Il Cielo Stellato Sopra Di Me - Corrado Malanga
Il Cielo Stellato Sopra Di Me - Corrado Malanga
Il Cielo Stellato Sopra Di Me - Corrado Malanga
Il testo che state per leggere, contiene una delle tante testimonianze di una addotta che ha voluto con noi condividere la sua esperienza nella ricerca e nella liberazione dal problema addutivo. Noi entriamo marginalmente in questa vicenda che, a nostro modesto avviso, ha una caratteristica che ne anche il pregio. Il soggetto che scrive, per sua scelta, in forma anonima, descrive il suo problema adduttivo e gli sforzi per comprendere cosa gli stia accadendo, in un contesto preciso, quello della sua vita quotidiana. Solitamente questi racconti vengono riportati in modo da separare la sfera del giornaliero con quella, magari notturna, della lotta con lalieno. In realt, chi consapevolmente addotto, descrive tale fenomeno nel contesto della vita di tutti i giorni e non separa le due sfere, come fossero due cose differenti e magari, a detta di qualche psichiatra dellultima ora, la sfera del reale e quella dellimmaginario. In questo racconto esiste una sola sfera, quella della vita di tutti i giorni. La testimonianza, per essere ben compresa, prevede, per i neofiti del problema adduttivo, che venga preventivamente letto almeno il testo Alien Cicatrix, per evitare incomprensioni su problemi di nomenclatura. Il testo una dimostrazione di come, anche da soli, si possa uscire dal problema, anche se con difficolt, ma sempre con grande dignit.
IL CIELO STELLATO SOPRA DI ME A Corrado e Alessandro, Bellissimi, marinai erranti. In questa vita oceano in tempesta Mi avete visto affogare Vi siete fermati, e mi avete insegnato a nuotare. Non vi dimenticher. Mai. A tutte le donne, bambine, figlie e madri addotte.
PREFAZIONE Scrivere di se stessi non mai facile. Ci si sente troppo ridicoli o troppo presuntuosi, in una parola tremendamente fuori posto. Far del mio meglio. Scrivo tutto il mio percorso di liberazione dalle abduction per due motivi principali. Il primo la scarsa conoscenza di un problema che pochissime persone hanno saputo affrontare nei termini giusti. Corrado Malanga a mio parere uno dei pochi, se non lunico. C tanta confusione attorno al problema alieno, chiunque ne parla viene tacciato per pazzo o mitomane, nella pi fortunata delle ipotesi plagiato o membro di qualche setta. Il problema risiede nella difficolt di studio di questo fenomeno, nelle menzogne che vengono raccontate ogni giorno e nella presenza di persone o addirittura strutture statali e riconosciute che creano solo confusione su confusione, senza mai arrivare ad una vera conclusione. In tutto questo parlare di alieni diventa davvero difficile, sia si tratti di semplici interessati allargomento sia si ritenga di aver avuto esperienze ravvicinate con questi esseri. Nel secondo caso forse ancor pi difficile se non impossibile. Dopo lenorme lavoro di Corrado ho notato con immenso piacere che sempre pi persone hanno il coraggio e la forza di uscire allo scoperto e parlare delle proprie esperienze, facendosi forti della libert tanto faticosamente ritrovata. La libert con cui riescono a fronteggiare le prese in giro, gli ostacoli, a volte addirittura gli insulti. Ammiro queste persone, quando il loro parlare liberamente delle esperienze di abduction non rispecchia un bisogno di mettersi al centro dellattenzione. Purtroppo, accade anche questo. Ma, sempre pi spesso qualcuno parla a viso scoperto del proprio vissuto doloroso unicamente per affermare che queste cose esistono anche se nessuno lo ha ancora riconosciuto ufficialmente, e per aiutare chi ancora ne dentro a trovare la forza di reagire. Questa fondamentalmente la prima motivazione di questo lungo resoconto: mi piacerebbe essere uno specchio per le addotte che lo leggeranno, per dare nel mio piccolo un contributo alla loro totale e definitiva liberazione. E tutto scritto in forma anonima perch ancora non trovo quel coraggio e quella voglia di parlare apertamente e metterci la mia faccia, il mio nome e cognome sotto questi racconti. Mi rendo conto che sarebbe la cosa pi giusta e libera da fare ma ancora non sono pronta per questo passo. So che ci arriver, ma non per ora. In secondo luogo, ho scritto per me stessa. Sentivo da tempo di dover mettere un punto a tutto quello che ho vissuto, specialmente perch il mio percorso di liberazione stato
veramente lungo e dilatato nel tempo. Mi sento molto stanca, e voglio scriverci la parola fine per sempre. Non trovo modo migliore che mettere nero su bianco questi anni oscuri della mia vita, se riuscir a far del bene a me stessa e agli altri allora avr raggiunto il mio scopo a pieno. Un giorno riuscir anche a dire che queste cose le ho vissute io, mettere i miei occhi e il mio viso sulle notti che ho passato a lottare: quel che conta adesso, sono i fatti e non i nomi delle persone. Proprio per questo, a parte il nome di Corrado Malanga tutti gli altri sono pseudonimi presi a caso, usati per ovvi motivi di privacy e anche perch andando avanti nella scrittura mi sono resa conto che senza mettere dei soggetti tutto diventava confuso e impossibile da leggere. Per comodit ho suddiviso in varie sezioni gli argomenti, in modo che chi fosse pi interessato ad una parte piuttosto che allaltra pu facilmente arrivarci. Lultima parte quasi un sogno invece, una metafora di ci che stato tutto il mio percorso con parole intime, pure sensazioni. So che da un punto di vista prettamente pratico forse non sar utile a nessuno, ma sentivo di doverlo scrivere e lho fatto. Per finire, il titolo. Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me: questa frase scritta sulla tomba di un filosofo a me molto caro, Immanuel Kant. Non facendo riferimenti al suo pensiero riconduco semplicemente queste parole a ci che ho tentato di fare: raccontare ci che c fuori, il mio cielo stellato, consapevole della legge morale che vive dentro di me e niente e nessuno potr mai portami via. Io, per, questa legge morale oggi la chiamo Anima.
PRIMA DELLINIZIO Quando ho conosciuto Corrado e tutte le sue ricerche non avevo la minima idea di quanto profondamente sarei cambiata. Del resto per me i rapimenti alieni erano roba da fumetto, pane per i denti di un qualsiasi Steven Spielberg un po fissato con gli extraterrestri pi che per quelli di un docente di chimica organica. Tuttavia, stranamente, non rifiutai largomento subito probabilmente perch a parlarmene per la prima volta fu il mio ex ragazzo. Forse se lavessi scoperto da sola, avrei detto - che stupidaggine!- e ora non sarei qui a scriverne. Forse. Sentii subito dentro di me che non si trattava dei soliti deliri filo religiosi su quanto gli angeli custodi ci proteggono da lass e nemmeno le cretinate new ageane degli esseri di luce buoni, superiori, situati in non so quali fantomatiche dimensioni. Cera ben altro, e lo sapevo, anche se ci misi un anno ad accettare che ci ero dentro fino al collo. Ci ero dentro fino al collo, e per me era arrivato il momento di scegliere se affogare oppure se tirarmi fuori da quella palude viscida in cui ero immersa senza rendermene conto.Dato che so nuotare discretamente, decisi che non era il caso di lasciarmi sommergere. Mi accorsi ben presto che qualcosa nella mia vita non andava in seguito a svariati episodi su cui non mi ero mai fatta tante domande prima di conoscere Corrado, perch avevo paura. Avevo 17 anni e una febbre che non voleva mollarmi da una settimana. Mentre sonnecchiavo nel letto sentii che cera qualcuno alle mie spalle. Credevo fosse mia nonna che era entrata in casa per vedere se avevo bisogno di qualcosa, ma quando mi girai non
cera proprio nessuno alle mie spalle. Mi stupii perch ero assolutamente sicura che ci fosse qualcuno, non era la classica sensazione di sentirsi osservati, ma qualcosa di molto pi forte. Pensai che fosse la febbre, anche se misurandomela non ne avevo neanche una linea in quel momento. Strano, molto strano pensai, e mi rimisi a dormire. Non ripensai che qualcosa fosse molto strano nella mia vita fino allanno dopo, mentre tornavo a casa di notte con una mia amica. Eravamo sole in macchina e improvvisamente entrambe avemmo la sensazione che qualcuno fosse seduto sui sedili posteriori. Io non dissi nulla fino a quando non divenne insopportabile. Ricordo ancora il nostro dialogo, il nostro nervosismo. - Se ti dico una cosa, giuri che non mi prendi per pazza?- Dimmi pure - E come se avessi la sensazione che qualcuno si sia seduto dietro di noi!- Non possibileallora anche tu! Io lo sento da primacredevo di essermi suggestionata!E ora ho paura. La paura aument finch non arrivammo a casa mia. Sapevamo entrambe che qualsiasi cosa fosse non si trattava affatto di niente di positivo. Per anche qui, dimenticammo presto laccaduto. In fondo quella sera la mia amica aveva avuto una brutta delusione damore in un momento in di forte depressione perch sua madre era mancata da poco. Ed io ero preoccupata perch durante la strada del ritorno lei si era fermata improvvisamente in una piazzola di sosta cacciando un urlo cos forte da forarmi i timpani. Non potevo nemmeno guidare io perch non avevo ancora la patente. Decisamente non era stata una serata allegra e spensierata per cui catalogai la cosa come un banale episodio di suggestione di coppia ( che ovviamente non esiste, me lo ero inventato pur di non indagare) e pensai ad altro. Per due anni, se non tre. Per ora cera il mio ragazzo che mi parlava di alieni, che vengono davvero a rapire le persone, non ti sto prendendo in giro, lo fanno perch vogliono la loro anima. Aveva unottima capacit di sintesi, che pens bene di sfruttare al meglio per raccontarmi tutto in un paio di ore. La prima reazione avrebbe dovuto essere di farmi una bella risata vista la mia natura alquanto scettica. Invece non solo lessi tutto dun fiato Alieni o Demoni, ma accettai di andare con lui alla conferenza di Malanga che, casualmente o opportunamente, ci sarebbe stata poco tempo dopo. La notte dopo la conferenza, nel giugno del 2007, improvvisamente mi svegliai e per un istante rimasi completamente calma, finch non sentii di dovermi alzare immediatamente perch mi stava accadendo qualcosa di orribile. Non me lo scorder mai: saltai dal letto con unagilit che di certo non mi appartiene e non si mai pi verificata se non nelle rare, disperate notti in cui mi svegliavo e cercavo di scacciare lennesimo invasore dalla mia camera, dal mio letto, dai miei sogni violati. Cacciai un urlo lunghissimo con una voce che non riconoscevo, cos roca disperataterrorizzata. Nel terrore vidi unombra nera che si avvicinava alla finestra e mi parve che lattraversasse, o attraversasse il muro adiacente, fatto curioso dato che ero al buio. O in pochi secondi avevo sviluppato una potenza vocalica da tenore unita alla capacit di vedere al buio come i felini, o qualcosa non andava. Ci che rese lepisodio ancora pi scioccante fu che io e il mio ragazzo urlammo simultaneamente senza un vero perch. Lui non urlava dallo spavento perch lo avevo fatto io o viceversa, urlammo proprio nello stesso istante. Accesi immediatamente la luce con il polpaccio dolorante perch nel mio salto avevo urtato contro la porta e mi usciva del sangue, ci guardammo spaventati ma non cera nessuno oltre noi l. Cercammo di capire cosa fosse successo senza alcuna conclusione, tranne che anche lui aveva visto lombra nera sparire proprio nello stesso punto. Inoltre
sosteneva di aver preso a calci qualcosa nel buio, in effetti quando avevo acceso la luce stava ancora urlando e scalciando nel letto. Dopo un po riuscimmo a calmarci e tornammo a dormire, come se niente fosse. Nonostante la conferenza di poche ore prima, nonostante lombra nera, nonostante quella voce dentro di me che diceva devi fare qualcosa che diamine o un giorno ti passeranno sopra con un trattore e tu non te ne accorgerai nemmeno. Ma quando non si vuole vedere, non c niente da fare. Lombra poteva essere unimpressione, omettendo il fatto strano che entrambi lavevamo vista nello stesso punto. Lurlo solo un brutto sogno, come due bambini. E incredibile la quantit di spiegazioni razionali che si possono trovare quando non si vuol vedere che qualcosa sfugge al nostro senso della realt, le innumerevoli scuse in cui gli addotti inconsapevoli incanalano la propria creativit per costruire complicati castelli di sabbia e convincersi che tutto a posto, che non vero niente o se lo non ci riguarda. In quanto a me, rimasi nellillusione per un anno allincirca, per dopo quella notte cominciai a fare SIMBAD. Sembrava tutto a posto anche l nonostante accadessero sempre cose strane mentre cercavo di comunicare con la mia anima, la mia mente ed il mio spirito. Avevo proprio una testa dura, durissima. La cosa che ricordo maggiormente di quel periodo, fu la scoperta di Anima attraverso il SIMBAD. Trovarsi faccia a faccia con se stessi sembra quasi un gioco allinizio, un teatrino banale con tre personaggi che parlottano tra loro. Mentre il SIMBAD molto, molto di pi. Senza di quello non mi sarei mai liberata. Quando sentii e vidi per la prima volta Anima mi sentii subito lei. Scontrosa, dura, poco incline a scendere a compromessi, incorruttibile riguardo alle ingiustizie. Ma anche dolce quando meno me lo aspettavo, capace di meravigliarsi per una sciocchezza, come una bambina semplicemente felice di essere viva. Cos era la mia Anima la prima volta che la vidi nel SIMBAD, viva nel mio petto come un fuoco in mezzo alla neve. Spirito era una figurina insignificante, non diceva mai nulla di importante e cercava di mettere daccordo Anima con Mente che piagnucolava per ogni piccolezza, mentre Anima la insultava. Di solito questo tentativo diplomatico da parte sua durava un paio di minuti, dopodich esponeva la bandiera bianca e se ne disinteressava placidamente. Decisamente, non era una bella situazione la mia. Quello fu il mio punto di partenza, un punto morto. Tempo dopo mandai il mio TAV a Corrado e risult negativo. Tirai un sospiro di sollievo, non sapevo che cera un margine di errore nel TAV , una piccola percentuale che inconsciamente non risponde correttamente alle domande falsificandone cos il reale esito. Se gi i miei occhi socchiusi stentavano ad aprirsi per i vari parassiti che albergavano dentro di me fu unottima occasione per tentare di richiudermeli definitivamente. Solo che non ci volevo stare. Una notte dopo aver parlato a lungo con un addotto mi sentii strana, ero inquieta e avevo un forte mal di testa misto a un senso di spossatezza che non mi spiegavo. La mattina dopo mi svegliai e vidi che avevo un capillare rotto nellocchio sinistro, una cosa banale che mi era capitata anche altre volte. Non cera motivo di preoccuparsene n di preoccuparsi di tutto il resto: il sole sorgeva ogni mattina, io non ero addotta e la vita continuava ad andare avanti normalmente. Ma linquietudine si era impossessata di me da quella notte, e non riuscivo a liberarmene. Andai avanti cos qualche giorno finch non andai a trovare il mio ragazzo e gli dissi come mi sentivo. Lui si offr di aiutarmi a fare un SIMBAD e scoprii che cera davvero qualcosa che non andava. Vidi Spirito appoggiato ad una delle pareti della stanza che si copriva gli occhi con le mani. Quando gli chiesi cosa non andasse mi rispose che aveva fatto un grande errore, indagai finch non vidi una specie di testa luminosa che capii subito essere il lux. Non ci pensai su a lungo, lo cacciai, con uno sforzo enorme perch era la prima
