Tranvia Milano-Gallarate
La tranvia Milano-Gallarate era una linea tranviaria extraurbana che collegava la città di Milano ai principali comuni dell'Altomilanese (Legnano, Busto Arsizio e Gallarate) tra il 1880 e il 1966.
Tranvia Milano-Gallarate | |
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Capolinea in corso Sempione a Milano della tranvia Milano-Gallarate nel 1960 | |
Inizio | Milano |
Fine | Gallarate |
Inaugurazione | 1880 |
Chiusura | 1966 |
Gestore | STIE |
Vecchi gestori | STFE/TFE (1880-1913) |
Lunghezza | 50 km |
Tipo | tranvia interurbana |
Mezzi utilizzati | tram a vapore; tram elettrico |
Scartamento | 1.445 mm |
Elettrificazione | 750 V c.c. |
Note | Diramazioni Gallarate-Cassano Magnago e Gallarate-Lonate Pozzolo |
Trasporto pubblico | |
In tempi successivi vennero attivate due diramazioni da Gallarate a Cassano Magnago e Lonate Pozzolo[1].
Storia
modificaUn comitato per la realizzazione di un collegamento fra Milano e i Comuni dell'Alto Milanese fu fondato nel gennaio del 1878[2] allo scopo di superare i limiti del servizio di carrozze a cavalli che, chiamata velociu in dialetto legnanese, percorreva a quel tempo la strada del Sempione[3].
Concessa con atto del 17 marzo 1880[4][5], la nuova tranvia a vapore fu inaugurata il 15 settembre 1880[6][7][8] nel primo tratto Milano-Legnano, a cura della belga Società Anonima delle tramvie e delle ferrovie economiche di Roma, Milano e Bologna (STFE), fondata nel 1877. Il tracciato aveva una lunghezza complessiva di circa 25 km[9].
In considerazione dell'alto grado di industrializzazione dell'area servita, il traffico si mostrò da subito sostenuto rendendo la linea remunerativa[4].
Il 25 aprile 1881 il servizio tranviario venne esteso sino alla città di Gallarate[10] e la tranvia assunse dunque il nome completo[2].
Nel 1889 la STFE cambiò nome in Società per le tramvie e le ferrovie economiche di Roma, Milano e Bologna (TFE).
Nel 1913, la Società Trazione & Imprese Elettriche (STIE) acquisì dalla società belga la concessione, ottenendo dal governo italiano la possibilità di provvedere all'elettrificazione della linea a seguito del regio decreto 6 novembre 1913, n. 1340[11][12].
La nuova impresa esercente decise di adottare un sistema di alimentazione in corrente continua con una tensione di 750 volt[13]. L'elettrificazione del tronco Milano-Busto Arsizio avvenne nel corso del 1915, mentre il collaudo si tenne il 12 giugno dello stesso anno[14]. Il resto della linea fu elettrificato il 31 dicembre 1927.
Nei primi anni Trenta la linea si estese ad altri comuni dell'Alto Milanese: il 10 luglio 1931 aprì la tratta Cassano Magnago-Gallarate-Samarate, prolungata l'11 febbraio 1933 con l'apertura del tronco Samarate-Lonate Pozzolo[15].
Il 1º ottobre 1951 venne soppressa la tratta tra Legnano e Gallarate, e le due diramazioni per Cassano Magnago e Lonate Pozzolo[16], mentre la chiusura definitiva reca la data 18 gennaio 1966[14]. La Milano-Gallarate fu l'ultima tranvia in concessione all'industria privata della Lombardia.
