Guglielmo I dei Paesi Bassi

re dei Paesi Bassi e granduca del Lussemburgo (r. 1815-1840)

Guglielmo I dei Paesi Bassi (L'Aia, 24 agosto 1772Berlino, 12 dicembre 1843) fu re del Regno Unito dei Paesi Bassi e granduca del Lussemburgo dal 1815 sino alla sua abdicazione nel 1840.

Guglielmo I dei Paesi Bassi
Joseph Paelinck, ritratto di Guglielmo I dei Paesi Bassi, 1819. Amsterdam, Rijksmuseum.
Re dei Paesi Bassi[1]
Granduca del Lussemburgo
Stemma
Stemma
In carica16 marzo 1815 –
7 ottobre 1840
Predecessoresé stesso come Principe Sovrano dei Paesi Bassi Uniti
SuccessoreGuglielmo II
Principe Sovrano dei Paesi Bassi Uniti

come Guglielmo Federico
In carica2 dicembre 1813 –
16 marzo 1815
Investitura30 marzo 1814, Nieuwe Kerk
Predecessoretitolo creato
Successoresé stesso come Re dei Paesi Bassi
Principe di Orange-Nassau

come Guglielmo VI
In carica9 aprile 1806 –
31 maggio 1815
PredecessoreGuglielmo V
Successoretitolo abolito
Nome completoolandese: Willem Frederik van Oranje-Nassau
italiano: Guglielmo Federico di Orange-Nassau
Altri titoliDuca di Limburgo
NascitaL'Aia, 24 agosto 1772
MorteBerlino, 12 dicembre 1843 (71 anni)
Luogo di sepolturaChiesa Nuova di Delft
Casa realeOrange-Nassau
PadreGuglielmo V di Orange-Nassau
MadreGuglielmina di Prussia
ConsorteGuglielmina di Prussia
Henriëtte d'Oultremont de Wégimont (morg.)
FigliGuglielmo
Federico
Paolina
Marianna
ReligioneRiforma olandese

Biografia

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I primi anni e l'esilio

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Guglielmo d'Orange (in piedi) con il fratello Guglielmo Giorgio Federico durante gli anni dell'esilio in Inghilterra

Era figlio di Guglielmo V di Orange-Nassau, Statolder della Repubblica delle Sette Province Unite, e della principessa Guglielmina di Prussia.

Guglielmo V si trovava a capo del governo dei Paesi Bassi quando le armate rivoluzionarie francesi invasero il paese nel 1794. Nel gennaio del 1795, il futuro Guglielmo I e suo padre andarono in esilio in Inghilterra. Durante gli anni dell'esilio la politica di Guglielmo V fu estremamente conciliante, acconsentendo tacitamente ad un collaborazionismo tra istituzioni dell'ex-repubblica con gli enti francesi, mentre Guglielmo al contrario si oppose fermamente a questa collaborazione, incitando la popolazione a reagire contro l'invasore.

A questo scopo, nel 1799, Guglielmo sbarcò nei Paesi Bassi settentrionali al seguito delle truppe anglo-russe che guidarono l'invasione dell'area. Ad ogni modo, buona parte della popolazione locale olandese si oppose allo sbarco del principe e scoppiarono rivolte interne tra orangisti e filo-francesi. Dopo alcuni scontri sulla costa, Guglielmo venne forzato a lasciare nuovamente il paese dopo la firma della Convenzione di Alkmaar. Napoleone Bonaparte, che aveva capito che malgrado il fallimento dell'invasione di Guglielmo d'Orange la sua figura poteva ancora essere pericolosa, pensò di metterlo a tacere ricompensandolo con alcuni piccoli principati tedeschi, nella speranza che abbandonasse la causa olandese. I principati in questione erano stati confiscati quando Napoleone aveva invaso la Germania nel 1806. Nel 1806, inoltre, Guglielmo succedette alla morte del padre al titolo di principe di Orange.