volta che mi trovavo in quella situazione. Fu una specie di autoesorcismo perch non vedevo pi anima, n la stanza del SIMBAD, ma ero decisa a buttare fuori quel bastardo e alla fine ci riuscii. Quando, con gli occhi chiusi, mi apparve limmagine di una croce fatta di luce con una specie di testa stilizzata davanti che si allontanava rapidamente capii che lavevo cacciato. Qualcuno potrebbe dire che sono una pazza con le allucinazioni, ma fatto strano associai mentalmente limmagine della croce a quella di una specie di fantasmino luminoso, e allepoca non sapevo ancora quanto questo tipo di parassita fosse legato alla religiosit e apparisse in questa forma pi o meno a tutti gli addotti. Quindi o soffrivo di una malattia sconosciuta di cui soffrivano altre centinaia di persone, oppure Malanga ci aveva visto giusto, e anche io. Ma nemmeno questo bast a farmi capire quanto fossi nel problema, fino a che punto ero soggiogata! Forse nel disperato tentativo di capire qualcosa, o forse per caso, da quel momento in poi per un paio di volte mi capit di cadere in una specie di trance in cui parlavo con una voce bassissima e flebile, proprio come la parte animica nelle ipnosi degli addotti, sempre in presenza del mio ragazzo che mi faceva delle domande e mi incitava a parlare. La mia Anima aveva evidentemente bisogno di comunicare a qualcuno chi fosse lei realmente, chi fossi io, dato che a livello conscio io stessa non riuscivo a comprenderlo. Non lo facevo apposta di questo ne sono sicura, anzi fu la prima cosa che mi chiesi. Mi chiesi ovviamente se non ero una strana pazza paranoica che voleva mettersi al centro dellattenzione sproloquiando a voce bassissima di come era fatto luniverso e di vite passate , ma la verit che io non avevo un reale controllo su tutto ci. Quando accadeva sentivo solo di dovermi sdraiare e uno strano sonno che mi prendeva ma non fino al punto di addormentarmi. Ma soprattutto scoprii in seguito che in quello stato dicevo esattamente le stesse cose che dicevano le parti animiche nelle ipnosi di Corrado, di cui avevo ascoltato si e no cinque minuti e solo di quando usciva fuori la personalit dellalieno, non quella di anima. Quellestate sentii di dovermi isolare dal mondo, volevo andare il pi lontano possibile ma soprattutto sentire un po di silenzio, vedere meno gente possibile convinta che cos avrei potuto capire di pi di ci che mi stava succedendo. Inoltre, qualcosa di nuovo aveva cominciato ad affacciarsi nei miei sogni. Durante la notte mi capitava spesso di sognare un bambino vissuto nei primi anni del 900, un bambino autistico che si rifiutava di parlare e comunicava con i suoi disegni, fatti di solito sui muri della sua camera. Disegnava serpenti, alti uomini dai capelli chiari, scenari fantastici, con un talento incredibile. Allinizio pensai si trattasse solo di sogni. Decisa ad isolarmi il pi possibile, passai pi di un mese con il mio ex ragazzo in un paesino sperduto di montagna, dove lui andava sin da piccolo a passare le vacanze. Era una vita molto diversa da quella che ero abituata a fare in citt. A parte la corrente elettrica, non avevamo niente. La serenit che caratterizz quel mese, che io ancora considero uno dei pi belli della mia vita, mi ha convinta che per essere felici basta davvero poco e soprattutto, c molto meno bisogno di tutte quelle cose che crediamo indispensabili per vivere bene di quanto noi stessi non pensiamo. Fu in quella pace che io cominciai a capire davvero qualcosa di pi di me stessa, nonostante gli unici divertimenti fossero la lettura, qualche partita a carte e le passeggiate nei boschi silenziosi. I disegni del mio bambino francese si moltiplicavano. In momenti di distrazione disegnavo donne con occhi da gatto e i capelli rossi, un bambino dentro un cilindro, scrivevo intere pagine di diario in perfetto francese. Il bambino parlava attraverso di me, o meglio la mia parte animica aveva evidentemente stabilito una connessione preferenziale tra me e quel contenitore, che poi credo sia il precedente a quello attuale. Penso che non ci sia nulla di speciale in tutto ci: allepoca lo trovavo strano, oggi normale. La mia anima stava
semplicemente cercando di farmi capire qualcosa. Tra disegni, pagine di diario e un paio di episodi di trances spontanee riuscii a ricostruire sommariamente la storia di questo bambino. Era nato nei primi anni del 900 da una famiglia francese piuttosto benestante e si chiamava Michel. A circa 8 anni aveva capito che quei signori che venivano a prenderlo di notte e che lui chiamava mamma e pap delle stelle non erano poi cos buoni come credeva. Da l era diventato quasi autistico: non parlava pi, disegnava solamente e per questo era costantemente in cura. Lo credevano pazzo. Lincontro con una dottoressa giovane, forse una delle prime donne che avevano accesso alle professioni mediche, gli aveva cambiato la vita. Lei gli aveva creduto e a poco a poco era riuscita a farlo uscire dal suo stato di isolamento, tornando a parlare. Ancora molto giovane, verso i 20 anni, era riuscito a liberarsi forse spontaneamente e con laiuto della dottoressa che cercava ancora di capire cose gli fosse successo veramente. Questo fu ci che riuscii a ricostruire di quel mio vecchio contenitore, o vita precedente se vogliamo. Il problema era che continuavo ad essere fermamente convinta di essere libera, il fatto che il ragazzo francese si fosse alla fine liberato era per me una garanzia. In realt questo era frutto di una mia lettura errata dei dati, ma soprattutto cera lo zampino dei vari parassiti: ormai ero vicina alla verit e lunica possibilit era confondermi le idee. Ovviamente la mia mente pragmatica non ci voleva stare a tutto questo gioco. Pi andavo avanti pi mi sentivo attratta verso una verit che sentivo mia, ma che allo stesso tempo mi sembrava cos surreale da indurmi a domandarmi se non stavo sognando, se non ero una strana paranoica che per sfuggire ai problemi della vita quotidiana si rifugiava in strane visioni di alieni con tanto di vite passate. Ne avevo letto sul libro di Corrado: sindrome da falsa abduction. In questo caso, ingenuamente, sarebbe stata una sindrome da falsa abduction terminata. Purtroppo per me nessuna di queste di ipotesi corrispondeva al mio caso. Ma tanta era la voglia di sfuggire allamara realt che la mia mente era in grado di fare dei giri molto complessi di cui ancora oggi mi stupisco. Come diavolo abbia fatto ad ignorare tutti i segnali per cos tanto tempo resta per me un mistero. Quando tornai a casa qualcosa era cambiato drasticamente nella mia vita e sapevo che non sarei mai pi tornata indietro, neanche se lo avessi voluto. Si era spezzata una corda sottile che teneva legati insieme tanti mattoni, appoggiati casualmente uno sullaltro per formare il mio piccolo rifugio di menzogne in cui mi ero nascosta per ben 22 anni di vita. Ora i mattoni crollavano uno ad uno lentamente, senza rumore e senza freni. Ci misero altri 11 mesi prima di cadere definitivamente. Verso la fine di settembre parlai per la prima volta con Corrado Malanga durante una conferenza, ma ero cos timida e impacciata che non riuscii a raccontargli nulla fino a un mese dopo, quando ci incontrammo a Pisa. Tentando di tenere a bada il nervosismo gli raccontai dei miei simbad, del bambino, gli feci leggere i miei quaderni scritti in francese. Alla fine dellincontro ero stremata e imbarazzata, mi sentivo decisamente stupida e aspettavo il momento in cui Corrado mi avrebbe detto di rivolgermi ad uno psicologo o di andarmi a fare una bella vacanza in qualche posto esotico. Invece non disse nulla di tutto ci. Ascolt con grande seriet il mio racconto, si mostr molto interessato al discorso del ragazzo francese e non diede segno nemmeno per un attimo di non credere alle mie parole. Conclusi che quel signore cos simpatico e vagamente paterno o mi credeva davvero oppure era un attore da oscar. Alla fine mi disse che dovevo stare tranquilla, che non ero pazza ma al contrario mi stavo affacciando a capire delle cose che mi avrebbero sicuramente aiutato a stare meglio. Non che avessi grandi problemi, anzi. Non mi ritrovavo apparentemente in nessuno di quei racconti tremendi delle vite degli addotti, solitamente dilaniate e rovinate irrimediabilmente dallintervento alieno su di loro e sulle persone che li circondano. Avevo avuto uninfanzia
non facile vero, ma tutto sommato mi era andata bene. Non capivo allora che questa mia visione delle cose era dovuta alla mia voglia di vivere e soprattutto alla mia forza danimo pi che alla verit dei fatti. Il fatto che nemmeno Corrado pensasse inizialmente che ero addotta mi aveva dato un motivo in pi per sentirmi sicura. La verit era che i parassiti erano cos ben nascosti e agivano in modo cos sottile da ingannarci tutti per bene. Inoltre, io non raccontavo molto di me stessa nelle mail che mandavo inizialmente al professore, per via della mia natura riservata e perch sapevo che era cos pieno di addotti da non poter perdere tempo dietro ad una ragazza che non aveva di quei problemi. Volevo aiutare gli altri l per l, anche se Corrado mi aveva spiegato che era inutile poich dovevano essere gli addotti a cercare aiuto spontaneamente e non il contrario. La mia testardaggine non conosceva limiti perci feci ugualmente come mi pareva. Capii pian piano e a mie spese che era fatica sprecata inoltre non ero proprio nella condizione di poter aiutare nessuno, dato che io stessa ci ero dentro. Il fatto di non saperlo non andava certo a mio vantaggio. In quei mesi posso dire di aver minuziosamente lavorato per distruggere definitivamente autostima e rispetto di me stessa. Feci errori su errori, puntuale come unorologio svizzero non appena risolvevo un piccolo problema se ne presentava ( o me ne andavo a creare) uno pi grande e non capivo assolutamente nulla. Il mio ragazzo si stava allontanando da me, avevamo sempre meno cose da dirci e litigavamo in continuazione. Inoltre sembrava infastidito dal fatto che mi sentissi con Corrado e che volessi tornare a trovarlo per fargli sentire le registrazioni delle mie regressioni spontanee. Era strano. Prima mi aveva spinto ad indagare e adesso mi voltava le spalle. In quel periodo ero completamente succube della sua influenza, si poneva nei miei confronti come una specie di guru spirituale e io scoppiavo a piangere appena succedeva qualcosa che ci portava a litigare. Non lo faceva apposta, eravamo semplicemente due addotti che si rendevano la vita impossibile a vicenda, come tutti. Inoltre avevo iniziato una storia clandestina, la pi sbagliata che potessi trovare , con un altro uomo molto pi vecchio di me e dulcis in fundo avevo conosciuto quello che sarebbe poi diventato il mio ragazzo molto pi tardi. Tutto ci ovviamente non faceva che alimentare sensi di colpa latenti, agivo senza una volont reale, facevo le cose perch cos andavano fatte, senza chiedermi perch. Inoltre, il mio ragazzo di allora voleva convincermi a lasciare gli studi di recitazione, cambiare vita e andarmene con lui in qualche posto sperduto a fare non so cosa, lontano da questa societ di merda diceva lui. Ma soprattutto lontana dalla mia vita e dai miei sogni. Ovviamente qualcosa dentro di me si opponeva con ferocia, ma ero pesantemente influenzata dal lux e dai dubbi cos il risultato era che accusavo me stessa di non essere abbastanza coraggiosa da abbandonare tutto per amore ed ero disposta a chiedere scusa anche per cose che non stavano n in cielo n in terra. Quando litigavamo, quando volevo andare a vedere uno spettacolo e dovevo lottare, anche quando dovevo mandare una mail a Corrado o scrivere sul vecchio forum di Sentistoria alla fine mi sentivo colpevole, scoppiavo in lacrime e chiedevo scusa, a testa bassa. In vita mia non mi ero mai sentita cos fragile, vulnerabile e persa. A poco a poco mi resi conto che qualcosa ancora non andava, non potevo pi nascondermi dietro i postumi di unadduzione terminata. Se davvero ero unex addotta, perch ancora avevo continui problemi? Perch ogni cosa mi faceva soffrire e soprattutto non riuscivo a distaccarmi da certi argomenti? Non mi erano mai interessati gli alieni. Non aveva senso interessamene ora, eppure non potevo farne a meno. Mano a mano che il tempo passava le mie mail a Corrado diventavano sempre pi angosciose, i sogni disturbati. Una notte addirittura mi svegliai di colpo, completamente paralizzata. Qualcosa saltava sul mio letto bloccandomi i piedi, e con unenorme sforzo riuscii a muovermi. Non dormii per parecchie ore, chiedendomiperch? Perch succede ancora tutto questo? Facevo il
simbad e Anima mi parlava sempre con una voce che nulla aveva a che fare con la sua mia- personalit iniziale. Era diventata sdolcinata, melliflua, troppo arrendevole per i miei gusti. Qualcosa non andava in quellentit melensa e lamentosa. Non era unanima, ma una gatta morta. La gatta morta inizi a farmi sentire la sua voce anche durante il giorno, molto spesso, una voce nella testa che io attribuii per molto tempo alla mia Anima. Se inizi a fare una ricerca e vuoi davvero vedere come stanno le cose, non esiste lux, ringhio o uomo primo che possa impedirtelo. Possono ingannarti per un po, ma se davvero si alla ricerca della verit prima o poi i pezzi del puzzle cominciano a venir fuori tutti insieme e a trovare il giusto incastro. Ed esattamente ci che accadde, nel mio caso fu il corso degli eventi a decidere per me. In realt era tutto studiato, tutto organizzato a puntino affinch io potessi sentirmi ancor pi insulsa di come mi sentissi. Perch quella storia che era iniziata come un gioco, stava diventando scomoda per me. Di colpo mi sentivo tremendamente in colpa verso il mio ragazzo a cui mentivo costantemente con una leggerezza che di certo non mi apparteneva. Il mese di maggio fu il pi duro. Mi croll in un attimo tutto addosso, non sapevo come affrontare la situazione, mi sentivo solo unoca cretina un tantino facile. Scoprii la presenza di ringhio dopo un mese di sofferenze fisiche e di tendenza allanoressia, durante SIMBAD. Poi fu la volta del lux. Quando infine comparve la mia MAA di rettile durante lennesimo SIMBAD fu chiaro che non avevo fatto che mentire a me stessa per tutto quel tempo. Era agosto e stavo per partire per Parigi per una settimana, la mia citt preferita, ma non riuscivo a smettere di piangere. Chiamai Corrado in lacrime, insultandomi continuamente, sentendomi sconfitta e delusa da me stessa, totalmente priva di forze. Lui lasci che piangessi tutte le mie insicurezze, poi mi disse che il fatto di essere riuscita ad alzare il telefono era gi segno di coraggio. Mi disse di approfittare di quei giorni di riposo per riflettere e calmarmi, che ora che li avevo scoperti avevo fatto il passo pi difficile, il pi duro e ormai il cammino era tutto in discesa. Povero Corrado. Lui si era reso conto da tempo della mia reale situazione, ma non mi aveva mai detto nulla perch sapeva bene che dovevo arrivarci da sola. Oltretutto dovette tranquillizzarmi perch stavo per partire, ben sapendo che in quella situazione un viaggio a Parigi era proprio lultima cosa che mi ci voleva. Parigi una citt molto attiva nel campo delle abduction, e molti miei ricordi di prelevamenti sono proprio in territorio francese. Per ovviamente non poteva dirmi bene bimba, domani partirai e loro saranno l ad accoglierti a braccia aperte. Non sarei mai salita sullaereo. Capire di essere addotti effettivamente il passo pi difficile, il primo e pi importante che una persona in quella situazione deve avere la forza di fare. Solo un addotto pu capire cosa si prova: ci si sente immediatamente soli, persi e stupidi, cos stupidi! La parola pi giusta beffati, beffati da se stessi. E poi la vergognala vergona di essere addotti un miscuglio di sentimenti autolesionisti che inizialmente ti distrugge. E per questo, credo, che se si dice ad un addotto inconsapevole che nei guai reagisce con rabbia e si mette subito sulla difensiva. In realt sa benissimo come stanno le cose, ma dirlo ad alta voce significa ammettere che di sua spontanea volont va a fare da cavia a unorda di creature che di umano non hanno nulla. E una cosa frustrante da ammettere, per questo c chi non lo ammette mai davvero con se stesso e preferisce vivere nellillusione. Inizialmente si sta molto male, ma poi il dolore passa e a quel punto ci sono due strade da percorrere: si pu scegliere di restare cos, o di iniziare a lottare.E facile voltare le spalle a tutto e andare avanti come se niente fosse. Nessuno ci chieder spiegazioni n ci potr criticare, perch per il resto del mondo gli alieni non esistono. Pi difficile dire basta, io la mia vita me la riprendo, anche a costo di strapparmi di dosso tutto quello che fino ad ora era stato importante per me. Per quanto assurdo possa sembrare agli occhi di chi libero o chi non ha passato questa fase, molto difficile allinizio rinunciare a loro perch in un certo senso
