Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Belgio |
Durata | 119 minuti |
Al cinema | 4 sale cinematografiche |
Regia di | Maura Delpero |
Attori | Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Martina Scrinzi, Orietta Notari Carlotta Gamba, Sara Serraiocco. |
Uscita | giovedì 19 settembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,69 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 ottobre 2024
Tre sorelle, Lucia, Ada e Flavia: non più bambine, non ancora donne, nell'ultimo anno del conflitto mondiale, un unico sparo segna la fine della loro innocenza Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, ha ottenuto 2 candidature agli European Film Awards, Vermiglio è 30° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 2.520,00 e registrato 385.590 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine, come succedeva nell'Italia rurale all'epoca della Seconda Guerra Mondiale. I Graziadei vivono nella frazione trentina di Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve dei lunghi inverni di montagna. Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti (compresi i Graziadei) parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana. Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l'esercito si innesca una reazione a catena che l'unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell'ultimo anno di guerra.
Vermiglio è l'opera seconda di Maura Delpero, dopo il suo notevole debutto con Maternal, e dà già prova di una sorprendente maturità espressiva che affonda le sue radici nel cinema di Ermanno Olmi, ma ancor di più in una realtà osservata con grande attenzione e restituita con commovente naturalezza.
Delpero e i suoi personaggi (si) raccontano con la calma e l'apparente semplicità di un tempo e uno schema di relazioni domestiche ben codificate dal costume sociale e dall'abitudine, ma sempre in procinto di aprire il fianco al nuovo, e non sempre al meglio. Così Lucia, la bella figlia maggiore dei Graziadei, catturerà le attenzioni di Pietro il disertore, Ada cercherà di controllare pulsioni sessuali segrete che la indirizzano verso Virginia, la ribelle di Vermiglio, e Dino, il figlio maggiore osteggiato dal padre, alternerà la dolcezza verso i fratelli e la madre allo scarso impegno a scuola e alla propensione ad affogare le sue frustrazioni nel vino. Quello che Delpero descrive è un piccolo mondo antico ancora riconoscibile ma già lontano nella sua gentilezza, nel suo calore famigliare e nell'afflato educativo del padre, pur condito di eccessiva severità e di quel pragmatismo che gli fa escludere dal proseguimento degli studi Ada, volenterosa ma non "portata". Delpero sa sempre dove posizionare la cinepresa per catturare in modo pudico e olistico la vita di questo microcosmo domestico e agreste, ottenendo da tutti gli interpreti (sotto il coaching sapiente di Alessia Barela), compresi i bambini più piccoli, recitazioni spontanee e profondamente credibili (un unicum nel cinema italiano contemporaneo), e uniformando la maggiore esperienza di Tommaso Ragno (efficacissimo nel ruolo del padre) o Sara Serraiocco con quella del resto di un cast scovato fra le montagne del Trentino Alto Adige.
Al centro di Vermiglio spiccano le figure femminili la cui scarsità di opzioni è manifesta e tangibile, ma che, come dirà Ada, non vorrebbero "essere uomini", solo avere le loro stesse possibilità. Delpero racconta la loro storia, e quella delle figure maschili loro vicine, senza manicheismi e con grande fedeltà al contesto storico e sociale in cui si muovono: nessuno qui è un prevaricatore o una vittima predestinata, tutti sono esseri umani che vivono la loro condizione come possono, commettendo errori ma anche scelte etiche individuali, messi a dura prova da una guerra che - quella sì - priva tutti di dignità umana e di futuro. Ognuno a Vermiglio "ha bisogno del suo cielo" anche quando le circostanze non sembrano dargliene diritto, e cerca un po' di "cibo per l'anima", che sia un disco o un mazzo di fiori, un bacio rubato o uno sguardo carico di desiderio; ognuno incontra ostacoli e dinieghi ingiusti; ognuno trasgredisce un poco, e un poco accetta il proprio destino e quei limiti, invece delle possibilità, che la società e persino la scuola ti "insegnano". Delpero restituisce centralità ai corpi e ad una sessualità che sfugge al controllo sociale e che si esprime soprattutto attraverso le donne, anche se gli uomini restano "il timone del carro". E agli spettatori riserva il privilegio di seguire passo passo il suo racconto, assaporandone il gusto e annusandone gli odori, godendosi la musicalità di un dialetto montanaro e i suoi vocaboli desueti, il calore di una tazza di latte fra due mani giunte o di tanti corpi giovani assembrati in una sola stanza e un letto, anche posizionandosi testa e piedi. Un racconto che si dipana con una comprensione autentica di chi sono i suoi protagonisti e qual è il mondo e l'orizzonte entro il quale si muovono, con la maggiore o minore libertà consentita loro dalle circostanze.