Il ritorno in patria

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Lo sbarco di Guglielmo d'Orange sulle coste olandesi nel 1813

Dopo la sconfitta di Napoleone nella battaglia di Lipsia (ottobre 1813), le truppe francesi si ritirarono verso la Francia. Nei Paesi Bassi, dove era stato costituito un regno napoleonico, il governo venne rovesciato e si formò un governo di Patrioti che preferì richiamare Guglielmo in patria per sedare le rivolte, piuttosto che opporsi agli Orange come era stato nel 1785. Nella visione dei Patrioti, Guglielmo avrebbe dovuto perlomeno prevenire la presa di potere di altri tipi di regimi e avrebbe garantito al popolo olandese di riprendersi dopo i duri colpi della guerra. Il dominio francese di quegli anni, infatti, aveva notevolmente danneggiato l'economia olandese a favore di quella francese e la popolazione fu ben lieta di osannare il ritorno del principe d'Orange.

Dopo aver ricevuto l'invito ufficiale a tornare da parte del Driemanschap (triumvirato) nel 1813, il 30 novembre di quell'anno Guglielmo sbarcò ufficialmente dalla nave HMS Warrior sulla spiaggia di Scheveningen, a pochi metri da dove era stato costretto diciotto anni prima a fare ritorno nel luogo del suo esilio forzato. Il 6 dicembre di quell'anno il governo provvisorio gli offrì il titolo di re. Guglielmo rifiutò preferendo invece il titolo di principe sovrano delle Province Unite, garantendo a breve una costituzione per il paese.

La costituzione che venne creata, ad ogni modo, offriva a Guglielmo molti poteri (di cui alcuni assoluti). I ministri rispondevano delle loro azioni unicamente a lui, mentre il parlamento bicamerale (Stati generali) esercitava solo un potere limitato. La consacrazione a principe sovrano avvenne nella Nieuwe Kerk di Amsterdam ove, il 16 marzo del 1815, venne incoronato primo (ed unico) sovrano del Regno Unito dei Paesi Bassi e Granduca del Lussemburgo.

Il regno dei Paesi Bassi

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Guglielmo I dei Paesi Bassi

Il congresso di Vienna, per costituire una fascia di paesi in grado di far cuscinetto contro possibili espansioni francesi, costituì un Regno Unito dei Paesi Bassi che riuniva sia le antiche Province Unite che gli ex Paesi Bassi austriaci. Il nuovo re tentò di unificare i due popoli con una politica che favoriva lo sviluppo economico, come la canalizzazione della Sambre, il canale Gand-Terneuzen e la fondazione dell'università di Liegi. Tuttavia la sua politica a favore dell'uso della lingua olandese e l'ostilità verso la chiesa cattolica gli portarono l'ostilità dei futuri Belgi. Tentò anche, dopo la rivoluzione del 1830, di farsi eleggere re dei belgi, ma nel 1831 il Belgio ottenne definitivamente la sua indipendenza e Guglielmo I rimase re dei Paesi Bassi e anche della metà orientale del Lussemburgo (diventato dal 1839 Granducato) in unione personale con il re.

Cambiamenti costituzionali

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L'ascesa di Guglielmo I al trono dei Paesi Bassi come re, ad ogni modo, portò a dei cambiamenti in senso maggiormente democratico e costituzionale. Innanzitutto gli Stati Generali vennero divisi in due camere, di cui la Eerste Kamer (Prima camera o Senato) continuò a nominare i propri membri su volontà del sovrano, mentre la Tweede Kamer (Seconda camera o Parlamento) ebbe la possibilità di eleggere i propri membri attraverso gli Stati Provinciali, dove gli eletti erano prescelti per suffragio censuario. I 110 seggi vennero divisi equamente tra province del nord e del sud (area quest'ultima corrispondente all'attuale Belgio), anche se la popolazione del nord (2.000.000 di abitanti) era significativamente in minoranza rispetto alla popolazione del sud (3.500.000 di abitanti). La principale funzione degli Stati Generali era quella di approvare le leggi e i decreti regi.

