Tra le personalità iscritte al registro degli indagati della procura di Milano per il caso che ha visto un’agenzia privata di intelligence per imprese violare, tra gli altri, il Sistema di indagine (Sdi) del ministero dell'Interno (la più sensibile delle banche dati delle forze dell’ordine italiane) e procurarsi informazioni segrete su politici e altri soggetti pubblicamente esposti, c’è anche Enrico Pazzali, il cui ruolo sarebbe stato preminente all’interno dell’organizzazione.
Ma chi è davvero il manager della Fondazione Fiera Milano, consigliere dell’università Bocconi e principale socio della società di investigazione Equalize srl, della quale era socio anche l'ex poliziotto Carmine Gallo e sulla quale per l’appunto si sarebbe retto tutto il lavoro sotto traccia del gruppo?
Il profilo politico e manageriale
Nato a Milano nel 1964, Pazzali è, come riporta il Corriere della Sera, una figura di spicco nel panorama meneghino. Sposato, ha due figlie ed è noto per la sua vasta rete di contatti e la sua vicinanza all’area politica di centrodestra, all’interno della quale ha coltivato legami significativi, tra cui una lunga amicizia con Ignazio La Russa. Proprio tale legame rende il coinvolgimento di Equalize in dossier riguardanti il presidente del Senato, suo figlio Geronimo e la ministra del Turismo Daniela Santanché particolarmente delicato.
Dal punto di vista professionale, il manager ha costruito la sua immagine pubblica come tecnico competente e trasversale, in grado di dialogare tanto con la destra, quanto con la sinistra. Emblematica in questo senso è stata la sua nomina a presidente della Fondazione Fiera Milano, arrivata nel 2019, per la quale si resero necessari sia il consenso della Regione Lombardia, guidata dal leghista Attilio Fontana, sia del comune di Milano, governato dal centrosinistra e, in particolare, dal sindaco Beppe Sala, che avallò la sua nomina.
La carriera
Laureatosi in Economia aziendale presso l’università Bocconi, Pazzali aveva iniziato la sua carriera nel capoluogo lombardo, affermandosi nel 2009, anno in cui è stato nominato amministratore delegato di Fiera Milano Spa. Nel corso di tale esperienza professionale, il manager ha supervisionato il trasferimento delle attività fieristiche nel nuovo polo di Pero-Rho e rafforzato l'amicizia proprio con il presidente Fontana.
Fu il Comune di Milano a esprimere nel 2015 disappunto per la gestione da parte di Pazzali, favorendo un cambio di leadership in seguito ad attriti sorti tra lui e il presidente della Fondazione Fiera Benito Benedini. Nel frattempo, tra il 2013 e il 2015, emerse il caso Nolostand, che rivelò infiltrazioni mafiose tra i fornitori della Fiera. Dopo quattro anni a Eur Spa a Roma, nel 2019 Pazzali è tornato a Milano come presidente della Fondazione Fiera con il sostegno del governatore leghista.
Uno dei momenti più significativi della sua carriera è arrivato nel 2020, durante la pandemia di Covid-19, quando ha guidato il progetto per la costruzione dell’ospedale in Fiera destinato ai pazienti in terapia intensiva. La realizzazione rapida e l’entrata in funzione della struttura hanno dato grande visibilità a Pazzali, consolidando il suo ruolo nel contesto milanese e valendogli nel 2021 l’Ambrogino d’Oro, la più alta onorificenza della città.
Le risposte al comitato della Fiera
A distanza di pochi anni, Enrico Pazzali si trova in una posizione complessa e delicata, chiamato a spiegare l’operato di Equalize e i motivi che giustificherebbero il suo ruolo all'interno della società investigativa, nonché l’eventuale conflitto con la medaglia ricevuta. In questo senso, il 28 ottobre potrebbe essere per il manager il giorno della verità: in tale data è infatti previsto l’incontro con il Comitato esecutivo della fondazione che presiede, durante il quale dovrà offrire la sua versione dei fatti in merito al coinvolgimento della società investigativa di cui è socio nella raccolta di informazioni riservate tramite operazioni di sorveglianza e intercettazioni.