della violenza dalla quale è attratto. Raccontano la brutalità e la violenza che affascinano e seducono tutta l’Europa. In un film che tiene lontano, accuratamente, le scene madri, la descrizione della violenza, la spettacolarità della ferocia. E che si concentra sui momenti più intimi di una tragedia familiare.
Il film si chiama, in originale, Jouer avec le feu, giocare col fuoco. È il fuoco della torcia che Vincent Lindon, operaio ferroviere, porta di notte lungo i binari della ferrovia, per illuminare la via ai suoi colleghi, come uno strano doriforo. E fra altri fuochi balla, nervoso, scattante, in una discoteca il figlio Fus, con le mosse disarticolate del Denis Lavant di Mauvais sang, un film degli anni ’80 di Léos Carax. L’altro, il padre, a fare di notte un lavoro pesante, duro, rischioso. Ha la faccia scolpita dalla fatica che avevano il ferroviere Jean Gabin del film La bête humaine di Jean Renoir, o Pietro Germi nel Ferroviere, o gli operai di Paul, Mick e gli altri di Ken Loach.
Già in quel film di Loach – l’anno era il 2001 – si sentiva, si vedeva la crisi di quegli operai, di quella classe sociale. Sacrificati in nome del liberismo, sull’altare degli appalti e subappalti, con la sicurezza sul lavoro perduta per sempre. Ma questo film registra uno scatto successivo del disastro sociale. La lotta per i diritti, la solidarietà, le manifestazioni sembrano tutti arnesi di un altro secolo, ferrivecchi.
Vincent Lindon interpreta Pierre, operaio delle ferrovie, il cuore che batte a sinistra, vedovo con due figli agli antipodi. II minore, Louis, lascerà Metz per Parigi, è stato ammesso alla Sorbona. II maggiore, Fus, coi libri non ha alcun rapporto, frequenta un gruppo di estrema destra, il padre ne è inorridito. II film riflette, dicono le sorelle Coulin che lo hanno scritto e diretto, le divisioni [...] Vai alla recensione »
Non ci sono quasi donne in Noi e loro (Jouer avec le feu, Francia e Belgio, 2024, 118'). Lo fanno notare Delphine e Muriel Coulin, che hanno tratto il loro film da Ce qu'il faut de nuit, di Laurent Petitmangin. Vedovo da anni, Pierre (Vincent Lindon) vive con i figli. Louis (Stefan Crepon) andrà a Parigi, all'università. Fus (Benjamin Voisin) ha un diploma tecnico, ma tutto il suo interesse è per la [...] Vai alla recensione »
Rimasto vedovo, sembra cavarsela; Pierre vive in una località della Lorena con i due figli, Louis di 20 anni e Fus di 22. Operaio delle ferrovie, ha un passato da militante di sinistra; si irrita dunque allorché scopre che il figlio maggiore, disoccupato, frequenta un gruppo di estrema destra. Invano tenta di dissuaderlo, facendo leva sui princìpi di tolleranza che credeva di avergli insegnato; la [...] Vai alla recensione »
Da un cast tutto femminile - 17 adolescenti che restano incinte più o meno nello stesso periodo, dopo un po' anche i genitori e gli insegnanti più tonti capiscono che l'hanno fatto apposta - a questo film tutto maschile. Va detto, con uguale bravura. E in questo film le cugine bretoni Delphine e Muriel Coulin sono anche sceneggiatrici, dal romanzo "What You Need from the Night", di Laurent Petitmangin. [...] Vai alla recensione »
Pierre è un padre vedovo alle prese con due figli assai diversi tra loro. Se il più giovane sta per trasferirsi a Parigi per frequentare l'Università, il primogenito comincia a militare in un gruppo di estrema destra. Amore e odio si intrecciano tra le mura domestiche fino a che una tragedia non cambierà per sempre la vita della famiglia. Tratto da un romanzo di Laurent Petitmangin, Noi e loro, diretto [...] Vai alla recensione »
Mi preoccupo e lo farò per tutta la vita. Questo dice un padre al figlio. Questo è il principio su cui si fonda la genitorialità: al momento della nascita si sposta il proprio centro, non si è più la persona più importante della propria vita e lo diventa colui che è appena nato, quella carne della propria carne di cui importa più di sé stessi, qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa il proprio erede [...] Vai alla recensione »
Jouer avec le feu è il titolo originale dell'ultimo lungometraggio delle registe Delphine e Muriel Coulin, ispirato al pluripremiato romanzo "Quello che serve di notte" di Laurent Petitmangin (edito da Mondadori). Il titolo scelto per l'uscita italiana, Noi e loro, potrebbe risultare maggiormente criptico, in realtà si chiarisce allo spettatore con lo sviluppo narrativo e, in particolare, in un dialogo [...] Vai alla recensione »
Due figli adolescenti. Il primo è indirizzato lodevolmente allo studio, il secondo subisce il fascino di gruppi di estrema destra. Un padre. Costretto a crescerli da solo, rimane schiacciato e indifeso nel dualismo esasperato. Nell'universo tutto al maschile, le francesi Delphine e Muriel Coulin "giocano col fuoco" (il titolo originale), portando il triangolo familiare alle estreme conseguenze.