La costituzione venne accettata senza problemi al nord, ma non egualmente al sud. I rappresentanti politici dell'area meridionale, numericamente inferiori all'effettivo numero di popolazione rappresentata, furono una delle cause della Rivoluzione belga che si tenne qualche anno dopo. Guglielmo I mantenne nella questione il pugno di ferro, asserendo che tutte le astensioni sarebbero state interpretate come "silenzio assenso" e, come segno di fermezza, durante una sua visita a Bruxelles diede alla popolazione monete di rame e non d'oro come da tradizione (ottenendo perciò il soprannome di Re di rame).

La politica di Guglielmo I in campo economico portò ad ogni modo a dei progressi. Egli si preoccupò della fondazione di molte istituzioni di commercio guadagnandosi così il soprannome di Re mercante. Nel 1822 fondò la Algemeene Nederlandsche Maatschappij ter Begunstiging van de Volksvlijt, che diverrà poi una delle più importanti istituzioni commerciali del Belgio dopo l'ottenimento della sua indipendenza. L'industria crebbe a dismisura, soprattutto nelle aree meridionali del paese. Nel 1817, Guglielmo I fondò inoltre tre università nelle province del sud: l'Università statale di Lovanio, l'Università di Gand e l'Università di Liegi. Le province del nord, d'altro canto, divennero importanti centri finanziari e intrattennero stretti contatti con le principali colonie olandesi (Indie olandesi, Suriname e Antille), contribuendo alla ricchezza generale del regno. Malgrado questa prosperità, Guglielmo favorì sempre gli imprenditori olandesi piuttosto che quelli belgi, scatenando così l'opposizione generale nelle province meridionali.

Egli, pur ribadendo la sua fede protestante, siglò nel 1827 un concordato con la Santa Sede nel 1827 anche per risolvere la questione delle nomine dei vescovi: nel 1801 erano stati nominati dei francesi scelti da Napoleone a tutte le diocesi nei territori occupati dai francesi dopo averne deposti i precedenti vescovi con lo stesso concordato del 1801, nel 1817 all'arcidiocesi di Malines era stato nominato l'ultimo principe-vescovo di Liegi, François-Antoine-Marie de Méan, con il consenso dello stesso Guglielmo, ma gli altri vescovi erano rimasti quelli napoleonici e comunque non si era trovato un accordo sulle regole per le future nomine; il nuovo Concordato con i Paesi Bassi stabiliva ora il diritto di presentazione del sovrano e il ristabilimento anche nel nord del Regno di una gerarchia cattolica compresa l'erezione di una diocesi cattolica ad Amsterdam.

Nel regno, ufficialmente, esisteva una separazione tra Chiesa e Stato. Ad ogni modo Guglielmo I si era sempre proclamato uno strenuo sostenitore della chiesa protestante olandese e questo lo mise in contrapposizione con la popolazione dei Paesi Bassi del sud, che era in prevalenza cattolica. Guglielmo I inoltre impose l'olandese come lingua ufficiale anche nelle Fiandre, ove la lingua principale era per tradizione il francese.

La rivoluzione belga

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione belga.

Nell'agosto del 1830 l'opera La muta di Portici, che metteva in scena la repressione dei rivoltosi napoletani sul finire del Settecento, venne rappresentata a Bruxelles. La rappresentazione teatrale metteva chiaramente in risalto il senso di nazionalismo e di "olandofobia" che si respirava a Bruxelles e ben presto la notizia si sparse in tutto il sud dei Paesi Bassi. Scoppiarono quindi delle rivolte, soprattutto verso il ministro della giustizia di Guglielmo I che viveva abitualmente a Bruxelles. Infuriatosi per gli accadimenti, Guglielmo I rispose alle rivolte inviando le proprie truppe a sopprimere i moti rivoluzionari. Questo, ad ogni modo, non fermò lo scoppiare di altre rivolte nell'area e ben presto il Belgio si proclamò stato indipendente.

L'anno successivo, Guglielmo I inviò i suoi figli in Belgio per reprimere il neonato Stato. Anche se inizialmente questa seconda ondata di scontri sembrò volgere a favore degli olandesi, le armate degli orangisti vennero forzate a ritirarsi dopo l'intervento della Francia nel conflitto. Guglielmo, ad ogni modo, proseguì gli scontri per altri otto anni con effetti disastrosi sull'economia dei Paesi Bassi e sull'umore della popolazione. Nel 1839 Guglielmo I venne forzato a porre fine agli scontri e dovette dissolvere il Regno Unito dei Paesi Bassi ed a rinominare i propri domini in Regno dei Paesi Bassi.