“Ma che avrà voluto dire?”: così si concludeva un breve racconto di comuni vicende familiari che raccontava Simona Marchini, nella parte di moglie sognatrice irriducibile e “finta” sempliciotta del bel programma radio Black-Out di Radio2 alcuni anni fa. E che avrà voluto dire in questo Vermiglio la regista Maura Delpero, lodevole autrice del precedente [...] Vai alla recensione »
Vermiglio è una tinta rosso brillante. Ma in questo caso è il nome di un paesino dell’estrema Val di Sole, vicino al passo del Tonale che viene raccontato da Maura Delpero in assenza quasi totale di colore: non è in bianco e nero (scelta che comporta una voluta cifra documentaria o neorealistica), ma prevalgono i neri, i marroni, i grigi, le tonalità fredde, [...] Vai alla recensione »
Dalle prime inquadrature, un piccolo villaggio ai limiti dei monti, una vita agreste difficile segnata dal corso delle stagioni e della guerra, mi è subito venuto in mente una pellicola di Ermanno Olmi e, malgrado una geografia distante, ho trovato in Vermiglio, opera seconda di Maura Delpero, una forte analogia con L’albero degli zoccoli.
“Vermiglio”, secondo film di Maura Delpero, è forse la più bella sorpresa del cinema dell’anno scorso. Girato nell’omonimo paese del Trentino, in Val di Sole, è un tributo affettuoso alla memoria del padre, che là era nato e cresciuto, e a quella della civiltà contadina, ancora non così lontana nel tempo, eppure ormai del tutto appartenent [...] Vai alla recensione »
Vermiglio è un rosso puro, brillante. E' sangue di drago. Magico, profondo, antico proprio come questo splendido film, sicuramente uno dei lavori più commoventi della cinematografia italiana di sempre. Meraviglioso il progetto ma incredibile la resa sullo schermo. Ogni secondo ti chiedi: ma come avranno fatto? A inventarsi soluzioni visive spettacolari, effetti mirabolanti, artifici [...] Vai alla recensione »
La narrazione affonda le radici in un'Italia ancora in guerra, ma gli echi del conflitto arrivano attutiti nel piccolo borgo montanaro di Vermiglio. La povertà e la vita rurale dei pochi abitanti vengono travolte da un singolo evento il cui nesso logico con la guerra è più che evidente. Malgrado la buona sceneggiatura, manca una trama robusta che si contrapponga ai tempi lenti [...] Vai alla recensione »
ll film "Vermiglio" è una straordinaria opera che viaggia tra semplicità e realismo assoluto, facendo entrare lo spettatore nel paese, nei suoni, nelle espressioni e nelle voci del quotidiano del 1944 in Trentino. Sorprendente la partecipazione totale che consente a chi assiste, permettendogli in breve di far parte della vita dei personaggi, con la sensazione di star camminando [...] Vai alla recensione »
“La moda è un fenomeno sociale che consiste nell’affermazione, in un certo periodo e in un certo luogo, di un modello estetico... può riguardare ambiti intellettuali, ideologici o artistici. ” Ho perso il conto di quanti film contemporanei sacrificano il maschio bianco e occidentale sull'altare del pensiero dominante.
Il film Vermiglio di Maura Delpero ci presenta una Italia alla fine della seconda guerra mondiale quasi sconosciuta, in un paesino di montagna tra il Trentino e la Lombardia, accompagnato per tutta la sua durata da immagini di una bellezza stupefacente, naturali o antropizzate. Una economia povera, in gran parte autarchica, con pochi scambi col mondo esterno, chiusa a riccio a difesa, e gelosa, delle [...] Vai alla recensione »
Vermiglio-2924 Maura Delpero. ( “Questo film è nato da un sogno”, dice Maura Delpero di fronte alla platea della Sala Grande dopo aver ricevuto il Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel sogno le era apparso il padre, morto poco tempo prima: aveva sei anni, ed era a Vermiglio, il paese natio del Trentino che da il titolo al film.