Caratteristiche
modificaTronco Milano-Gallarate[17] | ||||||||
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0 | Milano Sempione | ||||||
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2 | Milano Cagnola | ||||||
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5 | Musocco Cimitero Torrazza | ||||||
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8 | Pero | ||||||
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autostrada Torino-Milano | |||||||
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ferrovie Domodossola-Milano e Torino-Milano | |||||||
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13 | Rho Santuario | ||||||
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15 | Barbaiana | ||||||
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16 | Bettola di Pogliano | ||||||
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18 | Nerviano | ||||||
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20 | San Lorenzo di Parabiago | ||||||
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23 | San Vittore Olona e Cerro Maggiore | ||||||
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Olona | |||||||
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25 | Legnano Stazione | ||||||
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26 | Legnano San Martino | ||||||
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28 | Castellanza Scambio | ||||||
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ferrovia Saronno-Novara | |||||||
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29 | Cascina Buon Gesù | ||||||
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ferrovia Domodossola-Milano | |||||||
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30 | Busto Arsizio Sottopassaggio FF. SS. | ||||||
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32 | Busto Arsizio Via Mazzini | ||||||
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32 | Busto Arsizio Piazza Manzoni | ||||||
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39 | Gallarate (Piazza San Lorenzo) | ||||||
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per Lonate Pozzolo | |||||||
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per Cassano Magnago | |||||||
Tronco Cassano Magnago-Gallarate-Lonate Pozzolo[17] | ||||||||
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0 | Cassano Magnago | ||||||
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2 | Cedrate | ||||||
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autostrada dei Laghi | |||||||
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3 | Cascinetta | ||||||
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ferrovia Domodossola-Milano | |||||||
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4 | Gallarate (Piazza San Lorenzo) | ||||||
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per Milano | |||||||
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5 | Arnate | ||||||
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6 | Verghera | ||||||
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8 | Samarate | ||||||
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10 | San Macario | ||||||
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11 | Ferno | ||||||
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12 | Lonate Pozzolo |
La linea era una tranvia a binario prevalentemente singolo, a scartamento ordinario da 1445 mm: i tram s'incrociavano in punti precisi stabiliti dall'orario. A Busto Arsizio i punti di incrocio a due binari erano due: uno si trovava in via XX Settembre e il secondo in piazza Manzoni. La lunghezza tra Milano e Gallarate era di 38,861 km, di cui 2,5 in comune dal 1933 con la rete tranviaria di Milano, mentre la tratta Cassano Magnago-Gallarate-Lonate Pozzolo misurava 12,485 km[17].
Il servizio era svolto in origine da motrici a vapore trainanti carrozze di prima e seconda classe. Il tram aveva una velocità massima, concessa dalla provincia di Milano sui percorsi extraurbani, di 15 km/h, mentre negli attraversamenti urbani il convoglio doveva procedere a passo d'uomo per cui veniva accompagnato da un "avvisatore" con campanello che si occupava dell'allontanamento delle persone dai binari[14].
Per l'armamento della linea in origine furono impiegate rotaie Vignoles da 26 kg/m[2]. Dopo l'elettrificazione esse furono sostituite da altre dal peso di 30 kg/m; in certi tratti furono applicate anche rotaie da 36 kg/m[13]. Il raggio minimo delle curve, che ammontavano a un totale di 8,3 km, non scendeva al di sotto dei 40 metri[2].
Dalle 5 coppie di corse delle origini, si passò a corse orarie dopo l'attivazione della trazione elettrica: alcune corse di rinforzo erano denominate "treni operai" e prevedevano composizioni più robuste e, talvolta, percorso limitato rispetto all'intera linea Gallarate-Milano.
Oltre al servizio viaggiatori, sulla linea si svolgeva anche quello merci: numerosi furono i raccordi industriali con diversi opifici, soprattutto nella zona dell'Alto Milanese. Oltre ai carri a sagoma tranviaria, sulla linea Gallarate-Lonate Pozzolo potevano viaggiare anche i carri ferroviari, trainati da un locomotore apposito fornito contestualmente all'attivazione della nuova tratta.
Percorso
modificaIl capolinea milanese era situato in via Cusani, e risultava in comune con quello della tranvia Milano-Saronno-Tradate il cui percorso risultava comune alla linea per Gallarate fino a via Plana; in piazza Firenze, ai tempi denominata rondò della Cagnola, all'angolo con corso Sempione era presente un deposito per i rotabili sociali. I binari della Rete Mediterranea venivano incrociati nel tratto fra la primitiva Stazione Centrale e lo scalo Sempione[2], e poco più avanti si incrociava la linea delle "Nord" per Saronno; il binario della tranvia per l'Alto Milanese all'altezza di piazzale Accursio imboccava via Gallarate per impegnare la strada Gallaratese[4] attraversando Pero, Rho, Nerviano, San Lorenzo, San Vittore e Legnano, in cui l'originario capolinea provvisorio sorgeva a Legnanello[2].
L'attraversamento di Legnano avveniva attraverso la viabilità cittadina, raggiungendo la tranvia il corso Sempione solo all'ingresso di Castellanza, dov'era presente un tratto in sede propria lungo circa 550 metri[2].
Ulteriori tratti completamente in sede propria erano quello nella periferia nord di Busto Arsizio (poi viale Repubblica) e quello tra Samarate e Lonate Pozzolo.
Il capolinea milanese fu arretrato nel 1902 all'Arena Civica, e due anni dopo all'inizio di corso Sempione, nei pressi dell'Arco della Pace. Nel 1933 il capolinea fu ulteriormente arretrato a corso Sempione angolo via Prina, e la linea tra via Procaccini e piazzale Accursio percorreva i binari delle tranvie urbane milanesi[17].
