Galileo Galilei
Galileo Galilei
Galileo Galilei
Galileo Galilei nacque a Pisa il 15 febbraio 1564 da genitori della media borghesia, a Firenze comp i primi studi di letteratura e logica, per volere del padre si iscrisse alla facolt di medicina di Pisa, ma non era molto interessato e torn a Firenze senza titoli accademici. Qui approfond la matematica sotto un discepolo del celebre Tartaglia e cominci a compiere osservazioni fisiche. Scopr lisocronismo delle oscillazioni pendolari e formul alcuni teoremi di geometria e meccanica, dallo studi di Archimede scopr la bilancetta per determinare il peso specifico dei corpi. Diede anche saggio della sua cultura letteraria con due lezioni allaccademia fiorentina: Circa la figura, sito e grandezza dellInferno di Dante e nelle Considerazioni sul Tasso . Nel 1589 ottenne la cattedra di matematica delluniversit di Pisa dove rimase tre anni, poi pass a Padova, dove trascorse 18 anni. Con la costruzione del cannocchiale si apr la serie delle grandi scoperte astronomiche che annunci nel Sidereus nuncius (Ragguaglio astronomico) del 1610. Keplero riconobbe subito lesattezza e limportanza di tali scoperte. Proprio per le scoperte astronomiche e le idee copernicane lo misero in urto con gli aristotelici e le gerarchie ecclesiastiche. Lopera di Copernico venne messa allindice, ma Galileo continu i suoi studi e pubblic Il saggiatore e continu a lavorare al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, il tolemaico ed il copernicano, che stamp nel 1632 ma fu subito citato dal papa a comparire davanti al Tribunale del SantUffizio a Roma. Il processo dur vari mesi e si concluse con labiura di Galilei . Il carcere a vita gli fu tramutato in confino prima a Siena e poi presso la sua villa di Arcetri dove fu assistito dalla figlia suor Maria Celeste. Qui scrisse il suo capolavoro scientifico: Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze (teoria della resistenza dei materiali e la dinamica). L8 gennaio 1642 Galileo muore ormai cieco.
Il principio dinerzia. Per la fisica aristotelica la quiete era lo stato naturale dei corpi sublunari, essendo il moto qualcosa di temporaneo che viene meno non appena cessa lapplicazione della forza che lo produce. I moti erano di due tipi: naturali e violenti. Naturale il moto di un corpo che si dirige verso il suo luogo naturale ( corpi pesanti basso, corpi leggeri alto), violento il moto che conduce fuori dal suo luogo naturale. E per spiegare come i corpi di moto violento (freccia, proiettile) possono continuare a muoversi per un certo tempo in una direzione diversa, si ricorreva allazione motrice dellaria. Con lintuizione teorica del principio di inerzia: un corp o tende a conservare indefinitamente il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme fino a che non intervengono forze esterne a modificarne lo stato, Galileo superava il doppio pregiudizio per cui la quiete qualcosa di naturale. Galileo non diede mai un enunciazione generale precisa di tale principio, alcuni critici hanno negato che fosse giunto a concepirlo. Il principio di inerzia, utile anche in sede astronomica, spiegava perch il movimento dei pianeti e della terra potesse continuare indefinitamente . La delucidazione scientifica dei moti astrali richiedeva la doppia presenza di una forza centrifuga e una centripeta. Le leggi sulla caduta dei gravi. La fisica aristotelica pensava che la velocit di caduta dei corpi fosse direttamente proporzionale al peso e accelerata dalla spinta dellaria. Galileo con un ragionamento teorico (esperimenti mentali) giunse a risultati opposti: se due corpi dello stesso peso cadono insieme, e durante la caduta si uniscono, formeranno un corpo unico che avr un peso doppio, ma che si muover alla stessa velocit. Questo significa che tutti i corpi indipendentemente dal loro peso, cadono alla stesa velocit. Se lesperienza immediata s embra confutare tale legge (es la pietra e la piuma) , questo dovuto alla resistenza del mezzo, cio