Tipologia in Acciaio
Tipologia in Acciaio
Tipologia in Acciaio
Indice
Prefazione
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Generalit
Schema statico e metodologia di analisi
Azioni e condizioni di carico
Stati Limite Ultimi
6.4.1. Combinazioni di carico
6.4.2. Verifiche di resistenza
6.4.3. Stati Limite di Esercizio
Riferimenti bibliografici
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8. Collegamenti
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A.1. Generalit
A.2. Voci di capitolato
A.3. Quantitativi di acciaio impiegato
Riferimenti bibliografici
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Prefazione
La pubblicazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni con il D.M. del 14 gennaio 2008 ha
segnato un ulteriore avanzamento della normativa, dopo quelli gi segnati dalle ordinanze e dalle
normative che si sono susseguite dal 2003 in poi, in direzione di una maggior sicurezza sismica delle
costruzioni ed un pieno adeguamento delle verifiche strutturali con le normative europee quali gli
Eurocodici.
Per le costruzioni in acciaio, in particolare, le NTC08 sono pienamente congruenti con le regole progettuali e di verifica incluse nellEurocodice 3 parte 1 ed Eurocodice 8 parte 1. Tale evenienza, unitamente alla nuova revisione dellazione sismica, pu sicuramente consentire un pieno sfruttamento
delle propriet meccaniche dellacciaio nelle diverse soluzioni costruttive.
Daltro canto lintroduzione di nuove regole induce nuovi problemi alla pratica progettuale corrente
che deve ridefinire gli approcci e le procedure allo scopo di individuare le soluzioni ottimali in relazione alle prestazioni ed al livello di sicurezza richiesti.
A tal proposito, la Commissione Sismica per le Costruzioni in Acciaio, supportata dalla Fondazione
Promozione Acciaio, si propone di realizzare alcune applicazioni delle nuove norme per la progettazione di costruzioni in acciaio. La prima di esse, oggetto della presente monografia, riguarda una
delle tipologie strutturali forse pi diffuse, cio quella degli edifici monopiano ad uso industriale in
acciaio che per la loro leggerezza possono dimostrarsi convenienti anche in zone di medio-alta
sismicit.
In particolare, la monografia illustra, oltre ai principi generali, un progetto completo di un edificio
monopiano ad uso industriale dotato di carroponte e sito in una zona a medio-alta sismicit. Il fine
quello dillustrare lintero iter progettuale previsto dalle attuali norme e dagli Eurocodici rilevanti,
le prestazioni richieste per i diversi livelli di verifica e per diverse combinazioni delle azioni e le problematiche relative alla ricerca di una soluzione progettuale idonea ed efficiente.
Il desiderio di fornire indicazioni sullintero percorso progettuale, cio non solo le fasi di modellazione, analisi e verifica, ma anche quelle di concezione, scelta delle soluzioni costruttive e valutazione
economica, testimoniata dalle valutazioni introdotte nel computo metrico di cui allappendice e
dalle tavole progettuali fornite insieme al volume su supporto informatico.
Gli autori ringraziano per la realizzazione della monografia: Valerio Barberi, Giuliano Barsacchi (autore delle tavole progettuali e di tutte le illustrazioni), Aurelio Braconi, Oreste Mammana, Luca Nardini
e Davide Quattrini.
Andrea DallAsta
Raffaele Landolfo
Walter Salvatore
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Generalit
ed aspetti tipologici
Acciaio
Figura 1.1 a) Stabilimento SITMA a Spilamberto (MO) 2005, Progetto architettonico: Roberto Corradi,
Progetto strutturale: Francesco Stampo, Impresa e carpenteria metallica: Cometal spa, Foto: Paolo
Candelabri; b) Centro di Raccolta Buonumore a Taglio di Po (RO) 2005, Progetto architettonico: Ubaldo De Bei,
Progetto strutturale: Astron, Ing. Simone Carraio, Impresa: Zaninello Costruzioni srl, Carpenteria Metallica:
Edil&Acciaio srl, Foto: Edil&Acciaio srl.
tura (altezza libera sotto catena); il numero delle navate affiancate; la conformazione geometrica della copertura e delle pareti in relazione al sistema di illuminazione
ed aerazione richiesto; la definizione dei carichi permanenti di parete e copertura in
rapporto alle esigenze di impermeabilizzazione e di isolamento termico; la definizione dei carichi trasmessi dagli eventuali impianti di sollevamento e trasporto (gru a
ponte, a portale zoppo, a bandiera). Inoltre, pu essere opportuno impostare il progetto anche in funzione delle possibili modifiche o espansioni future e quindi delle
prevedibili variazioni delle condizioni di esercizio: una maggiorazione dellinvestimento iniziale per ridurre i potenziali costi futuri possono spesso risultare economicamente conveniente. [1].
Una simile variet di parametri impedisce pertanto, o rende comunque problematica, unelencazione di tutti gli schemi strutturali possibili. In questa sede si esaminano solo alcune delle principali tipologie adottate per edifici ad una sola navata,
composti da una successione di telai trasversali in cui si distinguono la trave principale di copertura e le colonne.
