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Con gli occhi dentro il mare
Con gli occhi dentro il mare
Con gli occhi dentro il mare
E-book189 pagine1 ora

Con gli occhi dentro il mare

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Info su questo ebook

Ho diciannove anni e tante cose per la testa. Ho domande, risposte, dubbi, di quelli che vengono ai giovani ed ai meno giovani, di quelli che a volte ti tolgono il fiato e ti portano a scappare, a nasconderti da te stesso, fino a quando ti guardi allo specchio e ti leggi dentro i tuoi stessi occhi.

Io nei miei ci ho visto il mare, perché il mare mi affascina e mi spaventa.

Mi bagna con i suoi quesiti ma le soluzioni non me le propone mai.

Scriveva Fernando Pessoa che Il poeta è un fingitore./ Finge così completamente/ che arriva a fingere che è dolore/ il dolore che davvero sente.

Io non so se sono una poetessa, ma voglio essere sincera. E non potrei farlo senza la vita che riempie queste pagine.
LinguaItaliano
Data di uscita4 mar 2019
ISBN9788831607698
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    Anteprima del libro

    Con gli occhi dentro il mare - Federica Cinotti

    Bobin)

    A quello che mi sento dentro.

    CON GLI OCCHI DENTRO IL MARE

    Diciannove anni

    E i capelli spettinati,

    il rossetto sulle labbra

    e qualche foglio sotto braccio.

    Una penna tra le dita,

    qualche lacrima versata,

    qualche lontana ferita,

    qualche altra più vicina.

    Diciannove anni e

    Pochi sogni nel cassetto

    Qualche vecchia aspirazione

    Da coniare in sensazione,

    quando sente che è il momento

    e strizza gli occhi sopra il bianco,

    quando percepisce il vento

    che l’abbraccia anche se stanco.

    Questa sera c’è la luna.

    La ricordi, Marinella?

    Era tua quell’emozione

    La trovasti là per terra

    Su quel vecchio marciapiede

    Che nessuno mai guardava,

    Solo lo si calpestava

    Ognun seguendo la sua strada.

    Ed in questo girotondo

    Che è la vita a questo mondo

    Tu hai guardato dentro un fosso

    Ed hai trovato il paradosso

    Di chi finge indifferenza

    E invece soffre di amarezza,

    Di chi s’alza la mattina

    Senza avere più certezza,

    di chi prova solo amore

    ma l’amore lo ha ferito

    eppur lui, imperterrito,

    va a cercarlo senza fiato.

    Io ti ho dato le parole

    Tu ci hai scritto una poesia,

    quanto cresci in fretta, Dio

    eri mia, ora sei di chi so io.

    Hai guardato la bellezza

    Dentro gli occhi, senza sosta

    E ci hai visto la dolcezza

    Di un bambino nella culla,

    ed ancora con quegli occhi

    così pieni di speranza

    dentro al mare li hai raccolti

    i sogni di chi non si sazia

    mai di questa verità

    che la vita ci racconta

    dentro i libri e i vecchi film

    in bianco e nero di una volta.

    Tu vuoi vivere a colori

    Ma non sai come si fa

    Forse è perché la tua età

    È quella dell’ingenuità.

    Tu vorrai sentirti grande

    Probabilmente lo vuoi già,

    che qualcuno ti ascoltasse

    per davvero, e chi lo sa

    che magari arrivi il giorno

    che dirai concluso il viaggio

    che tu hai scritto dentro gli anni,

    che hai tracciato con i passi.

    Io non posso assicurarti

    Che domani sarà sole

    Però posso dirti che

    Anche la pioggia ha il suo valore,

    che se invecchi poi t’accorgi

    di aver dato troppo tempo

    a ciò che ti sembrava luce immensa

    ed invece era soltanto un lume spento.

    Diciannove anni e

    In uno sguardo le parole

    Di chi ha fame di esperienze

    Di chi ha forza dentro il cuore.

    Diciannove anni e

    quella pelle troppo chiara

    quella bocca troppo rossa

    quella vita solo nostra.

    Eri solo una bambina

    Che ti vidi correre

    Con un fiore tra le dita

    Con in tasca i tuoi perché.

    Eri rosa che sbocciava

    silenziosa alla mattina

    eri il ghiaccio che scioglieva

    la mia anima pentita.

    Ora che ti guardo andare

    Verso i giorni che verranno,

    che tu prendi la sua mano

    e mi sembra già passato

    quell’addio che promettemmo

    sempre ci sarebbe stato,

    Marinella, dolce stella,

    io t’aspetto in mezzo a un prato.

    A chi ha parlato al vento almeno una volta.

    AL VENTO

    Ho sparso promesse al vento

    Che poi non ho mantenuto.

    Ho mentito per salvare i miei errori

    Per nascondermi dalle paure,

    dai momenti che stringono i cuori

    e ti lasciano a tremare lì.

    Mi siedo aspettando un tramonto

    Ai piedi di un albero in fiore,

    Che racconta l’autunno in arrivo,

    che descrive la vita che passa.