Pierre, tecnico delle ferrovie a Metz, ha cresciuto da solo i due figli dopo la morte della moglie. Louis è un ottimo studente e sogna di andare a studiare alla Sorbona. Jus vegeta a scuola e si avvicina a un gruppo di estrema destra, lontano anni luce dai valori che Pierre ha cercato di trasmettergli. Nel loro terzo film le sorelle Coulin parlano di emarginazione e della violenza come strumento illusorio [...] Vai alla recensione »
Quello dei gruppi estremisti di destra teste rasate, svastiche, esercizio alla violenza che fanno proselitismo presso giovani irrequieti è problema che percorre tutta Europa non solo la Francia dove è ambientato "Noi e loro" (più efficace il titolo francese "Jouer avec le feu", giocare col fuoco) delle sceneggiatrici e registe sorelle DelPhine e Muriel Coulin: dramma di un cinquantenne vedovo che ha [...] Vai alla recensione »
Villerupt è una cittadina francese a ridosso del Lussemburgo, quindi presso il Belgio e la Germania, prossima alla linea Maginot e non distante da Bastogne. Un territorio di conflitti che l'attraversano da sempre. Qui vive Pierre, operaio delle ferrovie, con la sua squadra addetto alla manutenzione delle linee elettriche. E nel racconto lo vediamo spesso con un bengala illuminante procedere nel buio [...] Vai alla recensione »
Pierre, tecnico delle ferrovie e antico sindacalista, ha lasciato la politica attiva dopo la morte della moglie per dedicarsi alla cura dei figli. Ma mentre il minore, Louis, è un ragazzo perfetto che ottiene l'ammissione ai corsi della Sorbona il maggiore, Félix detto Fus, si lascia attrarre dai gruppi di estrema destra che vogliono cacciare gli immigrati dalla Lorena, è affascinato dalla violenza [...] Vai alla recensione »
In una dignitosa casa fuori dalla calca cittadina di Metz, in Lorena, vive il ferroviere Pierre, vedovo, con due figli maschi da poco entrati nell'età adulta: Fus, che gioca a calcio in una squadra locale e arranca nella svogliata rincorsa a un diploma; il secondogenito Louis, che si sta meritando un futuro alla Sorbonne. Quando Pierre si accorge che il primo subisce la fascinazione di gruppi estremisti [...] Vai alla recensione »
Capo cantiere ferroviario, vedovo, due figli adolescenti da controllare e avviare al futuro, perde terreno col maggiore tentando di salvarlo da scelte estreme, ed estremiste. Pierre prende corpo nella severa e introversa fotogenia di Lindon, interprete a cui viene bene qualsiasi cosa, anche per la saggezza di casting (qui ha vinto la Coppa Volpi a Venezia).
Un padre e due figli, l'uno registrato e l'altro incline al fanatismo, calcistico e politico. Dove finiscono i doveri di un genitore e iniziano le responsabilità dei figli: questo l'enigma da sciogliere e il film ne scandaglia molto bene la natura. L'assenza di figure femminili completa un quadro in cui la materia di studio è l'uomo nel passaggio verso l'età adulta e l'affermazione dell'ego.