dellaria, nel vuoto la legge si realizza nella sua purezza. Dato che Galileo non disponeva ancora della pompa ad aria, inventata da Torricelli, dove si possono osservare i corpi cadere nel vuoto, la tradizione vuole che egli abb ia eseguito alcuni esperimenti reali lasciando cadere, dallalto della torre di Pisa, una sfera da una libbra ed una da 100 libbre, constatando che la seconda arrivasse a terra con brevissimo anticipo. Che questo esperimento sia stato eseguito o meno la conferma delle tesi di Galileo e la smentita di quelle di Aristotele, per questultimo infatti la prima sfera avrebbe dovuto compiere solo la centesima parte del percorso, essendo il peso nel rapporto 100 a 1. Il secondo principio della dinamica. In questo contesto di studi Galileo pervenne al principio per cui le forze applicate ai corpi non causano loro delle velocit, ma delle accelerazioni, proporzionali alle forze che le hanno prodotte. Questo gli permise di determinare il concetto di accelerazione come variazione di velocit e il concetto di massa di un corpo, come rapporto di proporzionalit tra le forze ad esso applicate e le accelerazioni prodotte da tali forze. I celebri esperimenti sul moto uniformemente accelerato sono un ulteriore coronamento a questi studi. Galileo ha spaziato, oltre che nella meccanica, anche nella fisica, dalla termica allidrostatica, dallottica allacustica, ma le scoperte che lo reser o pi celebre furono quelle astronomiche.
quindi ritenere che la spiegazione fosse valida anche per gli altri pianeti illuminati dal Sole. Sempre grazie al telescopio scopr che oltre le stelle fisse visibili ad occhio nudo, esistevano innumerevoli altre stelle che formavano galassie e nebulose. Il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Durante il pontificato di Urbano VIII, che gli aveva sempre dimostrato benevolenza, Galileo pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, dietro il pretesto di voler presentare parzialmente i due maggiori modelli cosmologici, portava in realt argomenti decisivi in favore del copernicanesimo. Per presentare la teoria geocentrica Galileo sceglie Simplicio, un pedante dalla mentalit conservatrice e tradizionalista, attaccato alle teorie aristoteliche. Per difendere la teoria copernicana sceglie Salviati, che incarna lintelligenza chiara, rigorosa ed anticonformista. Nella parte di neutrale moderatore viene posto Sagredo, che rappresenta un tipo di personalit non oppressa dai pregiudizi. Il Dialogo diviso in 4 giornate, nella prima Galileo pone sotto accusa la distinzione aristotelica tra il mondo celeste ed il mondo terrestre, con argomenti tratti dal Sidereus nuncius. La seconda giornata dedicata alla confutazione degli argomenti contro il moto della Terra, c chi afferma che se questo fosse vero si solleverebbe un vento tale da trasportare gli oggetti; Galileo risponde che laria partecipa allo stesso movimento della terra, come un individuo su una nave in moto che comunque risulta fermo. Altri obiettano che se la Terra si muovesse da ovest ad est le nuvole sarebbero sempre in moto e il volo degli uccelli sarebbe ostacolato, Galileo risponde nuovamente che laria partecipa al moto della terra , che conduce con se nuvole, uccelli e ogni altra cosa. Al noto argomento secondo cui i gravi cadrebbero obliquamente risponde ugualmente che il grave si muove insieme alla Terra e cade perpendicolarmente, tanto vero che un sasso, lasciato cadere dalla cime dellalbero di una nave in movimento, si ferma ai piedi dellalbero, proprio come se la nave stese ferma. Queste contro argomentazioni si ispirano alla principio della relativit galileiana secondo cui risulta impossibile decidere su esperienz e meccaniche compiute allinterno di un sistema chiuso, se esso sia in quiete o in moto rettilineo uniforme. Nella terza giornata del dialogo viene dimostrato il moto di rotazione della terra ed esaltata la concezione copernicana. Nella quarta giornata Galileo espone la sua dottrina sulle maree.