Concordo con quanto già ampiamente detto da Angelo Umana Il flm è ben fatto ma a che scopo? Più che racconatre una storia, documenta uno stile di vita delle nosre zone montane. Dovremmo rimpiangere un mondo che proponeva una ripetitività senza speranza fondato su una tradizione cattolica consolatoria [...] Vai alla recensione »
Non tanto il film, ma il pubblico borghese che vedendo il film si bea e si assolve mi ha infastidito. Il film scorre onesto e tradizionale, coccolando chi queste storie vuol sentirsi raccontare per auto-assolversi. Manca Pasolini. In queste sale con questo tempo, con questa gente che pensa di essere "buona" solo perchè ride ad un bambino che in dialetto ci ricorda che esiste ed è esistita un'altra [...] Vai alla recensione »
Guida anonima per non cineasti. Non andate a vedere il film dopo le ore 18, assolutamente non alle 21 a meno che il nostro intento non sia quello di recuperare ore di sonno perse durante la settimana. Ho visto cose che voi umani: ragazze che si sono addormentate con il ciondolo in bocca, gente che cercava posizioni scomode pur di non dormire. Il cinema è bello, è bello anche perch&eacut [...] Vai alla recensione »
Del film ho apprezzato tutto: storia, regia, ambientazione, recitazione, sottotitoli. Si narra una storia dai ritmi lenti, ma carica di significati. Anche se la quasi totalità del racconto è ambientata in un comune montano del Trentino questo è comunque uno specchio dell'Italia di quei temi: la semplicità con cui si viveva il Natale (a prescindere che fosse Santa [...] Vai alla recensione »
In sostanza una copia di "L'albero degli zoccoli" dove però la poesia è stata sostituita da mezzucci un po' corrivi, tipo voci sussurrate, inquadrature noiose.
Non ho visto il film al cinema, benchè mi fossi ripromessa di andarci, ma questa sera l'hanno trasmesso in televisione e non me lo sono persa. L'ho guardato tutto intero e con attenzione, ma non riuscivo a capire, non riuscivo a capire cosa stessi guardando. Poi la folgorazione: è un melodramma sentimentale! Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson, Raffaello Matarazzo, Catene, Tormento, [...] Vai alla recensione »
In sostanza una copia di "L'albero degli zoccoli" dove però la poesia è stata sostituita da mezzucci un po' corrivi, tipo voci sussurrate, inquadrature noiose.
Che sorpresa Vermiglio! Cioè, da Tommaso Ragno mi aspettavo un’interpretazione magistrale e puntualmente me l’ha regalata. Ma per il resto sono entrata in sala un po’ perplessa, al buio sulla regista, Maura Delpero (bravissima), sulla trama (che ti avvolge), sul resto del cast (i bambini, in particolare, sono strepitosi). Insomma su tutto. E sono uscita dal cinema con l’entusiasmo della meraviglia, [...] Vai alla recensione »
Vi invito caldamente a non perdere assolutamente questo scrigno di film, un lessico familiare amoroso ed attentissimo, denso di originalità d'approccio, sensibilmente autobiografico, che ci ha commosso vedere ieri sera, in presenza della regista Maura Delpero, accompagnata ed introdotta in sala da Giuseppe Tornatore, giurato a Venezia dove Vermiglio ha vinto il premio speciale della [...] Vai alla recensione »
Un film bellissimo con il passo lento dell'anno antecedente la fine della guerra mondiale. Una sorta di come erano i nostri nonni. Mi ha colpito la curiosità dei bambini al cospetto delle storie dei grandi. Il viaggio di Lucia verso Milano e il nuovo lavoro mi ha ricordato le storie ascoltate nell'Appennino reggiano. Anche lì dopo la guerra centinaia di donne partirono verso le [...] Vai alla recensione »
E' un film sospeso, quella della Delpero, ambientato in un paese di frontiera, immobile nella sua quotidianità, nel trascorrere lento delle giornate piene di fatica , raggelate in un paesaggio innevato che senti il freddo penetrare dentro.. Un mondo di donne sempre in piedi, ( significativa una delle scene iniziali, in cui Adele, con l'ultimo nato in braccio , versa il latte ai [...] Vai alla recensione »