li si sente parte di noi per il solo motivo che non abbiamo mai vissuto senza di loro. Oggi che riesco a guardarmi allo specchio senza ombre, posso dire che la via pi difficile anche quella pi giusta. Ma allora era tutta unaltra storia. Mi vergognavo anche solo a telefonare a Corrado e farmi sentire triste, chiedergli aiuto, perch volevo fare tutto da sola. Da un lato perch sono cos per mia natura, e poi perch avevo sempre criticato gli addotti definendoli dei codardi e incitandoli a liberarsi, in altre parole avevo sempre predicato bene e razzolato male. Ed infine lo ammetto, ero molto orgogliosa, un difetto su cui ancora oggi cerco di lavorare. La prima lezione sullorgoglio me la diede proprio Corrado.Gli dissi quanto mi sentivo scema a piangere con uno che conoscevo appena e che poteva essermi padre, e che non avrei dovuto chiedere aiuto a lui ma farcela da sola. Lui rispose che il mio discorso era totalmente privo di senso, che normale aver bisogno degli altri e forse un giorno sarebbe stato lui ad aver bisogno del mio aiuto. Vista cos, non lavevo mai considerata. Ingoiai i singhiozzi e mi preparai a lottare. Aspetto ancora quella richiesta daiuto, semmai a lui servisse. Io ci sar quando e se arriver, perch in quel primo difficilissimo passo se non ci fosse stata la pazienza di questa persona che molti giudicano un ciarlatano io sarei ancora ad accendere i ceri a san lux. E non un gran bello spettacolo. RINGHIO, IL PRIMO OSTACOLO Come ho gi accennato, ringhio fu il primo intruso a palesarsi.Allora non avevo capito fino a che punto ci stessi dentro, e continuai a non capirlo perch in fondo ringhio e lux sono parassiti che spesso e volentieri si attaccano anche a persone non addotte. In teoria, poteva essere quello il mio caso. Fu tutto molto veloce, e non ebbi il tempo di razionalizzare alcunch: da un giorno allaltro precipitai in uno stato di depressione senza precedenti. Nemmeno quando avevo perso mia nonna, una persona per me importantissima con cui avevo un rapporto profondo e viscerale, o quando avevo dovuto affrontare da sola la lunga e lenta separazione dei miei genitori, in quanto figlia unica, mai e poi mai ero stata cos. Cera stata la mia crisi di pianto quando mi avevano impedito di salutare mia nonna prima di chiudere la sua bara, avevo dato di matto e urlato per un pomeriggio intero. Cera stata la mia presunta fuga di casa quando invece mi ero nascosta dentro larmadio dicendo che volevo scomparire, quando mio padre aveva mancato ad un nostro appuntamento. Ma mai cera stata quel senso di totale sconfitta tutto insieme. Quella notte ero con il mio amante clandestino. Se ci penso oggi, mi viene da ridere, ma allora cera ben poco da divertirsi. Mentre ero con lui ricordo listante esatto in cui qualcosa si spezz irrimediabilmente: eravamo abbracciati, e io sentii un dolore lancinante al plesso solare misto ad unimprovvisa voglia di piangere e di urlare. Fuggi in fretta da casa sua senza capire nulla, e ancora oggi non so se quellepisodio abbia significato realmente qualcosa, fattosta che lindomani cambi tutto. Per prima cosa, mi sentivo tremendamente stanca e debole, la mattina riuscivo a malapena ad alzarmi dal letto. Mi guardavo intorno come se non vedessi nulla, riuscivo a nascondere il mio dolore con una estrema freddezza e mi rifiutavo di mangiare, cosa strana dato che ho sempre avuto un rapporto piuttosto equilibrato col cibo. In poco tempo persi parecchi chili, al punto che guardandomi allo specchio riuscivo a contarmi le costole e i pantaloni mi andavano tutti larghi di almeno due taglie. Non potevo dormire. Mi giravo e rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno, pregavo la mia anima di farmi addormentare e guardavo il soffitto mentre lacrime involontarie mi uscivano silenziose dagli occhi. In questo stato rimasi per circa un mese. Mi decisi a far luce su questo, con le poche forze che avevo, quando mi accorsi che mi stavo avvicinando sempre di pi allanoressia.La sola vista del cibo mi provocava un
rigurgito e non riuscivo a ingoiare nemmeno un chicco di riso, finch non mi venne in mente mia cugina pi grande, una ragazza bellissima ossessionata dal suo peso e la sua adolescenza passata da uno psicologo allaltro senza che nessuno riuscisse a guarirla dalla bulimia. Decisi che non era il caso di ridurmi in quello stato e mi imposi di mangiare, riuscendoci a poco a poco. In quel caso la mia cocciutaggine mi fu molto utile, inoltre capii come si dovevano sentire le persone che rifiutano il cibo e mi accorsi che meno mangiavo e meno avevo appetito e viceversa. Risolto questo problema avevo riacquistato un po di forze e riuscivo bene o male ad alzarmi dal letto la mattina, cos feci un simbad per capire cosa diavolo stessero combinando le mie parti. L trovai ringhio in tutta la sua cattiveria. Non lo cacciai subito perch avevo paura e anima sembrava non riuscire a catturarlo, le sfuggiva dalle mani come una gelatina nera e viscida. Poco dopo, credo un paio di giorni, mentre ero sdraiata sul letto decisi che volevo vedere ringhio non come appariva nelle adduzioni col suo corpo fittizio, ma per come era realmente. Fu unesperienza davvero terrificante, che dur pochi istanti ma per poco non andai fuori di testa. Mi ricordai troppo tardi che lui proveniva da unaltra dimensione e cercando di coglierne lessenza mi sentii trascinata in un luogo oscuro e opprimente dove era tutto piatto come nei cartoni animati e regnava un fetore di cadavere in decomposizione. Nello schifo pi totale si materializz il volto di un essere che non riuscirei a definire, una specie di mostro con la bocca bavosa tutto nero e lucido, non so come ho fatto a non vomitare. Poi qualcosa torn in me e mi ritrovai nella stanza del simbad con questa ombra nera che vagava, finch la mia parte animica evidentemente satura decise che era ora di farla finita con quel teatrino e mand ringhio allaltro mondo. L per l non avevo capito bene cosa fosse successo, pensavo fosse tutto frutto della mia immaginazione ma dovetti ricredermi quando iniziai a stare meglio. Unaltra cosa che mi capitava sotto leffetto di ringhio era sentire delle strane fitte alladdome che andavano dallalto verso il basso, proprio come se ci fosse qualcosa che mi camminava dentro. E assurdo e me ne rendo conto, ma a parlare furono i fatti, e dopo quella specie di simbad istantaneo i problemi che avevo sparirono. Raccontai tutto a Corrado che non mostr la minima sorpresa, e mi conferm che spesso la parte animica eliminava in pochi secondi lo scocciatore di turno quando ne aveva preso coscienza. Togliere ringhio fu certamente un buon passo avanti, e la conferma della sua effettiva eliminazione mi giunse attraverso le ancore e i ricordi dei rapimenti successivi dove da nessuna parte compariva lui. Avevo fatto un favore a me stessa ma purtroppo anche al lux, che trovandosi finalmente senza il suo scomodo coinquilino fece festa a tutto spiano.Lui fu il secondo ostacolo che trovai e dovetti eliminarlo altre due volte per liberamente definitivamente. La seconda volta che me ne liberai, dopo lepisodio dellesorcismo casereccio che avevo fatto lestate prima fu solo un tentativo. Lultima e definitiva, avvenne solo dopo parecchi mesi e un lungo e doloroso lavoro su me stessa. IL LUX E IL SENSO DI COLPA La prima cosa che posso dire di questessere, che tremendamente infido. Non trovo altra parola per discriverlo al meglio. Ora che me lo sono lasciato alle spalle da molto tempo i suoi metodi mi sembrano chiarissimi e ripetitivi (una caratteristica questultima comune a tutti gli alieni) e non mi fa pi alcuna paura, data la sua banalit. Ma allora era tutta unaltra storia. Innanzitutto, a livello generale, ora mi accorgo di quanto tutta la cultura odierna, i modi di fare e di concepire la vita e i rapporti umani siano profondamente permeati della mentalit di questessere, al punto tale che chi libero appare quasi come un mostro o uninsensibile agli occhi della maggior parte della gente. Quando mi resi conto di essere, per la terza volta, parassitata dal lux mi sentii la persona pi idiota del mondo.
Ero sprofondata in un baratro: se per la terza volta questo coso era riuscito a rientrare allora significava solo che ero condannata a tenermelo a vita. Il fatto che Corrado, tra le righe, mi dicesse che era rientrato perch io lavevo voluto l per l non mi aiutava affatto. Mi sentivo ancora peggio. Tuttavia, oltre a dirmi questo, mi disse anche che non ero affatto condannata a nulla e che ora, senza fretta, dovevo solo iniziare a cercare le ragioni per cui questo accadeva. Di nuovo lo stesso errore, come i bambini piccoli che iniziano a dormire senza pannolino e la notte bagnano il letto nonostante si ripromettano di non farlo. Umiliata e sporca. And avanti cos per un po, e la mia vacanza a Parigi mi diede il colpo di grazia. Il primo giorno improvvisamente sentii un desiderio irrefrenabile di uscire a fare delle fotografie, da sola. Cos senza pensarci un attimo passai una buona mezzora fuori a fare foto, specialmente ad una finestra che dava su un marciapiede tipo seminterrato. La fotografai tre o quattro volte, un gesto totalmente privo di senso. Poi tornai a casa e mi dovetti sedere perch non mi reggevo in piedi. Parlando con mio cugino che era l con me, non riuscivo a cogliere bene il senso delle sue parole, mi sembrava che i suoni non fossero sincronizzati col movimento delle labbra, avevo freddo e caldo insieme e un gran mal di testa. Rispondevo alle domande e partecipavo alle conversazioni come se niente fosse ma mi sentivo da unaltra parte. La notte feci uno strano sogno, che mi riport nella stessa strada del giorno prima, sullo stesso ponte che avevo attraversato ma con laggiunta di una grossa palla luminosa che si allontanava dal fiume a tutta velocit. Non ci voleva un genio per capire che mi avevano preso e il mio inconscio stava cercando di farmi ricordare tutto. Provai con le ancore ma non ci riuscii, ero ancora troppo spaventata. Riuscii a mettermi in contatto con Corrado che gentilmente rispose sempre alle mie mail nonostante fosse agosto inoltrato e non mostr alcuna sorpresa quando gli dissi che appena arrivata sulle rive della Senna mi avevano fatto la festa. Sembrava se lo aspettasse. Passai una delle vacanze pi schifose della mia vita, tornai a Roma pi incazzata che mai e decisa a farla finita subito con questa storia. Non solo il mio viaggio nella citt che amo di pi al mondo era stato rovinato da unabduction e altri problemi di convivenza con le altre persone in casa con me, tutti miei familiari, ma non avevo neppure avuto la tranquillit di fare le ricerche che volevo. Ero partita infatti con lintento di fare delle ricerche circa lesistenza del mio bambino francese, andando in biblioteche e cercando di recuperare vecchi archivi anagrafici. Conoscendo abbastanza bene il francese, con un po di fortuna potevo trovare qualcosa. Invece anche questo era andato in fumo. Nello pieno dello sconforto per qualcosa di positivo era accaduto: non ero riuscita ad evitare un rapimento ma almeno me lo ero in parte ricordato. Iniziai cos a fare seriamente le ancore appena tornata a casa. Dopo tentativi andati a vuoto riuscii a ricordare labduction parigina e posso affermare che non auguro a nessuno una cosa cos. Tutto quello che potevano farmi in 45 minuti lo avevano fatto. Prelievi, una gastroscopia, mi avevano attaccato ad una macchina per fare una specie di lavaggio del sangue, una cosa che se ci penso oggi dico questi sono i veri psicopatici delluniverso altro che gli esseri umani rinchiusi nei reparti di psichiatria. Nel luogo sotterraneo in cui due militari mi avevano portato cera una quantit di bestiame da fare invidia al migliore dei circhi, in pi militari di varie razze e aiutanti minori come i testa-cuore che vidi solo in quella occasione, un clamoroso bordello. Il marciume della situazione richiede un linguaggio adeguato. La cosa divertente fu scoprire che la finestra che mi ero fissata a fotografare era il posto da cui, nel ricordo, spuntarono i militari. Quelle fotografie, stranamente, non sono mai riuscita a vederle pi di una volta poich i file si erano misteriosamente danneggiati e nessuno mai pi riuscito ad aprirli. Finalmente ero riuscita a ricordare qualcosa, finalmente mi ero sbloccata nonostante durante le ancore sentissi forte linterferenza del lux che cercava di spaventarmi con