c)La scoperta del cannocchiale e la difesa del suo valore scientifico. Gli strumenti di osservazione scientifica
si rivelarono subito decisivi non solo per lanalisi ma anche per riprodurre il fenomeno nelle condi zioni volute. Ci comport un esplicita attribuzione di valore conoscitivo. Ci che ai nostri occhi pu apparire ovvio non lo era affatto nellepoca di Galileo. Nel Saggiatore Galileo scrive che venuto a conoscenza del fatto che un olandese aveva presentato un occhiale attraverso il quale le cose lontane si vedevano perfettamente molto vicine; aveva proceduto a costruirne uno per proprio conto, allinizio poco capace ma poi cos potente da riuscire ad ottenere oltre 30 ingrandimenti lineari (1000 volte pi grandi). La discussione sulla paternit del cannocchiale tuttora aperta, ma la grandezza di Galileo non consiste nellaverlo costruito ma nellaverlo usato scientificamente, i nobili lo usavano come gioco di societ. Molti teologi consideravano diabolico sostituire gli occhi naturali creati da Dio, da ci il rifiuto di accostare i loro occhi al nuovo mezzo. Galileo ebbe la genialit ed il coraggio di puntare locchiale verso il cielo, trasformandolo in telescopio. Grazie a questo realizz le sensazionali scoperte divulgate dal Sidereus nuncius. Il diritto di usare il cannocchiale come mezzo scientifico gli sar duramente contestato e costituir una delle ragioni di fondo dellincomprensione tra lo scienziato e i teologi e aristotelici.
: immaginiamo una superficie piana, pulitissima come uno specchio e di materia dura come lacciaio, inclinata, e che sopra di essa voi ponete una palla perfettamente sferica e di materia durissima. Anche senza fare lesperimento concreto sappiamo che si muover lungo la superficie e se ipotizziamo che sia tolta anche lazione frenante dellaria, ella continuerebbe a muoversi allinfinito se tanto durasse linclinazione del piano. Sostituendo poi la superficie inclinata con una orizzontale, la medesima palla se fosse spinta sul medesimo piano continuerebbe il suo moto, ammesso che lo spazio fosse interminato e che non intervenisse una forza esterna a variarne od arrestarne il moto. Induzione e deduzione. Nella storiografia del passato lo scienziato pisano era stato presentato come un sostanziale induttivista, cio un ricercatore che dallosservazione dei fatti naturali perviene a scoprire le leggi che regolano i fenomeni; oppure, al contrario, come un convinto deduttivista pi fiducioso nelle capacit della ragione che in quella dellosservazione. In realt Galileo tutte due le cose insieme. Vi nella prassi concreta una innegabile prevalenza del momento sperimentale teorico, ipotetico deduttivo ma la prevalenza dellinduzione sperimentale sulla deduzione teorica o viceversa non esclude la loro reciproca e indissolubile implicanza di fatto. -le sensate esperienze presuppongono sempre un riferimento alle necessarie dimostrazioni, in quanto, esse vengono assunte e rielaborate in un contesto matematico razionale. Esse fin dallinizio, sono cariche di teoria in quanto illuminate da unipotesi che le sceglie e le seleziona. E vero, ad esempio, che Galileo scopr ignoti fenomeni astronomici basandosi sul senso della vista, ma la decisione stessa di studiare i cieli e di puntare il cannocchiale su determinati fenomeni e interpretarli in certi modi deriva dalla preliminare accettazione della teoria copernicana. - anche le necessarie dimostrazioni presuppongono sempre un loro implicito o esplicito richiamo alle sensate esperienze perch forniscono la base e lo spunto per le