Soffro a leggere tante e dettagliate, auliche e arzigogolate recensioni di persone che di cinema, evidentemente, ne sanno, ma lo sezionano come un cadavere. L'arte non ha uno scopo, eppure tanti dopo 2 h di film e di ricerca meticolosa, di coltre pesante sul cuore, se ne chiedono la ragione. L'arte è idea, immaginazione, quindi poesia, che cosa cercate? Il punto non è PERCHÉ, [...] Vai alla recensione »
È veramente un po’ cittadina del modo Maura Delpero che, dalla provincia di Bolzano dove è cresciuta, si è poi spostata a Bologna, a Parigi e a Buenos Aires. Venti anni fa (ora ne ha 49) ha diretto il suo primo mediometraggio documentario, Mogli e buoi dei paesi tuoi, a cui ne sono seguiti altri tre mentre è con il lungometraggio di finzione del 2019, Maternal (guarda la video recensione), presentato al Locarno Film Festival, che è salita alla ribalta internazionale. Il suo ultimo film, Vermiglio, è stato selezionato in concorso all'81a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia dove ha ottenuto il Gran premio della giuria ed è stato designato per rappresentare l’Italia nella categoria miglior film internazionale agli Oscar. Ancora più recente la notizia che vede Vermiglio, venduto in 61 paesi, tra le 15 opere candidate a miglior film agli European Film Awards (Efa), la cui 37a edizione si terrà a Lucerna in Svizzera il 7 dicembre, mentre Maura Delpero è entrata anche nella prestigiosa cinquina del miglior regista.
Maura Delpero si conferma una regista dal registro aulico, sofisticato, realistico e al contempo evocativo. Al suo secondo lavoro, dopo un'opera molto apprezzata come Maternal (2019), ci conduce con maturità stilistica e di contenuti, in un passato lontano, (quello del secondo conflitto mondiale, nel 1944 circa) ma ancora forte nella memoria della civiltà contadina, nel caso specifico: quella di una [...] Vai alla recensione »
Gran Premio della Giuria a Venezia 2014 e film designato dall'Italia alla cinquina dei film stranieri in corsa per l'Oscar, "Vermiglio" è una delle più belle realtà del cinema italiano di questi ultimi mesi. Il film di Maura Delpero prende il nome da un villaggio un tempo sperduto nella Val di Sole. Nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale una grande famiglia di montagna, i Graziadei, accoglie [...] Vai alla recensione »
Piccolo mondo contadino come in "Invelle" di Simone Massi, Vermiglio è un borgo trentino, Maura Delpero conosce bene quelle zone. La Seconda guerra mondiale sta finendo, per un intero anno la cinepresa racconta la famiglia Graziadei. II padre (Ragno), maestro elementare. II figlio ribelle. Le tre figlie: la maggiore si innamora di un siciliano che ha disertato, la minore potrà continuare gli studi, [...] Vai alla recensione »
Quattro stagioni nell'ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, viste da Vermiglio, ultimo paese della Val di Sole nel Trentino, che per Maura Delpero è un luogo dei ricordi, il borgo da cui veniva suo padre. C'è perciò un padre anche nel suo secondo lungometraggio di finzione, Vermiglio appunto, Leone d'Argento Gran Premio della giuria a Venezia81.
Per comprendere al meglio un'opera come Vermiglio bisogna andare oltre la normale fruizione cinematografica. Oltre i tempi narrativi cadenzati di quei film che vogliono osservare (e studiare) l'esistenza di una comunità di essere umani. Siamo in Trentino, al tramonto della Seconda Guerra Mondiale. Un conflitto di cui si parla, ma che non si vede. Si notano però gli effetti.
C'è una generazione di registi italiani tra i quaranta e i cinquant'anni che offre uno sguardo, pur rivolgendosi al passato, contemporaneo, differente, originale e universale. L'Alice Rohrwacher de La chimera, il Roberto Minervinide I dannati e la Maura Delpero di Vermiglio, che ha vinto il Gran premio della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia e che è ora nelle sale.
