Moscato di Scanzo

vino DOCG lombardo
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Il Moscato di Scanzo o Scanzo è un vino DOCG la cui produzione è consentita sono nella zona collinare del comune di Scanzorosciate, in Provincia di Bergamo[2] ed unicamente con uve dell'omonimo vitigno Moscato di Scanzo.

Scanzo o Moscato di Scanzo
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
Resa (uva/ettaro)7,0 t
Resa massima dell'uva30,0%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
12,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
17,0% di cui almeno 14% svolto
Estratto secco
netto minimo
24,0 g/l
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
30/11/11  
Gazzetta Ufficiale delnº 295 del 20 dicembre 2011
Vitigni con cui è consentito produrlo
MiPAAF - Disciplinari di produzione vini[1]

Zona di produzione

Comprende la SOLA zona collinare del comune di Scanzorosciate in provincia di Bergamo, ad oggi solo 31 ettari sono vitati a Moscato di Scanzo, rendendo il Moscato di Scanzo la più piccola DOCG d'Italia.

Vitigni con cui è consentito produrlo

Tecniche di produzione

Sono esclusi i terreni di pianura o eccessivamente umidi o poco soleggiati. I nuovi impianti e i reimpianti devono presentare una densità di almeno 3 000 ceppi/ha; sono consentite solo le forme di allevamento già usate nella zona: spalliera semplice, pergola unilaterale, a tetto inclinato e casarsa; è vietata ogni pratica di forzatura e qualsiasi tipo di irrigazione; le operazioni di appassimento, vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento devono essere effettuate nel territorio del comune di Scanzorosciate; l'appassimento dell'uva deve protrarsi per almeno 21 giorni e fino al raggiungimento di un tenore zuccherino di almeno 280 g/l; deve essere sottoposto ad invecchiamento di almeno ventiquattro mesi a partire dal 1º novembre successivo alla vendemmia.[1]

 
Moscato di Scanzo DOCG

La vendemmia di questo vino avviene in un periodo successivo rispetto a quella delle altre tipologie.

Le uve vengono attentamente selezionate e si calcola che ogni ettaro produca al massimo 6 tonnellate di uva. Quest'ultima viene fatta appassire per circa 40 giorni in apposite stanze molto aerate, ma soprattutto asciutte.

Successivamente troviamo la fase della pigiatura attraverso la quale si ottiene un mosto carico di zuccheri ed aromi. La pigiatura rappresenta una delle fasi più importanti e delicate in quanto è qui che si deve ottenere il particolare equilibrio tra alcool e zuccheri rimasti, non compromettendo però i profumi.

Segue una fase di macerazione della durata massima di 5 giorni e le fasi successive sono la svinatura ed il travaso in una vasca differente; si procede poi alla fase finale della fermentazione dove il mosto precedentemente ottenuto viene posto in recipienti di acciaio inox o vetro. Dopo tale pratica si procede alla chiarificazione, al travaso ed all'affinamento.

Infine troviamo la fase dell'invecchiamento della durata di circa due anni dalla vendemmia; quest'ultimo passaggio avviene per il vino in bottiglia in cui poi potrà continuare la sua maturazione anche per anni.

Caratteristiche organolettiche

  • colore: rosso rubino, più o meno intenso, che può tendere al cerasuolo con riflessi granati;
  • odore: delicato, intenso, persistente, caratteristico;
  • sapore: dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla;
  • acidità totale minima: 4,50 g/l.[1]
  • zuccheri residui: 50-100 g/l

Informazioni sulla zona geografica

È una piccola zona collinare con pendenze che vanno dal 50 al 100%. inoltre il terreno è molto superficiale con un substrato di marna (localmente denominata “Sass de luna”) che si aggrega in grossi noduli calcarei resistenti persino alle trivelle. Il clima è tipicamente mediterraneo capace quindi di garantire una buona maturazione delle uve.[1]

Il Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo

Il Consorzio di Tutela nasce nel dicembre del 1993 dalla trasformazione dell' Associazione Produttori Moscato di Scanzo, fondata nel dicembre 1982.

