Milica Nemanjić, Hrebeljanović (in serbo Милица Немањић Хребељановић?) (1335 circa – 11 novembre 1405), è stata consorte reale di Serbia dal 1353 e poi reggente per il figlio.

Santa Milica
 

Principessa

 
Nascita1335 circa
Morte11 novembre 1405
Venerata daChiese orientali
Ricorrenza19 luglio

Biografia

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Era la figlia del principe Vratko Nemanjić (conosciuto come Jug Bogdan), che come un pronipote di Vukan Nemanjić, faceva parte di un ramo minore della dinastia dei Nemanjić.

Matrimonio

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Milica divenne moglie del principe serbo Lazar. Ebbero otto figli, cinque femmine e tre maschi:

Alla morte del marito alla battaglia del Kosovo (1389) divenne reggente della Serbia per conto del figlio Stefan, anche se il paese era solo nominalmente libero. Milica si dimostrò una sovrana capace malgrado le perdite personali (la perdita del marito, giustiziato nel 1389 per ordine del sultano ottomano Bayezid I e la separazione da sua figlia Olivera, che andò in sposa proprio a Bayezid I col nome di Despina Hatun).

Fondò il monastero di Ljubostinija, divenuto il centro dell'irradiazione del culto di san Lazzaro. In quello stesso luogo prese il velo nel 1393[2], assumendo il nome monastico di Eugenia, cambiato con quello di Eufrosina al momento della morte, quando ricevette il “grande schima” monacale. Autrice della Preghiera di una madre (Молитва матере) e un commovente componimento di lutto per il marito, Il mio sposo di vedovanza (Удовству мојему женик), fu sepolta nello stesso monastero; dalla sua tomba stillano gocce balsamiche.

È festeggiata nelle Chiese Orientali il 19 luglio.[3]

  1. ^ Joakim Vujić, The transformation of symbolic geography: Characteristics of the Serbian people, in Balázs Trencsényi e Michal Kopeček (a cura di), Late enlightenment emergence of the modern 'national idea, Budapest New York, Central European University Press, 2006, p. 115, ISBN 978-963-7326-52-3.
  2. ^ Zaga Gavrilović, Women in Serbian politics, diplomacy and art at the beginning of Ottoman rule, in Elizabeth M. Jeffreys (a cura di), Byzantine style, religion, and civilization: in honour of Sir Steven Runciman, New York, Cambridge University Press, 2006, pp. 75–78, ISBN 978-0-521-83445-2.
  3. ^ Almanacco del 19 luglio, su mondi.it. URL consultato il 24 dicembre 2018.

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