Ulteriori cambiamenti costituzionali

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Statua di Guglielmo I dei Paesi Bassi, opera di Pieter Puype (1913) posta a Apeldoorn

Altri cambiamenti costituzionali vennero iniziati a partire dal 1840, innanzitutto perché alla luce della rivolta belga il nome di Regno Unito dei Paesi Bassi non aveva più ragione di esistere. I nuovi cambiamenti introdussero per i ministri la responsabilità giudiziaria delle loro azioni. Guglielmo I, divenuto sempre più conservatore negli anni, non riuscì mai a sopportare a pieno questi cambiamenti e la sua immagine peggiorò ancor di più quando, dopo la morte della prima moglie, decise di contrarre matrimonio morganatico con la contessa Henrietta d'Oultremont (proveniente da una importantissima famiglia nobile che aveva regnato a Liegi con il principe-vescovo Charles Nicolas d'Oultremont ma accolto "scandalosamente" perché lei era belga e cattolica). A questo punto la popolazione richiese la sua abdicazione che egli siglò il 7 ottobre 1840, favorendo dunque l'ascesa al trono del figlio Guglielmo II.

Guglielmo I morì nel 1843 a Berlino all'età di 71 anni.

Matrimonio ed eredi

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Guglielmo sposò nel 1791 la cugina Federica Luisa Guglielmina, figlia di Federico Guglielmo II di Prussia. Da questo matrimonio nacquero i seguenti figli:

Dopo la morte della moglie, Guglielmo sposò la contessa Henriette d'Oultremont de Wégimont (Maastricht, 28 febbraio 1792 – Castello di Rahe, 26 ottobre 1864), creata contessa di Nassau. La cerimonia ebbe luogo a Berlino il 17 febbraio 1841. Il matrimonio fu morganatico e la coppia non ebbe figli.

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giovanni Guglielmo Friso d'Orange Enrico Casimiro II di Nassau-Dietz  
 
Enrichetta Amalia di Anhalt-Dessau  
Guglielmo IV di Orange-Nassau  
Maria Luisa d'Assia-Kassel Carlo I d'Assia-Kassel  
 
Amalia di Curlandia  
Guglielmo V di Orange-Nassau  
Giorgio II di Gran Bretagna Giorgio I di Gran Bretagna  
 
Sofia Dorotea di Celle  
Anna di Hannover  
Carolina di Brandeburgo-Ansbach Giovanni Federico di Brandeburgo-Ansbach  
 
Eleonora Erdmuthe di Sassonia-Eisenach  
Guglielmo I dei Paesi Bassi  
Federico Guglielmo I di Prussia Federico I di Prussia  
 
Sofia Carlotta di Hannover  
Augusto Guglielmo di Prussia  
Sofia Dorotea di Hannover Giorgio I di Gran Bretagna  
 
Sofia Dorotea di Celle  
Guglielmina di Prussia  
Ferdinando Alberto II di Brunswick-Lüneburg Ferdinando Alberto I di Brunswick-Lüneburg  
 
Cristina d'Assia-Eschwege  
Luisa Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel  
Antonietta Amalia di Brunswick-Wolfenbüttel Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg  
 
Cristina Luisa di Oettingen-Oettingen  
 

Onorificenze

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Onorificenze olandesi

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Onorificenze straniere

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  1. ^ Il 4 ottobre 1830 il Belgio si separò dal Regno Unito dei Paesi Bassi, istituendo un governo provvisorio ed eleggendo Erasmo Luigi Surlet de Chokier come reggente.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN42645467 · ISNI (EN0000 0001 1760 2532 · BAV 495/189131 · CERL cnp00552715 · Europeana agent/base/146958 · ULAN (EN500355762 · LCCN (ENn92114097 · GND (DE119312700 · BNF (FRcb135384781 (data) · J9U (ENHE987007270079205171