Poi Vermigliol'abbiamo visto, e il paragone con la Palma d'Oro (1978) di Olmi non è svanito al buio in sala. Il secondo premio del festival, il Leone d'Argento - Gran Premio della Giuria, corrobora. Appena approdata sugli schermi, autocandidata nella corsa all'Oscar per il film internazionale, l'opera seconda - tradizionalmente la più difficile - conferma la dote umana e il talento artistico di Maura [...] Vai alla recensione »
Ogni festival ha il suo "Albero degli zoccoli", scuola Ermanno Olmi. Al bambino servivano gli zoccoli, e allora giù un bel tronco intero, da cui ricavarli a misura di moccioso. Viene in mentre la gag di Mario Soldati, contadino che lavora un tronco intero per ricavarne un paio di stuzzicadenti. Qui siamo nel remoto paese di Vermiglio dove Maura Delpero ha le sue origini - Alta Val di Sole, fra Trentino [...] Vai alla recensione »
La storia di tre sorelle nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale, in una grande famiglia, che accoglie un soldato rifugiato: per un paradosso del destino essa perde la pace nel momento in cui il mondo ritrova la propria. Gran Premio della Giuria all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, ambientato in una comunità montana del Trentino, Vermiglio di Maura Delpero rende omaggio alla memoria famigliare [...] Vai alla recensione »
Una vasta famiglia di contadini in un paesino sulle Alpi, fra il Trentino e la Lombardia. Il 1944/1945 con il suo carico di angosce e di speranze. Una guerra che non vediamo mai se non attraverso due soldati, anzi due disertori riparati lassù, a Vermiglio, perché uno è il cugino delle tre protagoniste, l'altro un siciliano a cui il primo deve la vita e che avrà un ruolo capitale nella vicenda.
Il secondo film di Maura Delpero ha ampiamente meritato il Leone d'argento alla mostra del cinema di Venezia. È un dramma ricco di compassione e di dettagli sui segreti di una famiglia nella campagna italiana in tempo di guerra, alla maniera di Ermanno Olmi o dei fratelli Taviani. Recitato con naturalismo, pizzica le corde emotive del pubblico in modo comunque un po' stravagante.
Storia di montagna e di una famiglia in un borgo sperduto del Trentino profondo. Destini che si incrociano all'ombra della guerra e tonalità di racconto e riprese che ricordano il miglior Olmi. Meritato Leone d'argento a Venezia per Maura Delpero che aveva già stupito con Maternal, a riprova che esiste un cinema italiano pregevolissimo. Ma va cercato con attenzione.
I Graziadei vivono in Val di Sole nell'anno fatidico dal 1944 al 1945. Vermiglio di Maura Delpero è un affresco sensibile di comunità montanara, in Trentino, con reduci di guerra che vagano come zombi («È come se sei vivo ma non proprio»), dialetto («Pippamo enseme?» se ci si divide una sigaretta), padri autoritari e madri autorevoli. Lui ascolta Chopin, lei i figli.
Vermiglio è un villaggio di montagna fra il Trentino e la Lombardia, il luogo originario del padre di Maura Delpero. È uno spazio chiuso da alte cime, soffocante e insieme accogliente. La vicenda del film lì girato porta al periodo tra il 1944 e il 1945, nei mesi freddi che precedono la fine della guerra e poi nelle stagioni successive, con la famiglia protagonista - guidata dal locale maestro elementare, [...] Vai alla recensione »
A Vermiglio, borgo della Val di Sole, la neve attutisce i rumori, ma non stempera i desideri che covano sotto la severa routine dell'affollata famiglia Graziadei, il cui pater familias (Tommaso Ragno) è il distinto professore dell'unica classe locale. Mentre la primogenita si innamora di un soldatino siciliano (siamo alla fine della Seconda guerra mondiale), le più giovani scoprono le proprie voglie [...] Vai alla recensione »
Che bella sorpresa Vermiglio di Maura Delpero, affresco sensibile di comunità montanara tra 1944 e 1945, in Trentino, con reduci di guerra («È come se sei vivo ma non proprio»), dialetto («Pippamo enseme?», se ci si divide una sigaretta), padri autoritari e madri autorevoli. Un anno, quattro stagioni e due sorelle, Lucia e Ada, agli antipodi: una si sposa un misterioso siculo, l'altra si masturba dietro [...] Vai alla recensione »
Italia, ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. La famiglia Graziadei vive a Vermiglio, un paesino sulle Alpi dove la vita scorre lenta e la guerra sembra lontanissima, a eccezioni della mancanza dei ragazzi arruolati. Un giorno il cugino dei Graziadei torna, portato in spalla da un altro soldato, siciliano: sono fuggiti da un campo di prigionia tedesco.