Il primo obiettivo del neo costituito Consorzio fu l'ottenimento di una Denominazione non legata al Valcalepio; il fatto si concretizzò con il D.M. del 17 aprile 2002, con il quale veniva istituita la nuova Denominazione: “Moscato di Scanzo Doc” o “Scanzo Doc”.

Ma la particolarità e l'unicità del Moscato di Scanzo richiedevano una superiore denominazione. Il 12 febbraio 2009, il Ministero alle Politiche Agricole, sentito il parere del Comitato Nazionale Vini, accoglieva la richiesta del Consorzio di Tutela, attribuendo al Moscato di Scanzo la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg), divenendo in tal modo la prima e unica Docg di Bergamo e la quinta della Regione Lombardia.

Il Moscato di Scanzo è stato riconosciuto come Docg con D.M del 28 aprile 2009, pertanto con la produzione anno 2007 si è potuto utilizzare il riconoscimento Docg garante della tutela e della qualità del prodotto. Oggi il Consorzio Tutela Moscato di Scanzo è impegnato attivamente per la sua valorizzazione,divulgazione e promozione attraverso azioni dalle molteplici sfaccettature.[3]

Cenni storici

La prima testimonianza "scritta" della presenza di questo vino giunge a noi l'8 giugno 1347 quando Alberico da Rosciate (divenuto ora, con Simone da Scanzo, il simbolo rappresentativo di questo vino) lasciava a Jonolo da Priatini un'indefinita quantità di Moscato prodotto in terra bergamasca. Riapparve successivamente grazie alle "Effemeridi" di Donato Calvi nelle quali venne citato l'episodio risalente al 1398 in cui i Guelfi si impossessarono di 42 carri di Moscato Rosso di Scanzo.

La tradizione lo fa risalire all'epoca degli Atestini. Rosciate o Rosate, come scrive il Capitano di Venezia Giovanni Da Lezze, deriva dall'unione del greco "Ros" (grappoli o fascio di uva), con il celtico "ate", che significa villaggio. Da qui "Rosate" oggi Rosciate.[1]

Lunga è la storia di questo vino che può vantare anche il fatto di essere stato dono prezioso del grande architetto Giacomo Quarenghi alla zarina Caterina II di Russia. Da qui conquistò velocemente quote del mercato londinese; furono proprio i londinesi a trasformarlo in delizioso passito, spinti dalla voglia di creare un nuovo sherry di uva. Si dice che nel settecento, fosse il vino più caro al mondo, quotato alla borsa di Londra. [4].

Precedentemente l'attuale disciplinare DOCG era stato:

Approvato DOC con DM 17.04.2002 G.U. 111 - 14.05.2002
Approvato DOCG con DM 28.04.2009 G.U. 114 - 19.05.2009[1]

Il disciplinare del 2002 prevedeva:

resa_uva=6,0 t
resa_vino=40,0%
titolo_uva=12,0%
titolo_vino=17,0%
estratto_secco=22,0 g/l
vitigno=*Moscato di Scanzo 100.0%
Caratteristiche organolettiche
colore: rosso rubino più o meno intenso che può tendere al cerasuolo con riflessi granati.
odore: delicato, intenso, persistente, caratteristico.
sapore: dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla.[5]

Abbinamenti consigliati

Tra gli abbinamenti consigliati sicuramente quello dei formaggi è il più adatto, visto il deciso sapore di questo vino.

I formaggi bergamaschi sono numerosi e tra i più conosciuti ci sono:

Ottimo anche l'abbinamento con cioccolato fondente, max 70% di cacao.

Produzione

Provincia, stagione, volume in ettolitri

  • Bergamo (1995/96) 108,2
  • Bergamo (1996/97) 121,63

Note

  1. ^ a b c d e f g Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Disciplinari di produzione vini
  2. ^ Disciplinare di produzione Moscato di Scanzo DOCG (PDF), su consorziomoscatodiscanzo.it.
  3. ^ Home Page | Moscato di Scanzo, su www.consorziomoscatodiscanzo.it. URL consultato il 19 luglio 2016.
  4. ^ "Rosciate e le sue Colline", Corrado Fumagalli
  5. ^ Disciplinare di produzione in: Strade dei Vini

Collegamenti esterni

Consorzio del Moscato di Scanzo - sito ufficiale