Corso Fondazioni Dirette
Corso Fondazioni Dirette
Corso Fondazioni Dirette
FONDAZIONI
DIRETTE
FONDAZIONI
plinti isolati plinti per pi pilastri travi rovesce grigliati di travi rovesce platee prive di alleggerimenti nervate con ununica soletta inferiore nervate con soletta sia inferiore che superiore monopalo a pi pali
INDIRETTE
Le fondazioni sono gli elementi strutturali che trasferiscono le sollecitazioni provenienti dalle strutture in elevazione al terreno Tale trasferimento deve essere compatibile con la resistenza del terreno stesso e le deformazioni in esso prodotte devono essere tali da non compromettere la stabilit e la funzionalit delledificio, sia a breve che a lungo termine Le fondazioni possono essere distinte in: - dirette se il trasferimento delle sollecitazioni al terreno avviene in modo diretto - indirette se invece il trasferimento, in questo caso a strati pi profondi del piano di imposta delle fondazioni, viene effettuato a mezzo di altri elementi strutturali (es. pali)
La scelta del tipo di fondazione deve essere effettuata in relazione: - alle caratteristiche del terreno (resistenza e deformabilit) al momento dellesecuzione dellopera nonch alle loro possibili modifiche nel tempo - alle caratteristiche delle strutture in elevazione (geometria, rigidezza, distribuzione dei carichi, destinazione, ecc.) - alleconomicit dellopera nel suo insieme - alle eventuali interferenze con manufatti gi esistenti o non ancora realizzati, ma di cui si prevede lesecuzione La definizione della natura del terreno va ottenuta per mezzo di rilievi, indagini e prove Lampiezza delle ricerche deve essere proporzionata alle dimensioni, al tipo, alle caratteristiche strutturali, allimportanza dellopera, alla complessit del sottosuolo ed alle conoscenze sulla zona in esame
Soluzioni strutturali che prevedono contemporaneamente per uno stesso edificio fondazioni del tipo diretto ed indiretto non vengono usualmente utilizzate Solo nel caso di edifici o complessi edilizi di notevoli dimensioni pu essere necessario od opportuno ricorrere allimpiego contemporaneo delle due tipologie di fondazione
Tale circostanza si verifica ad esempio : in presenza di brusche variazioni delle caratteristiche geomeccaniche del terreno di sedime nel caso di zone del complesso edilizio che presentano carichi al piede dei pilastri notevolmente differenti In questo caso opportuno separare le parti d struttura aventi differenti sistemi di fondazione con giunti che interessano sia le strutture di fondazione che di elevazione Questo accorgimento necessario per evitare che differenti comportamenti del terreno di fondazione provochino nel tempo dissesti nelle strutture
Vediamo allora le principali tipologie fondali per quanto concerne : ed inoltre le travi di collegamento le fondazioni per pilastri prefabbricati
FONDAZIONI DIRETTE
La progettazione delle strutture di fondazione non pu essere effettuata indipendentemente da quella dellelevazione Il problema dellinterazione terreno-struttura (sia di fondazione che di elevazione) assai complesso anche perch assai difficile elaborare una schematizzazione del terreno che ne riproduca il reale comportamento E comunque opportuno in ogni caso, anche se talvolta solamente in modo qualitativo, tenere conto del problema Strutture in elevazione, fondazioni e terreno sono tre elementi tra loro dipendenti Qualora i prevedibili cedimenti del terreno in corrispondenza delle zone di appoggio delle strutture verticali siano pressoch uguali, cos da non dar luogo ad apprezzabili cedimenti differenziali (sia a breve che a lungo termine), si pu prescindere dal comportamento del terreno nello studio delle strutture in elevazione Questa circostanza si verifica, semprech le fondazioni siano state correttamente dimensionate, in presenza di terreni di buone caratteristiche meccaniche e poco cedevoli Se invece sono da temere cedimenti differenziali linsieme strutture di fondazione - strutture in elevazione viene coinvolto Per ridurre lentit dei cedimenti differenziali (che possono compromettere la statica e la fruibilit dellopera) necessario fornire a quest insieme un adeguata rigidezza
Essa pu essere ottenuta realizzando strutture di fondazione rigide o strutture in elevazione rigide ovvero entrambe rigide Il differente impegno delle une rispetto alle altre comunque dipender dai relativi rapporti di rigidezza a) Elevazione rigida fondazione deformabile b) Elevazione deformabile fondazione rigida c) Elevazione e fondazione rigide
Il caso a), in cui la rigidezza dellelevazione preponderante rispetto a quella della fondazione, si verifica ad esempio quando : le travi ai vari piani hanno altezze rilevanti rispetto alle loro luci la struttura costituita da pareti in c.a. la fondazione del tipo a plinti isolati In queste circostanze si verificano i seguenti fatti: - linsorgere di un cedimento differenziale impegna quasi esclusivamente le strutture in elevazione - gli abbassamenti della fondazione in corrispondenza dei pilastri sono dipendenti dalla rigidezza dellelevazione e, se questa notevole, sono tra loro legati da legami rigidi. In questultima ipotesi il sistema pu solo abbassarsi in maniera uniforme e/o ruotare - i carichi alla base dei pilastri possono variare in funzione della deformabilit della fondazione e del terreno
Il caso b), in cui la rigidezza della fondazione prevalente rispetto a quella delle strutture in elevazione, si ha quando queste ultime sono molto deformabili, per esempio quando le travi sono in spessore solaio o sono semplicemente appoggiate ai pilastri In tale situazione: - linsorgere di cedimenti differenziali coinvolge quasi esclusivamente la fondazione - gli abbassamenti dipendono dalla deformabilit del terreno e dalla rigidezza della fondazione; qualora questa sia elevata gli spostamenti sono quelli di un corpo rigido - i carichi alla base dei pilastri non subiscono variazioni in conseguenza dei cedimenti
Quando sia le strutture in elevazione che quelle in fondazione possiedono rilevanti rigidezze (caso c) il comportamento dellinsieme strutturale dipende dai reciproci rapporti di rigidezza. Nel caso in cui n la fondazione n lelevazione hanno unadeguata rigidezza gli eventuali cedimenti differenziali non vengono in alcun modo attenuati e possono portare anche allinagibilit dellopera
Nel caso di strutture iperstatiche si hanno in tutti gli elementi dellelevazione variazioni dello stato di sollecitazione rispetto a quello ottenuto ipotizzando appoggi fissi in corrispondenza dei pilastri Se la struttura in elevazione invece di tipo isostatico non viene alterato lo stato di sollecitazione e non varia la distribuzione dei carichi
Fondazioni a rigidezza nulla, quale quelle costituite da plinti isolati (in assenza di idonee strutture di irrigidimento in elevazione), possono essere adottate solo in presenza di terreni per i quali non sono prevedibili significativi cedimenti differenziali n a breve n a lungo termine In tutti gli altri casi opportuno realizzare fondazioni continue di adeguata rigidezza La scelta di come irrigidire linsieme fondazioni-elevazione essenzialmente condizionata da ragioni di ordine economico e/o costruttivo, nonch da esigenze di tipo architettonico Vediamo ora per le tipologie fondali individuate: l impiego, le forme pi usuali, le modalit di calcolo le disposizioni delle armature
