Alfonso de Córdoba
Alfonso de Córdoba, noto anche come Alfonso de Egea o Alfonso di Siviglia (Ejea de los Caballeros o Saragozza, XIV secolo – Siviglia, 9 giugno 1417) è stato un vescovo aragonese, che ha servito in varie diocesi della Castiglia, nonché come patriarca latino di Costantinopoli dal 1408 al 1417[1][2][3].
Alfonso di Siviglia patriarca della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti |
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Nato | XIV secolo a Ejea de los Caballeros o a Saragozza |
Elevato patriarca | 20 settembre 1408 da antipapa Benedetto XIII |
Deceduto | 9 giugno 1417 a Siviglia |
Alcuni autori ritengono appartenga alla stirpe nobile dei Fernández de Córdoba.
Biografia
modificaNato a Saragozza o Ejea de los Caballeros, secondo il cronachista Gil González Dávila non si hanno notizie dei suoi genitori o della loro istruzione, mentre secondo Francisco Ruano, un vescovo di Avila intorno al 1397, coincidente con Alonso de Egea, era un membro del Fernández de Córdoba e nipote del vescovo Alfonso de Córdoba (Alfonso I d'Àvila).[4]
Era un uditore dell'Udienza Reale nel 1390.[1] Durante lo scisma d'Occidente, fu sostenitore e servitore del papa di Avignone, Benedetto XIII; infatti, fu il suo braccio destro per tutta la vita[5] e Benedetto gli affidò l'episcopato di Zamora e il titolo di patriarca latino di Costantinopoli.[6] Fu il suo nunzio in Castiglia nel 1397.[1] Nel 1403, Enrico III di Castiglia tornì ad obbedire la sede di Avignone e accettò la proposta del papa di nominare Alfonso per la sede metropolitana di Siviglia. Il prelato fu ben accolto a Siviglia, perché aveva avuto grande preparazione ed esperienza al fianco di Benedetto XIII. Sebbene ci sia stato un ritardo nell'insediamento, precedentemente attribuito a un possibile rifiuto da parte del capitolo della cattedrale, questo motivo è stato poi escluso.[5] Fu amministratore apostolico di Siviglia fino alla sua morte nel 1417; nel 1410 convocò un sinodo provinciale che lasciò un buon ricordo nell'arcidiocesi,[7] ma nel 1416 la Castiglia ritrattò nuovamente l'obbedienza a Benedetto XIII, il che portò a uno scontro con i seguaci dell'antipapa, compreso l'Egeo, e i sovrani decisero di utilizzare per i concili altri chierici a loro legati.[8]
Inoltre, Alfonso fu molto attivo in campo diplomatico tra il 1405 e il 1410. Fu ambasciatore spagnolo per lo Scisma d'Occidente:[1] nel 1405 partecipò al concilio di Perpignan per discutere la riunificazione della Chiesa; nel 1406, con l'arcivescovo di Toledo e altri prelati, andò contro l'editto del re Enrico secondo il quale Benedetto XIII non potesse ottenere obbedienza o non dovesse essere preso in considerazione in Castiglia.[6] Nel febbraio 1410 fu a Barcellona per motivi diplomatici, dove espresse il desiderio di tornare a Siviglia per trascorrere i suoi ultimi giorni, non prima però di prendere parte alla conquista di Antequera da parte dell'infante Ferdinando, futuro re d'Aragona. Nel maggio 1414 lasciò la diplomazia per motivi di salute.[7]
Morto il 9 giugno 1417,[1] fu sepolto nella cattedrale di Siviglia, nella cappella di San Laureano, da lui fondata grazie ad una bolla di Benedetto XIII donata a Peñíscola nel novembre 1411.[7]
Note
modificaBibliografia
modifica- AA.VV., La catedral gótica de Sevilla. Fundación y fábrica de la obra nueva, Universitat de Sevilla, 2006, ISBN 978-84-472-1063-3.
- Narciso Casas, Historia y arte en las catedrales de España, Bubok, 2013.
- Gil González Dávila, Teatro eclesiástico de las iglesias metropolitanas y catedrales de los reynos de las dos Castillas, Tom II, Imprenta de Pedro Horna y Villanueva, 1647.
- Alfonso Jiménez Martín, La catedral de Sevilla y el gótico mediterráneo, in Alonso, Begoña; Villaseñor, Fernando (Eds.) (a cura di), Arquitectura tardogótica en la Corona de Castilla: trayectorias e intercambios, AADD, Universitat de Sevilla, 2014.
- José Manuel Nieto Soria, Iglesia y génesis del estado moderno en Castilla (1369-1480), Editorial Complutense, 1993, ISBN 9788474914856.
- Francisco Ruano, Casa de Cabrera en Córdoba, Oficina de Juan Rodríguez, 1779.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- (EN) David M. Cheney, Alfonso de Córdoba, in Catholic Hierarchy.