Il tempio della rosa
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In un mondo devastato da un terribile Cataclisma, una delle comunità più floride si trova nell’Abbazia di Bled, presa di mira da fanatici religiosi: questi sostengono che il tempio sito nel monastero sarebbe dedicato a un culto eretico e, come tale, vada distrutto assieme a tutti i libri della biblioteca dei druidi.
A risolvere il caso, viene chiamato William di Baskerlaand, illustre sapiente, con il suo assistente, Hudson da Melik. Nel frattempo, però, i misteri che aleggiano intorno all’abbazia si complicano: alcuni degli amanuensi della biblioteca spariscono, senza lasciare traccia. Maestro William ha poco a tempo a disposizione per scoprire i segreti dell’abbazia, prima dell’arrivo del Tribunale dell’Inquisizione.
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Anteprima del libro
Il tempio della rosa - Daniele Bello
Daniele Bello
Il tempio della rosa
Astro junior
I Edizione maggio 2020
©2020 Astro edizioni Srls, Roma
www.astroedizioni.it
ISBN: 978-88-3317-091-6
Direzione editoriale:
Francesca Costantino
Progetto grafico:
Idra Editing Srl
Redazione:
Astro edizioni Srls
Illustrazioni e copertina:
Rosaria Trivisonne
Tutti i diritti sono
riservati, incluso
il diritto di riproduzione,
integrale e/o parziale
in qualsiasi forma.
«Giunto al finire della mia vita di peccatore [...],
nell’attesa di perdermi nell’abisso senza fondo
della divinità silenziosa e deserta [...],
mi accingo a lasciare su questo vello
testimonianza degli eventi mirabili e tremendi
a cui in gioventù mi accadde di assistere».
Incipit del manoscritto originale
Prologo
Al Magnifico Sovrano
Dell’Impero meridionale
Serenissima Altezza,
Ripercorrere le vicende che mi videro protagonista durante gli anni della mia giovinezza è per me motivo di grande affanno, oppresso come sono dal gravoso peso dalla vecchiaia.
La graziosa richiesta e i modi di Vostra Maestà, tuttavia, mi hanno lusingato al punto tale da convincermi a rendere testimonianza di ciò che vidi e udii, senza azzardarmi a trarne un disegno, ma lasciando ad altri il compito di decifrare gli eventi.
Che la virtù divina mi conceda di ricevere un barlume della somma sapienza con cui il profeta venne illuminato dalla Legge suprema, e mi conceda di essere testimone trasparente degli accadimenti che ebbero luogo nel Tempio della Rosa, nell’Anno 592 della nostra Era.
Abbazia di Bled, inverno dell’anno 656 Era di Glynis.
Umilmente Suo
Hudson da Melik
Capitolo I
Dal diario privato
del maestro superiore
Hudson da Melik
La nostra storia ha inizio nel tardo autunno dell’anno 592 della nostra Era, quella che tutti i devoti sudditi dell’Impero meridionale fanno iniziare dalla nascita del sommo Glynis: che il Grande Disegno che anima l’universo intero faccia echeggiare per sempre la fama dell’immenso profeta. Nella desolazione e nello sconforto che seguì la grande catastrofe, egli riuscì a trovare le fondamenta di un nuovo Credo universale. Là dove esisteva la povertà e la disperazione, egli vi sostituì la speranza di ricostruire un mondo migliore.
I fatti di cui vi andrò a raccontare si svolsero in un’epoca assai tormentata: gli abitanti dell’Antico Continente non erano guidati da una benevola e illuminata sovranità, come quella del nostro amato imperatore Demetrio IV, ma erano afflitti da tragici eventi.
L’Impero sembrava solido, unito sotto la saggia autorità dei suoi sovrani; tuttavia, il seme del disordine e dell’eresia stavano ormai germogliando, diffondendo in tutte le provincie la discordia.