PLINTI ISOLATI Le dimensioni dei plinti devono essere tali da ridurre le tensioni presenti alla base delle strutture portanti ai valori ammissibili sul terreno IMPIEGO Fondazioni a plinti isolati sono in genere adottate quando: - le caratteristiche del terreno siano tali da non dar luogo ad apprezzabili cedimenti differenziali e quindi non siano necessarie strutture di fondazione di tipo rigido - le tensioni ammissibili sul terreno, anche in relazione alla deformabilit dello stesso, non siano eccessivamente esigue - i carichi provenienti dallelevazione, in relazione alle tensioni ammissibili sul terreno, non diano luogo a strutture di fondazione eccessivamente grandi - le mutue distanze tra i pilastri siano tali da non comportare numerosi casi di compenetrazione delle strutture di fondazione FORME USUALI I plinti hanno in genere forma in pianta di tipo regolare (quadrata, rettangolare, ecc.) Se i lati del pilastro gravante sul plinto sono uguali o paragonabili tra loro si assume generalmente per la pianta del plinto una forma quadrata Nel caso in cui una dimensione del pilastro sia prevalente rispetto allaltra si assume una forma rettangolare con il lato pi lungo parallelo alla dimensione maggiore del pilastro Forme di tipo circolare, anche se teoricamente migliori, non vengono nella pratica realizzate
Nel caso di pilastri sollecitati da carichi prevalentemente assiali viene fatto coincidere il baricentro della sezione del pilastro con quello del plinto Qualora siano invece presenti rilevanti azioni flessionali alla base del plinto pu essere opportuno adottare per esso, indipendentemente dalla forma del pilastro, una pianta di tipo rettangolare con la dimensione maggiore parallela al piano della componente di massima sollecitazione flettente
Qualora il verso e lentit delle azioni flettenti risultino definite pu essere conveniente decentrare il baricentro del plinto da quello della sezione geometrica del pilastro e centrarlo sulla risultante dei carichi La distribuzione delle tensioni agenti in corrispondenza dellintradosso dei plinti dipende : - dallentit e dalla distribuzione del carico - dalla rigidezza del plinto - dalle caratteristiche del terreno e pu inoltre variare nel tempo
Lesatta determinazione della distribuzione delle tensioni assai complessa e comunque presenta svariate incertezze In maniera assai semplificata si riporta nella figura landamento delle tensioni sul terreno in relazione alla rigidezza del plinto e del terreno stesso a) plinto e terreno rigido b) plinto rigido e terreno cedevole c) plinto deformabile e terreno rigido d) plinto deformabile e terreno cedevole
Vediamo in modo qualitativo come varia landamento delle pressioni di contatto al variare dellentit del carico applicato al plinto, per diversi tipi di terreno, supponendo per il plinto un comportamento di tipo rigido a) b) c) terreno coesivo ' = 0 in condizioni non drenate terreno incoerente con c' = 0 terreno con c' 0 e ' 0.
MODALITA DI CALCOLO Nella pratica per il dimensionamento dei plinti di edifici di tipo usuale si ipotizza : - il plinto indeformabile - per il terreno un comportamento a molle di uguale rigidezza (terreno alla Winkler) ossia si considera una distribuzione piana delle pressioni di contatto Ladozione di una distribuzione piana delle pressioni di contatto pu indurre sollecitazioni flessionali maggiori o minori di quelli ricavabili adottando le reali distribuzioni delle pressioni, tuttavia i modelli semplificati usualmente adottati sopravvalutano le sollecitazioni e quindi risultano a favore di sicurezza Sulla base di tale ipotesi vediamo i procedimenti di calcolo per le pi comuni tipologie di plinti In relazione alla loro forma i plinti sono degli elementi di tipo tridimensionale, tuttavia il calcolo viene usualmente condotto adottando modelli piani ed isostatici
I plinti, in rapporto allaltezza rispetto alle loro dimensioni, possono essere distinti in: plinti alti e plinti bassi I primi rispetto agli altri presentano i seguenti vantaggi: minore deformabilit; minori quantitativi di armatura; maggiore sicurezza rispetto al fenomeno del punzonamento
Per contro richiedono maggiori quantitativi di calcestruzzo e talvolta maggiori scavi Per il calcolo delle sollecitazioni i plinti bassi vengono suddivisi in 4 elementi indipendenti che vengono considerati come mensole a sbalzo dal pilastro Nei plinti alti, nei quali laltezza maggiore od uguale allaggetto dal pilastro le mensole sono di tipo corto Per esse non pu essere quindi impiegata la teoria della trave In questo caso si adottano delle schematizzazioni a traliccio (bielle compresse di calcestruzzo e tese di armatura) Comunque le differenti schematizzazioni adottate conducono a quantitativi di armatura non molto dissimili
Nella figura riportato landamento delle isostatiche dal quale si evidenzia come le zone tratteggiate non risultano partecipare alla diffusione del carico
Per questa ragione, soprattutto nel passato, i plinti venivano realizzati con forma tronco piramidale Oggi, per plinti di dimensioni usuali, il risparmio di materiale non compensa i maggiori oneri costruttivi richiesti, pertanto viene mantenuta costante laltezza Il piano di posa delle fondazioni deve essere regolarizzato e protetto con conglomerato magro o altro materiale idoneo debordante limpronta delle fondazioni Lo spessore di questo strato varia usualmente da 5 a 15 cm Determinazione delle tensioni sul terreno Il calcolo delle tensioni sul terreno viene svolto ipotizzando per esso un comportamento a molle unidirezionali di uguale rigidezza e per il plinto quello di un corpo infinitamente rigido Le azioni che possono essere presenti in corrispondenza dellestradosso del plinto sono - sforzo normale; - azioni taglianti (tx, ty); - momenti flettenti (mx, my) Le azioni taglianti determinano, in corrispondenza dellintradosso del plinto, un incremento delle azioni flettenti funzione dellaltezza h del plinto (M=Th) Per la determinazione delle tensioni sul terreno necessario tenere conto anche delle azioni indotte dal peso proprio del plinto, dal riempimento e dagli eventuali ulteriori carichi agenti sul plinto
Nei casi pi frequenti questi carichi possono essere ricondotti unicamente ad un carico verticale applicato in corrispondenza del baricentro della sezione in pianta del plinto, essi quindi determinano solamente un incremento dello sforzo normale Se il centro di pressione cade entro il nocciolo centrale di inerzia della sezione in pianta del plinto essa risulta interamente reagente e la tensione massima sul terreno risulta
max =
N Mx My A Wx W y
in cui:
N = Carico verticale complessivo applicato al plinto M x = m x + tyh M y = m y + txh A = area sezione Wx, Wy, = moduli di resistenza
Quando il centro di pressione cade al di fuori del nocciolo centrale di inerzia la sezione della superficie di contatto tra terreno e plinto non pi corrispondente a quella di base del plinto, non essendo lecito considerare il terreno reagente a trazione La tensione sul terreno non pu essere quindi determinata con la formula precedentemente riportata Per determinare i valori della tensione massima occorre risolvere le equazioni di equilibrio alla traslazione verticale ed alla rotazione intorno ai due assi di riferimento Le equazioni, con riferimento alla figura sono:
ds = N st xds= My st yds= Mx
s t
in cui: t = f (x, y) S = superficie di contatto terreno-plinto
Per la risoluzione del sistema di equazioni sopra riportato si procede come per le verifiche a pressoflessione deviata delle sezioni in c.a. con lunica differenza che, in questo caso, non presente larmatura La risoluzione manuale del problema, basata sulla determinazione per tentativi della posizione dellasse neutro, alquanto laboriosa, si preferisce quindi utilizzare appositi programmi di calcolo Nel caso in cui le sollecitazioni flettenti agiscano solamente secondo uno degli assi principali della sezione del plinto il problema risulta invece di facile soluzione