diverse minacce di cui ora come ora non ricordo la natura esatta. La cosa che mi spavent di pi accadde poco tempo dopo. Corrado mi aveva spiegato che a tutti gli addotti, chi pi e chi meno, accadeva una cosa che lui associava alla sindrome di Stoccolma delle persone rapite. La persona vede nel suo rapitore una specie di salvatore perch senza di lui nella reclusione non pu sopravvivere e anche una volta libero non vuole separarsene. Questo accade anche agli addotti con i diversi parassiti o la loro MAA. A me sembrava una cosa contro natura, non era possibile che io mi odiassi al punto da non volermi separare dal mio aguzzino numero uno. La risposta arriv chiara e forte durante un SIMBAD. Mentre incalzavo anima, chiedendo perch, perch non lo eliminasse perch dovevo soffrire, mente e spirito erano scoppiati in singhiozzi. Io ero scoppiata a piangere e tra le lacrime ripetevo che loro erano stati sempre con me da quando ero nata, loro erano me, non potevo mandarli via erano troppo parte di me. Era proprio cos allora. Tutto come da copione. Mi sembrava di leggere una mia caricatura quando prendevo in mano i testi di Corrado. Chiss forse per questo che gli addotti a volte reagiscono cos male leggendoli. Una volta scoperto ci la rabbia e il rancore verso me stessa aumentarono a dismisura, era inutile, non riuscivo ancora a rivolgere la rabbia verso chi avrei dovuto e non verso me stessa. Quando si pesantemente luxati ho notato sempre due atteggiamenti preponderanti, che possono acuirsi quando ci si sta per liberare proprio perch il parassita esercita una pressione maggiore nel tentativo di non farsi eliminare. Il lux fa diventare tremendamente vittimisti oppure pu scatenare manie di potenza non indifferenti, in cui laffermazione di se stessi attraverso il consenso degli altri indispensabile per il proprio equilibrio, proprio perch in realt ci si fa schifo da soli. Dato che mi sono sempre rifiutata di fare la vittima, iniziai a protendere per il secondo atteggiamento anche questo molto lontano dalla vera me stessa e di conseguenza non riuscivo a guardarmi allo specchio senza sentirmi strana. Inoltre iniziai a vedere alieni ovunque, in qualsiasi piccola cosa che mi andava storta nella giornata, senza rendermi conto che anche questa era una forma di vittimismo, seppur pi sottile. Una volta ricordo che chiamai Corrado in preda al panico per una banalit assurda accadutami al lavoro che mi era sembrata enorme, e lui mi parl di sudditanza da lux. Us proprio questa parola, sudditanza. Era davvero umiliante se si pensa al significato profondo che ha questa parola. Lui non intendeva offendermi e io non mi sentii offesa da lui, ma ancora una volta da me stessa. Su qualcuno doveva ricadere la colpa, una colpa doveva esistere, e non volendola attribuire a nessuno la facevo ricadere a tratti su di me, a tratti sugli alieni cattivi che mi venivano a prendere. Solo molto tempo dopo capii la reale natura del senso di colpa, ovvero che una cosa totalmente inesistente,oggi che sono libera ritengo che al massimo esistono responsabilit, non certo colpe. Dato che vedere alieni ovunque senza mantenere un minimo di razionalit seppur nellassurdo a mio avviso il miglior modo per impazzire, le mie mail a Corrado diventarono sempre pi prive di veri contenuti e strapiene di elucubrazioni mentali senza senso. Una volta lui non mi rispose, e dato che di solito mi rispondeva sempre lo chiamai e per la prima volta fu piuttosto freddino. Non mi tratt male, ma durante tutta la telefonata continuava a ripetere che il miracolo non poteva farlo lui al posto mio, e cose simili. Sentii chiaramente una insofferenza di fondo e me ne stupii, devo dire che fui abbastanza intelligente da non mettermi a frignare ma al contrario cominciai a farmi domande e a cercare riposte. Quando rilessi la mail a cui non avevo ricevuto risposta, tutto mi apparve chiaro: avevo scritto una marea di cretinate. Non cera risposta che andasse bene a quella mail per il semplice fatto che erano discorsi a vuoto che non giungevano ad alcuna conclusione. Stavo perdendo tempo e mi stavo fissando su cose inutili, facendo davvero un gran favore al lux che sicuramente si dedicava molto ad incoraggiare, se non addirittura
provocare, questo mio comportamento. Perci mi misi in testa di farla finita con le elucubrazioni, non avere fretta di fare tutto e subito perch evidentemente non era il momento, e continuare seriamente con SIMBAD e ancore che mi avrebbero aiutato molto di pi a maturare la giusta coscienza per cacciare il parassita rispetto a giri di parole privi di senso. E tutto questo, per assurdo, lo capii a partire da una mail a cui Corrado non rispose nemmeno! Non ho mai saputo se quel giorno la mia mail gli sfugg tra le tante o se si tratt di un deliberato tentativo di farmi rinsavire ricorrendo al diplomatico e talvolta eloquente espediente del silenzio. Se di mossa si trattava, fu piuttosto astuta. Da l in poi mi imposi di ricominciare normalmente la mia vita portando avanti la liberazione, ma non ci riuscivo. Avevo iniziato a parlare con molte altre persone addotte perch mi sentivo molto sola in questa situazione, dato che in casa largomento era praticamente intoccabile. Di positivo cera che facevo molte ancore cercando di capire quali e quanti rapimenti avessi subito, e purtroppo il primo che ricordai proprio in quel periodo fu il pi duro per una addotta. Il prelevamento di un feto. Masochisticamente andai a ripescare proprio il battesimo se vogliamo sdrammatizzare, ovvero la prima volta che mi facevano quel tipo di operazione l. Il senso di umiliazione e di sporcizia fino allultima fibra che mi prese e con cui ancora oggi lotto ripensando a certi eventi, non descrivibile. Questo uno dei motivi per cui questi esseri schifosi devono sparire dalla faccia della terra. In sostanza ricordai che mi presero mentre ero a scuola, avevo 15 anni e mi portarono in un posto squallido dove, sdraiata sul lettino, mi tolsero una specie di bestiaccia che avevo amorosamente allevato senza saperlo. Credo fu un grigio a prendermi quel mostriciattolo mentre una donna orange tentava di calmarmi accarezzandomi la testa e dicendomi che presto sarebbe tutto finito, purtroppo la mia parte animica in quel momento era fuori del corpo proprio perch stavo soffrendo troppo, in effetti nellancora gemevo e mi usciva sangue. Fui sollevata nel vedere che il feto era morto, se non altro non poterono usarlo per i loro scopi indegni. La cosa che mi fece pi male oltre al ricordo del dolore fisico che mi provocava quella specie di ampolla che usano per prelevare il feto ( io la vidi come un piccolo cilindro con del liquido allinterno e al vertice una pinza) , fu il fatto che essendo appunto la prima volta nella mia vita cera una quantit di gente che osservava attentamente la cosa con tanto di commenti tecnici su come andava, proprio come se fossi una macchina in rodaggio. Questo fu solo uno dei tanti ricordi recuperati in quel periodo. Cercavo spesso nei SIMBAD di mandare via il lux, che interferiva talvolta anche durante il recupero dei ricordi con le ancore, ma ancora non ne avevo la forza. Una volta addirittura anima prese per mano il lux dicendo che lei non poteva cacciarlo perch era suo figlio. C da dire che questo tipo di parassita aveva influenzato tutta la mia vita in un rapporto di morbosa dipendenza: sin da piccola mi ero sentita stupida, brutta, e ogni fallimento mi sembrava in ostacolo insormontabile. Il gioco era questo: se il mondo ti rifiuta, ci sono sempre io che non ti rifiuter mai e non sarai mai sola.Ovviamente si tratta di una menzogna, in quanto il senso di rifiuto verso la realt circostante e quellapparente impossibilit di trovare un posto nel mondo, sensazione a mio avviso comune a tutti gli addotti, non una cosa spontanea ma provocata dallazione dei parassiti. Il mio senso di abbandono aveva radici ataviche e risaliva alla separazione tra i miei genitori, un evento di cui avevo sempre avuto il presentimento fin dalla tenera et. Come tutti i genitori addotti, avevano fatto una figlia da regalare allo stesso allevamento di cui facevano parte, impegnandocisi pure perch mia madre aveva problemi ad avere bambini. Cos una volta nata i giochi erano fatti, ed io mi ero ritrovata a crescere tra due persone tra cui sentivo chiaramente lassenza di una vera unione. Cos avevo atteso in silenzio la rovina della mia famiglia per anni e questa era avvenuta solo quando ne avevo compiuti dodici, una lunga attesa se consideriamo che da quando ne avevo circa quattro stavo
aspettando con terrore quellistante. In questa situazione ci volle davvero poco ai miei aguzzini a spacciarsi per amorevoli balie e mio porto sicuro, specialmente al lux che recita la parte dellangelo custode. La mia vita sentimentale andava di male in peggio. Mi ero definitivamente lasciata col mio ex ragazzo perch inconsciamente sentivo che il nostro era un rapporto non voluto da noi, in cui il lux centrava moltissimo e in effetti eravamo entrambi pesantemente sotto la sua influenza. Ma non avevo avuto il coraggio di dirgli che lavevo tradito, creando cos un senso di colpa su cui il suddetto parassita giocava alla grande. Ogni tanto laltro uomo con cui uscivo mi chiamava, si trattava di una persona a sua volta disperata che cercava compagnia, in altre parole mi sfruttava quando ne aveva voglia e io non avevo il coraggio di rifiutarmi. Mi rendo conto che detta cos non sembra una situazione particolarmente problematica semmai un romanzo rosa di terza categoria, ma in quel momento quella situazione mi mandava fuori perch ero totalmente incapace di autogestirmi. Inoltre, la vita sentimentale di un addotto fortemente se non totalmente influenzata dagli alieni. Finch dopo tante ancore una sera decisi che era ora di mettere ordine una volta per tutte. Prima di allora mi dicevo: ora non sono pronta per affrontare il mio ex ragazzo che ancora convinto che noi torneremo insieme perch essendo addotta non lo farei nel modo giusto,prima mi libero poi agisco. Non era cos che doveva andare: io dovevo agire a prescindere da alieni di qualsivoglia tipo, era ora di prendere in mano la mia situazione e non doveva importarmi di chi ci avrebbe guadagnato o cosa. Io dovevo semplicemente fidarmi di me stessa, guardare in faccia i miei errori e assumermene la responsabilit, perch niente sarebbe stato pi forte della mia volont. Affrontai cos il mio ex dicendogli tutta la verit e tentando di spiegagli tra le lacrime il vero motivo per cui lavevo lasciato. Fu un dramma l per l, ma finalmente avevo alzato la testa ed ero riuscita a prendere una decisione fregandomene delle conseguenze, ero riuscita a seguire il mio cuore e fare la cosa che ritenevo pi giusta. La parola responsabilit non piace molto agli alieni, soprattutto al lux, il quale sostituisce ad essa il concetto di colpa ovvero qualcosa che non si risolve mai e che sempre l dietro langolo pronto a riaffiorare in un momento di debolezza. Le persone in mano al lux non sono mai in grado di chiudere col proprio passato e andare oltre. Se ho raccontato tutto questo apparentemente lontano da dinamiche aliene, perch fu proprio levento che mi permise di liberarmi della presenza del lux. Lui ci aveva messi insieme perch fossimo facilmente manipolabili, io avevo lasciato il mio ragazzo, chiaro oggetto del lux per tenermi sotto ma lavevo fatto in un modo che poteva essermi facilmente ritorto contro creando un senso di colpa, ovvero un tradimento. Ora io avevo avuto il coraggio di affrontare la situazione e lasciarmela alle spalle, dunque essendo tutto ci legato a questo parassita mi ero lasciata alle spalle anche lui. Nel mio cuore ero gi libera. Dopo pochi giorni riuscii quasi a eliminare il lux, e la cosa stava accadendo spontaneamente mentre facevo un esercizio che mi aveva suggerito un ragazzo che in quel periodo stava iniziando ad aiutare gli addotti con SIMBAD e ipnosi. Sarebbe diventato la mia seconda guida dopo Corrado.Lui mi aveva detto di provare a parlare con la mia anima tutte le sere prima di dormire, anche a voce alta proprio come se ci fosse un interlocutore al mio fianco, dicendo tutto quello che mi veniva in mente. Tentai questesercizio due volte. La prima, mentre parlavo sommessamente per non farmi sentire ed evitare cos un soggiorno nel reparto psichiatria pi vicino, iniziai a sentire delle vibrazioni o dei formicolii fortissimi al plesso solare e il petto che si gonfiava. Avevo la sensazione che qualcosa si stesse staccando da me, ma sul pi bello mio padre con i miei fratellini bussarono al vetro della finestra. Loro abitano dallaltra parte della citt ed erano le tre di notte, per non ricordo bene cosa dovevano fare ed avevano deciso di passare a salutarmi. Se avevo ancora qualche dubbio sullesistenza delle coincidenze, in quel
momento si dissolse del tutto. Credo che mormorai qualche parolaccia tra i denti prima di addormentarmi con il lux trionfante ancora attaccato addosso. La notte dopo stavo parlando con un addotto via skype, quando cominciai a sentire un suono in lontananza come una radio lontana. Inizialmente non diedi peso alla cosa, ma diventava sempre pi forte al punto da spingermi a capire da dove provenisse. La cosa curiosa che questa specie di musica ogni tanto si interrompeva e quando accadeva la persona con cui stavo parlando sentiva delle forti botte al plesso solare, come fosse qualcosa che voleva entragli dentro. Questo ragazzo si era da poco liberato dal lux e in quel momento mi stava incitando a liberarmene, io nel discorso divagavo ma lui mi incalzava dicendo che non dovevo pensarci pi di tanto, ma farlo e basta. Cos, forse, il mio lux stava cercando di fargliela pagare o evitare che parlassimo? Era davvero troppo. Non potevamo nemmeno esserci suggestionati a vicenda, perch nello stesso istante che questa musica cessava, senza che io gli dicessi nulla lui mi diceva di doversi allontanare dal pc perch la pressione al petto era ricominciata. Per quanto assurdo possa sembrare, il lux cercava di infierire a turno su di me e su di lui, e il risultato era che non potevo pi nemmeno parlare con un amico a chilometri di distanza! Mi sdraiai nel letto infuriata: ero arrivata al punto di essere un pericolo per chi era libero. Praticamente unappestata. Mentre dicevo tutto questo ad alta voce rivolta alla mia anima sentii una forte energia che si concentrava sotto al mio petto e lunica cosa che posso dire che mi sembr che qualcosa si accartocciasse dentro. Non trovo nel mio vocabolario parole pi adatte. Dopo di ci mi addormentai pur non capendo cosa fosse realmente successo, in fondo ci avevo provato tante volte a farlo fuori. Il giorno dopo il mio umore era alle stelle. Mi svegliai col sorriso sulle labbra, ero felicissima e piena di energia senza alcun motivo razionale, eppure non potevo smettere di sorridere. Chiamai Corrado che mi disse di fare un SIMBAD di controllo, e l trovai il mio spirito rinato. Nei precedenti SIMBAD aveva cominciato ad apparirmi come un vecchietto sempre stanco e distrutto, mentre ora lo vedevo giovane e fortissimo. Feci vedere alla mia anima qualera la sua vibrazione e apparire la vibrazione corrispondente al lux, le dissi di guardare comerano diverse e di evitare quella del lux per sempre. Cos seppi che ero finalmente libera, la conferma definitiva arriv alcuni giorni dopo perch ancora non mi sembrava possibile di esserci riuscita. Per la prima volta non mi sentivo unestranea tra la gente. Qualsiasi cosa facessi durante il giorno, non mi sentivo pi sola n spaesata, n inferiore a nessuno ma semplicemente uguale agli altri. Mi sembrava di sentirmi unessere umano per la prima volta in tutta la mia vita, sperimentavo la normalit e la trovavo meravigliosa, questa era la conferma che il senso di solitudine sempre provato non mi apparteneva veramente. La bambina che si scarabocchiava il viso con i pennarelli alle scuole elementari perch voleva cancellarsi, come spesso facevo da piccola, ormai non cera pi. Avevo vinto io. LEMOZIONE PIU FORTE Liberarmi della memoria aliena attiva, facendo riferimento proprio allesperienza stessa della liberazione avvenuta tramite SIMBAD ad oggi una delle esperienze pi forti della mia vita. Credo di aver sperimentato ben poche volte unemozione simile, probabilmente non succeder mai pi e va benissimo cos. Sia chiaro che con ci non intendo dire che sia bello tenersi un alieno dentro perch poi liberandosene si prover una forte emozione, se potessi tornare indietro con libert di scelta darei un bel calcione al serpente che mi soggiogava senza pensarci un secondo.