Un dramma familiare intenso e attuale, il Noi e loro delle sorelle Muriel e Delphine Coulin arriva in sala dal 27 febbraio dopo l'anteprima mondiale alla 81. Mostra del Cinema di Venezia, dov'è stato premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile al protagonista Vincent Lindon. Pierre, ferroviere di mezza età, è un padre vedovo alle prese con due figli assai diversi tra loro. [...] Vai alla recensione »
Pierre (un immenso Vincent Lindon), protagonista di Noi e loro, ha cinquant'anni, fa il ferroviere, è rimasto vedovo con due figli piccoli e li ha cresciuti con amore e abnegazione, cercando di insegnare loro ciò che ritiene giusto: principi sani, inclusivi, etica del lavoro, rispetto reciproco. Con il figlio più piccolo, che ha appena finito il liceo ed è riuscito a farsi ammettere alla Sorbona, sembra [...] Vai alla recensione »
Pierre è un operaio delle ferrovie, un passato da militante - sindacale, politico, insomma: un animale sociale - e un presente da padre a tempo pieno. Il suo ruolo pubblico è diventato privato, in una Lorena (curiosamente presente in due film francesi del Concorso di Venezia81, questo e Leurs enfants aprés eux dei fratelli Boukherma) che ricorda il suo passato attraverso lo sfondo sempre segnato dagli [...] Vai alla recensione »
«Quando ricevi una quantità di amore ragionevole dai tuoi genitori. Quando non hai mai vissuto la guerra o sofferto la miseria, come puoi ridurti così? Sapevo che mio figlio stava prendendo una strada sbagliata. Forse avrei dovuto spiegargli che quando cominci a parlare di un "loro" e di un "noi", quando odi qualcuno che non è come te, le cose non possono che precipitare.
Come era già accaduto con 17 ragazze a Delphine e Muriel Coulin continua a interessare il racconto pseudo sociologico delle giovani generazioni cresciute in provincia. In quel film la località di mare di Lorient, qui invece siamo nella provincia proletaria di Metz e il tema diventa quello sempre più attuale degli estremismi di destra. Il punto di vista però è quello di un adulto, Pierre, un padre vedovo [...] Vai alla recensione »
Pierre (Vincent Lindon) cresce i suoi due figli da solo, ma, se Louis (Stefan Crepon) sta per entrare alla Sorbona, il maggiore Fus (Benjamin Voisin) è attirato nell'orbita di gruppi di estrema destra ("giocare col fuoco", recita il titolo originale): il giovane trova nella violenta eversione lo sfogo alla sua delusione esistenziale, all'impossibilità di immaginare per sé un futuro migliore, condannato, [...] Vai alla recensione »
Il volto afflitto di Vincent Lindon nei panni di uomo onesto ma ferito dalle ingiustizie è ormai un genere a sé: stavolta è un operaio vicino alla pensione, nel passato una militanza di sinistra ora archiviata, dopo la morte della moglie, per meglio dedicarsi ai due figli maschi. Il minore è stato ammesso alla Sorbona, il maggiore invece inizia a frequentare gruppi di estrema destra dediti a prove [...] Vai alla recensione »
Ci pare di poter affermare che, a prescindere da quale sia la firma registica dei film che interpreta, esista ormai un cinema di Vincent Lindon, tanto la presenza di questo attore riesce a connotare in senso immediatamente riconoscibile un certo cinema francese dai tratti militanti. È stata decisiva in questo senso la trilogia sul mondo del lavoro di Stéphane Brizè, composta da La legge del mercato, [...] Vai alla recensione »
Jouer avec le fue è il film delle due registe francesi Delphine Coulin e Muriel Coulin presentato in Concorso all'81. Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Viene narrata la storia di un nucleo familiare composto da Pierre, il padre, e i suoi due figli, Louis, il più piccolo, e Fus. I tre hanno un forte legame, almeno fino a quando Fus non inizia ad avvicinarsi pericolosamente a [...] Vai alla recensione »
Da sempre acute osservatrici della società e della cultura francese contemporanee, le sorelle Coulin tornano a otto anni di distanza dal loro precedente film di finzione, Voir du pays (2016), con un'opera che affonda lo sguardo in una delle questioni più controverse e scottanti della Francia - e dell'Europa - di oggi: la radicalizzazione estremista di destra.
Jouer avec le feu, cioè "Gioca con il fuoco". Pierre non ci gioca, con il fuoco: lo accende per lavorare, di notte, muovendosi lungo i binari delle ferrovie. È una torcia, Pierre, nella notte, la luce che guida i treni che lavorano mentre la città dorme. E mentre Fus, il primogenito di Pierre, balla tra altre luci, meno definite e comprensibili, seguendo un flusso caotico, forse alla ricerca di un [...] Vai alla recensione »