Per determinare il valore della tensione massima sul terreno occorre preventivamente determinare la sezione di contatto ed in particolare, con riferimento alla figura la dimensione y Le incognite, y e t, si ricavano scrivendo le equazioni di equilibrio alla traslazione verticale ed alla rotazione (ad esempio intorno allestremo pi sollecitato della sezione) Equilibrio alla traslazione: N = t b y /2 Equilibrio alla rotazione rispetto al plinto A: N u = t b y2/6 y = 3u risolvendo si ha:
e quindi
t =
2N 3bu
Punti bassi - Determinazione delle sollecitazioni ed armature Sulla base delle ipotesi gi formulate, il calcolo dei plinti bassi viene condotto suddividendoli in pi elementi indipendenti a sbalzo dal pilastro Cos facendo si trasforma un problema tridimensionale ed iperstatico in uno piano ed isostatico Questa semplificazione, ampiamente a favore di sicurezza, lecita in relazione anche alle approssimazioni (non sempre a favore di stabilit) che di regola si adottano sulla distribuzione delle pressioni di contatto Nel caso pi comune di plinti e pilastri di forma pressoch quadrata si esegue il calcolo suddividendo il plinto in quattro mensole Le sezioni di incastro vanno prudenzialmente disposte non a filo pilastro ma ad una distanza da detto filo pari allo 0.15 del lato del pilastro parallelo allo sbalzo Per ciascuna coppia di mensole contrapposte (mensole 1-2 e mensole 3-4) si prende in esame la mensola pi sollecitata I carichi agenti sulle mensole sono costituiti: - dalla pressione di contatto terreno-plinto (diretta verso lalto) - dal peso proprio del plinto e degli eventuali carichi direttamente presenti su di esso (diretti verso il basso)
In caso di diagramma uniforme delle pressioni di contatto i momenti nelle sezioni di incastro risultano :
2 M 1 = ( t p ) B L1 / 2
M 2 = ( t p ) A L2 / 2 2
Qualora il diagramma non sia uniforme nella sezione di incastro si ha: M = (iL2/6 + maxL2/3 - pl2/2) B
Larmatura viene determinata sulla base dei momenti ottenuti tramite la gi nota espressione approssimata: Aa = M/(0.9 h al) in cui: h = distanza del baricentro delle armature dal lembo compresso al = tensione di lavoro dellacciaio
Questa tensione deve essere inferiore a quella ammissibile per il tipo di acciaio impiegato per contenere la fessurazione del calcestruzzo e quindi garantire la durabilit dellopera. Usualmente la tensione di lavoro considerata compresa tra 160.0 e 200.0 MPa
Il modello di calcolo adottato considera uniforme il valore del momento lungo la linea di incastro. In realt, secondo la teoria delle piastre, i momenti diminuiscono dal centro verso le estremit (ortogonalmente alla luce dello sbalzo) La variazione del momento tanto pi accentuata quanto minore il rapporto a/A della dimensione del pilastro rispetto a quella del plinto
La variazione inoltre pi accentuata nei plinti con rapporto tra altezza e dimensione in pianta minore (plinti particolarmente bassi)
Nella figura riportato landamento dei momenti flettenti intorno allasse X al variare dellascissa x in corrispondenza della sezione di momento massimo Dallesame del diagramma risulta chiaro che per i plinti con rapporto a/A elevato larmatura deve essere uniformemente distribuita sulla superficie del plinto Per plinti con ridotta dimensione del pilastro in rapporto a quella del plinto larmatura deve essere invece infittita sulla parte centrale del plinto in genere assunta pari alla dimensione del pilastro pi 2 volte laltezza del plinto
In taluni casi lo schema di calcolo precedentemente illustrato risulta inadeguato, per esempio : - nei plinti di forma molto allungata (a); - nei plinti con pilastri nei quali una dimensione sia prevalente rispetto allaltra (b); - nei pilastri cavi di dimensioni rilevanti (pareti vani scala e ascensore) (c-d). Il calcolo del plinto viene allora eseguito individuando uno o pi semplici modelli di calcolo capaci di schematizzarne plausibilmente il comportamento Nel caso illustrato nella figura a) si pu individuare un prevalente comportamento a mensola della zona A rispetto alla retta 1-1. Larmatura determinata per questa mensola sar estesa anche alla mensola opposta meno sollecitata Larmatura nellaltra direzione, anche con sbalzi di modesta entit, deve essere non inferiore al 20% di quella adottata per la mensola maggiore Nel plinto della figura b) vale quanto detto per lesempio precedente Nel caso della figura c) possono essere individuati modelli semplificati a trave appoggiata con sbalzi alle estremit Qualora la distribuzione della pressione di contatto non sia uniforme occorre prendere in esame le strisce pi sollecitate Per il plinto della figura d) si opera come per quello precedente avendo per laccortezza di calcolare le sollecitazioni anche nella striscia in corrispondenza della sez. 1-1 dove manca la parete in c.a
Il carico da attribuire a detta striscia quello corrispondente allintera zona A La larghezza b della striscia da considerare nel calcolo pu essere assunta da uno a tre volte laltezza del plinto Nei plinti, anche bassi, non occorre normalmente effettuare verifiche a taglio Esse difficilmente conducono a valori delle tensioni tangenziali superiori a quella ammissibile in assenza di armatura (c0) Fanno eccezione i plinti di forma allungata che diano luogo a pressioni di contatto con il terreno elevate Qualora le tensioni tangenziali superino il valore c0 necessario prevedere armature a taglio (staffe e/o ferri piegati) Nei plinti bassi invece necessario effettuare verifiche al punzonamento perch, non essendo in genere presenti staffe e/o ferri piegati, quando viene raggiunto il carico di rottura per trazione del calcestruzzo si verifica il collasso della struttura
La rottura avviene secondo una superficie troncoconica con inclinazione a 45 a partire dal perimetro del pilastro
Per garantire lassenza del fenomeno di punzonamento si valuta la forza agente sulla superficie S (equivalente a quella di rottura) perpendicolare al piano dellintradosso del plinto, di altezza pari allintera altezza h del plinto e sezione di base avente contorno racchiuso dal perimetro minimo che avvolge, ad una distanza h/2, larea di carico nelle figure si riportano le sezioni di base da prendere in considerazione per varie forme di pilastro La forza da considerare nelle verifiche : F = N - (t - p) A in cui: N = carico proveniente dal pilastro
t p
= tensione sul terreno = peso proprio del plinto + peso degli eventuali carichi direttamente presenti su di esso per unit di superficie = area della sezione di base considerata nelle verifiche
La forza F deve risultare inferiore a quella resistente al punzonamento (trascurando il contributo dellarmatura) pari a : in cui: Fr = 0.5 p h fctd
p = perimetro della sezione di base precedentemente definita h = altezza del plinto fctd = valore di calcolo della resistenza a trazione Questa funzione della resistenza caratteristica a compressione ed, espressa in kg/cm2, pari a:
Qualora la verifica non sia soddisfatta opportuno, sia per la sicurezza che per ragioni economiche, aumentare laltezza del plinto Viceversa necessario disporre unadeguata armatura contro il punzonamento Questa costituita da barre piegate, in genere a 45, ortogonali alla superficie di rottura, efficacemente ancorate nella zona superiore del plinto Il quantitativo complessivo di armatura (nel caso di ferri piegati a 45) si ottiene imponendo lequilibrio delle forze verticali; esso risulta
Aa =
al 2