Due giorni dopo la liberazione dal lux e prima di entrare in uno stato di pace completa col mondo, ebbi una forte crisi depressiva come mai mi era successo prima e purtroppo non sarebbe stata lultima nel mio percorso. Vagavo per casa spaesata senza trovare pace, tentavo di studiare ma non riuscivo a concentrarmi e mi sentivo vuota dentro. Ma quel che peggio avevo pensieri suicidi che mai avevo avuto. Mi guardavo il polso pensando a cosa sarebbe accaduto se mi fossi tagliata le vene, a questo pensiero mi alzavo e ricominciavo a camminare sempre pi inquieta e spaventata da me stessa. Mi trovavo in quella che definirei una strana astinenza e la cosa mi spaventava, ma non potevo evitarla. Scrissi a Corrado il quale mi disse che poteva essere un effetto temporaneo del post liberazione, ma anche di considerare lipotesi che ci fosse dellaltro ancora da togliere. Io ero convinta di essermi liberata della MAA alcuni mesi prima, durante un SIMBAD in cui trovai un bel serpentone a spacciarsi per mente. In realt non lavevo eliminato affatto, si era solo nascosto e adesso che avevo eliminato il lux tornava alla riscossa. Inoltre cera un elemento che non avevo considerato e che capii a fondo tempo dopo: il lux e il rettile sono pappa e ciccia. Quando la MAA rigetta il suo contenitore perch fondamentalmente gli fa schifo ( specie se un contenitore femminile) , laddotto ha delle violente crisi perch in realt lalieno che ha dentro vorrebbe liberarsi di lui e lunico modo per uscire sarebbe la morte del contenitore. In particolare essendo lux e rettile molto uniti, la biscia non aveva gradito la dipartita del suo amico. Io di tutto questo non capivo nulla, sapevo solo di sentirmi male e non lattribuivo alla MAA. Dopo due settimane di pace dovute alla liberazione dal lux ricominciarono i problemi. Naturalmente tutto ebbe inizio da una situazione normale, poich per quanto siano comunemente attribuiti a scenari spaziali o soprannaturali gli alieni in realt sono qualcosa di molto pi tangibile e pratico e agiscono nelle cose quotidiane. C poco da immaginarsi Star Trek quando si leggono i lavori di Corrado, almeno io la penso cos. Tutto inizi quando ripresi i contatti con Enea , quello che pi tardi sarebbe diventato il mio ragazzo. Ci eravamo conosciuti quasi un anno prima proprio andando entrambi da Corrado anche se per motivi differenti : lui doveva fare un ipnosi mentre io ancora cercavo di capire la mia situazione. Da l tutto era rimasto in sospeso perch io avevo un ragazzo e non contenta pure lamante, lui aveva altre situazioni poco stabili in piedi sicch eravamo rimasti in contatto come amici. Ma in realt provavamo, o pensavamo di provare gi qualcosa luno verso laltro. Non avendo davvero ancora compreso quanto due addotti non debbano assolutamente avere rapporti di coppia iniziammo a vederci. Lui aveva una MAA di Orange e io una di rettile, per cui spesso non ci sopportavamo senza un motivo apparente e raramente riuscivamo a stabilire un rapporto normale. Mi sembrava di vivere una nuova storia che di normale non aveva nulla, ne parlavo con Corrado ma lui disapprov tutto sin dallinizio senza per questo rifiutarsi di ascoltarmi. Il perch lavrei capito molto molto tempo dopo. In tutto ci non avevo smesso di vedermi con Simone, luomo pi grande di me che per iniziava a pesarmi molto come presenza nella mia vita, sentivo chiaramente il modo in cui mi sfruttava e non volevo pi starci. Pi mi vedevo con Enea pi sentivo questo odio/amore pesarmi come un macigno, non riuscivo a capire cosa pensassi davvero, quali erano i miei veri sentimenti o impulsi. In un momento sentivo di dovermi allontanare da lui e listante dopo pensavo che sarebbe stato un grave errore, ero totalmente ambivalente. In realt entrambe le cose erano abilmente manipolate in un gioco molto sottile studiato per farmi passare dalla padella alla brace. Io avevo scoperto gi da molto tempo quale fosse la mia memoria aliena attiva e lo avevo capito da sola, mentre lui anche dopo unipnosi non era riuscito a venirne a capo se non con molto altro lavoro sopra. Era di tempi pi rilassati rispetto a me e avrei dovuto capire subito che viaggiavamo su due binari diversi, ma allora sapevo solo che questo ragazzo mi piaceva e non capivo quanto potesse essere del tutto deleterio stare insieme tra
addotti. Per quanto riguarda laltro poi, lui non aveva la pi pallida idea di cosa fossero le abduction. Corrado mi aveva sempre messo in guardia da certi rapporti in maniera molto decisa, ma io ero cos cocciuta che volevo assicurarmi con i miei occhi che ci fosse vero, il che mi cost un giro pi lungo e molto altro tempo perso. Inoltre sentivo di non essere in linea col suo pensiero, e per pudore lo cercavo sempre meno. Era sempre il mio punto di riferimento principale, ma Sandro per un periodo abbastanza lungo divent il mio confidente e aiuto nei SIMBAD e ancore. Era ed tuttora bravo ma di certo non era Corrado, tuttavia un po per vicinanza det un po perch meno rigido sullargomento addotti e coppie, iniziai a fare SIMBAD con lui. Una sera accadde qualcosa che non dimenticher mai finch vivr. Mentre cercavamo di capire insieme quali fossero le reali cause dei miei dubbi e malesseri, improvvisamente cominciai a sentirmi strana. Sandro mi infastidiva con il suo tono dolce e comprensivo anche se dentro di me sapevo che non era affatto una persona fastidiosa, eppure non riuscivo ad evitarlo. Pi parlavamo pi sentivo laggressivit crescermi dentro come una piena, lottavo per tenerla a bada ma tanto pi arrivavamo alle soluzioni dei miei problemi, tanto pi questi pensieri aggressivi premevano per uscire. Finch non accadde davvero. Dal nulla cominciai a rispondere male a Sandro, lo insultavo e insultavo me stessa definendomi una puttana. Era ridicolo e l per l non capivo cosa stesse succedendo anche perch era la prima volta in assoluto che mi sentivo cos. Lui laveva capito subito che si trattava della personalit del rettile, e inizi amabilmente a conversarci tra una parolaccia e laltra. Ovviamente per tirar fuori quante pi informazioni utili alla MAA il ragazzo dovette mettersi sullo stesso piano, cos per un po sembr che stessero parlando due rifiuti umani usciti da un gruppo di ultrs. La cosa peggiore fu quello che il rettile disse, probabilmente nel tentativo di spaventarmi o mettermi in soggezione e al contempo farsi bello con il suo inaspettato interlocutore. In poche parole raccont nei dettagli alcuni miei prelevamenti in ambito soprattutto militare, gli abusi a cui ero stata sottoposta sin da ragazzina senza tralasciare quanto sangue mi uscisse da diversi luoghi nei momenti in cui accadeva tutto ci. Il tono era sempre pi o meno quello di due ubriachi che si raccontano la loro ultima avventura con le donne del marciapiede. A parte questo riuscii (ancora onestamente non so come) ad accantonare momentaneamente quelli che in quello stato mi sembravano superflui dettagli e a tirar fuori quello che volevo sapere. Il serpente si rivel molto ostile alla mia relazione con Enea perch portatore di una MAA di Orange e invece favorevole ad un mio avvicinamento alluomo pi grande perch a detta sua portatore di unaltra MAA di rettile. Oltre a ci parl in seguito delluomo primo e di una vecchia storia di anime divise in pezzi e mandate a far esperienza nei contenitori umani, ma di questo ne parler descrivendo lazione di u.p. Momentaneamente era per me importante scoprire quanto tutta la mia vita almeno sentimentale fosse abbondantemente manipolata da qualcuno che non aveva nulla a che fare con me. Estrano scrivere e rivivere tutto questo, anche perch correggendo queste righe mi viene da pensare che chiunque legger potr scambiare il tutto per un banale racconto stile romanzo rosa, ma soffermandosi un attimo a pensare c qualcosa di inquietante. Se la mia storia vale per quelle di migliaia di addotti ci significa che anche tutti gli altri non hanno il minimo controllo della propria vita. Ci sono famiglie intere, unioni passeggere o durature che sembrano essere il trionfo della felicit che invece magari non sono altro che il risultato di uno squallido puzzle fatto dagli alieni. Per i quali noi non siamo altro che animali in una immensa gabbia che devono riprodursi per il loro bisogno, e devono farlo come e quando vogliono loro. La conversazione fin con anima che tronc bruscamente il dialogo intromettendosi con tono piuttosto minaccioso. Era la prima volta che la sentivo arrabbiata, e mi spaventai io
stessa perch un minuscolo suo sussurro era dun tratto molto pi tagliente di qualsiasi minaccia urlata da quel serpente schifoso. Il giorno dopo ovviamente mi ritrovai a pezzi. Non sapendo cosa fare, chiamai Corrado dopo un paio dore che cercavo di trattenere le lacrime. Mi imposi di non piangere al telefono come una bambina, ma la voce mi tremava e lui cap subito che era successo qualcosa. Mi disse di non dirgli nulla, di non riascoltare quello che ci eravamo detti con Sandro la sera prima se non me la sentivo e di mandare tutto a lui in modo che mi sarei risparmiata limbarazzo di raccontargli alcuni particolari e ne avremmo potuto discutere insieme in un secondo momento. Io mi vergognavo davvero molto a raccontare alcuni aspetti dei rapimenti a una persona che seppur molto dolce e paterna era pur sempre un uomo, come penso ogni donna con un cervello funzionante. In seguito ne riparlammo anche se cera ben poco da dire, se non che questo poteva essere solo un motivo aggiuntivo per uscire immediatamente da questa situazione. Nei giorni successivi mentre ero ancora presa a leccarmi le ferite, incontrai Simone. Stavolta ero abbastanza disgustata per oppormi ai suoi tentativi di approccio, ma purtroppo ancora sotto linfluenza della MAA per esserne del tutto immune. Mentre parlavamo mi apparvero chiare molte delle sue stranezze: i suoi cambi di umore repentini, quel lampo feroce negli occhi quando lo si contraddiceva, la sua brutalit fuori luogo che ogni tanto si manifestava. Io volevo andar via da quella macchina perch sapevo che stava per accadere qualcosa di brutto tuttavia non riuscivo a farlo. Sentivo dentro di me letteralmente due forze separate e distinte che volevano portarmi in direzioni diverse, era come vivere un momento di lucida schizofrenia. Quando mi decisi finalmente ad andarmene, successe quello che avevo previsto. Simone mi trattenne a se stringendomi con una certa violenza, imponendomi di restare l. Cominci a trattenermi a forza, tentava di togliermi i vestiti ed era diventato improvvisamente violento e volgare, non era pi lui. Gli si potevano dire tante cose: che aveva quasi 20 anni pi di me, che sentimentalmente era un fallito, che aveva la maturit di un dodicenne, ma di sicuro non era n una persona violenta n tantomeno volgare, aveva anzi un livello culturale leggermente superiore alla media per via del suo lavoro e dei modi generalmente molto educati. Quella persona non era semplicemente lui. Io cercavo di oppormi ma come prima ci riuscivo a stento, finch qualcosa dentro di me url che nessun uomo avrebbe mai pi abusato di me in quel modo. Non so se piansi, urlai o forse presi a morsi il braccio che mi bloccava, ricordo lucidamente solo gli attimi dopo che riuscii ad uscire da quella macchina, mentre barcollavo sconvolta verso la stazione. Per fortuna il viaggio di ritorno a casa era piuttosto lungo perche per i primi venti minuti quasi non riuscivo a respirare. Dentro di me sentivo ancora le due forze combattere luna contro laltra e lacrime involontarie mi uscivano dagli occhi mentre in tutto questo riuscivo solo a pensare basta non ce la faccio pi, lasciatemi in pace, chi sono io veramente? Fu una lunga ora in cui con fatica riuscii a riportare ordine dentro me stessa facendo infine tacere chi non aveva diritto di parola. I SIMBAD in quel periodo erano un disastro. Il rettile interferiva sempre impedendomi di comunicare con le parti, devo dire che non mi spaventava particolarmente per mi infastidiva e nella vita avevo iniziato ad assumere comportamenti anomali: oltre lepisodio della macchina mi ritrovai a mangiare un pezzo di carne macinata ancora cruda quasi senza rendermene conto, ero sempre aggressiva e arrabbiata, il genere umano aveva iniziato a farmi decisamente schifo. Era chiaro che non potevo andare avanti cos ancora per molto. Finch una notte non successe. Il giorno dopo avrei dovuto girare un cortometraggio ed ero molto emozionata, in pi quel giorno sarebbe venuto a trovarmi Enea. Non viveva vicino a me, ma si sarebbe trovato in citt per una giornata. Non avevo per niente voglia di farmi rovinare un lavoro e un incontro con un caro amico, perci decisi che avrei tentato lennesimo SIMBAD per provare se non altro a comunicare con le parti. Volevo solo
parlare con anima e chiederle di proteggermi il giorno dopo, di essere con me perch nessuno doveva togliermi n i miei sogni n i miei affetti. Accadde tutto molto velocemente e ancora adesso che sono passati pi di due anni sorrido al pensiero di come andarono le cose ma soprattutto al ricordo di quello che provai. Ero seduta e per concentrarmi avevo messo un disco di Vivaldi, Le Quattro Stagioni. Per la prima volta il SIMBAD fu completamente automatico: sembrava quasi che stessi aspettando solo quel momento da tutta la giornata. Chiunque abbia fatto questo tipo di esercizio sa che si costruisce mentalmente una stanza, con eventualmente un tavolo e delle sedie dove possono sedersi le parti che vengono chiamate a parlare e parassiti vari che albergano. In quel caso appena riuscii a visualizzare la stanza con tavolo e sedie distribuii automaticamente tre cartelline vicino ai posti vuoti, una per ogni parte di me. Poi chiamai anima mente e spirito e feci i dovuti controlli con lo specchio. Solo mente mi appariva strana aveva la forma di un tornado, somigliava a quel vecchio cartone animato Tazmania, era anche piuttosto buffa e detta cos il 90% delle persone potrebbe pensare che sono pazza. Ma non cos e ci che provai dopo fu incredibile, motivo per cui ho deciso di raccontarlo nei dettagli. Appena riuscii a fermare questo piccolo ciclone mi accorsi che il rettile non cera, anche se riuscivo a sentire la sua voce ma non a vederlo. Chiesi alle parti di aprire le cartelline e leggere cosa cera scritto, poi ad anima se le piaceva ci che aveva letto. Fu rapido e intensissimo. Ricordo anima alzarsi di scatto e urlare un NO! enorme, in quel momento la musica che stavo realmente ascoltando mi sembr altissima. Mentre lEstate vibrava fortissima nella mia cameretta, riuscii a tenere gli occhi chiusi ancora per vedere anima che prendeva per il collo il serpente e lo scaraventava nel lato in cui era seduta Mente, in un attimo la parete lo inglob e lui spar in una smorfia di dolore. Nellistante in cui vidi sparire il serpente accadde qualcosa che esula dal SIMBAD e giuro sulla mia stessa vita che provai esattamente ci che sto per descrivere. Fu come se la mia camera, lesercizio virtuale del SIMBAD, la musica e il mio corpo fossero diventati una sola cosa. Non stavo pi nella mia stanza a fare il SIMBAD ascoltando musica, io ero tutte queste cose. Ero musica impazzita e seppi per un istante cosa sono le vibrazioni che rimbombano sulla parete di una camera chiusa, ero pura anima mentre prendevo la decisione irrevocabile di uccidere nonostante fosse contro la mia natura. Ed ero lui, il rettile, mentre morivo in un corpo che non era il mio senza che lattaccamento spasmodico alla vita potesse impedire a quellanima di terminare la mia esistenza. Non appena riuscii a calmare questa forte scossa emotiva richiusi gli occhi cercando di vedere ancora le parti. Vidi anima mente e spirito che si abbracciavano diventando una cosa sola e allora uscirono le lacrime. Piangevo sussurrando a me stessa finita, finalmente finita. Anche adesso che sto scrivendo ripensare ad allora mi emoziona e mi ricorda quello che fu linizio di una rinascita. Non so per quanto tempo restai cos, accoccolata tra larmadio e la cassettiera su un tappetino a ripetere che era finita, assaporando ogni istante di quella nuova e inaspettata venuta al mondo. Il giorno dopo fu molto felice, carico di emozioni. Incontrai il mio amico e pranzammo insieme, mentre cercava di capire cosa si provi a vivere senza la MAA, io tentavo di spiegarmi ma lunica cosa che davvero provavo era una immensa leggerezza e felicit come se potessi stringere il mondo intero tra le mani. Mi sentivo per la prima volta bella. Fino ad allora non mi ero mai piaciuta, rifuggivo la mia immagine allo specchio come se fossi un mostro, a nulla servivano le conferme esterne perch non vedevo altro che i miei difetti. E invece ora non mi importava di nulla, inoltre da l in poi aument tantissimo la mia telepatia, cosa che fino ad allora non avevo mai avuto. Specialmente nel periodo dopo questa liberazione riuscivo a leggere nel pensiero delle persone che avevo davanti e spesso anche a distanza, inoltre non essendo sotto linfluenza del lux non considerai mai tutto questo una dote speciale bens una cosa normalissima e la vivo tuttora con
