Allucinante. I meandri della libertà
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Anteprima del libro
Allucinante. I meandri della libertà - Anita De Cillia
libertà
Anita De Cillia
Allucinante. I meandri della libertà
ISBN | 9788827826683
Prima edizione digitale: 2018
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Youcanprint Self-Publishing
Via Roma 73 - 73039 Tricase (LE)
www.youcanprint.it
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…è nostro preciso dovere mantenere la democrazia, la libertà, la giustizia sociale e la tutela dei più deboli
.
Queste parole che risuonano nella piazza gremita di gente, scesa a manifestare e provare la capacità duramente conquistata di partecipare attivamente alla costruzione di una vita in cui l’individuo ha una fetta di potere nelle decisioni collettive, risuonano come un grido di allarme per tutti coloro che subiscono, ancora oggi, il detto di Machiavelli il fine giustifica i mezzi
. Ci sono molte spiegazioni all’agire in nome della collettività, ma quando si arriva all’ultima spiaggia, Machiavelli funziona sempre.
Il terzo millennio, così da noi contato prima sul pallottoliere e poi computerizzato per un conteggio preciso ed automatico, non può più far leva su un detto del millequattrocento, perché il fine
ha ormai contorni sfuggevoli e diversificati e perché i mezzi sfociano nell’aggressività non trovando nessuno disposto a mediare e a dare qualche cosa di suo per lenire i contrasti tanto rimarchevoli quanto insormontabili. Ognuno ha la propria verità che scaturisce dalla necessità di giustificare a se stessi il proprio operato: ma la legge dove sta? Sta nei corridoi dei grandi palazzi, nelle cartelle degli studi, negli scaffali degli uffici, e intanto le parole diventano legge e cercano sbocchi credibili tra l’incredulità della gente. Ci sono ancora gli spalti
, ma anche quelli hanno perso lo smalto di una volta, e allora che fare?
Non c’è un fare
ci sono miriadi di fare
che si chiedono se è davvero necessario pensare alla collettività o è meglio fare come fan tutti
……tirare l’acqua al proprio mulino. Non è una decisione facile, al di là degli interrogativi etici che nascono subitaneamente ci sono millenni di storia che hanno insegnato il bene
e il male
, il rispetto della vita umana e della natura, la valorizzazione dei sentimenti, l’amore, la dolcezza di una carezza, la felicità di un pezzo di vita degna di essere tale, la soddisfazione per aver
raggiunto un obiettivo importante, il riconoscimento per aver contribuito a migliorare le condizioni di molti, la consapevolezza di aver lasciato ai posteri qualche cosa di apprezzabile, la bellezza della semplicità, la tranquillità di un’anima senza colpe gravi, la certezza di essere cresciuti quando l’aggressività degli altri ci lascia indifferenti, la capacità di camminare senza rimpianti verso il futuro, la voglia di un amore incondizionato, l’esistere per vivere il proprio tempo liberi dall’angoscia del dilemma della vita: sono e sarò
oppure sono e basta
.
Senza il passato non ci rimane che il presente: l’agire per l’immediato, l’accettare i compromessi che ci permettono subito di avere una fetta della nostra torta preferita, realizzare un sogno senza considerare chi ne potrebbe soffrire, mettersi al centro dell’universo per verificare cosa si prova quando tutto gira intorno a noi, pretendere ciò che non è nostro, disprezzare l’operato altrui, dimenticare ciò che ci fa male, soddisfare il proprio ego oltraggiando quello d’altri, non ammettere i propri errori, esistere per l’attimo fuggente.
Le scelte diventano motivo di dolore se sono in contrasto con il modo d’essere e oltremodo difficili da portare avanti se non soddisfano le teorie per cui si è vissuto. Si cresce con ciò che ci circonda, gli atteggiamenti, i modi dire, le aspettative, i costumi, i rapporti con gli altri, le priorità, i credi, le finalità, il lavoro, le sicurezze, e tutto questo può improvvisamente cambiare nell’arco di breve tempo senza dare la possibilità a nessuno di opporsi, di dire la sua, di dissentire per quanto sta accadendo perché se le decisioni politiche hanno valutazioni macro, per il cittadino qualsiasi, il micro va più che bene e non capisce perché il dispotismo diventa sempre più dispotico e la democrazia è un surrogato dell’autocrazia. La fede in un Dio ragionevole e nella capacità della legislazione di dare a ognuno il suo, è un puntino sempre più lontano, perché la velocità del puntino è di gran lunga superiore di quella dei mortali impegnati giornalmente a guadagnarsi la cosiddetta pagnotta
. Ci sono dei cartoni animati che riescono molto bene a dare voce e movenze a dei caratteri
riscontrabili in una buona percentuale del vissuto ed in essi si nota la stessa ingenuità e buona volontà di prendere il meglio dalla vita che gli è
toccata in sorte, quanto più si crede