Plinti alti - Determinazione delle sollecitazioni ed armature Nei plinti alti invece di utilizzare lo schema a mensola, suggerito per i plinti bassi, si adotta un modello di calcolo a traliccio pi idoneo per solidi tozzi per i quali non pi valida la teoria delle travi Il conglomerato costituisce la biella compressa del traliccio e le barre di armatura quella tesa Il quantitativo di armatura determinato con questa schematizzazione pu risultare simile a quello ottenuto con il procedimento adottato per i plinti bassi Per plinti con pianta pressoch quadrata e sollecitati da sforzo normale centrato, si suddivide limpronta di base in quattro triangoli; in corrispondenza del baricentro di ciascuno dei quali si suppone agente una forza pari a 1/4 del carico applicato al plinto Quindi con riferimento alla figura si ha:
Tx =
TY =
N ( A / 3 a / 3) N ( A a ) = 4h 12h
N ( B b) 12h
I quantitativi di armatura da disporre secondo le direzioni X ed Y risultano: Aax = Tx/al Aay = Ty/al
Qualora il plinto abbia forma allungata si suddivide limpronta di base in 2 rettangoli come evidenziato nella figura
Anche se lintero sforzo di trazione fatto assorbire da armature disposte in direzione X, necessario disporre armature anche in direzione Y in quantit non inferiore al 20% di quella in direzione X Si possono adottare modelli a traliccio anche in presenza di azioni flettenti alla sommit del plinto avendo laccortezza di considerare, per ogni triangolo o rettangolo in cui viene idealmente suddivisa la pianta del plinto, la risultante delle pressioni ad esso afferente Le pressioni da considerare sono ovviamente solo quelle dovute alle sollecitazioni presenti alla sommit del plinto (esclusi quindi peso proprio e carichi direttamente agenti sul plinto) Nel caso di plinti alti aventi forme particolari, come quelle riportate nelle figure si pu procedere individuando anche in questo caso dei modelli di calcolo a traliccio ed operando in analogia a quanto indicato per i plinti bassi
Ad esempio nel caso della figura si determinano le armature parallele al lato maggiore del plinto sulla base del traliccio corrispondente alla zona A in figura Larmatura cos determinata deve essere estesa per tutta la lunghezza del plinto Quella nella direzione ortogonale opportuno che non sia inferiore al 20% di quella principale DISPOSIZIONE DELLE ARMATURA Da quanto precedentemente esposto risulta evidente che larmatura determinata sulla base dei calcoli deve essere disposta nella parte inferiore del plinto Essa costituita da barre dritte il cui quantitativo, determinato nelle sezioni di massima sollecitazione, non viene in genere ridotto lungo il plinto Tutte le barre devono essere efficacemente ancorate alle estremit con ganci Esse devono avere diametro in genere non inferiore a 12 mm, per una maggiore durabilit della struttura in relazione a possibili fenomeni di corrosione, pi dannosi per barre di piccolo diametro Il passo massimo delle armature opportuno che non sia superiore a 35 cm E opportuno infittire larmatura in corrispondenza del pilastro in relazione a quanto precedentemente indicato per i plinti bassi aventi ridotto rapporto a/A tra il lato del pilastro e quello del plinto
Linfittimento viene usualmente realizzato disponendo una maglia a passo costante e barre aggiuntive nelle zone in corrispondenza del pilastro come evidenziato nella figura Non necessario infittire le armature in corrispondenza del pilastro nei plinti alti
Nel caso di grossi quantitativi di armatura (plinti di grandi dimensioni fortemente caricati) le barre di armatura vengono disposte su pi strati adeguatamente distanziati e posizionate come indicato nella figura
Larmatura superiore viene disposta principalmente per evitare fessurazioni dovute al ritiro del calcestruzzo Essa pu essere costituita da barre anche di diametro inferiore a 12 mm. Il passo di queste armature opportuno che sia non superiore a 35 cm Nella scelta del passo opportuno adottare valori uguali o multipli di quello impiegato per le armature inferiori Inoltre, per facilitare le operazioni di montaggio, conveniente disporre delle barre in adiacenza ai lati del pilastro onde facilitare il posizionamento e la legatura dei ferri di attesa delle armature dei pilastri Altre armature, con funzione di limitare le fessurazioni dovute al ritiro, vengono disposte lungo le pareti del plinto ad interasse 3040 cm
Nel caso di plinti di notevole altezza (superiore a 1.50 m) opportuno disporre, con la medesima funzione, una o pi maglie di armatura intermedie Per sostenere la maglia superiore (e quelle eventualmente intermedie) possono essere impiegate barre opportunamente sagomate (cavallotti)
Il copriferro di tutte le armature dovrebbe essere superiore agli usuali copriferri impiegati nelle strutture in elevazione, ed in genere non inferiore a 4 cm per garantire una maggiore protezione alle barre di armatura nel caso in cui siano previste armature specifiche per garantire lassenza del punzonamento esse devono: - incrociare la superficie del cono di probabile frattura - essere efficacemente ancorate nella zona superiore allesterno del cono suddetto - essere pi possibile diffuse Esse sono usualmente realizzate a 45 come indicato nella figura Nelle figure seguenti si riportano usuali disposizioni delle armature in plinti di dimensioni rilevanti utilizzati per fondazioni di pareti di vani scala ed ascensore
Disposizione delle armature in un plinto portante pareti di vano ascensore - Ribassamento per extracorsa dellascensore contenuto nello spessore del plinto
Disposizione delle armature in un plinto portante pareti di vano ascensore in assenza di ribassamento
Disposizione delle armature in un plinto portante pareti di vano ascensore - Ribassamento per extracorsa dellascensore non contenuto nello spessore del plinto
Determinazione delle tensioni sul terreno Per il calcolo delle tensioni sul terreno usualmente si ipotizza una distribuzione piana delle stesse, considerando quindi il plinto infinitamente rigido ed il terreno elasticamente cedevole Tale assunzione risulta, in generale, tanto pi corrispondente al reale comportamento quanto pi il plinto alto ed il terreno cedevole Il calcolo delle tensioni viene effettuato come per i plinti isolati considerando le risultanti di tutte le sollecitazioni presenti sul plinto
Determinazione delle sollecitazioni ed armature Ladozione di una distribuzione delle tensioni di tipo piano risulta a favore di sicurezza nel calcolo delle sollecitazioni Il calcolo viene svolto, in analogia a quanto indicato per i plinti isolati di tipo basso, individuando uno o pi semplici modelli di calcolo
Nella figura viene riportato un esempio di plinto con due pilastri aventi carichi prevalentemente assiali, differenti tra loro, con baricentro della sezione in pianta del plinto non coincidente con quello dei carichi In questo caso sono individuabili: - un modello longitudinale (c) lungo la retta a-a a trave su due appoggi con sbalzi sottoposta ad un carico trapezio con valori alle estremit pari a: p1 = B t1 - P/A p2 = B t2 - P/A in cui P il peso totale del plinto e degli eventuali carichi direttamente gravanti su di esso - un modello trasversale lungo la retta b-b, a mensola di luce B/2, sottoposto ad un carico corrispondente alla reazione nellappoggio 1 dello schema longitudinale (d) - un modello trasversale lungo la retta c-c, analogo a quello precedente, caricato dalla reazione sullappoggio 2 (p = R2/B) Larmatura ottenuta sulla base dello schema longitudinale viene in genere diffusa su tutta la larghezza del plinto
Quella invece ricavata sulla base delle sollecitazioni relative ai modelli trasversali viene in genere disposta in prossimit dei pilastri per una larghezza pari a quella dei pilastri stessi pi 2 volte laltezza del plinto Negli eventuali tratti trasversali al di fuori dei campi suddetti, si dispone comunque unarmatura trasversale pari ad almeno il 25% di quella longitudinale La schematizzazione sopra esposta sicuramente a favore di sicurezza in quanto il carico agente sulla striscia longitudinale centrale del plinto (avente larghezza pari a quella dei pilastri pi una volta laltezza del plinto) viene direttamente trasferito ai pilastri nel funzionamento longitudinale senza sollecitare trasversalmente il plinto Nella figura viene riportato un esempio di plinto per 4 pilastri con carichi uguali prevalentemente assiali e con baricentro della sezione in pianta coincidente con quello dei carichi