semplicit. Iniziai a saper gestire la mia emotivit, riuscendo cos a stare vicino agli altri senza per questo sentire dentro ci che provano a meno che io non lo voglia ma cosa pi importante da l in poi imparai a chiudermi quando qualcuno voleva cercare di capire cose di me che intendevo mantenere celate. In una parola, avevo imparato a difendermi. Da l in poi e per molte notti mi addormentai con il sorriso sulle labbra. Mi sentivo nuova, felice, una bambina appena nata ma perfettamente in grado di individuare i pericoli ed affrontarli. Credo fermamente che quella notte, quando decisi di liberarmi per sempre di un demone che da ventitr anni viveva dentro di me morii con lui per un istante per poi rinascere finalmente davvero, solo e unicamente me stessa. HORUS E UOMO PRIMO Ho aspettato molto tempo prima di iniziare a scrivere questa parte. Ancora oggi faccio difficolt a parlare di ci che mi accadde nel mese di novembre di quellanno perch fu il periodo pi brutto della mia vita. Ma anche quello in cui la mia vita stessa prese una strada che non doveva prendere, immergendomi in un incantesimo che sono riuscita a spezzare solo pochi mesi fa. E strano. Quando ho iniziato a scrivere tutto questo ero ancora sotto leffetto dellincantesimo che ho appena detto (in senso metaforico ovviamente, lo specifico perch data la natura particolare degli argomenti non vorrei che qualcuno pensasse che io seriamente credevo di essere sotto un incantesimo) , per mi sono detta che non era ancora il caso di finire perch avrei avuto sicuramente altro da dire. Ancora una volta il mio istinto aveva ragione. Se avessi concluso questo resoconto anche solo sei mesi fa lesito sarebbe stato totalmente diverso. Poco dopo aver eliminato la MAA il mio percorso di liberazione sub un blocco repentino. E questo perch avevo deciso di intraprendere una relazione con una persona che era messa peggio di me, e ci non sarebbe mai cambiato. Corrado tent invano di spiegarmi quanto io e lui andassimo a due diverse velocit ma io non lo volevo ascoltare. Non ero proprio pronta per capire una cosa simile, per cui continuavo a consultare Sandro che allora era ingenuo, lavorava con gli addotti da poco e non si rendeva conto di quanto certi rapporti fossero deleteri. Entrambi lavremmo capito sulla nostra pelle. Sandro un ragazzo molto buono e si pu dire che si, allinizio forse incoraggiava anche questa mia relazione con Enea ma in maniera del tutto priva di malizia perch lui ci conosceva entrambi e credeva che il nostro sentimento fosse sincero. Io avevo ancora un parassita piuttosto coriaceo da combattere e un altro individuo di cui allora non si conosceva ancora la natura: Horus e Uomo Primo. Con loro posso dire di aver passato un periodo di vero terrore. Tecnicamente avrebbe dovuto essere tutto pi semplice dopo la cacciata della MAA perch mi ero tolta un peso non indifferente, ma in realt mi bloccai totalmente e non riuscivo a cacciare Horus nonostante i tentativi. Ci provavo in continuazione ma nulla, in parte perch ancora non avevo capito bene la sua natura poich si parla di un parassita un po diverso dagli altri. Ne eliminavo continuamente il corpo, quello che veniva definito Pollo ma lessenza, il parassita che lo comandava non riuscivo mai a stanarlo. In realt non era il parassita ad essere diverso, ero cambiata io. La mia anima aveva praticamente deciso di adattarsi ai tempi della persona che mi stava vicino e non si muoveva pi. La prima ribellione a questo stato di cose avvenne verso luglio manifestandosi con una mia insofferenza verso di lui, cos lasciammo per la prima volta. Avrebbe dovuto essere la definitiva, ma lui mi ricerc dopo aver fatto unipnosi cercando invano di eliminare la MAA. Io non avevo capito ancora nulla e in quel frangente nemmeno Sandro, fidandomi dei suoi consigli tornai con Enea. Sia ben chiaro che ci che ho appena scritto non equivale a dire che questo ex collaboratore di Corrado fu la causa della mia rovina, soprattutto visto che
anche grazie a lui che non sono impazzita in quel novembre nero. Ognuno responsabile delle proprie azioni, gli errori che ho fatto sono stati tutti miei, dal primo allultimo. In quel periodo Enea era in lotta con la sua MAA che per stravinceva su di lui alla grande. Se penso alla sua anima mi viene in mente una di quelle persone che hanno grandi potenzialit ma che sono estremamente pigre. Conoscevo bene lanima di Enea e questo temo sia un dato che mi accompagner per molti anni, se non per sempre. Quindi io mi dovevo subire gli attacchi isterici di un biondo a cinque dita che parlava attraverso la bocca del mio ragazzo, senza che lui spesso si rendesse conto di ci. Tutto questo conobbe il suo picco a fine ottobre di quello stesso anno. Eravamo andati ad una conferenza di Corrado in Toscana durante la quale io ero piuttosto nervosa. Corrado parl degli ultimi dati tratti dalle ipnosi che erano davvero agghiaccianti e mai come allora ero terrorizzata. Enea era con me e percepiva tutto questo. Quando uscimmo io ancora tremavo e mi aspettavo un minimo di comprensione da una persona che diceva di amarmi ma soprattutto aveva vissuto le mie stesse cose. Al contrario, lui sembrava godere delle mie sofferenze e non fece che aumentare il mio carico di dolore facendo battute a dir poco fuori luogo, con una freddezza e una cattiveria che mi feriva come tanti coltelli. Corrado aveva parlato di come a volte i bambini addotti vengono usati per testare la loro telepatia e le potenzialit paranormali, soprattutto dai militari. Ricordo che uno degli scenari consisteva nel bambino che veniva preso con la mamma e a cui veniva detto di spegnere le lampadine con la forza del pensiero, o avrebbero fatto del male a lei. Ogni volta che il bambino piangeva, alla mamma veniva data la scossa e questo finch esasperato non riusciva a spegnere davvero quelle lampadine. Questo tra gli altri fu il racconto che mi fece pi orrore. Quando uscimmo io avevo le lacrime agli occhi e lunica cosa che il mio ragazzo fu in grado di dire fu se stavo pensando a quando avevo fatto saltare mia madre con la scossa. Ma non con il tono di qualcuno che vuole aiutarti o farti capire che sa a cosa stai pensando, piuttosto con una freddezza e un scarcasmo tale che sembrava volesse rigirare il coltello nella piaga. Mi sentii sola. Non potevo pi convivere con questo ragazzo che ormai era sotto il totale controllo della sua MAA, la vita era diventata impossibile. Lo lasciai per la seconda volta, ma per me non significava una cosa definitiva. Cera qualcosa che ci teneva legati e che per tutta lestate mi aveva tormentato, come un motivo per stare insieme. Ci avrei messo ancora un anno e mezzo per capire che era lennesimo inganno per tenerci legati, stavolta da parte di Uomo Primo. Gi da parecchi mesi io avevo iniziato a percepire la presenza di qualcosaltro oltre Horus, ma non riuscivo a capire cosa. A Corrado non risultava ancora, in sostanza ero in anticipo rispetto alle sue conclusioni ma non avendo riscontri non capivo come comportarmi. Durante un SIMBAD avevo visto gi questessere con i capelli bianchi e la barba lunga ma credevo fosse semplicemente il creatore, e quel che peggio, che fosse buono. In realt questo signore aveva abbindolato la mia parte animica in combutta con Horus recitando un doppio ruolo. Horus faceva la parte di chi voleva dividere me e Enea perch secondo lui noi eravamo stati originariamente parte di una stessa anima pi grande, appartenente alluomo primo, e che non dovevamo riunirci n generare figli perch sarebbero nati fin troppo consapevoli. Uomo Primo invece faceva la parte del buon samaritano che cercava di riunire queste due presunte parti animiche un tempo insieme perch questo era il nostro destino. Ovviamente si trattava di una grande balla perfettamente congeniata. Io e Enea avevamo realmente una parte animica della prima creazione, quindi entrambi allinizio dei tempi avevamo un contenitore di quelli che sono volgarmente definiti giganti.E piano piano a Corrado risultava che questo uomo primo avesse diviso la sua parte animica in tanti pezzi pi piccoli per mandarla a fare esperienza. Apparentemente poteva tornare quello che in realt altro non era che una distorsione della verit.
C una cosa molto importante che bene tenere a mente se ci si vuole liberare degli alieni: loro non mentono mai del tutto. Sarebbero troppo facili da stanare. La loro strategia creare menzogne accorpando mezze verit a cose inventate allo scopo di indurre laddotto a non capire pi nulla e a non distinguere il vero dal falso. Pi o meno come i politici e i governanti odierni. Il fatto che io e il mio ragazzo avessimo due parti animiche provenienti dalla prima creazione non significava nulla: le abbiamo noi come centinaia di altri addotti. Ma questo lavrei capito molto pi tardi. Il problema, quando si ha a che fare con uomo primo capire come agisce e che c. Lui non come gli altri parassiti anche se si caccia proprio come gli altri. Avendo parte animica ha la capacit di parlare da anima ad anima e confondere le idee, finch non lo si scopre e allora si manda via anche senza difficolt. Horus invece fa bene la parte del cattivo perch a lui possono essere ricondotte molte di quelle che vengono chiamate emozioni nere: rabbia, cattiveria, paura, perfidia, istinto omicida/suicida, tutto questo la sua specialit. Horus, se con questo nome vogliamo definire il Pollo il contenitore di qualcosa che lo controlla da un'altra parte, tecnicamente un altro universo. Di solito questo parassita viene chiamato Ra, e non ha corpo proprio come Ringhio, cos deve necessariamente prenderne uno per venire qui a succhiare energia e fare altre cose. Solo che non si avvale di un corpo posticcio come Ringhio, ma parassita a sua volta un altro tipo di alieno che sarebbe Horus, il pollo. In realt non affatto un pollo ma il suo aspetto ne ricorda molto le caratteristiche. Questo tipo di alieno stato il pi invasivo in assoluto della mia vita, e finch vivr io sar contro di lui. Ora mi chiara anche la mia avversione verso tutto ci che egiziano, di cui non ho mai subito il fascino al contrario di molte persone. Questo tipo di alieno strettamente legato alla civilt egizia e probabilmente in un primo momento anche lui aveva un corpo con cui spadroneggiava allegramente su questo pianeta ,con gli egiziani che lo adoravano come un dio. Questo spiegherebbe la natura umana delle divinit egiziane, ma soprattutto il mistero in cui questa civilt ancora immersa. Posso dire, per il percorso che ho fatto, che la maggior parte delle informazioni che si hanno sugli egiziani sono errate perch questo popolo era completamente nelle mani dellalieno Ra. Poi deve essere accaduto qualcosa che gli ha impedito la vita su questo pianeta e lha relegato nelluniverso della seconda creazione, in cui ogni cosa funziona praticamente al contrario di qui. Mi rendo conto che possono sembrare i vaneggiamenti di una pazza, ma tutto questo altro non che il risultato di tanti SIMBAD, Flash Simulation, e TCTD. Quando lasciai Enea ancora credevo alla favoletta delluomo primo sul fatto che dovevamo riunirci, cos gli dissi che solo quando lui si fosse liberato della MAA saremmo tornati insieme. Nel frattempo io avrei fatto di tutto per liberarmi dallinfluenza di Horus/Ra. Ricordo quel giorno come se fosse oggi. Piansi tutte le lacrime che avevo e cercai di parlare alla sua anima per dirle di svegliarsi, mi sforzai cos tanto che alla fine non ero in me, sembravo una pazza. Oggi non rifarei questa cosa per nessuno, neanche se me lo chiedessero sotto tortura: da quellesperienza imparai tantissimo, e la prima cosa che non si pu fare il lavoro per gli altri. Ognuno deve lavorare per s e la volont di uno non pu fare mai per due. Tornai a casa sconvolta, decisa a eliminare Horus il prima possibile. Solo che non avevo calcolato un piccolo particolare. Tutto questo avvenne quando tornammo dalla Toscana e la notte prima non eravamo riusciti a dormire perch avevamo gli alieni in casa. Credo fossero venuti pi per lui che per me, perch era gi da molto che non riuscivano a prendermi fisicamente: dopo aver tolto la MAA i prelevamenti alieni diminuiscono fino a sparire. Per la prima volta riuscivo a vederli quasi da sveglia. Li sentivo in camera, non stavo sognando, sentirli e vederli vicini una delle cose pi brutte che esistano. E un terrore che non ha nome, un sentirsi
speduti, il tutto misto a uno schifo interiore e voglia di vomitare. Questi esseri sono veramente marci dentro. Quando tornai a casa chiamai Sandro in preda al panico. Ci sentimmo subito su skype per fare un simbad guidato ma ebbi interferenze tutto il tempo. Dovevano aver pensato, ecco lo ha lasciato ora pi debole ce la riprendiamo. Purtroppo per loro ero cos incazzata che fin tutto in una strage. Mentre eravamo in SIMBAD cominciai a sentirmeli intorno. Cerano almeno tre o quattro grigi che circondavano la sedia della mia scrivania pi un lux di contorno che gironzolava nella mia stanza. Adesso come adesso mi viene quasi da ridere a ripensarci, ma in realt allora ero terrorizzata. Li feci fuori uno per volta col sorriso sulla faccia, nel vero senso della parola. Poi avvenne ci che io definisco un vero miracolo, per me una delle prove che queste cose esistono e anima davvero pu fare ci che vuole. Era da un anno che avevo un dolore forte alla schiena nella zona sacrale, proprio dove posizionato uno dei tre chip che consentono a Ra di venire a ciucciare energia in questo universo. Lui non pu avere unazione sulladdotto che attraverso quei chip. Purtroppo per me, a causa di una manovra azzardata di un fisioterapista proprio in quel punto, la zona si era infiammata. Ero stata un anno a fare lastre, risonanze, girato medici per capire cosa avessi. Solo da unecografia sembrava ci fosse qualcosa di anomalo in quella zona, sembrava un oggetto di forma oblunga. Ma ancora non ci credevo. Con laiuto di Sandro riuscii a eliminare quel chip, anche se non fu affatto facile. I chip di Ra sono piuttosto difficili da eliminare perch tendono a riformarsi, ma con un atto di volont si risolvono anche quelli. La sensazione fu cos forte che sentii letteralmente la mia anima andare in quella zona del corpo e staccare qualcosa, per poi tornare in alto. Fu una sensazione fisica ben precisa, quando finii mi sentii leggera e iniziai a staccarmi dal corpo, fortunatamente Sandro riusc a fermarmi in tempo altrimenti mi sarei fatta un viaggetto di sicuro. La mia parte animica era visibilmente agitata e confusa dalla storia propinatale da Uomo Primo. Ancora convinta che io e Enea appartenessimo in origine ad un solo contenitore e fossimo stati divisi in due, secondo i miei assurdi calcoli dovevo solo aspettare che si liberasse della MAA mentre io invece potevo starmene tranquilla perch libera. In realt non solo non avevo ancora eliminato tutti i chip di Horus, ma stavo per subire il primo attacco invasivo da parte di Uomo Primo e quando si accanisce lui mantenere la lucidit veramente difficile. So di addotti che sono stati preda di pesanti crisi di panico sotto la sua influenza, uguali a quelle che ebbi io, ma allora non ne sapevo nulla. La notte in cui feci fuori tutta quella marmaglia fu solo linizio di un lungo mese di puro terrore. Intanto quando finii il SIMBAD cerano chiari segni in casa che qualcosa era successo. La finestra della sala da pranzo era stranamente spalancata quando invece una volta tornata a casa era chiusa ermeticamente. Un nuvolo di moscerini girava allimpazzata come se ci fosse stato qualcosa di marcio o andato a male, si sentiva puzza di fogna dappertutto. In giardino anche la porta della casetta degli attrezzi si era aperta. Poco dopo mia madre rientrando sent una forte puzza di bruciato ovunque e mi chiese se avevo bruciato qualcosa al forno. Cosa ancor pi assurda fu una mia amica che abita a pochi metri da me che mi disse al telefono che fuori dal balcone di casa sua si sentiva puzza di bruciato. Poteva trattarsi di una coincidenza, ma di sicuro non cera alcun incendio in corso visto che pioveva. Ancora non so bene cosa combinai quella notte, ma devo averla fatta grossa. Il mattino dopo mi sentivo molto bene, a parte una sensazione di calore forte al petto che per non mi dava preoccupazioni dato che sapevo trattarsi della parte animica ancora in subbuglio. Dentro casa per giorni accendevo e spegnevo luci e televisioni da sola col pensiero, bloccavo i lettori dvd senza bisogno del telecomando. Quel SIMBAD era stato decisamente profondo.