Tutti sanno che, dopo il terribile Cataclisma che ha devastato il nostro mondo nell’anno 204 avanti Glynis l’umanità ha ripreso lentamente il proprio cammino, grazie alla fede religiosa: la propaganda di Glynis e dei suoi primi discepoli ha insegnato agli uomini come riscoprire il bello e il buono del nostro passato, per tentare di ricostruire le fondamenta della civiltà e della Storia. Il profeta riportò alla luce quanto di virtuoso vi era nelle opere antiche della nostra cultura; spiegò ai suoi fedeli che nell’universo esiste un ordine (il Logos) e che la massima aspirazione di ciascun individuo è quella di fondersi in questa armonia, vivendo secondo natura (il che, per l’essere umano, equivale a vivere secondo intelletto e ragione).
La parola di Glynis si diffuse in tutto il continente, divenendo ben presto il culto ufficiale dell’Impero meridionale, il nuovo ordine sociale nato dalle ceneri della devastazione.
Nei secoli successivi, il Culto aveva garantito equilibrio, stabilità e obbedienza: era la colonna portante delle istituzioni che stavano restituendo all’umanità la speranza di una nuova felicità.
Per questo motivo, gli imperatori avevano agito secondo giustizia, decidendo di bandire dallo Stato ogni pensiero religioso diverso dal credo di Glynis. Così, tutti i movimenti che erano in contraddizione o in contrasto con il pensiero del profeta vennero dichiarati eretici e perseguitati nei modi più duri.
Un’unica eccezione a questo rigoroso principio venne stabilita per la religione druidica: una cultura molto antica (secondo alcuni, addirittura precedente al Cataclisma), basata sull’adorazione della Madre Terra e del miracolo della fertilità. Diventava, di fatto, una forma di amore e devozione nei confronti della natura. La religione druidica venne dunque considerata in qualche modo compatibile con l’ortodossia.
I druidi praticavano i loro riti religiosi nelle radure e nelle foreste; nel primo secolo prima della nostra Era, tuttavia, gli adepti di questo culto cominciarono a stabilirsi negli antichi monasteri, dedicandosi anche allo studio dei vecchi manoscritti. Essi tentavano così di recuperare l’antico sapere, ricopiando e traducendo i libri scritti dai sapienti prima del Cataclisma.
Nonostante i grandi sforzi compiuti, le idee contrarie alla religione ufficiale nascevano e si diffondevano nel continente; esse attecchivano in particolare al di fuori dei confini dell’Impero, là dove i chierici del Culto non riuscivano a vigilare in maniera efficace.
Gli imperiali e i sacerdoti di Glynis tennero il punto e moltiplicarono i loro sforzi tesi a reprimere ed estirpare il pensiero eretico. Ma invano. La mala pianta continuava a crescere...
A complicare le cose, in un periodo tanto burrascoso, ci si mise anche la ricomparsa del movimento degli Iconoclasti. All’inizio, diffuso solo tra gruppi di fanatici, contagiò ben presto anche il clero ufficiale, arrivando ad annoverare tra i suoi sostenitori anche molti membri delle alte cariche della Chiesa.
Gli Iconoclasti sostenevano che la maggior parte dei mali che affliggevano l’umanità erano stati causati dalla scienza e dalla tecnologia, da considerarsi come esempio della superbia dell’uomo. Ne era nata una vera e propria guerra santa, mai arginata dagli allora deboli sovrani, che spingeva i seguaci dell’Iconoclastia alla ricerca e alla sistematica distruzione di oggetti, manufatti e testimonianze del passato che potessero in qualche modo ricordare il pensiero tecnologico.
Quello che accadde in quegli anni è difficile da descrivere, sia per chi ebbe la sventura di assistere a quei tristi eventi, sia per chi si limitò a studiarli sui libri; nel corso della Storia, la furia iconoclasta era scoppiata anche in epoche precedenti, ma mai era stata così selvaggia e irrazionale: orde di esagitati andavano nelle biblioteche alla ricerca di libri proibiti da bruciare in roghi purificatori; falsi profeti predicavano la necessità di abbattere i templi e i palazzi costruiti nel passato, perché anche essi erano manifestazione dell’antica superbia.
Per garantire l’ordine precostituito, arginando al tempo stesso la deriva violenta degli estremisti, la Chiesa di Glynis decise di istituire un Tribunale speciale con lo scopo di andare alla ricerca di tracce reali della colpa e del peccato. Esso fu tristemente noto, in seguito, come la