I modelli da considerare sono degli schemi a trave appoggiata con sbalzi destremit (vedi fig. c) in corrispondenza delle rette a-a, bb, c-c e d-d
in cui P il peso totale del plinto e dei carichi direttamente gravanti su di esso Le armature ottenute sulla base delle sollecitazioni determinate con i suddetti schemi vengono, come nel precedente caso, distribuite su una fascia di larghezza pari a quella dei pilastri pi 2 volte lo spessore del plinto Larmatura delle eventuali zone di larghezza b non interessate da questa diffusione pu essere valutata considerando delle strisce appoggiate sulle coppie di rette a-a/b-b e c-c/d-d sottoposte ad un carico uniforme pari a: p1= t b P b/A2 Nel caso di plinti bassi e/o fortemente caricati opportuno effettuare le verifiche a punzonamento secondo quanto gi indicato per i plinti isolati Le sollecitazioni taglianti in genere non determinano tensioni tangenziali tali da richiedere armature a taglio Disposizione delle armature In relazione alle sollecitazioni ricavate dagli schemi di calcolo considerati, larmatura principale pu essere disposta sia al lembo superiore che a quello inferiore del plinto Essa costituita da barre dritte il cui quantitativo deve essere corrispondente a quello necessario nelle zone di massima sollecitazione
TRAVI ROVESCE
Forme geometriche Le travi rovesce sono elementi strutturali con prevalente funzionamento longitudinale. In relazione alla funzione che devono svolgere esse hanno generalmente forma a T rovesciata per avere unampia superficie di contatto con il terreno Nel passato, per economia di materiali, venivano spesso adottate forme del tipo
impiegate oggi solo nel caso di solette che richiedano grandi spessori in corrispondenza dellattacco con lanima
Lesigenza di accelerare e semplificare il processo costruttivo porta oggi anche a forme pi semplici anche a discapito di un maggior quantitativo di materiale
Le travi rovesce possono essere adottate quando si verifica una o pi delle seguenti circostanze: - si vogliono diminuire le tensioni massime sul terreno con elementi di tipo rigido
- si vuole contenere lentit dei possibili cedimenti differenziali - si vuole diminuire, nel caso di plinti di grandi dimensioni, lentit delle sollecitazioni sulla struttura di fondazione - si vuole ridurre il quantitativo dei materiali impiegati a fronte talvolta di maggiori oneri esecutivi - si verifica il caso che, in relazione alla mutua distanza tra i pilastri ed alle dimensioni in pianta degli eventuali plinti, gran parte di questi si verrebbero, lungo determinate direzioni, a compenetrare tra loro
La deformabilit del terreno e delle strutture in elevazione determina la scelta della rigidezza pi idonea da conferire alle travi rovesce che dipende essenzialmente dal momento di inerzia della loro sezione trasversale e dalla loro luce
Modelli di calcolo - Tensioni sul terreno Il modello di calcolo pi aderente al reale comportamento dellinsieme costituito dai tre elementi: terreno, fondazione e struttura in elevazione, quello che li considera contemporaneamente interagenti Si pu ad esempio modellare la struttura in elevazione ed in fondazione come un telaio spaziale appoggiato su vincoli elastici od anche elastoplastici che schematizzano il comportamento del terreno Ladozione di un modello di questo tipo senza dubbio laboriosa e risulta giustificata solo in casi particolari Normalmente si ricorre a schematizzazioni pi semplici quali ad esempio : a) telaio piano su appoggi elastici
modello a telaio piano Il modello a) tiene conto della deformabilit del terreno e di tutti gli elementi strutturali trascurando per questi linfluenza della collaborazione trasversale tra un telaio e laltro Esso risulta pertanto tanto pi corrispondente alla realt quanto minore linfluenza nel funzionamento globale dei telai trasversali Il terreno in genere schematizzato con appoggi elastici (molle) posti ad un interasse scelto in relazione alla luce delle travi di fondazione (in genere ad interasse di circa 1 m) La rigidezza R delle molle funzione della deformabilit del terreno (rappresentata dal coefficiente di sottofondo o modulo di Winkler), della larghezza della fondazione nonch dellinterasse scelto per le molle: R=Kbi in cui: K = coefficiente di sottofondo (pressione necessaria per ottenere labbassamento unitario) b = larghezza della fondazione i = interasse delle molle Nella tabella vengono riportati i valori orientativi del coefficiente di sottofondo per alcuni tipi di terreno esso fortemente variabile ed inoltre spesso non di facile determinazione Tuttavia si rileva che le tensioni sul terreno e le sollecitazioni nelle strutture non subiscono variazioni proporzionali a quelle del coefficiente di sottofondo e di conseguenza approssimazioni nella scelta del valore di questultimo non modificano sostanzialmente i valori delle tensioni e delle sollecitazioni
modello a trave su suolo elastico Il modello b) trascura la collaborazione tra la fondazione e le strutture in elevazione considerando di queste soltanto le sollecitazioni alla base dei pilastri Questo modello assai semplificato rispetto alle schematizzazioni a telaio Esso permette di svolgere separatamente il calcolo della fondazione da quello dellelevazione Ladozione di questa schematizzazione risulta tanto pi corrispondente alla realt quanto minore la rigidezza delle strutture in elevazione rispetto a quelle di fondazione modello a trave continua su appoggi fissi Considerare infine la fondazione come una trave continua (modello c) su appoggi fissi costituiti dai pilastri, caricata dalla reazione del terreno, costituisce un ulteriore semplificazione Questa schematizzazione corrisponde ad ipotizzare strutture in elevazione notevolmente rigide e strutture di fondazione rigide rispetto al terreno In questa ipotesi, in assenza di eccentricit tra il baricentro dei carichi e quello dellimpronta della fondazione, il terreno sottopone la trave ad un carico uniforme
Nei modelli che tengono conto del comportamento del terreno, tramite il coefficiente di sottofondo, le tensioni su di esso si ottengono moltiplicando il valore del cedimento (w) per la costante di sottofondo K
Nel modello a trave continua su appoggi fissi le tensioni sul terreno si determinano in analogia a quanto indicato per i plinti mediante lespressione:
= R/A + M/W
in cui: R = risultante di tutti i carichi agenti sulla trave di fondazione compreso quello dovuto al suo peso proprio A = superficie di contatto fondazione-terreno M = risultante dei momenti dovuti a tutte le forze rispetto al baricentro della superficie A W = modulo di resistenza della superficie A Lespressione valida purch il valore risulti ovunque non negativo Nel caso contrario, peraltro poco frequente, occorre tener conto della parzializzazione della superficie di contatto come gi illustrato per i plinti Nella determinazione delle tensioni massime sul terreno questultimo modello, ipotizzando per la trave una rigidezza infinita, risulta in genere approssimato per difetto Esso fornisce, ad esempio per una trave caricata con un insieme di carichi a risultante centrata rispetto al baricentro della fondazione, la tensione media sul terreno e non la massima