Poi per iniziarono i problemi. Non facile scriverne perch ancora oggi per me quel mese immerso in una grossa nuvola di confusione e non ricordo con precisione la cronologia degli eventi, cercher di fare il possibile per elencarli tutti. Inizialmente mi prendevano attacchi di panico immotivati, iniziavo a sentirmi male ed ero convinta che stesse per succedermi qualcosa di tremendo ma quel che peggio, attribuivo ogni sensazione alla parte animica e mi ero messa in testa che volesse farmi del male. Mentre facevo cose normalissime, come passeggiare o guidare mi arrivavano delle immagini mentali tremende che in sostanza vedevano me o i miei cari morti in un modo atroce. Tutto questo accadde tutti i giorni per un mese intero, senza esagerazioni. Alcune volte era talmente forte che dovevo chiamare i miei genitori o amici per assicurarmi che stessero bene o per dirgli che mi sentivo male e stavo andando fuori di testa. Per un bel po la situazione fu ingestibile per me e per chi mi stava vicino. Alcune notti mi accadeva di non riuscire a dormire sia per i tentativi di militari e alieni di riacciuffarmi sia perch appena chiudevo gli occhi mi apparivano le immagini del mio ragazzo che veniva preso, con tanto di particolari su cosa gli veniva fatto. Passavo le notti a piangere o a delirare, indecisa se pensare che fossi io quella che stava morendo o tutto il resto del mondo intorno a me. Nella mia testa non cera altro che confusione. Sentivo molto spesso sia Sandro che Corrado, in modo particolare sentii Corrado il giorno in cui ero convinta di essere la copia e che mi avessero sostituito con loriginale. Cosa ancor pi assurda, ero convinta che la mia parte animica ora che mi ero resa conto di essere la copia fosse andata dritta dritta ad eliminare loriginale perch non poteva sopportare di stare in un contenitore che si era lasciato prendere ancora. Insomma, un gran bel film. Corrado cap subito che stavo subendo un attacco pesante e cerc di recuperarmi come poteva ma in quel momento ero davvero nel delirio. Poi la sera mi resi conto della scemenza che avevo pensato, e gli scrissi. In altre parole, facevo tutto da sola. Il primo attacco da parte di Uomo Primo fu lento e dur per tutto larco di una lunga giornata. Avevo accompagnato mia madre a fare una semplice risonanza magnetica e fui colta da una delle solite turbe, convincendomi che era morta sotto il lettino dellesame. Passai tutto il tempo a camminare lungo il vialetto dellospedale piangendo e mormorando incoerenze, in pieno giorno, incurante delle persone che passavano. Poi mentre ero a pranzo ebbi la forte sensazione che qualcosa fosse uscito dal mio corpo, precisamente dalla mia schiena e fosse volato via. Pensai ancora una volta che fosse la mia parte animica, perch avevo sentito questo qualcosa come profondamente mio. In realt scoprii in seguito che si trattava semplicemente di Uomo Primo che, quando agisce, d la forte sensazione di sentirsi trascinati da unaltra parte, o tirati da un filo invisibile. E una sensazione orribile, atroce. Uomo Primo ha parte animica per cui riesce ad interagire molto bene con gli addotti che subiscono la sua influenza, perch fa si che le due parti animiche comunichino direttamente tra loro. E perfettamente in grado di scatenare emozioni, sensazioni molto forti ma soprattutto delle paranoie senza precedenti. Io non avevo idea di tutto questo, cos in quel momento scattai in preda a un panico immotivato. Le pensai tutte a tal punto che ora mi viene quasi da ridere, perch in un pomeriggio dovevano essere morti mio padre, mia madre, doveva esserci una fuga di gas nel palazzo e doveva arrivare luomo primo a scatenare una grande ecatombe proprio su Roma. Ora detta cos sembra uno scherzetto comico, ma io vissi tutte quelle sensazioni una per una nellarco di un pomeriggio e non scorder mai le mie lacrime silenziose, mentre camminavo per il corridoio tra brividi di freddo e di caldo insieme, con una coperta sulle spalle sentendomi pi sola e disperata che mai. Quando proprio non riuscivo a resistere chiamavo Sandro, che ebbe una pazienza davvero infinita perch avrei mandato fuori di testa il migliore degli psichiatri in quello
stato. Purtroppo c da dire che non si conosceva bene linfluenza di Uomo Primo, per cui anche lui e Corrado a suo tempo restavano spiazzati da questi eventi. La cosa che mi fece capire che in realt non mi ero affatto liberata accadde pochi giorni dopo. Mentre ero in metropolitana mi venne uno dei soliti attacchi di panico e dopo essermi calmata un po, decisi di prendere un autobus perch mi mancava ancora laria. Salita sul bus, dopo poche fermate si spense allimprovviso senza motivo e io non aspettai che lautista rimettesse in moto: scesi velocemente di nuovo in preda al panico. Non riuscivo a capire cosa mi agitasse, cosa mi spingesse a correre via da un parte allaltra eppure non potevo evitarlo. Stavo scappando da qualcosa. Arrivai ad unaltra fermata decisa ad aspettare un altro autobus, l ne passavano diversi. Alla fine ne presi uno che ricordo benissimo non essere dello stesso numero di quello da cui ero scesa, anche se entrambi avevano lo stesso capolinea. Ricordo cos bene che erano due linee diverse perch pur essendo in mezzo al delirio, controllai il numero e addirittura salendoci mi stupii di quanto fosse vuoto perch solitamente era una linea molto frequentata. Ricordo questo pensiero alla perfezione. Perci rimasi pietrificata quando arrivata al capolinea mi ritrovai sullo stesso bus da cui ero scappata quando si era spento. Osservavo il numero e non capivo come poteva essere possibile. Si, dalla stessa fermata passava anche quello, ma io ero salita su un'altra linea, di questo ero e sono assolutamente sicura. Guardai lorologio ed erano passati venti minuti: troppo tempo, dal punto in cui ero salita ce ne volevano al massimo la met. Non ero spaventata l per l, solo freddamente sorpresa. Archiviai levento momentaneamente proprio come avevo sempre fatto negli anni quando centravano gli alieni, come se fosse normale salire su un autobus e scendere da un altro. Poi per nelle ore successive capii che dovevo vederci chiaro, cos feci unancora e ovviamente ne usc di tutto. Lattacco di panico era dovuto al fatto che sentivo che mi stavano per prendere, e tutto quello scendere e salire dai mezzi pubblici era stata una vera e propria fuga. Riuscirono a prendermi con molta fatica solo dopo che ero salita sul secondo bus, nellancora vidi che tutto si bloccava, le persone erano improvvisamente sparite e io mi aggrappavo ai sedili mentre la solita luce mi attirava verso un buco che si era aperto sul tetto. Ad operare il prelevamento quella volta erano militari e Horus per fare una copia, ma tutto fu estremamente difficoltoso e alla fine non riuscirono a farmi niente. Mi minacciarono in qualunque modo, dicendomi che avrebbero ammazzato tutta la mia famiglia non prima di aver rapito e violentato mia sorella di 7 anni. Io scoppiai a piangere urlando che volevo essere riportata a casa, ero disperata ma non gli permisi di fare unaltra copia. Alla fine dovettero riportarmi indietro in tutta fretta, perch la disperazione si era trasformata in rabbia e avevo quasi fatto fuori il Ra di turno. Era uscito dal suo contenitore simile a un pollo e tra minacce e insulti la mia parte animica stava tentando di bloccarlo in questo spazio-tempo provocandogli la morte. Vedendo la mal parata i militari si sbrigarono a liberarsi di me, ma come accade sovente in questi casi avevano fatto un errore: mi avevano riportato nel bus sbagliato. In questo modo mi resi conto che non mi ero liberata del tutto e i giorni successivi continuarono ad essere costellati di attacchi di panico e paranoie di tutti i tipi, mossi allo scopo di spaventarmi e rendermi pi vulnerabile. Proprio il giorno dopo aver fatto lancora, dovetti fermare la macchina perch mentre guidavo mi arrivavano nella testa immagini di militari che prendevano mia sorella facendole ogni tipo di oscenit. La cosa peggiore, quella che mi fece soffrire pi di tutte, capit poco dopo. Erano pi notti che non riuscivo a dormire perch mi ritrovavo alieni in camera: sentivo e vedevo che mi stavano venendo a prendere ma non capivo perch. In fondo, senza la MAA, non avevano quasi pi motivo di venire. Io avevo sottovalutato un altro aspetto, quello pi terribile per cui una donna addotta a loro molto utile. E sottovalutai anche quellimprovviso desiderio di maternit che da qualche giorno mi era venuto, pass inosservato tra i mille problemi.
