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Socrate al Grande Fratello: Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia
Socrate al Grande Fratello: Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia
Socrate al Grande Fratello: Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia
E-book115 pagine1 ora

Socrate al Grande Fratello: Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia

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Info su questo ebook

La filosofia è roba divertente, basta saperla prendere. In giro. È ciò che ha fatto Charlie Gnocchi, umorista e concorrente dell’edizione 2022-2023 del Grande Fratello Vip, con l’aiuto dell’amico greco e grecista Andrea Koveos. Ne è venuto fuori un piccolo libro esilarante e coinvolgente, che ha saputo mischiare sacro e profano, freddure sarcastiche e celebri aforismi. Koveos, su ordine di Charlie, ha riunito a sé i più grandi filosofi della Grecia antica che dovranno ascoltare il simpatico conduttore, mentre svela i retroscena e i segreti della Casa che nessuno prima ha mai raccontato. I Dialoghi platonici si incrociano con le confessioni dei Vip, alla ricerca di una saggezza, di una felicità che il pubblico televisivo non sempre riesce a capire! L’Agorà, il mercato di Atene, è simile alla Casa del Grande Fratello e c’è sempre un giudice che stabilisce la nostra pena o la nostra nomination. Tutti cercano una strada per salvarsi, tutti inseguono la gloria, il denaro e gli onori, ma alla fine non si salva nessuno. Ne escono bene solo i filosofi – Socrate, Platone e Aristotele per citarne alcuni – che nonostante abbiano pochi follower su Instagram e su TikTok saranno futuri influencer di successo meglio della Ferragni. Provare per credere, scorrendo le pagine di questo libro spassoso ma che ci avvicina alla filosofia, passando per il trash e per il pop.
Prefazione amichevole di Fulvio Abbate
LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2023
ISBN9788861559875
Socrate al Grande Fratello: Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia

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    Anteprima del libro

    Socrate al Grande Fratello - Charlie Gnocchi

    Charlie Gnocchi

    SOCRATE

    al grande fratello

    Fatti, misfatti e segreti della Casa più spiata d'Italia

    Collana Protagonisti

    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.

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    www.giraldieditore.it

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    ISBN 978-88-6155-987-5

    Proprietà letteraria riservata

    © Giraldi Editore, 2023

    Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo

    A tutti quegli eroi sconosciuti che,

    in segreto, non amano vincere

    e preferiscono perdere con filosofia

    PREFAZIONE

    L’esperienza del Grande Fratello (poco importa se VIP o assai poco VIP) assomiglia a una visita allo zoo. Peccato che nessuno avvisi (nel mio caso lo scrittore e intellettuale bollato radical chic) la creatura inerme e impreparata che, appena varcata la porta rossa della Casa di Cinecittà, avrà lì modo soprattutto di imbattersi in una comunità di nutrie. Occorrerebbe infatti qualcuno che abbia già provato la stessa esperienza, pronto a dirti così: …sappi che incontrerai un feroce e famelico branco di nutrie, tu sei sicuro di essere nutria come loro? Se non ne sei certo, se sei altro da tutti loro, guardali, osservali, contemplali come faresti, da semplice turista, all’Acquario di Genova; tanto nutria o pesce martello fa lo stesso in questo caso, mi raccomando tieni a mente questo mio consiglio, le nutrie, sappilo, sono ferocissime, auguri. Solitamente, chi va al Grande Fratello – parlo delle nutrie – si aspetta d’essere da lì a poco portato tra gli applausi della fama conquistata a ballare sull’ideale laghetto dei cigni di Cologno Monzese, dove si trovano gli studi Mediaset, ignorando invece del tutto che il format che l’ha visto partecipante più o meno di successo, prevede che ogni concorrente sia masticato e infine buttato via; macelleria spettacolare, mediatica, potremmo definire il destino cui sono avviati. Soltanto un’illusione immaginare che, al contrario, si rimarrà fissi nella memoria collettiva televisiva, riconosciuti e blanditi in quanto …guarda quello, quello è stato al GFVIP!

    Della mia esperienza tra le nutrie del Grande Fratello, la cosa che più mi è rimasta impressa, la più letterariamente significativa, precede l’ingresso nella Casa, cioè il percorso in auto dall’albergo di Frascati, luogo atmosfericamente degno di Todo modo, il film di Elio Petri. Era già sera, e intanto che andavamo verso Cinecittà, ho sfiorato con lo sguardo un cartello stradale che indicava Vermicino e ancora, poco dopo, un’insegna pubblicitaria che svelava con altrettanta forza evocativa l’esistenza del The King dell’arrosticino, due segnali visivi di vera incarnazione con la realtà, con la storia e la cronaca del nostro paese. Poi, una volta dentro la Casa, ho visto quasi soltanto nutrie. In verità, posso dire di avere anche incontrato persone amabili, penso segnatamente a Patrizia De Blanck, con lei ho infatti vissuto e condiviso momenti di esaltante adolescenziale divertimento, complicità, il piacere assoluto della conversazione tra creature adulte, mentre quegli altri ululavano, pronunciavano frasi insignificanti, o magari, parlo dei maschi, lavavano le pentole a petto nudo così mostrando la tartaruga all’occhio delle telecamere. Quanto al resto, personalmente, ho provato la solitudine che proverebbe qualsiasi intellettuale (nel mio caso, ripeto, radical chic) davanti a un mondo che tutto ignora della complessità, ritenendo invece che i luoghi fondamentali dell’immaginario planetario debbano coincidere con ogni genere di paccottiglia pop: li ho infatti sentiti ripetere, per esempio, in continuazione la frase che pronunciava La Zingara di un quiz televisivo: La luna neeeraaaa. Indimenticabile il momento in cui le nutrie provavano il balletto di Dirty dancing, li guardavo, appunto, come si fa con le nutrie, con le zebre, con i convinti, espressione implacabile da giudizio attitudinale definitivo, Cassazione della mediocrità.