ipotesi poich le stese intuizioni geniali non nascono nel vuoto ma a contatto con losservazione e lo studio dei fenomeni. In secondo luogo, intuizioni e ipotesi acquiscono validit solo per mezzo della conferma sperimentale. Non sempre possibile una verifica diretta tuttavia risulta sempre possibile una verifica indiretta delle conseguenze che vengono dedotte dalla accettazione di tali principi. Per esempio, il principio di inerzia, anche se non constatabile empiricamente, spiega con esattezza i movimenti che si constatano in natura. Si aggiunga poi che tramite opportuni accorgimenti possibile in laboratorio avvicinarsi alla sua verifica. Nelle necessarie dimostrazioni permette anche di afferrare meglio i rapporti e le differenze tra matematica pura e teoria fisica, mentre la logica tradizionale non serviva a intuire nulla di nuovo, la matematica si pone come uno strumento di scoperta scientifica poich permette di avanzare nuove ipotesi sui fenomeni divenendo il linguaggio ed il metodo di lavoro della scienza. Tutto questo discorso sulle relazioni tra ragionamento ed attestazione dei sensi, teoria ed esperimento, matematica pura e fisica trova la sua pi chiara e compiuta espressione nella lettera scritta a Pietro Carcavy che forse il documento pi prezioso che possediamo circa il metodo di Galileo. Esperienza e verifica. In Galileo i concetti di esperienza e di verifica assumono un significato originale rispetto al passato, lesperienza di cui parla non lesperienza immediata ma il frutto di una elaborazione teorico matematica dei dati. Lesperienza quotidiana pu essere ingannevole , Galileo ha dovuto combattere tutta la vita contro le apparenze immediate dei fenomeni. Con lui comincia ad affermarsi il divario fra mondo della fisica e mondo comune, caratteristico della scienza moderna, in secondo luogo lesperienza di per se non ha valore scientifico se non legittimata dallesperimento. La verifica non quella immediata dei sensi, che pu confe rmare teorie erronee, bens la verifica intesa come procedura complessa intenzionalmente volta a creare le necessarie condizioni affinch un certo evento possa prodursi. Essendo ogni fenomeno una realt complessa ogni scienziato deve riprodurlo in modo semplificato astraendo circostanze disturbanti. Lo scienziato dunque costretto a trovare condizioni che spesso non esistono nella realt ma solo in laboratorio e talvolta solo in un laboratorio ideale, da ci il ricorso ai celebri esperimenti mentali ; non avendo la possibilit di effettuare concretamente la verifica alle sue teorie, ricorre ad una sorta di fisica ideale: suppone lassenza di forze, immagina piani perfettamente levigati.
METODO E FILOSOFIA
Con il suo metodo Galileo perviene a quella struttura concettuale che forma lo schema teorico della scienza moderna: la natura un organo oggettivo e casualmente strutturato in relazioni governate da leggi e la scienza un sapere sperimentale matematico. Galileo afferma che le opere della natura non possono essere giudicate con un metro puramente umano, arroganza dichiarare inutili quelle opere di cui non si comprenda lutilit: non sappiano a cosa servano Giove o Saturno o alcuni dei nostri organi : non dobbiamo cercare perch la natura opera in un certo modo (causa finale), ma solo come opera (causa efficiente). Lo scienziato deve occuparsi esclusivamente delle leggi che regolano i fatti, Galileo non intende negare una finalit ma solo accantonarle, ritenendone metodologicamente non scientifica la ricerca non essendo dato alla mente di conoscerle.
Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodo. La struttura concettuale di Galileo autonoma e indipendente da giustificazioni filosofiche anche se nella sua mente si accompagna a schemi di natura teorico filosofica che fungono da ispirazione e giustificazione. In altre parole Galileo, pur non essendo un filosofo, si ispirato ad alcune idee generali di tipo filosofico, attinte per lo pi alla tradizione a lui contemporanea: La fiducia galileiana nella matematica convalidata dalla dottrina platonico pitagorica della struttura matematica del cosmo quindi solo chi conosce il linguaggio matematico pu decifrarla. Il privilegiare gli aspetti quantitativi del reale la riduzione delloggetto scientifico a struttura matematica sono corroborati dallantica distinzione atomistico democritea tra propriet oggettive e soggettive dei corpi. Le prime caratterizzano i corpi in quanto tali (quantit, grandezza, luogo), le seconde esistono in relazione ai nostri sensi (sapori, odori, colori). La credenza nella validit del rapporto causale e delle leggi generali basate sul principio che a cause simili corrispondono effetti simili suggerita e avvalorata dalla persuasione delluniformit dellordine naturale che risulta necessario e immutabile. La fiducia nella verit assoluta della scienza conforta la teoria secondo cui la conoscenza umana, pur diversa da quella divina, simile per il grado di certezza. Mentre dio conosce intuitivamente, cio in modo immediato, la verit, luomo la conquista attraverso il ragionamento discorsivo, inoltre Dio conosce tutte le infinite verit, luomo solo alcune di esse. Il realismo di Galileo. Tutte queste giustificazioni filosofiche poggiano su ununica credenza di base: la corrispondenza tra pensiero ed essere, cio la conformit tra ci che la scienza sostiene e il mondo quale veramente. Galileo interpreta il rapporto tra scienza e realt in termini di riproduzione o rispecchiamento, in astronomia si sempre rifiutato di essere considerato un semplice matematico ritenendosi uno studioso di fisica celeste matematico e filosofo al tempo stesso intendendo come filosofo indica la portata ontologica delle sue teorie. Ed qui uni dei punti di scontro con la chiesa che lo voleva obbligare a parlare del copernicanesimo in termini puramente ipotetici. Questa persuasione realista non si lascia scalfire neanche dalle insidie logiche delle argomentazioni di Urbano VIII secondo cui lo studioso non conosce le infinite vie del creatore e non pu essere mai sicuro che una sua teoria corrisponda veramente allordine seguito da Dio nellordine delle cose, deve quindi accontentarsi di parlare per ipotesi.
IL PROCESSO
Nel XIX sec. la condanna di Galileo stata avvolta da molte polemiche filo clericali e anti clericali, tesi i primi a comprendere il comportamento della Chiesa e minimizzare la vicenda, gli altri a denigrarla e usare il suo caso come atto di accusa nei confronti delloscurantismo religioso. Nel XX secolo le polemiche si sono sopite per una riabilitazione di galileo da parte della chiesa stessa. Anche se gli aristotelici pisani guardavano con irritazione il copernicanesimo di Galileo, le prime reazioni vennero dal clero, mentre i gesuiti mantenevano un atteggiamento prudente, i domenicani lo attaccarono apertamente e uno di essi accus di eresia i copernicani citando lo scienziato presso il SantUffizio. Lallargarsi della vicenda dal piano astronomico a quello fisico e religioso fece passare la vicenda ai teologi che dichiararono allunanimit: assurda e falsa in filosofia e fortemente eretica la tesi eliocentrica, e la mobilit della Terra. I libri di Copernico vennero posti allindice ma non si fece riferimento a Galileo che fu teoricamente convocato e formalmente ammonito, il verbale della seduta sar di grande rilievo per il successivo processo, anche se questo risulta ancora oggi un giallo storico, per la mancanza delle firme tanto che molti sostengono sia stato scritto pi tardi per avere prove scritte. Nel 2632 galileo, incoraggiato dallelezione di papa Urbano VIII, pubblic il dialogo, ricorrendo allo strata gemma di presentare in maniera obiettiva i due pi grandi sistemi astronomici della storia. La rabbia del papa per, convinto di essere stato preso in giro nella figura di Simplicio dette ordine allinquisitore di Firenze di sospendere immediatamente la diffusione dellopera e a Galileo venne intimato di andare a Roma di fronte al SantUffizio. Fu trasferito come prigioniero non nelle carceri dove erano stati Campanella e Bruno ma in stanze pi confortevoli considerando la sua et ed i suoi malanni. Laccus a pi grave era di aver trasgredito il precetto che gli impediva di insegnare o difendere la teoria Copernicana. Galileo afferm pi volte di non aver ricevuto tale precetto, prov poi ad aggirare gli inquisitori sostenendo che nel Dialogo non aveva sostenuto le teorie copernicane ma aveva anzi mostrato la sua erroneit, ma i giudici dimostrarono facilmente il contrario e Galileo dovette ammettere di aver difeso tali teorie. Dopo un po di tempo venne la sentenza di condanna e nello stesso giorno Galileo, in ginocchio davanti ai cardinali della Congregazione pronunci la sua abiura (rinnegare) al copernicanesimo.