Purtroppo riuscirono a riprendermi per impiantare un feto e stavolta io sentii e vidi quasi tutto. Non erano riusciti ad addormentarmi completamente, ero praticamente vigile e fu come un sogno lucido ad occhi aperti. La donna orange che mi diceva di spogliarmi e mi consegnava una tunica da ospedale, i grigi che mi accompagnavano in una stanza e mi facevano sdraiare. E quel dolore. Mi trovai nel mio letto quasi senza rendermene conto, mi sembrava di essere sveglia da giorni. A tratti avevo vissuto la cosa quasi sveglia, di altri momenti avevo dei vuoti ma sapevo esattamente cosera accaduto. Parlai con la mia anima prima di sprofondare nel sonno, e le chiesi di eliminare il feto che mi avevano inserito attraverso il prossimo ciclo mestruale. Non era figlio mio, non lo volevo e non volevo dare a quegli esseri schifosi una cavia per i loro esperimenti. Dal mio ventre e dalla mia carne non lavrebbero mai pi avuta. Anima non conosce il tempo ma sa ascoltare il proprio contenitore. Il giorno dopo mi venne il ciclo, e fui felice di aver sabotato i loro piani ma soprattutto che non mi avrebbero pi toccato in quel modo. Dopo aver capito che non ero libera del tutto ripresi a fare SIMBAD e a poco a poco riuscii a stare meglio. Proprio quando stavo per riprendermi del tutto si fece sentire Enea.Mi disse che era finalmente riuscito a liberarsi della MAA e che ora potevamo finalmente stare insieme. Ero troppo spaventata e debole ancora per rendermi conto che quella era solo una mossa strategica per riprendermi, dato che avevo ormai quasi concluso il mio percorso. Cos feci lerrore pi grande di tutti: tornai insieme a lui. Ne parlai con Corrado ma sapevo cosa ne pensava, lui era stato sempre contrario alla nostra relazione anche se non per questo mi aveva mai voltato le spalle e ora anche Sandro la pensava come lui. In quel periodo aveva capito che due addotti non possono in nessun caso stare insieme, consigliandomi di aspettare ancora per riprendere la mia storia con Enea. E io non capii nulla per due lunghi anni. I problemi non finirono l ovviamente, e per molto tempo il mio percorso sub un arresto totale finch non cominciarono a venire alla luce i primi dati sullazione di uomo primo. Durante lestate del 2010 incontrai unex addotta che mi parl della sua esperienza e io ricollegai tutto: gli attacchi di panico, la sensazione di stare per morire e che la mia anima mi avesse abbandonato, ogni cosa corrispondeva. Allora non ci pensai due volte e presi accordi con Sandro per fare una flash simulation, dato che nel frattempo Corrado e i suoi collaboratori avevano messo a punto questa nuova tecnica. Cos riuscii a liberarmi dellazione di Uomo Primo anche se fu dura, durissima. Uomo Primo riesce ad attirare la parte animica attraverso il suo primo contenitore, e lunico modo per liberarsi della sua azione staccare i collegamenti con questo. Ricordo ancora questo corpo gigantesco conservato in un cilindro, in una stanza piena di strane tecnologie su cui non mi soffermai neppure un secondo. Appena staccato il collegamento sentii una grande nostalgia di quello che era stato, in fin dei conti, il primo corpo con cui avevo fatto lesperienza della vita sulla terra. Scoppiai in un pianto disperato mentre Sandro cercava di consolarmi come avrebbe fatto quel fratello maggiore che ho sempre desiderato. Alla fine della FLASH mi disse che anche se poco piacevole, un distacco brusco era di solito anche definitivo e non dovrei aver avuto pi problemi. Cos fu in effetti, per un certo tempo. Dopo essermi liberata di u.p. ripresi in mano le redini della mia vita. Portai a termine luniversit e decisi di riprendere gli studi di recitazione che per cinque lunghi anni avevo tralasciato. Purtroppo per ancora avevo problemi con Horus, e non riuscivo affatto a liberarmene nonostante mi impegnassi. Anche Enea aveva i suoi problemi ma cercavamo di non pensarci, e non mi sfiorava nemmeno lidea che lostacolo pi grande era la nostra storia. Io ero ancora convinta che fossimo in un certo senso predestinati a stare insieme,
che ci fossimo ritrovati davvero. Non avevo capito che anche quella era una balla, sicch potevo applicarmi in tutti i SIMBAD, flash simulation e TCTD che volevo ma senza la comprensione del vero problema non andavo da nessuna parte. Erano solo palliativi. Le tecniche sono un mezzo importante, ma senza volont c poco da fare. Aprii gli occhi solo dopo la laurea, quando ebbi pi tempo per guardarmi dentro ma soprattutto usc Sei giorni sulla terra. Quel film apparentemente non sort nessun effetto particolare in me, anche se alcune scene pi aderenti alla realt di ci che accade mi toglievano il fiato. Non me ne ero accorta, ma quel film mi aveva dato una spinta emotiva fortissima e di l a poco tutto il lavoro che avevo fatto faticosamente con il TCTD per liberarmi da Horus ebbe i suoi effetti. Durante lennesimo TCTD mi domandai perch non riuscissi ancora a liberarmi. Le cose si ripresentavano sempre allo stesso modo: credevo di aver eliminato ogni traccia di questo parassita e invece tornavano le solite macchie sulle pareti della stanza, segno che i chip di collegamento erano ancora attivi. Alla fine successe qualcosa di nuovo che mi fece capire lamara verit. Enea in quel periodo si stava liberando dallinfluenza delluomo primo, e mi aveva raccontato con che immagine laveva visto irrompere nella stanza del TCTD. Con quella stessa immagine, quel giorno, lo vidi entrare anche nel mio. Avevamo cercato per un anno di non raccontarci i rispettivi SIMBAD e TCTD per non influenzarci a vicenda ed ecco che era bastata una volta, una breve allusione di due minuti perch ci accadesse subito. Di certo non era un caso, e ovviamente io non riuscivo pi a capire cosera vero e cosa no. Perch adesso vedevo up nel mio TCTD? Ero solo suggestionata dal racconto di Enea o, come al solito, nel momento in cui lui se ne era liberato era venuto a rifarsi da me? Di certo cos non potevo andare avanti. Alla fine chiesi spiegazioni ad anima, mente e spirito e in un attimo capii. Anima, quella sfera blu, aveva ripreso la forma umana che aveva sempre avuto nel SIMBAD e mi osservava con dolcezza, aspettando che io finalmente comprendessi il mio errore. Inutile dire che mi croll il mondo addosso in un istante. Dunque era stata tutta una lunga e ignobile presa in giro. Per pi di due anni ero stata manipolata e avvicinata ad una persona al solo scopo di essere tenuta ancora sotto controllo, di non liberarmi. In poche settimane tutta la mia storia con Enea si sgretol come un castello di sabbia, e con essa il mio cuore. Sentivo il peso di una menzogna immensa che aveva inquinato la mia vita e rubato il mio tempo, quando non ne potevo pi andavo a correre in una pista ciclabile mezza rotta poco lontano da casa mia. Mi sembrava di sentirne i pezzi del mio cuore muoversi dentro e lacerarmi mentre correvo e pensavo al modo in cui lavrei lasciato. Non sapevo come fare. Ogni instante passato insieme, dai progetti pi importanti ai nostri giochi mi tornava indietro come ricordo che faceva male come uno schiaffo. Rivedevo i nostri momenti migliori e quelli peggiori come tante fotografie fisse, immobili, sui cui angoli appariva il disegno di un ghigno beffardo sporche dellodore delle nostre notti. Alla fine gli dissi tutto. Lui non accett mai la mia spiegazione, non cap mai che due addotti non possono stare insieme, che non eravamo affatto due anime che si cercavano da sempre ma solo due ingenui che volevano sentirsi meno soli. Lo lasciai decisa a non tornare mai pi indietro, cos oltre ad essere stata una marionetta nelle mani di un mangiafuoco a dir poco mal disposto, mi tocc anche la parte del cattivo. Per fortuna Corrado era ancora disposto a darmi una mano, nonostante fossero ormai passati degli anni. Non appena gli spiegai la situazione e gli chiesi di aiutarmi con una TCTD mi disse subito di si senza chiedermi niente. Non smetter mai di ringraziare questuomo per la pazienza che ha avuto con me.
ADDOTTI E RELAZIONI AMOROSE Scrivo questa parte perch i problemi di abduction nel mio caso sono stati fortemente legati ai rapporti con gli uomini. Credo che sia cos per molte altre addotte, anche se ben poche se ne rendono conto. Non facile dire perch gli addotti non possono stare insieme tra loro e non possono nemmeno a mio avviso avere una storia damore sana con nessuno. In fondo io stessa sono stata addotta e conservo un bel ricordo di tutte le mie storie, nonostante fossero sempre con altri addotti. Il primo importante motivo sicuramente laccoppiamento strategico. Ad oggi posso affermare con certezza che tutte le storie tra due addotti sono quasi ed esclusivamente volte alla prosecuzione della specie. E il modo pi semplice per assicurarsi una catena infinita di cavie senza doversi nemmeno sforzare di farle venire al mondo, basta avvicinare due soggetti che ne mettano al mondo la quantit che serve. Spesso agli addotti capita di innamorarsi follemente e poi, dopo aver avuto uno o pi figli, lasciarsi con la stessa rapidit con cui ci si era incontrati. Il motivo purtroppo non solo questo. Ho visto e sperimentato rapporti quasi morbosi in cui il legame apparentemente fortissimo dato da unempatia che permette di sentirsi a distanza, percepire i pensieri dellaltro, tutte cose che riguardano strettamente la parte animica ma escludono il resto. Oltre allanima c anche una mente e uno spirito, questultimo sede dei sentimenti e confondere lamore di anima con quello di spirito non sano. Anima ama a 360 gradi, come una bambina a cui non si pu spiegare che gli esseri umani non comunicano con la telepatia ma guardandosi e parlandosi, perch lei qui per giocare e quando riesce ad abbattere le barriere dello spazio e del tempo felice e di conseguenza lo il suo contenitore. Non c niente di male a sentirsi a distanza e sapere cosa laltro sta facendo, ma in una coppia di addotti questo diventa difficilmente gestibile. Laddotto soffre di solitudine cronica: ha questo dolore dalla prima volta in cui quandera piccolo lo hanno portato via e lui chiamava mamma, ma lei non rispondeva. O tutte quelle volte in cui sdraiati su un lettino di ferro in mezzo ad una stanza sudicia si urla aiuto per ore, e nessuno risponde se non per somministrare un tranquillante, o la violenza di turno che ci render meno rumorosi. In una tale situazione, trovare qualcuno che condivide gli stessi dolori e con cui possibile stabilire una comunicazione intensa e profonda come trovare la pace. Tutto questo pu sembrare molto romantico ma in realt crea un legame che ha pi a che fare con la dipendenza che con lamore. Nelle mie storie passate a volte mi sembrava di morire se non cera laltro con me, la mia personalit arrivava a fondersi totalmente con quella del mio compagno e da sola mi sentivo niente. Quando Corrado mi parlava di transfert e controtransfert liquidavo il problema credendo che non mi riguardasse e invece sono giunta alla conclusione che impossibile non cadere in quel meccanismo perverso. Due addotti iniziano una storia damore mentre si stanno liberando: appena sta bene uno star male laltro, unaltalena emotiva da cui una volta saliti complicatissimo scendere. Qualcuno mi disse che provare sulla propria pelle il transfert in una storia damore con un addotto come fare un viaggio allinferno e poi tornare. Non so trovare parole pi calzanti, sono certa che il mio percorso di liberazione stato cos lungo perch mi mancava la comprensione di questo aspetto e continuavo a legarmi ad altri addotti senza capire che cos non ne sarei mai uscita. Allo stesso modo un addotto non creer mai un legame sano con unaltra persona perch non sar mai se stesso al 100%, sar lui pi qualcun altro. Inoltre la personalit degli addotti sempre molto forte, e ho visto quanto vicino a persone non addotte ( anche spesso perfettamente a conoscenza del problema!) tendano a metterle sotto scacco,
spesso le sviano o altre volte possono diventarne succubi totali allontanandosi pi che mai da un rapporto alla pari. Mi rendo conto che scrivere tutto questo equivale a dire che gli addotti non possono avere una vita sentimentale e me ne assumo la piena responsabilit. Non perch non ne siano capaci ma perch non sono liberi, preda di molteplici volont diverse che li rendono praticamente prigionieri di se stessi. E la mancanza di libert in questo caso come una malattia contagiosa che usa il pi vulnerabile dei canali per trasmettersi: quello delle emozioni. Avrei ancora molto da dire ma il discorso cos lungo che rischierei di cadere nel giudizio, e non mia intenzione: questo solo il mio pensiero personale. Pu essere sbagliato naturalmente, anzi mi auguro proprio che un giorno salti fuori che le cose non stanno cos perch il mio scopo non certo voler avere ragione a tutti i costi, non mi interessa affatto. Le cose che ho scritto non lasciano adito a interpretazione e sono molto dure, posso solo concludere dicendo che con le mie parole non voglio offendere nessuno ma che a mio avviso per amare davvero qualcuno bisogna essere liberi ed necessario che anche laltro lo sia. O si rischia di amare una persona che in realt non esiste. EPILOGO Crepuscolo. Guardo la pista sgangherata che mi sta davanti, le sue erbacce ribelli cresciute nel bel mezzo delle crepe dellasfalto. Il colore marroncino mi fa girare la testa, ma c quella linea bianca cos dritta che mi d sicurezza, anche se un po cancellata. Inizio a correre su questa pista dimenticata di periferia, dove nessuno ricorder un passaggio, ogni sguardo incrociato si perder nelloblio di quel paio dore passate in solitudine, a correre, ognuno per il suo piccolo scopo. E poi sono sola. Improvvisamente tutto scompare e sento che devo iniziare a correre, stavolta davvero. Corro, su questa terra che mi ha visto nascere e scrollarmi di dosso le menzogne una ad una. Guardo la mia infanzia di piccola veggente che aveva gi previsto ogni mossa della sua famiglia fragile come un castello di carte, e in silenzio si era costruita un mondo felice dove cera sempre chi aveva bisogno di me per affezionarsi placidamente alle sue catene fatte di oro e lacci emostatici. Rallento ma non mi fermo, lascio dietro di me quel candido tempio che al mio passaggio si sgretola, come un simulacro finalmente svelato e alla buonora distrutto. Corro e mentre il vento mi sussurra che quelle praterie non devo sognarle di notte come mi diceva il babbo, ma esistono davvero e posso cavalcarle, vedo una ragazzina con la testa bassa e uno specchio rotto in mano. Un caleidoscopio le restituisce unimmagine brutta perch frastagliata e laguzzino sempre l, con una mano le accarezza la testa mentre con laltra stringe la pietra con cui le ha rotto lo specchio. Parole pastose e false come lo spirito di cui sono fatti, le sussurrano allorecchio che se il mondo la trova brutta e incapace, le stelle la renderanno speciale. Alzo gli occhi e sorrido a quelladolescente impacciata, incontro i suoi pieni di stupore per quel mondo che credevano diverso, con una mano la sfioro e mi accorgo che fatta di sabbia. E una parte della mia vita vecchia, consumata, ormai da buttar gi e mente sorrido lo faccio, via verso la prossima curva sempre in avanti mai pi indietro. La luce si sta abbassando e devo far presto perch questa corsa ha davvero tantissime tappe, e finalmente vedo una luce intoccabile, nuova ed esplorata solo a met. Mi fermo un istante e imprimo bene nella mia carne la luce dei miei sogni, i miei obbiettivi la mia grande passione, so che l intoccabile che mi aspetta senza parlare anche se sto per perderla di vista e faticher molto a ritrovarla. Veloce affondo la mano un questa luce
calda e sento tutta la volont del mondo riversarsi in me, una risata candida mi scuote dentro e prima di ripartire mi infilo in tasca due maschere di cera, una col sorriso, laltra triste. Saranno l con me per tutta la mia lunga maratona perch ormai le ho afferrate e niente nessuno potr mai portarmele via. Neanche loro. Corro, e sento che le forze stanno calando allora rallento e per la prima volta alzo gli occhi verso il cielo. Una pioggia orticante cade e cade, mentre corro sempre pi piano vedo finalmente il volto di chi mi ha tessuto intorno la fitta trama di una falsa eccellenza. Ogni velo cade e guardo il marciume delle mie alternative, di quel gruppo di miserabili farisei che mi propongono dallinizio dei tempi di barattare la mia essenza con un po di compagnia. Ma la vigliaccheria non basta a fermare la mia corsa e mentre con rabbia sputo il mio disprezzo verso la mia grande e vecchissima croce, le mie gambe riacquistano velocit e mi lascio alle spalle anche loro, non importa se mi inseguiranno. Anche se la notte ormai calata, mi accorgo che sono arrivata a met della mia pista e non posso fermarmi. Mi volto un istante ma tornare indietro avrebbe il sapore di unoccasione calpestata, allora ingoio la paura e vado avanti perch se davvero lo voglio anche al buio sapr vedere. Da una finestra sospesa nel vuoto vedo gli inganni damore sotto le cui spoglie si celavano le mie catene infernali, proprio come fantasmi mi chiamano con la promessa di ci che mai avevo sentito attorno a me, il sicuro sostegno del ti amo per quella che sei. Ma sono ancora fantocci, e come i fantasmi hanno un bel lenzuolo che li copre ma io lo strappo e mentre ne riduco a brandelli la falsit corro ancor pi veloce, perch ancora una volta ho distrutto quelle catene. Uno di loro mi getta dietro fogli di carta che il vento appiccica ai miei capelli, alla mia faccia, impedendomi di vedere ma a poco a poco riesco a togliere anche questi. Prima di calpestarli mi rendo conto che sono spartiti, perfette note di una musica che non intendo suonare mai pi. E la musica dellautoinganno, ha un suono di acuta ferraglia e un tempo che tende allinfinito: il suo squallido romanticismo non mi ferma, continuo a correre. Il cielo si svegliato, la terra ha sospirato, il blu notte viene a poco a poco spazzato via dallazzurro prepotente del mattino e nei primi raggi di quel sole neonato io lo vedo. Nella mia corsa disperata sul lato della pista c il mio amore, seduto, sta aspettando una mano tesa verso di lui ma senza alzarsi con le sue gambe. Lo guardo e mentre il cuore lacerato da una frattura vecchia come il mondo spezzo anche questo legame. Abbasso lo sguardo, esito un istante e penso che forse avrei dovuto aspettarlo ancora, aspettare il tempo di quegli occhi impressi per sempre dentro lanima. Le mie gambe stanche a questo pensiero rallentano, ma quando alzo la testa e mi accorgo che quellalba l anche per me ricomincio di nuovo la mia corsa. Non posso mai pi fermarmi. Vedo la fine. Labbaiare dei cani accompagna i miei passi ormai inarrestabili verso la meta, con gli occhi chiusi sorrido e sento che tutto e niente si concentrano in un unico punto dentro di me ormai finalmente libero. Sono libera e gli occhi si bagnano di lacrime per la prima volta autentiche. Sono libera e al fianco della pista vedo il vecchio e il giovane marinaio che strizzano locchio verso di me, solo un istante poich altre urgenze li richiamano altrove. Miei grandi amici per sempre io sto per varcare il traguardo. Le mie pedine sono pronte, le mie gambe allenate e non c ostacolo che mi tenga adesso perch la scelta stata fatta e ho compreso il segreto del tempo. Inizia adesso,la vita.