    Alla fine, però, ho provato un’immensa compassione per i loro sogni, che presto saranno infranti, mai li vedremo, il mattino del giorno dopo, trasfigurati in cigni piumati nel laghetto di Cologno Monzese, al contrario presto saranno dimenticati, proprio come certi cantanti che, al tempo del Cantagiro, venivano invece osannati come quasi beniamini del pubblico, semidei del 45 giri, autografi di qua e autografi di là…

    Cosa rimane? Ancora adesso mi accade d’essere indicato da sconosciuti, magari incontrati durante la fila all’ufficio postale (parlo sempre per me, scrittore, intellettuale radical chic, sia chiaro) come chi abbia avuto una grande opportunità, la fortuna di parlare al mondo addirittura dal Confessionale; quanto invece al mondo della cultura, per molti di loro avrei ormai addosso una macchia ormai incancellabile, una sorta di marchio d’infamia: essere stato, meglio, avere accettato l’invito al GFVIP. È accaduto perfino di imbattermi in un cardinale di Santa Romana Chiesa, gemelli d’oro e lapislazzuli ai polsi della camicia, che desiderava sapere tutto della vita nella Casa, inutile ogni mio tentativo di virare la conversazione sull’esistenza di Dio o magari su Spinoza che provava a dimostrare l’esistenza del divino con la matematica, non credendo affatto nell’essere trascendente; forse era anche lui un’aspirante nutria.

    Fulvio Abbate

    INTRODUZIONE DEGLI AUTORI

    I lettori di libri importanti prendono spesso sotto gamba gli instant book, cioè quelli che nascono da situazioni, fatti, occasioni che meritano il racconto. Nel nostro caso i lettori di libri importanti si troveranno di fronte a una lettura importante e non è una ripetizione, ma quello che realmente penso dopo aver navigato col mio amico Andrea Koveos.

    Lui è greco, come Socrate, come Platone, come Aristotele, come Protagora. E quindi già il viaggio letterario si fa colto e si coglie (notare le mie ripetizioni volute) la volontà di compiacere non solo il giovane lettore inesperto e affamato di pop e trash, ma anche quello più smaliziato. Lascio ad Andrea la parola, anzi la tastiera. Dovrete farci l’abitudine a questi rimpalli tra noi autori, perché questo volumetto è stato davvero scritto a quattro mani a tal punto che in più di un’occasione ci siamo passati il pc, alternandoci alla digitazione senza pensarci su più di tanto. Se un instant book deve essere, la cosa migliore è gettare su carta i pensieri, così come vengono, di getto.

    Scrivere sotto dettatura dell’amico Charlie Gnocchi mi ha fatto comprendere che lui non è greco, ma è un improvvisatore o, come dice lui, un situazionista empirista. È bene chiarire subito una cosa. Ho conosciuto Charlie per caso a una cena, per altro in piedi, di un amico in comune. Era impegnato a rendersi simpatico con alcune ragazze super tirate, quando improvvisamente me lo ritrovo vicino al buffet, occupato a riempirsi il piatto senza badare alle quantità. Mi guarda e mi chiede cosa ne pensassi dell’esistenzialismo uzbeco. Non mi reputo un fine intellettuale, anzi, ma fino a quel momento ritenevo di conoscere i nomi delle correnti del pensiero filosofico, almeno in linea generale. Lì per lì non ricordavo di aver mai letto nulla dell’esistenzialismo uzbeco e così mentii farfugliando frasi senza senso, chiaramente in difficoltà.

    «Stavo scherzando – mi disse Charlie divertito – io non so nemmeno dove si trovi l’Uzbekistan».

    Devo ammettere che fu peggio di ricevere un cazzotto allo stomaco. Così iniziò la nostra conoscenza, all’insegna di filosofie inesistenti e fantastiche, di teorie più o meno vere o inventate di sana pianta. Un giorno, dopo qualche tempo in cui ci stavamo frequentando, mi disse che aveva intenzione di scrivere un libro sulla filosofia del Grande Fratello. Questa volta mi ero fatto trovare pronto: «Ti comunico, caro il mio Charlie, che non esiste alcuna corrente del Grande Fratello, a meno che tu non ti riferisca a George Orwell, cosa improbabile, quindi falla finita».

    «Dico sul serio, scriviamo insieme un instant book, io e te. Anzi lo scriviamo insieme ad

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