Viceversa lo schema a trave su suolo elastico, considerando la deformabilit della trave e del terreno, fornisce picchi di tensione in corrispondenza dei punti di applicazione dei carichi
Per quanto riguarda le sollecitazioni il modello a trave continua fornisce generalmente sollecitazioni lungo la trave maggiori di quelle ottenibili dal calcolo a trave su suolo elastico e quindi a favore di stabilit Ci dovuto al fatto che aumentano le tensioni, e di conseguenza i carichi applicati alle travi, in corrispondenza delle zone centrali delle campate Lipotesi di considerare, nel modello a trave continua, carichi uniformi o ad andamento lineare lungo tutto lo sviluppo della trave (corrispondente allassunzione di una trave infinitamente rigida) non del tutto corretta nel caso in cui siano applicati alla trave carichi notevolmente diversi tra loro I carichi maggiori producono sicuramente incrementi delle tensioni sul terreno e di conseguenza incrementi delle sollecitazioni in prossimit dei loro punti di applicazione Un criterio semplificato per tener conto delle disuniformit dei carichi quello di valutare le tensioni non considerando la trave come un unico corpo rigido, ma come costituito da pi tronchi di lunghezza pari ciascuno alla somma delle semiluci delle campate limitrofe la tensione media nel generico campo i risulta:
i =
b = larghezza trave
P 2 Pi + p b(Li+1 + Li ) b
in cui:
Pp = peso proprio trave per unit di lunghezza e degli eventuali carichi uniformemente ripartiti applicati lungo la trave
direttamente
Il calcolo delle sollecitazioni pu essere eseguito sempre a trave continua su appoggi fissi sottoposta a carichi uniformemente ripartiti di intensit variabile i carichi sono ovviamente solo quelli corrispondenti alle azioni dei pilastri
Determinazione delle sollecitazioni ed armature In relazione al modello di calcolo scelto si ricavano le sollecitazioni nelle sezioni pi significative cos come indicato per le travi delle strutture in elevazione con la sola differenza che i carichi, poich sono dovuti alla reazione del terreno, agiscono dal basso verso lalto e le sollecitazioni risultano invertite di segno Il dimensionamento delle armature viene condotto come illustrato per le travi in elevazione, con laccortezza di adottare una tensione di lavoro inferiore a quella ammissibile per le ragioni gi esposte per i plinti Larmatura tesa al lembo inferiore opportuno che sia disposta in parte nelle zone collaboranti poste ai lati dellanima per contenere lapertura delle fessurazioni
Nei casi in cui si adotti per la trave rovescia una sezione del tipo a T occorre valutare le sollecitazioni provocate dalla reazione del terreno sulle ali della sezione (effetto trasversale) Le ali della sezioni a T possono essere considerate come due mensole incastrate nellanima della trave La luce di calcolo L della mensola, nel caso che lanima della trave sia molto larga, pu essere assunta pari alla luce netta dello sbalzo; in caso contrario pari alla semilarghezza dellala Il carico che agisce sulla mensola quello dovuto alla reazione del terreno decurtata del peso proprio della mensola e degli eventuali carichi uniformemente ripartiti direttamente applicati sullala (ad esempio leventuale riempimento di terra sopra lala stessa)
Qualora sulla trave siano applicate sollecitazioni taglianti ortogonali allasse della trave e/o flettenti agenti intorno allasse della stessa, le tensioni sul terreno possono non risultare di intensit costante trasversalmente alla sezione Nel dimensionamento dello spessore dellala occorre, se possibile, evitare che le sollecitazioni di taglio nelle sezioni a filo dello sbalzo inducano tensioni tangenziali maggiori della c0 per non rendere necessaria ladozione di onerose armature a taglio Larmatura ricavata sulla base delle sollecitazioni flettenti viene ovviamente disposta al lembo inferiore ortogonalmente allasse della trave A questa armatura deve essere affidato anche il compito di trasferire gli sforzi di trazione presenti nelle barre longitudinali, dimensionate per il funzionamento a trave, disposte ai lati dellanima Nelle ali occorre comunque disporre unarmatura longitudinale la cui sezione non deve essere inferiore al 20% di quella determinata per il funzionamento a mensola
Disposizione delle armature Le armature relative al funzionamento longitudinale (barre longitudinali, ferri piegati e staffe) vengono disposte in analogia a quanto indicato per le travi in elevazione tenendo conto dellinversione delle sollecitazioni Nella disposizione delle armature longitudinali, a differenza di quanto indicato per le travi in elevazione, occorre maggiorare il quantitativo delle armature correnti rispetto a quello delle armature integrative Di queste ultime, inoltre, opportuno aumentare le lunghezze in relazione alle incertezze dei diagrammi di sollecitazione connesse alle attendibilit del modello di calcolo scelto Per le travi tozze opportuno non eseguire riduzioni del quantitativo di armatura sia nelle campate che agli appoggi I ferri piegati in relazione allelevato rapporto tra altezza e luce delle travi, sono frequentemente realizzati con angolo di piegatura di 60 sullorizzontale Nella figura si riporta una disposizione tipo dellarmatura longitudinale di una trave a pi campate
Larmatura relativa al funzionamento trasversale costituita in genere da ferri inferiori ad U disposti, per facilit di montaggio, a passo uguale (o multiplo o sottomultiplo) di quello delle staffe Se lala della trave a sezione variabile si adottano disposizioni del tipo indicato in figura
Qualora la sezione della trave sia rettangolare larmatura trasversale costituita solamente dalle staffe di tipo aperto (disposizione a) o chiuso (disposizione b) Il passo di tutte le armature non dovrebbe superare i 35 40 cm Il copriferro dovrebbe, come per i plinti, essere non inferiore a 4 cm per garantire una valida protezione alle armature
GRIGLIATI DI TRAVI ROVESCE I grigliati di travi rovesce sono costituiti da travi disposte secondo pi direzioni che si intersecano tra loro generalmente in corrispondenza dei pilastri Essi vengono impiegati per gli stessi motivi per i quali si utilizzano le travi rovesce ed inoltre quando: - si vogliono diminuire ulteriormente le tensioni sul terreno - si vuole contenere lentit dei possibili cedimenti differenziali tra i pilastri - sono presenti, alla base dei pilastri, forti momenti che agiscono in pi direzioni
Le travi che costituiscono i grigliati sono analoghe a quelle gi illustrate con forma a T rovescia o rettangolare
Modello di calcolo - Tensioni sul terreno - Sollecitazioni - Armature Anche per i grigliati il modello di calcolo pi completo quello a telaio spaziale su vincoli elastici o elastoplastici che tiene conto, oltre che del terreno, delle strutture in elevazione ed in fondazione Un modello pi semplice quello di un graticcio piano su suolo elastico Questo tipo di schematizzazione tiene conto della deformabilit del terreno di fondazione, ma trascura completamente la collaborazione delle strutture in elevazione Essa ovviamente tanto pi valida quanto minore la rigidezza dellelevazione rispetto alla fondazione Il terreno viene in genere schematizzato come illustrato per i telai piani su appoggi elastici Per semplificare ulteriormente la risoluzione del calcolo delle fondazioni si pu grossolanamente scomporre il graticcio nelle varie travi che lo costituiscono trattando separatamente le une dalle altre Le travi possono essere studiate come travi su suolo elastico o come travi continue In questo caso non facile stabilire lentit dei carichi da assegnare alle singole travi che si intersecano Nel calcolo di travi su suolo elastico si pu, in prima ipotesi, ripartire il carico in funzione delle superfici di contatto con il terreno afferenti alle singole travi