    Come un fulmine a ciel sereno

    Di notte si accende il mio cuore.

    Ho stretto amicizie

    Pur desiderando la solitudine,

    restringermi dentro la mia scatola

    di buio e di cartone.

    Ho incontrato certi occhi

    Che mi hanno un po’ stregata

    E parole che, come funi,

    ad un sogno mi hanno incatenata.

    Non arriva mai quello che vuoi

    Quando lo cerchi,

    lasciarsi andare ai sospiri è la migliore cura

    per la speranza.

    Prima di una pazza corsa salta,

    e ad ogni salto ricorda la tua vita

    e in ogni foto sullo sfondo la salita

    percorsa, sudata, la strada smarrita.

    Ad ogni angolo guardati indietro.

    Ad ogni riposo tieni all’erta i sensi.

    C’è sempre il rischio che ti perdi.

    Ho visto stelle splendere di notte,

    migliaia di anni luce lontane da me,

    forse ora sono solo ombre,

    ma non ci voglio credere.

    Perché sperare nella luce

    Mi fa sentire almeno meglio,

    e spero un giorno di trovare

    ciò che non so e che ancora cerco.

    A chi vive correndo sotto la pioggia.

    ATTIMO FUGACE

    Attimo fugace fummo

    Quando, correndo sotto la pioggia,

    stringesti la mia mano,

    tant’era la paura di perderci.

    Fummo una luce maestosa

    In quell’alba di profumi

    E di rose l’odore

    Che ci riempì il cuore.

    Fummo l’attesa del piacere

    Ed il piacere stesso,

    che accompagna soave la pienezza

    del suo ritrovarsi.

    Attimo fugace fummo,

    e se dovessi io definire l’attimo che fummo

    solo fugace lo potrei dire.

    Fugace, sì. Ed eterno al contempo,

    temporale che stride tempesta

    d’autunno e d’estate,

    e dolce mare

    che cantava melodioso,

    la melodia di quell’attimo fugace.

    Ora che la dolce canzone d’amor

    Nel silenzio si perde

    Rimembra nel cuore stanco

    Il tuo volto, inerme.

    E quel che posso dir della mia vita

    è che per quell’attimo fugace

    l’anima mia si sentì viva.

    A chi ha incontrato certi occhi e poi non li ha scordati più

    CENTO LETTERE

    E scriverei cento lettere d'amore

    Solo a te

    E avrei poi ancora da dire,

    Perché non si esaurisce

    In poche semplici parole

    L'ardore che mi offri

    Quando mi posi addosso gli occhi.

    Tu che mi hai vista da

    lontano,

    mentre in punta di piedi questa vita percorrevo,

    Non sei contenibile in poche emozioni.

    Non sei, non sei quelle cose che credi.

    Ho visto in te il bello in mezzo al dolore,

    Ho visto del buono, anche mancato amore.

    Ho visto le lacrime che versasti da solo

    Ho visto che hai gli occhi del color dell'alloro.

    E scriverei cento lettere d'amore

    Intagliando ogni parola sulla carta

    Come fosse l'eterna eco del mio testamento.

    Ti porterei dentro, al sicuro, nel cuore

    Ti porterei ovunque, basta che sia altrove.

    Ti porterei lì dove stanno le rose

    Anche a maggio, anche a ottobre.

    Ti porterei mille canzoni mai scritte,

    Colori mai visti, comete mai spente.

    Ti porterei tutto ciò che vorresti,

    Se bastasse a spiegarti quanto oso volerti.

    Ti porterei voli di uccelli d'estate,

    Ti porterei dove nessuno è mai stato,

    In un posto segreto, ai confini del tempo,

    In un posto migliore, in un mondo diverso.

    E scriverei ancora cento lettere d'amore

    E più, senza neanche fermarmi.

    Come li fermi i cuori di due amanti?

    Ti disegnerei questi battiti,

    Che sono agili, fragili.

    Ti disegnerei quella bocca carnosa

    E la vita, e la gioia, la noia.

    I momenti salienti, i sorrisi latenti,

    Il giorno che giunge alla fine ed i canti.

    Ti disegnerei mille valli

    Da stamparti negli occhi

    E di seta lenzuola a coprirti dal freddo che cala.

    Ti scriverei cento lettere d'amore

    E solo a te

    altre cento ancora.

    A chi ama la sua terra.

    ALBA DI SETTEMBRE

    Dall'alto del cielo riflesso nel lago

    Il Matese d'azzurro e di bianco si tinge.

    Il primo sole sulla pelle chiara

    Di Donna Teresa le gote rischiara.

    Settembre alle porte, dagli occhi ridenti

    Realizza tappeti di foglie cadenti.

    Il tempo d'autunno preannuncia la brina,

    E l'aria che, fredda, si riempie di vita,

    E le gocce degli ultimi suoi ricordi

    scivolando illuminano le faglie verdi.

    Teresa, silente, seduta alla riva

    Tra

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