Non ha ancora 50 anni la regista di Vermiglio, secondo film italiano in concorso per il Leone d'Oro alla 81. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia, ma finalmente sembra arrivato il momento per il grande pubblico di conoscere - e apprezzare - Maura Delpero. Nata a Bolzano nel 1975, premiata nel 2012 al Torino Film Festival con il Premio Cipputi per il suo Nadea e Sveta, dopo corti e mediometraggi [...] Vai alla recensione »
Vermiglio esiste: è in Val di Sole, Trentino, ai confini con la Lombardia. Ha circa 1.800 abitanti e nel film omonimo si vedono quasi tutti. Maura Delpero, regista italiana al secondo lungometraggio di finzione, è nata da quelle parti e ci è tornata per una full immersion dalla quale è riemersa con un film che ora passa in concorso a Venezia. Non si è limitata a salire al paesello con una troupe e [...] Vai alla recensione »
I monti innevati del Trentino, una donna che al primo albore va a mungere il latte per poi mescerlo caldo ai familiari. Potrebbe essere l'avvio di un film di Ermanno Olmi; e del resto, forte al pari del Maestro bergamasco di un'esperienza di documentarista, Maura Delpero sa ben valorizzare la suggestione ambientale in funzione di personaggi e situazioni.
Dopo la falsa partenza di Gianni Amelio e il suo "Campo di battaglia", l'Italia piazza il secondo film in gara, spostando la lancetta dell'orologio qualche anno più avanti, ma sempre sul finire di una guerra, stavolta la Seconda mondiale. Siamo nel 1944 in un paesino del Trentino, "Vermiglio", che dà il titolo al film, dove in una famiglia numerosa, il cui padre (Tommaso Ragno) è anche il maestro elementare [...] Vai alla recensione »
Seconda guerra mondiale. Il rumore delle armi risuona nel rombo dell'aereo che i bambini chiamano Pippo, nel vuoto degli uomini partiti al fronte, fra le lettere che non arrivano e nel ritorno di chi è scappato per non farsi ammazzare dai tedeschi come quei due soldati, uno del paese e l'altro suo amico che lo salvato siciliano, che vivono nascosti.
Nel 2019 un piccolo, compatto e struggente film d'esordio conobbe la rara fortuna di ottenere un Premio a Locarno, due candidature come opera prima ai David e ai Nastri d'Argento e una lusinghiera circolazione per Festival Internazionali e distribuzioni varie. Si intitola(va) Maternal, con regia della bolzanina Maura Delpero. Analoga profondità di temi e medesima pulizia di tocco si colgono ora in [...] Vai alla recensione »
Vermiglio, che dona il titolo all'opera seconda della regista bolzanina Maura Delpero, è un paesino di nemmeno duemila abitanti collocato di fatto al confine tra Trentino e Lombardia, a circa milleduecento metri di altitudine sulle Alpi Retiche meridionali. Un luogo appartato, lontano da tutto e tutti, e che pure si è trovato suo malgrado nel bel mezzo di due conflitti mondiali: durante la guerra del [...] Vai alla recensione »
Maura Delpero, brava, bravissima. Dopo il pluripremiato Maternal (2019), si volge - e senza deflettere dal femminile, e dal (pluri)materno - al padre, il proprio, rintracciando nel vissuto avito un piccolo mondo antico e le improntitudini dell'oggi, ovvero dell'universale umano. Una sorta di Paternal, mai però paternalistico, istruito dalla morte - e dal sogno di lui bambino nella casa di famiglia [...] Vai alla recensione »
"Quelli che tornano dalla guerra hanno i segreti", si sussurra a Vermiglio, ultimo comune della Val di Sole in Trentino, una storica terra di confine. Siamo nell'inverno del 1944, gli ultimi fuochi della Seconda Guerra Mondiale si avvertono come echi lontani (nelle notizie sui giornali) e come sospiri vicini (nella speranza del ritorno dei propri cari dal fronte).