I depositi principali si trovavano a Milano (isolato tra corso Sempione, via Procaccini e via Prina) e Legnano (nei pressi del vecchio ospedale, lungo corso Sempione). Altre tre rimesse si trovavano rispettivamente a Rho (vicino al cimitero, lungo corso Europa), a Busto Arsizio, tra via Mazzini, via Ugo Foscolo e via Concordia, e a Gallarate, nell'area di stazione di piazza San Lorenzo.
Materiale rotabile
modificaIn origine furono acquisite sette locomotive a vapore tranviarie a due assi di costruzione Henschel & Sohn e trenta carrozze a due assi; le locomotive, importate in Italia nel 1881 dalla Cerimedo & C., avevano i numeri di costruzione 1061, 1064, 1065, 1073, 1074, 1223 e 1224[18].
A tali rotabili se ne aggiunsero altri raggiungendo nel 1913 la quantità di tredici locomotive, quaranta carrozze e quattro bagagliai[2]. Nel 1915 furono messi in servizio i primi mezzi elettrici: cinque motrici passeggeri a carrelli e sei piccole locomotive a due assi destinate al traino di merci e treni passeggeri "operai". Tutti i mezzi erano costruiti dalla Breda con parte elettrica TIBB.
Con l'attivazione della Busto Arsizio-Gallarate, avvenuta il 29 dicembre 1927 furono immesse in servizio altre cinque motrici passeggeri (due nel 1925 e tre nel 1927, costruite dalla Magliola con equipaggiamento elettrico TIBB), corredate da una decina di rimorchiate a carrelli. Tutto il parco acquisì a quel tempo la colorazione crema prevista per i mezzi extraurbani[19]. Un ultimo tram fu acquisito nel 1932 in occasione del prolungamento nel Gallaratese, insieme al locomotore 7, dotato anche di gancio e respingenti per il traino di carri merci ferroviari, entrambi costruiti dalla Carminati & Toselli.
La locomotiva a vapore n. 34, ceduta alla tranvia Monza-Trezzo-Bergamo, è conservata presso il museo nazionale della scienza e della tecnica di Milano[19].
Note
modifica- ^ Quando a Gallarate e Busto c’erano i tram, su varesenews.it. URL consultato l'8 dicembre 2015.
- ^ a b c d e f g h Alessandro Albé, Giampietro Dall'Olio, STIE - la tranvia Milano-Gallarate (prima parte), in Tutto Treno, n. 29, febbraio 1991, pp. 22-27.
- ^ D'Ilario, 1984, pp. 289-291.
- ^ a b c G. Cornolò, Fuori porta in tram, op. cit., p. 40.
- ^ Albé e Dall'Olio riportano la data del 27 marzo.
- ^ Ogliari, 2006, p. 165.
- ^ Cornolò (1980), p. 340.
- ^ Albé e Dall'Olio riportano la data del 10 settembre.
- ^ D'Ilario, 1984, p. 289.
- ^ Cornolò (1980), p. 40.
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 292 del 16 dicembre 1913
- ^ Cornolò (1980), pp. 101-102.
- ^ a b Cornolò (1980), p. 102.
- ^ a b c D'Ilario, 1984, p. 291.
- ^ Cornolò (1980), p. 107.
- ^ Cornolò (1980), pp. 240-241.
- ^ a b c d Albè, Boreani, Dall'Olio, op. cit.
- ^ Walter Hefti, Dampf-Strassenbahnen, Birkhäuser Verlag, Basilea, 1984, ISBN 978-3-7643-1536-8, p. 209.
- ^ a b Alessandro Albé, Giampietro Dall'Olio, STIE - la tranvia Milano-Gallarate (seconda parte), in Tutto Treno, n. 30, marzo 1991, pp. 18-21.
Bibliografia
modifica- Vittorio Branca, Il comune di Cerro Maggiore ai tempi della prima guerra mondiale: Avvenimenti, opere, personaggi dal 1914 al 1925, Tipografia arcivescovile dell'Addolorata, 1968, ISBN non esistente.
- Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le Tranvie extraurbane milanesi 1876-1980, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980. ISBN non esistente
- Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, ISBN non esistente.
- Alessandro Albè, Guido Boreani, Giampietro Dall'Olio, La tramvia Milano - Gallarate, Calosci, Cortona, 1993. ISBN 9788877850867.
- Francesco Ogliari, Milano in tram. Storia del trasporto pubblico milanese, Hoepli editore, 2006, ISBN non esistente.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla tranvia Milano-Gallarate
Collegamenti esterni
modifica- Immagini della tranvia, da photorail.com, su photorail.com. URL consultato il 9 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2012).
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