Pli =
Pi ( Ll a ab / 2 ) ( Lt a + Ll b ab )
Pti = Pi - Pli
dove
Dopo aver sviluppato il calcolo delle travi occorre verificare la congruenza degli spostamenti i (e quindi delle tensioni) nei punti di intersezione delle travi Se gli spostamenti non risultano simili occorre, con procedimento iterativo, modificare lentit dei carichi agenti sulle singole travi sino ad ottenere la congruenza degli spostamenti Si mette in evidenza che il calcolo andrebbe condotto riducendo la larghezza della suola delle travi rovesce nelle zone di intersezione per non considerare 2 volte la superficie in comune tra le travi Si pu ad esempio ipotizzare in questi tratti una larghezza costante pari alla met di quella della trave Se il calcolo viene condotto scomponendo il graticcio in travi continue su appoggi fissi, si pu ripartire i carichi tra le travi secondo il criterio esposto in prima ipotesi per le travi su suolo elastico, ma in questo caso non chiaramente possibile riscontrare la congruenza degli spostamenti nei nodi Per la valutazione, in relazione al modello adottato, delle tensioni sul terreno e delle sollecitazioni nonch per la disposizione delle armature si rimanda a quanto riportato per le travi rovesce
PLATEE
Le platee sono fondazioni che interessano in modo continuo tutti i pilastri delledificio Generalmente sono impiegate in presenza di terreni molto cedevoli e/o quando si vogliono contenere le pressioni di contatto tra fondazione e terreno Le platee sono, rispetto alle altre fondazioni superficiali, di gran lunga pi rigide a parit di altezza Per questo tipo di fondazioni opportuno centrare la risultante dei carichi verticali con il baricentro dellimpronta della fondazione in modo da evitare, con terreni particolarmente cedevoli, possibili rotazioni dellintero sistema Nei casi in cui ledificio abbia pianta regolare e peso uniforme questa condizione facilmente ottenibile Modeste dissimmetrie dei carichi possono essere corrette adottando ad esempio sbalzi perimetrali di differente lunghezza Nei casi in cui queste dissimmetrie siano particolarmente accentuate opportuno realizzare giunti sia in fondazione che in elevazione Le platee possono essere sostanzialmente di tre tipi: a) prive dl alleggerimenti b) nervate con ununica soletta inferiore c) nervate con soletta sia inferiore che superiore
Platee prive dl alleggerimenti Le platee prive dl alleggerimenti sono costituite da un unica soletta (in genere a spessore costante) di altezza, nei casi pi comuni, variabile da 40 cm a 120 cm Questa soluzione pu essere utilmente adottata quando sia difficile individuare maglie regolari di allineamenti dei pilastri lungo i quali disporre delle eventuali travi Essa consente un esecuzione abbastanza rapida con ridotti oneri di manodopera tanto che, alcune volte, impiegata (con spessori per modesti) anche con terreni di buone caratteristiche In questi casi pu essere opportuno, per evitare fenomeni di punzonamento, maggiorare lo spessore della platea stessa in corrispondenza dei pilastri
Le platee piene permettono di ottenere allestradosso un piano di calpestio gi finito Hanno inoltre il vantaggio di avere, rispetto ad altri tipi di fondazione di pari altezza, unelevata rigidezza Per contro esse richiedono grossi quantitativi di materiale, in particolare calcestruzzo, e nel caso di grossi spessori hanno un elevato peso
Platee nervate con soletta inferiore Le platee nervate con soletta inferiore richiedono, rispetto alle platee piene, maggiori oneri di manodopera per lesecuzione, ma consentono un minore impiego di materiali Esse hanno rispetto a quelle piene di pari altezza una minore rigidezza ed un minor peso Per impiegare questa soluzione necessaria la presenza di allineamenti lungo i quali posizionare le nervature
Platee nervate con doppia soletta Le platee nervate con doppia soletta, superiore ed inferiore, vengono impiegate in luogo delle platee piene quando sia richiesta una notevole altezza (maggiore di 80 cm) e quindi in generale per strutture fortemente caricate o per luci notevoli Esse, come le altre platee nervate, richiedono per maggiori oneri di manodopera, ma consentono una sensibile riduzione di calcestruzzo e quindi anche di peso Questo tipo di platee ha una rigidezza assai simile a quella di platee piene della stessa altezza
Modelli di calcolo e azione delle sollecitazioni I modelli di calcolo possono, come illustrato per i grigliati di travi rovesce, essere pi o meno complessi In essi si pu tenere conto delle strutture in elevazione e/o della deformabilit del terreno; le stesse strutture di fondazione possono a loro volta essere schematizzate con modelli pi o meno semplificati A differenza dei grigliati, si possono adottare anche schematizzazioni a piastra Nel seguito si riporta una breve trattazione delle schematizzazioni pi semplici e di pi frequente impiego per i tre tipi di platee prese in esame Platee prive di alleggerimenti Un metodo abbastanza semplice quello di adottare il procedimento di calcolo impiegato per i solai a fungo Si considera la platea su appoggi fissi costituiti dai pilastri e soggetta al carico corrispondente alla reazione del terreno (che, per quanto precedentemente illustrato, dovrebbe essere pressoch uniforme) depurata dal peso proprio della platea stessa e degli eventuali carichi ripartiti applicati su di essa Il metodo consiste nello scomporre la platea in strisce longitudinali e trasversali da calcolare a trave continua su appoggi fissi La larghezza delle travi in direzione X viene assunta pari allinterasse Ly tra gli allineamenti in direzione X e analogamente in direzione Y
Nella figura si riporta landamento teorico della distribuzione dei momenti lungo la larghezza della trave e quello che viene assunto per il dimensionamento delle armature
A ciascuna delle 2 strisce poste in corrispondenza dei pilastri viene attribuito un momento positivo pari al 30% di quello calcolato per lintero campo, mentre a ciascuna delle strisce centrali se ne attribuisce il 20% Il momento negativo calcolato per lintero campo viene attribuito per il 38% alle due strisce poste in corrispondenza dei pilastri e per il 12% a ciascuna delle strisce centrali
Questa distribuzione valida per i campi centrali; per i campi di bordo essa differente come indicato nella seguente tabella (ricavata dalle Norme francesi)
Le sollecitazioni taglianti non determinano sollecitazioni tangenziali tali da richiedere specifiche armature Qualora lo spessore della platea sia esiguo e/o i carichi rilevanti occorre effettuare verifiche a punzonamento Il metodo esposto valido quando la maglia dei pilastri regolare ed il rapporto tra i lati della maglia compreso tra 0.75 e 1.33 Tuttavia esso pu, con buona approssimazione, essere utilizzato anche con maglie non completamente regolari o limitatamente a singole porzioni della platea Nei casi in cui il metodo dei solai a fungo non utilizzabile si possono individuare nella platea travi a spessore con appoggi fissi in corrispondenza dei pilastri, caricate dal carico che agisce sulle solette da esse portate Occorre in questo caso calcolare le sollecitazioni sia per le solette che per le travi che le sostengono
Platee nervate con unica soletta inferiore Nelle platee nervate, a differenza di quelle prive di alleggerimenti, sono chiaramente individuabili elementi secondari (solette) e principali (travi) Il calcolo delle solette viene differentemente svolto in relazione al rapporto tra i lati delle stesse Se il rapporto tra il lato maggiore e quello minore inferiore a 2 pu essere effettuato un calcolo a piastra in caso contrario, essendo prevalente un funzionamento monodirezionale, si adotteranno modelli a trave