Si possono individuare tre schemi statici fondamentali: a) colonne incastrate alla
base e trave incernierata in sommit (Figura 1.2); b) portale incastrato alla base
(Figura 1.3-a); c) portale a due cerniere (Figura 1.3-b).
Lo schema statico pi diffuso sino ad oggi certamente quello con colonna incastrata alla base e trave incernierata alle estremit. Tale soluzione si distingue per la
sua semplicit di calcolo, di fabbricazione in officina e di realizzazione in cantiere
nonch per la sua versatilit di utilizzo.
Acciaio
Il progetto della trave in semplice appoggio, nel caso di luci elevate, frequentemente condizionato dalla verifica della deformabilit in esercizio, che spesso richiede lutilizzo di inerzie elevate indirizzando quindi la scelta verso la pi conveniente
tipologia reticolare.
Particolarmente importante la verifica della stabilit dei correnti compressi in direzione ortogonale al piano del telaio; in particolare del corrente superiore per lazione dei carichi permanenti e del sovraccarico neve, ed eventualmente del corrente
inferiore per lazione del vento in depressione sulla copertura. Ove occorra, possibile migliorare le condizioni di stabilit mediante crociere o sbadacchi facenti capo
alla controventatura di falda.
La soluzione a portale incastrato alla base pu, daltro canto, risultare vantaggiosa
nel caso di capannoni di grande altezza o con gru di grande portata, al fine di limitare le sollecitazioni e gli spostamenti orizzontali delle colonne, oppure nel caso di
capannoni di grande luce, al fine di limitare le sollecitazioni e le deformazioni della
trave principale di copertura [2] [3].
Tale soluzione pu inoltre trarre vantaggio da un dimensionamento basato sullanalisi plastica che permette di sfruttare la duttilit dei componenti nel caso di trave e
pilastri a parete piena. Per lanalisi strutturale si pu in questo caso far riferimento
alle recenti normative [5] [6].
Nel caso in cui si temano cedimenti fondali, pu essere adottata con successo la
soluzione a portale incernierato alla base, che per rispetto alla soluzione incastrata risulta essere maggiormente pesante e pi deformabile.
La tipologia, il passo e la luce dei telai trasversali condiziona, insieme alle esigenze
di illuminazione e di aerazione ed alla tipologia del manto, la scelta dellorditura
della copertura, costituita dagli arcarecci, dalle travi principali e dai controventi di
falda.
Per le travi di copertura, disposte solitamente ad un interasse non superiore a 6-7 m
(tipicamente 5 m), si possono distinguere: travi reticolari, coperture a shed o travi a
parete piena. La scelta progettuale dipende dalla funzione architettonica che la
copertura deve svolgere, dalla necessit di ampie vetrate per lucernari o aerazione,
dal passo degli arcarecci come anche dalla luce da coprire.
La copertura a capriate costituita (Figura 1.2), nel caso pi semplice, da una serie
di capriate disposte trasversalmente, appoggiate sulla sommit delle colonne.
Allestradosso della trave reticolare trovano appoggio i correnti longitudinali (arcarecci) o direttamente una copertura in lamiera grecata per la disposizione di materiale coibentante e di impermeabilizzazione. Quando le esigenze funzionali richiedono un notevole interasse longitudinale delle colonne, occorre ricorrere a travi laterali porta-capriata che consentono unottimale spaziatura delle capriate di copertura pur incrementando il passo dei telai principali.
Nel caso di travi reticolari, si cerca di concentrare tutti i carichi nei nodi della briglia
superiore, in modo da ottenere aste semplicemente tese e aste semplicemente compresse. Qualora questo non fosse possibile occorre valutare se convenga ricorrere ad
uno schema con passo ridotto o progettare una capriata le cui briglie superiori siano
soggette anche a sollecitazioni di flessione e taglio [7].
Tra le travi reticolari maggiormente in uso si riportano: (a) tipo Mohni a diagonali
tese (Figura 1.4); (b) tipo Warren a diagonali tese e compresse (Figura 1.5); (c)
Polonceau (Figura 1.6-a); (d) Inglese (Figura 1.6-b).
(a)
(b)
Le coperture a shed (Figura 1.7), formate da ampie vetrate orientate nella medesima
direzione, richiedono un maggior numero di elementi strutturali. Mentre una copertura a falde pu essere facilmente realizzata con una serie di travi reticolari sulle
quali siano appoggiati gli arcarecci, una copertura a shed necessita di trave portashed, di puntoni di falda, di arcarecci ed infine di correnti porta-vetrate. Le travi
principali (porta shed) sono disposte trasversalmente o direttamente appoggiate alle
colonne.
La falda cieca della copertura supportata da travi secondarie (shed) e collegate alla
briglia superiore di una trave principale e a quella inferiore della trave adiacente. Gli
arcarecci corrono sulle travi secondarie parallelamente alle travi principali.