Sui bordi delle solette, in corrispondenza delle travi, possono essere ipotizzati differenti vincoli in relazione alla continuit con altre solette o alla rigidezza torsionale delle travi
Nel caso di adozione di modelli a piastra si ricorre, in genere, allimpiego di tabelle che forniscono direttamente le sollecitazioni nelle sezioni pi significative Per tener conto della continuit tra un campo e laltro si assumono al bordo dei vincoli di incastro perfetto Le sollecitazioni nelle sezioni di campata delle piastre possono invece essere ricavate dalla media dei valori ottenuti dai due schemi di incastro e appoggio lungo i bordi Di seguito si riportano per il vincolo di incastro e di appoggio sui quattro bordi le tabelle per la determinazione delle sollecitazioni flettenti di piastre sottoposte ad un carico uniforme estratte da Platten di K. Stiglat e H. Wippel Nelle tabelle seguenti sono riportati - nella colonna A il rapporto tra i lati della piastra, - nelle colonne B i valori dei coefficienti m per la determinazione dei momenti - nella riga C la posizione della sezione corrispondente ai momenti delle colonne B - nelle colonne D i valori dei rapporti x/Lx ed y/Ly (indicati variabili nella riga C) per la determinazione della posizione del momento max mx e max my Piastra incastrata sui quattro lati
Il carico da considerare nel calcolo delle solette quello dovuto alla reazione del terreno depurata dal peso proprio delle solette stesse e dei carichi direttamente agenti su di esse
Per le nervature che sono gli elementi principali della platea, possono essere adottati, come per i grigliati di travi rovesce, schemi pi o meno complessi che tengono anche conto della deformabilit delle strutture in elevazione e/o del terreno Per lillustrazione dei vari modelli di calcolo si rimanda a quanto indicato per i grigliati di travi rovesce Sono invece differenti le modalit di calcolo delle molle (nei modelli su suolo elastico) e dei carichi agenti in relazione alla continuit della soletta
Per quanto riguarda la valutazione della rigidezza delle molle schematizzanti il comportamento del terreno, ci si pu basare sulle superfici di pertinenza delle varie molle Nel caso si adottino schemi semplificati a travi lentit dei carichi da considerare agenti sulle singole campate pu essere valutata, analogamente a quanto indicato per le molle, come illustrato nella figura
Individuazione delle rigidezza delle molle nei modelli a grigliato su appoggi elastici
I carichi sono forniti dalla reazione del terreno depurata da quella dovuta ai pesi propri di travi e solette e di carichi direttamente gravanti su di essi
Platee nervate con doppia soletta Il calcolo pu essere condotto in maniera analoga a quello illustrato per le platee nervate con soletta inferiore Occorre in questo caso effettuare il calcolo anche per la soletta superiore, soggetta al peso proprio e ai carichi gravanti su di essa, con modelli analoghi a quelli impiegati per la soletta inferiore
I quantitativi di armatura superiore ed inferiore, sia nelle fasce in corrispondenza dei pilastri che in quelle centrali, vengono determinati sulla base delle massime sollecitazioni ottenute dal calcolo per le singole campate Usualmente per ridotti rapporti tra laltezza della platea e le luci dei campi (<l/8) non si effettuano graduazioni dellarmatura Viceversa occorre comunque prevedere quantitativi delle armature correnti maggiori rispetto a quelli delle armature integrative Le graduazioni devono essere effettuate adottando per le armature integrative lunghezze sovrabbondanti rispetto ai minimi richiesti (calcolate con traslazione della curva M/Z di una quantit pari allaltezza utile della sezione) per tener conto delle approssimazioni del modello di calcolo Le interruzioni delle barre e le relative sovrapposizioni devono, come per tutte le strutture, essere eseguite in zone compresse o deviando le barre verso queste zone Normalmente si interrompono le barre superiori in corrispondenza degli allineamenti di pilastri e quelle inferiori sulle mezzerie dei campi Poich in genere le disposizioni di armatura sono particolarmente semplici si utilizzano barre di lunghezza maggiore possibile, compatibilmente con le lunghezze commerciali, cos da semplificare le operazioni di messa in opera ed al tempo stesso ridurre il quantitativo di ferro impiegato Qualora siano richieste, in corrispondenza dei pilastri, armature atte ad evitare il punzonamento della platea, si utilizzano per esse disposizioni analoghe a quelle impiegate per i plinti Nelle platee aventi spessore notevole (maggiore di 1.20 m) opportuno disporre una o pi maglie di armatura intermedia ad interasse 60 100 cm per contenere le fessurazioni del calcestruzzo dovute al ritiro I diametri utilizzati per queste maglie sono in genere superiori a 12 mm e il passo delle barre compreso tra 40 e 80 cm Per sostenere le maglie di armatura superiore ed eventualmente quelle intermedie vengono usualmente impiegate barre sagomate a cavallotti
Per garantire unadeguata protezione delle barre costituenti la maglia inferiore, si devono impiegare distanziatori per sollevare le barre dalla superficie di estradosso del magrone eseguito per la regolarizzazione del piano di posa della fondazione Lungo le pareti perimetrali della platea, per limitare le fessurazioni dovute al ritiro, si dispongono barre di armatura di piccolo diametro ad interasse 30 40 cm
Platee nervate con unica soletta inferiore Larmatura della soletta di fondo della platea costituita da una maglia superiore ed una inferiore con passo delle barre di armatura non superiore a 35 cm o comunque allo spessore della soletta
I passi della maglia superiore e di quella inferiore dovrebbero, come gi detto per le platee prive di alleggerimenti, essere uguali e coincidenti o essere luno multiplo dellaltro Le armature costituenti i reticoli della maglia superiore ed inferiore devono essere almeno pari al 50% di quelle necessarie nelle sezioni di massima sollecitazione per ciascun campo Il diametro delle barre costituenti le maglie di armatura opportuno che non sia inferiore a 12 mm Linterruzione delle barre deve essere condotta secondo quanto esposto per le platee prive di alleggerimenti. Anche in questo caso vengono utilizzate armature a cavallotto per il sostegno della maglia superiore La disposizione delle armature delle travi deve essere effettuata come illustrato per le travi rovesce conveniente fare coincidere il passo delle staffe delle travi con quello del reticolo della soletta
Platee nervate con doppia soletta La disposizione delle armature nella soletta di fondo e nelle travi uguale a quella illustrata per le platee con ununica soletta inferiore Larmatura della soletta superiore analoga a quella della soletta inferiore con lovvia inversione dei punti di interruzione delle barre essendo la soletta superiore soggetta a carichi diretti dallalto verso il basso
Il getto della platea alleggerita in genere effettuato, per ragioni costruttive, nelle seguenti fasi: a) soletta inferiore b) nervature sino allintradosso della soletta superiore c) soletta superiore Le fasi b) e c) possono essere anche eseguite contemporaneamente Lalleggerimento della platea pu essere ottenuto realizzando la soletta superiore su idonee cassaforme (a perdere o non) o con lutilizzo di elementi prefabbricati totalmente o parzialmente autoportanti Nel caso si intenda effettuare il recupero delle casseforme occorre prevedere apposite forature (passi duomo) per permettere laccesso allinterno della platea Limpiego di elementi leggeri, tipo polistirolo, da sconsigliato per gli inconvenienti dovuti al loro possibile galleggiamento in fase di getto delle nervature.